Capitolo Tredicesimo
Cerberus
Ormai
Joker
cerca di mettersi in contatto con il comando dell’Alleanza, ma ogni
comunicazione di perde in un vuoto elettrico, in cui frusciano scariche di
elettricità statica.
-
Niente, comandante.- sbuffa, appoggiandosi allo schienale del sedile
-
Prova con i canali d’emergenza. Magari riusciamo a contattare il maggiore
Alenko.-
Il
pilota preme qualche pulsante, sintonizza il comunicatore.
Dopo
qualche minuto di silenzio, gli occhi di Joker s’illuminano.
-
Comandante… c’è una comunicazione da parte di Thane.-
Shepard
si sporge in avanti, avviando la comunicazione.
-
Thane?-
- Siha…
-
Tu sei al sicuro?-
-
Sono riuscito a evitare i commando all’ospedale. Non mi hanno visto e, tenendo
un basso profilo, dovrei riuscire ad evitarli. Adesso sono in un negozio del
Presidium.-
-
Non correre rischi inutili. Io e la squadra stiamo sbarcando. Da qui ci
pensiamo noi.-
- Siha…, ascoltami.-
Shepard
annuisce, anche se vorrebbe spegnergli il comunicatore in faccia perché sa già
quello che sta per dire e sa anche che lei non troverà motivazioni
sufficientemente forti da fargli cambiare idea.
-
Mi dirigo al quartier generale dell’SSC. Finché Cerberus lo controlla, la
resistenza è compromessa.-
-
Va bene.- accetta, di malavoglia
-
Ti amo, siha.- dice Thane. E la
comunicazione s’interrompe.
-
Ti amo anch’io.- mormora lei, distante, guardando il pannello dei comandi.
Joker
controlla per l’ultima volta le comunicazioni, poi porta
Shepard
prende un respiro profondo, probabilmente l’ultimo prima che la battaglia la
inghiotta.
Si
controlla la corazza, aziona lo scudo, carica la pistola.
-
Hai un piano, comandante?- le chiede Joker
-
Io ho sempre un piano.- risponde lei, prima di sparire lungo il corridoio per
riunirsi al resto della squadra.
-
Quei bastardi.- mastica James, non appena la vede arrivare - Non vedo l’ora di
farli saltare in aria.-
-
Bene. Spezzeremo la difesa di Cerberus e ci apriremo una strada fino al
quartier generale dell’SSC. Una volta dentro, valuteremo la situazione e
cercheremo il Consiglio.-
Non
possono perdere il Consiglio. Anche se nessuno lo dice, tutti lo pensano.
Sanno
che la guerra si può vincere uniti o si può perdere separati. Sanno che
un’alleanza è possibile solo con il Consiglio e che, se davvero Udina li ha
traditi, anche quello potrebbe non essere sufficiente.
-
Perché tutti ci remano sempre contro?- scherza Garrus, caricando il fucile di
precisione.
Raggiungono
la navetta e prendono posto.
Shepard
si siede accanto a Kolyat e ammicca.
-
Stammi dietro, principiante. A te ci
penso io.-
-
E se “ci pensa lei”…- la schernisce
Garrus, dandole un colpo col calcio del fucile.
-
Cosa stai insinuando, Vakarian?-
-
Che l’ultima volta che “ci hai pensato tu” mi sono ritrovato con mezza faccia
spappolata.-
-
Non è colpa mia se non riesci nemmeno a schivare un raggio laser. Persino un elcor avrebbe visto quella dannata
cannoniera e sarebbe riuscito a spostarsi in tempo.-
James
ride:- ci sei mancata, comandante.-
Shepard
si appoggia indietro, mentre la navetta si avvicina alla zona d’atterraggio.
-
Mancato anche a me lavoro di squadra. Entrare, sparare, passare ad altra
stanza. Semplice e lineare. Niente sperimentazioni, niente calcoli, niente
tempi di attesa. Unica preoccupazione, evitare fuoco nemico.- concorda Mordin -
Inoltre, più divertente di Squadra Operazioni Speciali salarian. Più azione,
più motti di spirito, più simpatia fra compagni di missione. Ricorda missione
di portale Omega 4.-
-
Cacchio, quanto mi dispiace essermela persa.- esclama James - dev’essere stato
davvero forte, Lola.-
- Ci
avresti solo rallentato, Vega.- lo schernisce Garrus - quello era roba di un
altro livello.-
-
A crisi scongiurata te lo faccio vedere io, l’”altro livello”!- ribatte James
Shepard
li ascolta, divertita, ma una parte della sua mente è altrove.
Una
volta a terra eliminano un gruppo di Cerberus appena fuori dal quartier
generale dell’SSC.
Stanno
per entrare nell’edificio, quando s’imbattono nel comandante Bailey. E’ ferito,
ma non in modo grave e li ragguaglia sulla situazione.
-
Il consigliere salarian doveva incontrarsi con l’esecutore. Forse è ancora lì.-
-
Va bene.- Shepard ricarica la pistola - Pensa che siano in arrivo altri
nemici?-
-
Non ne sono sicuro - ammette Bailey - ma, una volta dentro, posso bloccare
l’ingresso e ripristinare in parte i sistemi di sicurezza. La minaccia dovrebbe
essere gestibile.-
La
comandante annuisce:- va bene. Kolyat, Temnos, rimanete qui con il comandante
Bailey, in caso arrivino rinforzi.
Rimaniamo in contatto via factotum e avvertitemi di qualsiasi novità.-
Temnos
fa un cenno del capo, poi tende una mano a Shepard:- è stato un piacere
lavorare con te, comandante. Buona fortuna.-
-
La fortuna non c’entra.- sorride la donna - Sono le nostre azioni, che dettano
la nostra sorte. Grazie, per tutto quanto. Non saremmo usciti vivi da Kahje,
senza il tuo aiuto.-
Si
stringono la mano, poi l’agente entra nel quartier generale, assieme a Bailey.
Kolyat
rimane fermo per qualche istante, guardando Shepard.
-
Sta attenta.- le dice, semplicemente.
-
Non preoccuparti.-
Si
guardano, imbarazzati, cercando le parole adatte.
Alla
fine, Konstantin appoggia una mano sulla spalla del giovane:- Andrà tutto
bene.- promette.
E’
l’unica cosa che abbia davvero senso, in quelle circostanze in cui tutto sembra
pronto a precipitare nel buio eterno. In cui la fine sembra a un passo.
-
Entro domattina, Lola!- chiama James
La
comandante non dice altro. Aumenta la presa per qualche secondo, poi sorride e
si allontana.
Kolyat
la segue con gli occhi, finché la sua sagoma non sparisce nei corridoi dell’SSC.
Poi
congiunge le mani e, in un sussurro, prega.
-
Amonkira, Signore dei Cacciatori, veglia su di lei, proteggila dai suoi nemici
e dalle la forza per adempiere al suo fato. E, qualora dovesse accadere il
peggio, concedile il tuo perdono.-
Shepard,
Mordin, Garrus e James attraversano i corridoi dell’SSC.
A
parte qualche soldato isolato, non incontrano una grande resistenza, ma sentono
i rumori degli scontri farsi sempre più vicini.
Rapidamente,
come un incendio, Cerberus sta dilagando nella Cittadella, infrangendo
quell’ultima illusione di pace. La guerra è giunta nel cuore stesso dalla
galassia. La pazzia di chi vuole che l’umanità, da sola, si erga a fronteggiare
un nemico troppo grande per qualunque esercito.
Shepard
si morde le labbra, rimproverandosi per essersi fidata dell’Uomo Misterioso.
Si
è sempre ripetuta di aver fatto la cosa giusta e che, in un modo o nell’altro,
la sua collaborazione con Cerberus si sia rivelata utile per proteggere la
galassia. Avevano un fine comune, un buon
fine.
Si
sporge dal riparo, piazzando due proiettili in testa ad un ingegnere, impegnato
con una torretta.
-
Bel colpo, Shepard.- si congratula Garrus, per poi fermarsi a spiegare:- Quello
laggiù dovrebbe essere l’ufficio dell’esecutore.-
Nella
sala che si frammezza fra il gruppo e la stanza, si è raccolto un nutrito
gruppo di Cerberus.
-
La solita strategia.- sussurra la comandante, voltandosi verso i suoi compagni
-
Al tuo segnale scateniamo l’inferno?- chiede James
-
Quella non sembra strategia.- realizza Mordin
-
Ma ha sempre funzionato alla grande!-
Shepard
sorride, poi fa un cenno del capo, si sporge dal riparo e lancia una
deformazione contro un nemico.
Il
frastuono familiare della battaglia la inghiotte.
Riesce
a distinguere ogni cosa, ogni frazione di istante si dilata e le appare chiara.
Sente
le scariche di proiettili di James e i colpi rapidi e precisi di Garrus.
Sente
il clic metallico che anticipa le esplosioni di Mordin e le urla dei Cerberus,
sollevati dal suo flusso di energia
biotica.
I
colpi della sua pistola pesante sono veloci e penetranti, esplodono contro il
nemico, spappolano arti, frantumano complessi aggeggi tecnologici. Un drone
nemico le viene addosso, ma Garrus riesce a farlo scoppiare prima che le
procuri danni.
Ci
sono scontri che sembrano durare ore ed altri che si esauriscono in pochi
minuti.
Questo
si esaurisce in pochi minuti e presto, nella sala ora silenziosa, rimangono
solo cadaveri fumanti.
-
Non c’è traccia del consigliere…- inizia Shepard, poi Mordin la richiama,
indicandole una stanza, sotto di loro. Accucciato dietro un tavolo, schermato
da una barriera che lo rende quasi invisibile, c’è il consigliere Valern,
miracolosamente scampato all’assalto.
-
Abbiamo trovato il consigliere.- comunica Shepard, al factotum - sembra sano e
salvo. La vostra situazione?-
-
Meno peggio di quanto immaginassimo.- la conforta la voce di Kolyat - Stiamo
controllando i sistemi difensivi e la maggior parte sono ancora integri. Quelli
compromessi si potranno riportare online in tempi brevi. Abbiamo ricevuto solo
un’ondata di nemici, ma siamo riusciti a neutralizzarli.-
-
Ottimo lavoro.- si congratula la comandante.
Una
volta raggiunto il consigliere, lo rassicura che la situazione è sotto
controllo.
… ma non è così.
In
un lampo nero, un giovane si materializza dietro al salarian, puntando un’arma
contro di lui.
Sembra
un umano, capelli scuri, tratti asiatici, un dispositivo che gli copre gli
occhi, come una maschera.
-
Abbassa l’arma!- grida Shepard, fronteggiando il nemico - Subito!-
-
Ci ucciderà tutti…- mormora il consigliere, madido di sudore
-
Questo è da vedere.- replica la comandante, senza perdere di vista lo
sconosciuto
-
Non lui… parlo di Udina. Si è alleato con questi pazzi… ha organizzato un colpo
di stato…-
-
Quel figlio di puttana!- impreca Garrus, dando voce al pensiero comune
-
Risolviamo un problema alla volta.- riprende Shepard.
Guarda
l’assassino, a lungo. Anche se non riesce a guardarlo negli occhi, le loro
volontà sembrano entrare in collisione. E’ una lotta equilibrata, che potrebbe
proseguire all’infinito.
Konstantin
realizza che, se fosse rimasta con Cerberus, se avesse assecondato i desideri
dell’Uomo Misterioso, se avesse permesso all’organizzazione di piegare la sua
volontà, sarebbe diventata come l’assassino che ha di fronte. Un burattino.
Armato delle migliori tecnologie, dalle capacità evolute e perfette… ma senza
un’anima. Senza un cuore, senza sentimenti. Senza un vero motivo per cui
lottare, solo per l’istinto di imporre la propria forza su quella degli altri.
Solo il cieco desiderio di veder scorrere il sangue.
Vede
una palla di energia concentrarsi sulle dita dell’assassino.
Il
consigliere Valern deglutisce, fissando la comandante con gli occhi sbarrati
dal terrore.
Il
mondo come lo conosceva gli sta crollando addosso e lui rischia di morire sotto
le macerie. Come ha potuto permettere che la galassia si ritrovasse a quel
punto? Così impreparata, di fronte alle minacce dei nemici?
Quando
la morte ti è vicina, la vita ti passa davanti agli occhi. Sembra comporre un
ultimo grande arazzo, per dirti addio. Valern ricorda l’emozione che ha
provato, quando è stato nominato consigliere. Ricorda gli ideali che l’hanno
animato e che, col passare degli anni, hanno perso fibra e vigore.
Gli
sembra strano ricordare il passato, ricordare quand’era un giovane salarian,
testardo ed idealista.
Credeva
davvero, in quello che faceva. Essere un consigliere non era un semplice
mestiere, era una missione.
Si
pente amaramente di aver perduto il coraggio di un tempo.
-
Arrenditi.- dice Shepard, ancora una volta.
L’assassino
ride una risata amara, di scherno.
Sta
per colpire il consigliere, quando lo scatto di una pistola riecheggia, a pochi
centimetri dalla sua fronte.
Il
cuore di Konstantin perde un battito, mentre l’assassino si volta, per
fronteggiare la minaccia. E’ Thane.
Combattono
a mani nude, in una danza rapida e aggraziata, letale. Incantevole, in un modo
inquietante.
Shepard
scatta in avanti, per fare scudo al consigliere.
-
Venga!- dice, afferrandolo per un braccio.
Valern
rimane fermo per qualche attimo, come paralizzato, poi segue la comandante.
-
Preoccupatevi di lui!- comanda la donna, dopo averlo portato dai suoi compagni.
Il
giorno in cui è entrato a far parte del Consiglio della Cittadella, ha giurato
di fare sempre del proprio meglio, per proteggere la galassia. Per renderla
ogni giorno un luogo migliore, per garantire la pace e la cooperazione fra le
varie razze.
Un
macigno gli piomba sul cuore, con la coscienza del proprio fallimento.
Assiste
impotente allo scontro. La sagoma dell’assassino è appena un’ombra nera, il
ricordo di un incubo, che sfreccia nel bianco della stanza. Eppure, ogni tanto
si ferma, si muove troppo lentamente e, in un battito di ciglia, viene colpito.
Poi la danza riprende, feroce, frenetica.
Shepard
spara qualche colpo, ma il salarian intuisce che le è impossibile prendere bene
la mira.
I
due guerrieri sono troppo veloci, non sono altro che ombre e chiaroscuri.
Quel
drell gli ha salvato la vita. Non sa nemmeno il suo nome, ma sa che non ha
esitato a scagliarsi contro l’assassino.
Shepard
spara di nuovo, poi abbassa la pistola, con un gemito di frustrazione.
Thane
si sta battendo splendidamente, ma lei riesce a leggere la sua fatica. I suoi
movimenti sembrano più pesanti, ogni secondo una frazione più lenti, meno
fluidi, meno perfetti.
Poi
l’assassino estrae una lama. Scintilla nell’aria immota, minacciosa.
Shepard
solleva l’arma, ma le sembra di muoversi in un mare di gelatina, si sente goffa
ed impacciata.
Una
gelida consapevolezza scende su di lei. Il presentimento che non farà in tempo.
Thane
si muove verso l’assassino, sparando contro la sua barriera.
S’incontrano.
I loro corpi si sfiorano, si toccano.
Poi
l’assassino passa oltre. E sboccia un fiore rosso.
Il
sangue di Thane gocciola per terra, il drell cade in ginocchio, trafitto dalla
spada.
- Thane!- grida Konstantin.
Corre
verso di lui, mentre gli altri sparano contro il nemico.
L'assassino
si volta e, per un lungo, interminabile secondo, fissa Shepard con aria di
scherno. Poi scompare.
-
Thane…- mormora Shepard, accarezzando il viso del drell.
Lui
si solleva, premendosi una mano sulla ferita.
-
Va’ a prenderlo, siha.- dice,
aggrappandosi alle spalle di lei.
-
Non ti lascio.- s’impunta lei - Dobbiamo… dobbiamo portarti all’ospedale…-
Thane
le sfiora la guancia, guardandola negli occhi.
-
Ho tempo, siha.- la rassicura, prima
di sfiorare le sue labbra con un bacio - Salva il Consiglio, amore mio.-
Shepard
fa appello a tutta la propria forza di volontà. Ognuno deve fare dei sacrifici,
per quella guerra.
-
Ti amo.- dice, combattendo contro il nodo che si sente in gola. Le sembra di
non avergli mai detto a sufficienza quanto lo ama, quanto è felice, quand’è con
lui, quanto bene lui riesca a farla sentire.
Thane
l’accarezza sui capelli:- ti amo anch’io, siha.-
-
Mordin.- chiama poi Shepard - resta con lui. Chiama i soccorsi e poi aggiorna
il comandante Bailey. James, Garrus, con me. Andiamo a salvare il Consiglio.-
Mentre
percorre le strade devastate della Cittadella, a malapena sente la voce del
comandante Bailey, al factotum. Spara meccanicamente, si muove sul campo di
battaglia, guidata dall’addestramento. La sua mente è lì, ma il suo cuore è
altrove.
-
Non
so cosa dire di questo capitolo. Scriverlo è stato al contempo facile e
complicato. Odio le scene d’azione e non volevo che occupassero troppo posto,
ma sventuratamente non potevo solo abolirle (nonostante sia certa che la vostra
immaginazione di lettori e conoscitori di ME3 avrebbe compensato le lacune più
che degnamente XD)
Mettere
a un certo punto il POV del consigliere salarian è stato… divertente. Un po’
estraniante, ma divertente. In realtà, adesso sono TRE i salarian per cui provo
simpatia (uno è lui, l’altro Mordin, il terzo + il maggiore Kirrahe. L’elenco è
in continuo aggiornamento, ma per ora la vedo male…).
Un
bacio a tutti e ci vediamo la settimana prossima, con l’ultimo capitolo!!!
-