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Autore: SherStiel    27/05/2013    2 recensioni
Sam e Dean si ritrovano un pazzo con il papillon nel bagno, nel bel mezzo della notte. Nonostante una grande diffidenza, i due lo seguono, ritrovandosi a Londra, da cui però non possono chiamare Castiel per farsi dare una mano. Scopriranno solo dopo aver dato fiducia all'uomo perchè si ritrovano in quest'avventura.
-SuperWhoLock
Genere: Azione, Fantasy, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Dean Winchester, Sam Winchester
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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SuperWhoLock – Three worlds, one meeting
Part one,
The Doctor

 

– Siete voi i fratelli Winchester?
Era comparso così, dal nulla. Anzi, dal bagno.
Erano le quattro del mattino, Sam e Dean erano andati a dormire in una delle abituali camere di motel dopo aver finito una caccia. Questa volta si era trattata di una strega. Quanto le odiavano, le streghe. Riuscivano a fregarti nascondendo quei dannati sacchettini pieni di schifezze morte ovunque. Per fortuna l’avevano scampata anche questa volta e si erano concessi una bella dormita come premio. Almeno era quello che speravano, finché un tizio non aveva eluso come se niente fosse tutti i loro sensi, affinati come quelli di una animale selvatico grazie agli anni di caccia. Ed era sbucato dal bagno.
Dean si era appiattito contro il letto, per poi riconnettere velocemente i fatti e impugnare il coltello di Ruby, seguito dal fratello che trovò per prima la pistola. In tre secondi scarsi, erano pronti a contrattaccare al minimo segno di pericolo.
– Non mi avevano detto che eravate così aggressivi. – sembrava quasi offeso del trattamento ricevuto. Poi si bloccò, come preso da un’improvvisa illuminazione. – Avete ragione, scusate! La luce è dietro, io sono un’ombra per voi.
Si stava probabilmente riferendo alla flebile e intermittente luce del bagno alle sue spalle. Detto questo, puntò un aggeggio luminoso e rumoroso verso il muro; la luce si accese.
Sam e Dean erano immobilizzati. Non dalla paura, ci mancherebbe altro, ma dalla sorpresa. Poteva essere considerato tutto meno che pericoloso, da quel che sembrava. Si muoveva a scatti, compiendo balzi da una parte all’altra della stanza, facendo piroette su se stesso mentre esaminava la stanza. A fare la prima mossa fu Sam.
– Chi sei?
– Il Dottore.
– Dottore chi? – aggiunse subito Dean, facendo una smorfia.
– Solo il Dottore. Bene! – esclamò improvvisamente e con un tale impeto da far sobbalzare i due fratelli, non lasciandogli tempo di proferire parola – Venite? Ho un lavoretto per voi. – si avviò poi verso il bagno.
– Ehi amico. Metti caso che ti seguissimo. La porta è di là. – disse, indicando la parte opposta. – Non possiamo andare giù per il gabinetto come Nemo. Lui ingorgherebbe tutto.
Sam si voltò, contrariato dal fatto che l’avesse messo in mezzo alla discussione. L’altro replicò con un sorrisetto, alzando le spalle.
– Ho detto che sono il Dottore, seguitemi se non ci credete.
I momenti per attaccarli erano già stati fin troppi e nessuno di essi era stato minimamente preso in considerazione, quindi i due decisero di fidarsi, per il momento. Entrarono in bagno, trovando una cabina blu nella doccia.
– Ehi. Sam. – sussurrò Dean al fratello – Questa non c’era ieri sera.
– No Dean. Non c’era.
– Entrate pure – invitò il Dottore, con un sorrisetto che preannunciava tutto.
I due entrarono, titubanti e pronti a metter mano alle armi. Il Dottore li aveva fatti entrare conciati così solo per guadagnarsi la loro fiducia. Non intendeva fargliele usare. Erano armi.
Passarono più o meno due secondi prima che entrambi uscissero di corsa dal Tardis, precipitandosi l’uno a guardarlo da lontano e a tastarlo, l’altro a controllare che non fosse attaccata al muro. Dopo essersi guardati negli occhi, rientrarono, con lo sguardo smarrito.
– È-è più grande all’interno! – urlò Dean al Dottore, che non aspettava altro.
– Lo so – disse, entrando e richiudendosi la porta alle spalle – me lo dicono tutti. – E, finita la frase, tirò una leva che fece tremare tutto.
– Questo spostamento è piuttosto difficile, tenetevi forte prima di cadere.
I due si guardarono di nuovo, pentendosi già di aver dato ascolto a quel tizio. Mai fidarsi dei tipi con i papillon.
Il Dottore tirò un’altra leva e, saltellando dall’altra parte della console girò una manovella. Schiacciò poi un campanello, come quello delle reception, girandosi verso i due ospiti, aspettandosi una reazione; ebbe di rimando solo un’occhiataccia di Sam. Finì la sua strana esibizione schiacciando un pulsante, che provocò un brusco arresto dei sussulti.
Si girò verso i passeggeri, sfoggiando un ennesimo sorriso. Notò solo allora che il più basso dei due aveva il fiatone e gli occhi spalancati.
– Cosa c’è? – gli chiese, avvicinandosi.
– Non gli piace volare. E questo sembra avergli ricordato una perturbazione. – Rispose Sam per lui.
– Beh, effettivamente abbiamo volato, solo che è un tantino più complicato del semplice e leggiadro volare. È più… complicato, già. Bene! – seconda esclamazione eccessivamente esclamativa – ora credo che dovrei informarvi. Oppure l’avrei dovuto fare prima. Mmm. Sapete, non so bene quale sia l’ordine esatto in successione cronologica, eppure io dovrei saperne di successioni cronon…
– Chi sei e cosa vuoi. Per terzo, cosa ci fai nel nostro bagno. – Sam sapeva essere deciso, quando voleva. E voleva capire cosa combinava il Dottore nel suo bagno in affitto.
– Cosa ci facevo, veramente. Comunque, sono il Dottore e vorrei il vostro aiuto per una cosuccia. Ho sentito un po’ in giro e sono arrivato alla conclusione che la cosuccia riguarda il vostro campo e voi siete bravi in questo. A proposito, chi di voi due è Sam e chi è Dean?
– Io sono Dean, lui è Sam. Però non hai soddisfatto bene la prima domanda. Nemmeno la seconda e la terza. Prenditi il tempo eh, fai con calma ma spiega tutto.
– Sono il Dottore, solo il Dottore. Sono un Signore del Tempo, nello specifico; senti? – chiese, picchiettandosi il petto – due cuori. Poi passo alla domanda tre, così ci togliamo le risposte più brevi. – continuava a muoversi in modo insolito e a parlare molto; entrambi facevano innervosire non poco Dean. – Questa è una macchina del tempo, si chiama Tardis. Tempo e relativa dimensione nello spazio. Sono venuto nel bagno per prendervi, per il punto due. – lasciò un po’ di tempo ai due per metabolizzare quello che aveva appena detto con la sua solita velocità e apparente semplicità. – Sono atterrato in bagno perché si è rifiutata di atterrare in un parcheggio. – aggiunse poi.
– Ah. Quindi tu sei il supremo re del tempo, viaggi con una cabina del telefono e sei atterrato nel nostro bagno per una missione segreta? – chiese Dean.
– No. Sono un Signore del Tempo e questo è un Tardis, con le sembianze di una cabina della polizia, non del telefono. Per il resto ci hai preso, più o meno. – sembrava ancora offeso dal modo in cui il ragazzo si rivolgeva a lui. Del resto aveva più di mille anni, un po’ di rispetto l’avrebbe meritato.
Di risposta, Dean si girò e uscì dalla porta blu, borbottando qualcosa fra sé e sé. Non fece però in tempo a chiudere la porta che tornò subito dentro con gli occhi sbarrati, fissando Sam e indicando la porta. Non erano più nel motel, non erano più nemmeno nella cittadina in cui si erano fermati per la notte. Ed era giorno. Ed erano passati sì e no cinque minuti da quando si erano svegliati, nel cuore della notte. Dean rientrò di nuovo nel Tardis, sfoderando il coltello di Ruby dai jeans e puntandolo verso lo strano uomo vestito in modo bizzarro.
– Chi sei?
– Tu li batti tutti, nemmeno a Rickey dovevo ripetere le cose così tante volte. Sono il Dottore. Dottore chi? Solo il Dottore. Sono un Signore del Tempo, per te una specie di alieno, se così il tuo piccolo cervello è facilitato a darmi un’etichetta.
– Come faccio a sapere di potermi fidare di te? – Dean non accennava a indietreggiare.
– Fidandoti. Guarda il fratello, è sorpreso. Fai anche tu la faccia sorpresa… un po’ più sorpresa… fa niente, non viene mai a comando. Ascoltate, ora vi spiegherò anche il punto due. Se poi accetterete di aiutarmi ve ne sarò grato e vi riporterò a casa.
– Dove siamo?
– A Londra.
– È impossibile. Eravamo nell’Ohio.
– Cosa in “tempo e relativa dimensione nello spazio” non ti è chiaro?
– Io chiamo Cas. – Dean aveva definitivamente perso la pazienza, mentre Sam sembrava quasi disposto ad ascoltare; non gli era mai capitato un caso simile non sembrava ordinario né tantomeno il Dottore sembrava minaccioso.
– Non puoi. – lo interruppe il Dottore.
– Perché?
– Perché qui non c’è Castiel. Se me lo dicevi prima l’avrei fatto venire con noi, ma ora è troppo difficile tornare indietro e lui non è indispensabile.
– È una macchina del tempo, no? Cosa lo rende difficile se ci hai portato dall’Ohio a Londra in meno di venti secondi?
– Se ascolti il punto due ti risulterà più facile capire.

 



Salve a tutti! È la seconda FF che carico, però questa volta ho deciso di farla a puntate, dato che non riesco a scrivere storie brevi. Per ora ci sono solo Supernatural e Doctor Who, a breve verrà inserito anche Sherlock (BBC) nella serie. Questa, per il momento, è la prima parte.
Spero vi piaccia e se volete, lasciate commenti, sia positivi che negativi.
Alla prossima puntata, TO BE CONTINUED :3

  
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