Ritorno
al futuro
Una macchina del tempo a risparmio energetico
« Si può?
»
Quo si
affacciò timidamente alla porta.
Qui
rincarò la dose: « C’è nessuno? »
Anche Qua
entrò all’interno della stanza, facendo attenzione, come i fratelli, a schivare
un paio di oggetti non ben identificati abbandonati sul pavimento in mezzo al
disordine più completo.
« Sono
qua fuori, ragazzi! Venite sul retro! »
I gemelli
seguirono l’ordine e si diressero verso il giardino, trovando il padrone di casa
indaffaratissimo su un curioso oggetto dotato di ruote: « Siete qui per il
nuovo impianto antifurto di Paperone, giusto? Fatemi finire un attimo qui e ve
lo vado a prendere… »
Qua si
avvicinò curioso: « A cosa stai lavorando, Archie? »
L’inventore
più prolifico di Paperopoli rispose tenendo alcuni
chiodi in bocca: « Oh, un classico… una macchina del
tempo. »
I tre
gemelli si guardarono entusiasti: « Macchina… »
« … del… »
« …
tempo? »
« E lo
dici … »
« … così,
come se… »
« … nulla
fosse? »
Archimede
alzò un attimo lo sguardo dal suo lavoro, per poi scoppiare a ridere: « Oh,
ragazzi! Come facciate a capire esattamente cosa pensiate, al punto da potervi
completare le frasi a vicenda, è un mistero che va oltre le capacità della
scienza! »
I tre
gemelli arrossirono, ma l‘inventore continuò a parlare: « Comunque non l’ho
detto con molto entusiasmo perché non è certo la prima che invento…
ma sto cercando di perfezionare il modello. »
I tre
fratellini si avvicinarono a guardare e si trattennero a fatica dallo scoppiare
a ridere.
Archimede
li guardò di storto: « Bè? Qual è il problema? »
Qui
sorrise imbarazzato: « Quando hai parlato di macchina, pensavamo a un’automobile… »
Quo
scoppiò direttamente a ridere: « … ma questa è una bicicletta! »
Archimede
rispose brandendo un cacciavite: « Certo, è questo il miglioramento di cui
parlavo, così è ecologica! Nessuno come voi Giovani Marmotte dovrebbe
apprezzare il modello, quello di prima inquinava parecchio…
»
Qui alzò
le mani in segno di resa: « E funziona? »
« Non l’ho
ancora collaudato. Del resto, non l’ho nemmeno ancora completato, fino a quando
non lo attivo è solo una comune bicicletta… »
Quo
continuò a osservare da ogni angolazione il futuristica mezzo, dotato di cavi e
lucine colorate a intermittenza: « Voi dove andreste se poteste andare a spasso
per il tempo? »
Archimede
si pulì le mani dal grasso della catena: « Io non ho dubbi. Andrei ad assistere
alla creazione della lampadina di Edison… »
Edi
saltellò felice e il suo creatore lo guardò con tenerezza: « … e tu mi
accompagneresti molto volentieri, non è vero? »
Dopo aver
armeggiato ancora un momento con la sua creazione, l’inventore rientrò in casa,
mentre Qui rispondeva al fratello: « Io credo che andrei a vedere l’epoca degli
Antichi Egizi. »
Qua
aggiunse: « Io forse visiterei il medioevo. E tu, Quo? »
Il
paperotto aprì il becco per rispondere, ma fu interrotto brutalmente da un
urlo.
« TORNA
QUI! AL LADRO! »
Archimede
uscì di corsa dal laboratorio urlando come un pazzo: « QUEL BASSOTTO MI HA PRESO IL NUOVO ANTIFURTO PER PAPERONE!!! »
Senza
pensarci due volte, i tre paperotti salirono tutti e tre in qualche modo sulla
bicicletta e gli corsero dietro.
«
Tranquillo, Archie, lo prendiamo noi! »
Qui si
voltò indietro aspettandosi di vedere l’inventore un po’ più tranquillo; invece,
con sua grande sopresa, si era messo a correre più
veloce di prima con le mani nei capelli, mentre Edi saltellava sulla sua spalla
come impazzito: « NO! HO APPENA ACCESO IL PROTOTIPO PER ISTALLARE IL
DISPOSITIVO DI RITORNO!!! ORA È FUNZIONANTE!!! »
I gemelli
sbiancarono: « Cosa? »
« Non
aveva detto che era una comune bicicletta? »
Qua
indicò davanti a sé: « Quo, guarda dove stai pedalando!!! »
Il
paperotto dal cappello blu trattenne il fiato. L’asfalto era sparito, così che
la ruota stava appoggiando direttamente nell’aria, in una salita
incontrollabile. I tre fratelli deglutirono rumorosamente. Quo, alla guida
della bici del tempo, iniziò a tremare vistosamente: « Fratelli…
non sono sicuro di aver visto abbastanza volte ET da poter ripetere la scena
senza sfracellarci al suolo… e i freni non funzionano… »
«
Provaci, Q
« Non
smettere di pedalare, fratellino, o precipiteremo! Cerca di sterzare! »
« Non ci
riesco! »
La voce
di Archimede risuonò in lontananza: « FERMATEVI! FERMATEVI, O FINIRETE… »
Qua e Qui
si strinsero con tutte le loro forze al fratello mentre tutto intorno a loro
scompariva.
« … NEL PASsato… oh, cavolo… e ora come
lo dico a Paperino? »
«
AAAAAHHHH!!! »
« NON
VEDO DOVE PEDALO! FRATELLI, NON VEDO NIENTE, È TUTTO BIANCO! »
« RALLENTA,
QUO, O CI SCHIANTEREMO! »
« CONTRO
COSA? NON C’È NIENTE! »
« PER
ESEMPIO CONTRO QUELLO!!! »
«
AAAAAHHHH!!! »
I tre
gemelli si ritrovarono all’interno di un covone di grano.
Dopo aver
sputacchiato paglia ovunque, Qua tirò un sospiro di sollievo: « Almeno è stato
un atterraggio morbido… »
Si voltò
verso i fratelli: Qui stava cercando di calmare Quo, molto agitato, che non era
ancora riuscito a lasciare il manubrio e che continuava a ripetere: « Mai più… non guiderò mai più una bicicletta…
potevo farvi sfracellare al suolo… »
« Ma non
l’hai fatto. Sei stato bravissimo. »
Qua li
abbracciò entrambi: « Niente più macchine del tempo fino a quando non faranno
una patente apposita, promesso! »
I tre gemellini si alzarono dal covone: « Sì, ma dove cavolo siamo?
»
Qui
sospirò: « Io avrei una domanda migliore: quando
cavolo siamo? »
Quo si
guardò intorno per poi indicare una casa: « Bè,
almeno alla prima domanda posso rispondere! »
Qua
s’illuminò: « La fattoria di Nonna Papera! »
Qui
s’incamminò:« Allora avanti, andiamo! Da lì potremo telefonare ad Archimede. »
Quo lo
fermò: « Ehi, e questa? »
Il
fratello dal cappello verde guardò la bici del tempo e fece spallucce: « Forse
se la portiamo a mano non succederà nulla… »
Così fu.
I tre gemelli s’incamminarono verso la familiare fattoria chiacchierando e
riflettendo insieme che in fondo era stata una bella avventura, nonostante il
grande spavento.
« E
questa dove la lascio? »
Quo
guardò la bici scettico: « Forse è meglio che per ora la metti nel fienile, al
riparo da Billy e da Ciccio… si sa mai, magari non la
vede e ci si addormenta sopra! »
Qui
annuì: « A proposito, ma voi l’avete visto mentre venivamo qui? Di solito è qua
fuori a poltrire… »
Quo si
guardò intorno: « In effetti… ma magari la nonna ha
cucinato qualcosa ed è rientrato per un assaggino… »
Qui
ritornò togliendo la polvere dalle mani: « Ecco fatto! Possiamo entrare. »
Qua aprì
la porta con delicatezza: « Nonna? Si può? »
Nonna
Papera era di spalle, mentre finiva di preparare un tavolo già per metà
apparecchiato. Non si voltò nemmeno, rispondendo con la calma e la tranquillità
che l’avevano sempre caratterizzata.
« Certo
che si può! »
Anche Qui
entrò nella stanza: « Ciao nonna! »
La papera
sorrise, indaffarata nelle sue faccende: « Ciao, sei tornato presto oggi! Com’è
andata l’interrogazione di matematica? »
Quo entrò
per ultimo: « Ma nonna, cosa dici? Siamo in vacanza! »
Nonna
Papera si voltò alzando gli occhi al cielo: « Non cercare di fregarmi, Paperino, so benissimo che siamo ancora a… »
La papera
lasciò cadere a terra un piatto, mentre fissava i tre paperotti il becco
spalancato e gli occhi sbarrati. I tre gemelli la guardarono preoccupati.
« Nonna… »
« … stai… »
« … bene?
»
La papera
li guardò ancora più sconvolta, indicandoli uno per uno.
« Uno… due… tre Paperino? Ooooh… »
« NONNA!
»
I tre
paperotti scattarono per afferrare al volo la nonna, svenuta dall’emozione.
Qui cercò
faticosamente di non farla cadere: « Ma che cavolo le è preso? Sa benissimo che
siamo tre gemelli… »
Qua
avvicinò una sedia: « Lo sa benissimo la
nonna del nostro tempo…
»
Quo fece
sedere la nonna, ancora priva di sensi: « Che intendi dire? »
Il
paperotto con il cappello verde guardò la papera con aria seria: « Non vi
sembra che abbia qualche ruga in meno? E poi… avete
sentito come ci ha chiamato? »
Qua
sbarrò gli occhi: « Non vorrai dirmi che… »
Quo
scosse la testa: « No… non ci posso credere… »
Qui
indicò un mobile: « Non ci sono le nostre fotografie, Ciccio non si è visto da
nessuna parte e la nonna si aspettava un solo paperotto…
Zio Paperino… »
Il
paperotto dal cappello verde si appoggiò al tavolo: « Ecco, adesso mi sento
svenire anch’io. »
Quo
iniziò ad agitarsi: « No! D’accordo, è vero, se avessi potuto vedere il passato
avrei voluto vedere lo zio da bambino, è vero, ma non avrei mai pensato che… forse è perché ho guidato io la bicicletta, magari se
l’aveste fatto voi… »
« Zitto!
Non avete sentito? »
Un rumore
di freni si sentì nel cortile. I tre paperotti si guardarono e scattarono verso
la dispensa, chiudendosi dentro. Dallo spiraglio poterono vedere un altro
paperotto, molto simile a loro ma con un grosso e familiare berretto alla
marinara, aprire la porta.
« Ciao
nonna! Sono… NONNA! »
Il
piccolo Paperino corse verso Nonna Papera, ancora esanime sulla sedia e, non
sapendo che fare per svegliarla, le gettò un bicchiere d’acqua in faccia.
« Nonna?
»
La papera
lo guardò confusa: « Paperino… sei tu? »
« Certo
che sono io! »
La nonna
lo tastò: « E sei… uno, vero? »
Paperino
lo guardò preoccupato: « Nonna, che cos’hai? Mi fai paura…
»
La papera
s’alzò in piedi barcollando un po’: «
Per favore, Paperino, vai a chiamare il medico, la nonna non si sente molto bene… »
Il
paperotto annuì: « Prendo la bici e volo, nonna! Tu siediti e aspettami qui!
Torno subito! »
E mentre
il piccolo Paperino sfrecciava sulla sua bici a tutta velocità e Nonna Papera
andava a sedersi sulla sedia a dondolo, Qui, Quo e Qua uscirono silenziosamente
dalla dispensa per raggiungere la bicicletta del tempo nel fienile.
«
Ragazzi, temo proprio che ci siamo cacciati nei pasticci, questa volta… »
« Grossi pasticci… »
Qua
afferrò la bici: « Non è ancora detto, possiamo tornare indietro! Ci basta solo
capire come funziona quest’aggeggio e… »
Qui
scosse la testa: « Non hai sentito Archimede? Doveva ancora installare il
dispositivo di ritorno… potrebbe persino non sapere
dove e quando siamo… »
Qua
lasciò andare il mezzo: « Ma potremmo cercarlo! Cercare l’Archimede di questo
tempo! Forse lui potrebbe… »
Quo alzò
gli occhi al cielo: « Anche se lo trovassimo, sarebbe un bambino, Qua, proprio
come lo zio Paperino, proprio come noi! Per quanto possa essere sveglio, non
pensi che una macchina del tempo sia troppo per l’Archimede di quest’epoca? »
Qua si
lasciò sedere per terra: « E quindi siamo bloccati qui? »
Qui
sospirò: « Temo proprio di sì, Qua… »
Quo iniziò
ad agitarsi: « E se combiniamo qualche pasticcio? E se finiamo per cambiare la
storia? »
Qui si
guardò le mani: « Non voglio scomparire nel nulla! »
Qua si
rialzò: « Questo non può accadere. Mamma non c’è, la nostra esistenza non è a
rischio. Però sì, probabilmente rischiamo di cambiare la storia…
»
Quo guardò
i fratelli con gli occhi lucidi. I tre gemelli si abbracciarono stretti.
« Ne
usciremo. Insieme, come sempre. »
Ciao a
tutti! Non so quali possano essere le reazioni a questa parodia. Le prime cose
che mi aspetto di sentirmi dire è “ma è deliberatamente copiato dall’ultima
storia di Topolino 3000!”. In realtà non è proprio così: è un’idea che avevo in
testa già da un po’, solo che Enna, per motivi di tempo, mi ha anticipato! Per questo
motivo, lieta che qualcuno oltre a me abbia pensato a questa follia, ho deciso
di pubblicarla come omaggio al 3000. Liberi di credermi o meno, la trama sarà
comunque decisamente diversa, come si è già potuto vedere…
mi spiace solo che Qui, Quo e Qua, essendo minorenni, non abbiano potuto
guidare la De Loren! XD
Penso
che pubblicherò ancora un paio di capitoli con tutte le disavventure…
spero che vi possa piacere e che mi lascerete un commento per sapere cosa ne
pensate!
Alla prossima!
CIAO!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!
Hinata
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