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Autore: 2P_Lover    27/05/2013    1 recensioni
Non voler essere dimenticato.
Nemmeno un piccolo sogno.
Genere: Dark, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: 2p!Hetalia
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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-Io...Io voglio solo degli amici. Non voglio sparire- Mormorò tra se e se il piccolo sogno, stringendo i pugni.
Era tutto buio intorno a lui.
Non c'era nessuno.
Era solo.
Nessuno si sarebbe mai ricordato di un sogno cosi piccolo...nessuno.
Sarebbe morto.
A meno che degli umani sognassero.
Ma come..?

-Rapirò delle persone...e loro creeranno il mio mondo. Non si dimenticheranno mai di me!-
Cos'era quella luce negli occhi del piccolo sogno?
Follia, probabilmente.




Sangue.
Rosso.
Sangue. Rosso. Sangue. Rosso. Sangue.

Ecco le uniche cose che il ragazzo dai capelli castani vedeva.
Rosso e sangue. Sangue rosso.
Il ragazzo sorrise, socchiudendo gli occhi cremisi.
La battaglia era vinta.
E lui, quasi sicuramente, era l'unica persona ancora in vita.
Luciano si tolse l'elmo e sollevò di poco la spada da terra, agitandola subito dopo, per cercare di pulirla dal sangue.

Sangue rosso.
Rosso sangue.
Quanto amava quel colore, il ragazzo?
Tanto. Così tanto che per lui non era un problema uccidere, pur di vederlo.
Luciano chiuse un attimo gli occhi e, quando li riaprì, il suo amato rosso era scomparso, lasciando posto ad un bianco quasi accecante.

-Dove...?-

-Ciao Luciano- Il ragazzo si voltò.

Chi l'aveva chiamato?

-Un...bambino? Che ci fai qui?! Non è posto per mocciosi questo!- Sbraitò il castano, osservando quella piccola figura davanti a lui ridere.

-Saresti un'Alice perfetta- Mormorò in risposta il piccolo sogno.

-E-eh?!- Il ragazzo agitò la spada, ancora sporca di sangue fresco.

-Calmati "fratellone" e goditi la tua nuova casa..crea un nuovo mondo per me- Il bambino scomparse subito dopo aver detto quelle parole, sorridendo dolcemente.
Luciano era confuso.
Cosa doveva fare?! E dov'era finita la pianura dove stava combattendo?!
Il ragazzo dovette sbattere più volte le palpebre, incredulo.
Era in una piazza piena di persone.
..che stesse impazzendo?

-Cosi voi sareste Alice!- L'italiano si voltò. Alice.
Lo avevano di nuovo chiamato con quell'appellativo.
Luciano si aspettò di trovarsi davanti quel bambino, ma sbagliò. Davanti a lui c'era una piccola ragazza dai capelli color miele, tutti boccolosi.

-Tu...sai cos'è un'Alice?- Il castanò fissò stranito la bambina. Voleva tornare alla sua battaglia, alla sua Roma da difendere.

-Si, fratellone! Un'Alice..- La bambina s'interruppe, ghignando. -..un'Alice è colui che una volta morto verrà ricordato.-
Luciano si allontanò di poco dalla ragazzina, che ora aveva iniziato a ridere in maniera isterica.

-Alice, crea il nostro mondo!- Urlò subito dopo la mocciosa, spalancando gli occhi verde acqua.
Ma perchè nessuno si fermava incuriosito da una bambina che rideva istericamente?
Forse perchè la vedi solo tu, Luciano?
Quest'ultimo agitò la spada e scappò via.
Non per codardaggine, ma per riflettere. In quella piazza c'era troppa gente rumorosa.

L'italiano si nascose in un vicolo buio e iniziò a riflettere.
Era uno stratega, infondo, per lui era sempre stato facile escogitare questi piani.
"Crea il nostro mondo"
Bene. Quindi lui avrebbe dovuto creare un mondo..giusto?
E se invece di crearlo lo avesse distrutto?
Magari, distruggendo quella che secondo Luciano era un'illusione, sarebbe tornato alla sua Roma trionfante.
Sorrise il ragazzo e iniziò a fissare la lama sporca di sangue, ormai secco.
Sangue rosso.
Troppo poco per i suoi gusti.



L'uomo stava camminando in quella piazza alla ricerca di un panificio o, comunque, un posto dove raccimolare del cibo.
Aveva lo sguardo cosi triste. Gli occhi quasi spenti, le labbra piegate all'ingiù.
Pierre sospirò. Era stanco.
Di tutto.
Della sua vita, in primis.
Gli occhi violacei dell'uomo si spalancarono, pieni di terrore e stupore, quando vide un ragazzo dai capelli castani brandire una spada.
Pierre aveva appena visto morire davanti a se una povera bambina.
E, a ruota, quasi, morirono altre persone. Donne, uomini, bambini. Quella spada trafiggeva chiunque avesse davanti.
E ora, davanti al ragazzo dai capelli castani e gli occhi cremisi, c'era un uomo dai capelli biondi e la barba incolta.

-Muori!- Urlò il giovane, spalancando gli occhi rosso cremisi. Rossi come il sangue che fuoriusciva dal corpo inerte di quella bambina.
Pierre spalancò gli occhi, rimanendo immobile.
E cosi...doveva morire?
No, non ora caro francese.



-Dove sono!?!?- Urlò Luciano, ritrovandosi in un luogo oscuro. Proprio ora che aveva l'occasione di tornare alla sua Roma.

-Oh, fratellone! Sei una pessima Alice- Il ragazzò si voltò, ritrovandosi davanti quel bambino dalla pelle cosi bianca.

-Ho distrutto il tuo mondo, fammi tornare a casa!- Urlò l'italiano, furioso.
Il bambino rise.

-Quella è una piccola parte del mondo che fin'ora ho creato..a te spettava espanderlo, ma a quanto vedo sei troppo ottuso- Una gabbia cadde sul ragazzo, intrappolandolo.

-Sai..non sei diventato un'Alice. E ora morirai senza che nessuno si ricordi di te!- Il sogno rise di gusto, dando le spalle al ragazzo, che intanto urlava, cercando di afferrare la propria spada, troppo lontana da quella gabbia nera come la pece.

-Addio, Luciano Vargas-




Sangue.
Rosso.
Sangue. Rosso. Sangue. Rosso. Sangue.
L'unica cosa a cui il francese riusciva a pensare.

Sangue.
Sangue rosso.
Sangue rosso che sgorgava dai corpi di poveri innocenti.
Pierre socchiuse gli occhi viola, respirando piano.
Intorno a lui era tutto di nuovo normale.
I cadaveri erano scomparsi, cosi come il ragazzo dagli occhi cremisi.

-Fratellone!- Il biondo si voltò appena e tutto intorno a lui diventò bianco.

-Canta fratellone, canta!-

-C-cosa..?- Pierre era ancora sconvolto.

-Canta!- Il bambino lo implorava, quasi. -Canta ciò che senti!- Continuò il sogno, sorridendo appena.
Tutto tornò normale ma una voce ronzava nella testa del francese.
"Canta Alice, canta"
Pierre spalancò appena le braccia e iniziò a cantare.
Una melodia triste, che sentiva provenirgli dal cuore.
Qualcuno si fermò per congratularsi con lui. Ma Pierre nemmeno li sentiva.
Nemmeno li vedeva.
Per lui c'erano solo delle urla e un mondo rosso sangue.

-Lo sapete che il sangue è rosso..?- Domandò, d'un tratto, smettendo di cantare, con voce fin troppo roca.
Non sentendo una risposta dal piccolo publico che si era creato, il francese ripetè la domanda, urlando quasi.
Di nuovo nessuna risposta.
Non gli credevano, forse?
Non credevano che il sangue fosse rosso?!
Pierre estrasse una pistola dalla propria giacca.
Girava sempre armato. Sempre.

-Il sangue è rosso, guardate!- Quelle furono le ultime parole che uscirono dalla sua bocca, seguite da un rantolo soffocato.
Si era sparato in testa.
Sangue. Sangue rosso.
Visto che Pierre Bonnefoy aveva ragione?



Il sogno sospirò.
Quell'Alice era troppo debole.
Doveva trovare qualcuno di più forte, ma non come Luciano, di meno.
Una via di mezzo.

-Si..lui sarà perfetto.- Mormorò il piccolo sogno tra se e se, ghignando.
Si.
Perfetto.
Aveva trovato la terza Alice, avrebbe solo dovuto convincerlo.




Sangue.
Rosso.
Sangue. Rosso. Sangue. Rosso. Sangue.
Perchè nei suoi ricordi c'era solo sangue?

-Maestà, si calmi!- Disse una ragazza dai capelli biondi, cercando di consolare il suo re.
Due persone era impazzite nello stesso giorno e questo aveva fatto andare in crisi sua Maestà.

-Ora il popolo non mi amerà più!- Piagnucolò il giovane dagli enormi occhi blu, colmi di lacrime.
Il suo regno.
Il suo bellissimo regno.
Un reame perfetto.
Un reame che nella sua vita reale non avrebbe mai avuto.
Il suo regno era semplicemente perfetto.
Senza gente che derideva Oscar. O che lo picchiava. O che lo stuprava.
Senza gente che lo picchiavano fino a fargli uscire il sangue per il puro gusto di farlo.

Il suo reame era perfetto. Quello era il suo sogno perfetto.
O almeno una parte.

-Il popolo vi ama, Maestà! Vi ama!-

-Bugiarda!!- Urlò i ragazzo, schiaffeggiando la donna con rabbia. Poi cadde a terra, scoppiando a piangere in ginocchio. I capelli color fieno gli caddero sugli occhi pieni di lacrime.

-Fratellone, non si trattano cosi delle signore!- Oscar si voltò verso la voce che conosceva fin troppo bene.
Il biondo aveva già un sogno e non era quel bambino che, comunque, cercava sempre di strapparlo al suo reame perfetto.

-Cosa vuoi?-

-Solo vederti, fratellone!-

-Vattene!- Urlò il biondo, continuando a piangere. Ma il bambino lo ignorò, anzi, si avvicinò maggiormente al re.

-Sai...vedo il tuo sogno-

-Zitto!-

-Hai paura di invecchiare, morire e abbandonare il tuo regno..-

-Zitto!!-

-Ma tanto nessuno ti ama, Oscar, nessuno. E' tutto una finzione-

-Stai zitto!- Il ragazzò si alzò di scatto, dando uno spintone al piccolo sogno, che sorrise.

-"Zitto", "taci", "fai silenzio"..queste parole le usi con tutti, lo sai?- Il sogno ghignò, avvicinandosi ad Oscar.
Si mise sulle punte e, con la punta del dito indice, gli sfiorò la gola.
Il biondo rimase a fissare il bambino, senza capire.

-Tutti mi aman...la mia voce!- Il ragazzo spalancò gli occhi blu, incredulo.
Aveva la voce roca. Rauca. Tremenda.
Oscar avrebbe preferito sentire delle unghie grattare su una lavagna piuttosto che quella voce.

-Con questa voce vediamo se dirai di nuovo a qualcuno di tacere!- Il sogno rise e scomparve.

-Vostra Maestà!-

-La mia voce...- Ecco le uniche parole che uscivano dalla bocca del ragazzo.
No, Oscar Kirkland non era proprio tagliato per essere l'Alice del piccolo sogno.




Sangue.
Rosso.
Sangue. Rosso. Sangue. Rosso. Sangue.
I due fratelli non avevano mai visto quel colore. Mai.

Erano cosi innocenti. Cosi puri.
Cosi perfetti per essere la quarta Alice.


-Nikolaj, Nikolaj!- Ada rise allegra, andando vicino al fratello maggiore.

-Cosa c'è?- Rispose, quasi apatico, il ragazzo dai capelli castani.

-Quel bambino era proprio strano, non trovi??- La ragazza rise, allegra, mentre il fratello prese a sistemarsi la lunga sciarpa rossa.

-Si. Strano.- Mormorò secco il ragazzo. Non sorrideva mai.
Ada si sistemò il cappello rosa e corse nel prato, divertita.
Ada e Nikolaj, fratelli. Lei sorridente e dolce, lui serio e riflessivo.
Il piccolo sogno era sicuro di aver trovato la sua Alice.
Loro volevano creare un mondo e cosi, il sogno, non sarebbe mai stato dimenticato.

-Ada non correre verso il bosco- Il ragazzo afferrò il polso della sorella, trascinandola.

-Uffaaa!-
I due camminarono per un po'.
Potevano costruire un mondo. Potevano esplorarlo. Potevano esplorare i sogni delle altre Alice.
E tutto ciò era fantastico.

-Nikolaj, guarda! Una lettera!-

-Non è per te, andiamo-

-Ma no! Guarda, guarda, non c'è il destinatario, possiamo prenderla!- A quelle parole il ragazzo sbuffò, osservando la sorellina prendere la lettera e aprirla.

-E' un invito a palazzo! Ci andiamo? E' il castello di un'altra Alice!- Il castano si limitò ad annuire e la ragazza dai capelli argentei rise, allegra.
Sarebbero andati nel palazzo dell'Alice di nome Oscar.



-Benvenuti- Una giovane donna dai capelli dorati accolse i due fratelli, sorridendo dolcemente.
Ada rimase incantata da quel sorriso mentre Nikolaj era solo stanco.
Avevano viaggiato molto per arrivare a quel castello.

-Abbiamo trovato una lettera e..-

-SI, lo so. Vi prego, accomodatevi- Mormorò pacata la donna, continuando a sorridere.
I due fratelli entrarono e le enormi porte del palazzo si chiusero dietro di loro.

-Il re è malato. La sua voce..è andata via. Ma voi potreste aiutarlo.- Nikolaj fissò la donna. A lui non importava aiutare il re, voleva solo fare ciò che sua sorella desiderava.

-Non ha la voce? Potremo cantare per lui! Che ne dici Niko??- Le solite idee idiote della ragazza.
Il castano annuì.
La donna sorrise. Ancora. E ancora.




Il piccolo sogno sospirò.
Anche la quarta Alice era morta.
Che peccato..quei bambini erano troppo curiosi.
E Oscar era matto.
Uccidere due ragazzi con delle belle voci, sperando di riavere la prorpia?
Che illuso.

Il sogno sospirò nuovamente.
Nikolaj e Ada Braginski.
Che peccato.
Non si sveglieranno mai dai loro sogni, persi nel paese delle Meraviglie, che ancora doveva essere del tutto creato.

-Io..io non voglio essere solo. Non voglio essere dimenticato!- Urlò, il bambino, trattenendo le lacrime.
No.
Non sarebbe stato dimenticato.
Avrebbe trovato la sua Alice, costi quel che costi.



Sangue.
Rosso.
Sangue. Rosso. Sangue. Rosso. Sangue.
Il piccolo songò avrebbe sparso tutto il sangue che voleva pur di trovare la sua Alice.




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Lo so.
Lo so.
Non è molto descrittiva e non segue al 100% il drama di Alice Human Sacrifice D:
Ma...boh. C'è qualche rivisitazione(?) LOL
Spero vi piaccia nonostante sia poco descritta (non volevo uscisse troppo lunga D: )
-Luciano Vargas: 2p!Feliciano
-Pierre Bonnefoy: 2p!Francis
-Oscar Kirkland: 2p!Arthur
-Nikolaj Braginski: 2p!Ivan
-Ada Braginski: 2p!Natalia

Byeeee <3
   
 
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