Anime & Manga > Kuroshitsuji/Black Butler
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Autore: IshiMondoFangirl    27/05/2013    0 recensioni
Salve a tutti i lettori! :3
Questa fic descrive i sentimenti (e uno spezzone di incontro tra lei ed il suo amato) che prova Evelyn (Mio OC), inesperto demonietto che si diverte a giocare con le anime degli umani, per l'inarrivabile e freddo William T. Spears, Shinigami dedito al suo lavoro che non si permetterebbe mai di macchiare la propria reputazione per stare con un demone... oppure no?
Genere: Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, William T. Spears
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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Chissà se si fosse mai accorto di me. Dalla prima volta che lo vidi il mio cuore iniziò a battere forte, come se fossi sotto pressione. Era difficile contenermi davanti alla vista di quello stupendo Shinigami. Era freddo e inavvicinabile, o almeno così mi aveva detto il vermiglio compagno del moro schernendomi come per prendermi in giro. A me comunque non importava. Ero un demone sì, ma potevo innamorarmi di chi volevo, no? E perché non potevo infatuarmi proprio di uno Shinigami. Ero inesperta quando si trattava di scegliere anime adatte di umani, ma andavano bene tutte, purché avessi attirato l'attenzione di quell'uomo così misterioso che si nascondeva dietro quegli occhiali. Non ero certamente ciò che si direbbe "uno schianto di donna", ma non mi ritenevo brutta. La parte di me che mi piaceva di più erano i miei lunghi capelli bianchi e i miei occhi rosso sangue. Speravo che queste caratteristiche che mi contraddistinguevano dagli altri demoni avessero almeno attirato l'attenzione del bel moro freddo e glaciale dedito al lavoro. Ad ogni mia vittima speravo con impazienza che venisse a mettermi i bastoni tra le ruote, per poterlo vedere e rimirare finché uno dei due non avesse avuto la meglio sull'altro, che ovviamente era lui data la mia inesperienza come demone e la sua bravura e dedizione nel mietere anime. Cera una cosa di lui che ancora non capivo: ogni volta che i nostri combattimenti finivano e lui ne era il vincitore, mi risparmiava senza mai torcermi un capello. Lo avevo visto molte volte combattere fino allo stremo contro altri demoni anche più forti di me, e li aveva sempre fatti fuori senza esitazione. Perché io ero l'eccezione? Provava anche lui qualcosa per me, o era solo pietà nel vedermi perdere miseramente ad ogni nostro scontro? Nella mia mente il pensiero di lui che provava qualcosa per me mi faceva sentire bene, dava una specie di senso a quella che non potevo più chiamare vita e che ormai non sapeva più di nulla per me. Mi sentivo fremere ogni volta che andavo alla ricerca di anime. Ormai non era più una questione di trovare un anime buona e divorarla, ma di trovare una qualsiasi anima e aspettare che il bellissimo Shinigami venisse a combattere con me per decidere a chi spettasse. L'ultima volta che lo vidi stavo inseguendo una donna, mercante di stoffe, che si era innamorata di un nobile. Mi rispecchiavo molto in quella figura umana, per questo decisi di scegliere lei. Avevo capito che al mondo c'erano tantissime persone come me e questo mi dava una spinta in più per continuare ad amare quell'uomo. Costrinsi la donna in un vicolo cieco, ormai priva di qualsiasi via di fuga.Aspettavo con impazienza l'arrivo del nero Shinigami. Non lo sentii arrivare. Era dietro di me e prendendomi per la vita mi spostò di lato. Non lo fece con cattiveria, ma con vera e propria gentilezza. Mi guardò. Il suo sguardo non era freddo,ma dolce e privo di qualsiasi malignità. Arrosii violentemente. Il mio cuore batteva così forte che potevo sentirlo benissimo. Si avvicinò alla donna riacquistando il suo glaciale sguardo e, sfoderata la sua falce della morte, ne prese l'anima. Si avvicinò a me lentamente. -Mi spiace signorina. Quest'anima appartiene a noi Shingami.- La sua voce era calda e dolce. L'incantesimo si ruppe quando una vocetta stridula trillò, intimando il moro ad andare. -Will! Andiamo!- Si incamminò senza rispondere. -Sono William T. Spears, signorina demone.- Se ne andò silenzioso. Io rimasi ferma nello stesso punto per diversi minuti per poi riprendermi. Avevo scoperto il suo nome. Non potevo essere più felice di così.
  
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