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Autore: Goran the Ancient    29/05/2013    5 recensioni
Gaston ha inflitto il colpo fatale, poco prima di cadere verso l'oblio... lasciando Belle riversa sul corpo esanime di lui... colui che in un istante di follia ha condannato a morte... come può aver fatto questo all'uomo... alla bestia che ama? Cosa l'ha condotta a ciò? Poco importa... ora vuole pagare lo scotto!
Genere: Introspettivo, Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Adam, Belle, Fata | Coppie: Adam/Belle
Note: nessuna | Avvertimenti: Furry
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La Bella e la Bestia e tutti i relativi personaggi appartengono alla Disney

BEAUTY NO MORE

A Disney Fanfic
 
Hanno fatto colazione, hanno letto, hanno riso, hanno cenato e ballato assieme e ora, quando lui ha avuto più bisogno di lei, lei non c’era… non ha mai pensato alla possibilità di condurre suo padre al castello dove, sicuramente, l’avrebbero assistito nella sua malattia meglio di quanto qualunque medico di paese avrebbe potuto fare… ha voluto riportarlo al villaggio, non pensando a come quella massa di ignoranti e superstiziosi l’avrebbe accolta e, guidata dal più sadico e ignorante fra loro, si sarebbe diretta lì… a distruggere il piccolo, meraviglioso mondo che aveva imparato ad amare con tutta se stessa…
Ad uccidere colui che ama…
Non ha battuto ciglio nell’udire l’urlo acuto di colui che ha pugnalato il suo amore mentre precipitava nel burrone e ciò non la tormenta: sa quale uomo orribile fosse e merita ogni frattura e sofferenza patirà prima d’essere esatto dal tetro mietitore… ciò che la devasta è quanto sia stata cieca…
Vede gli occhi della servitù, quella unica, inconfondibile servitù, che negli scorsi mesi l’ha viziata e, al contempo, trattata come un’amica o una sorella minore…
Sono disperati, e hanno ragione: a causa sua, ogni loro speranza è andata in frantumi… condannati a un’eternità in una forma che non è la loro, solo perché non ha saputo riconoscere i propri sentimenti.
Lumiére, per quanto sia possibile, sembra più pallido che mai… l’oro del suo corpo pare aver perso lucentezza.
Tockins, stranamente, non proferisce parola… la pendola nel suo ventre è immobile.
Mrs. Brick, mentre si avvicina al figlio, guarda con occhi freddi e distanti… segno di un’anima spezzata.
Suo padre… le fa male anche solo guardarlo… quel suo sguardo… la compatisce… compatisce lei! Lei, che ha rovinato tutto e non merita altro che odio…
Accarezza il petto ferito di lui, mentre il rosso mantello la grazia dal vedere l’emorragia che glielo sta portando via.
Passa le mani sulla folta criniera e osserva ogni tratto del viso che inizialmente riteneva grottesco e che, col tempo, l’aveva completamente rapita.
“No…”
Sussurra, al vento…crolla in lacrime sul suo enorme torace… le pare ancora di sentire i morbidi cuscinetti dell’enorme mano di lui sulla sua guancia…
Perché a lui?
“Ti prego…”
Farà qualunque cosa… pagherà qualunque prezzo, pur di riaverlo… e poi pagherà lo scotto… farà ammenda per la sua follia e la sua cecità… a qualunque costo…
“Io ti amo!”
Come se questo bastasse… troppo poco e troppo tardi… o no?
Prova calore… nota gli strali di luce farsi strada fra la pioggia, attorno al corpo esanime del suo amato… sente il gigantesco corpo sotto di lei venire sollevato da forze invisibili… vede la luce irradiarsi da lui e la pelliccia ritrarsi… e capisce…
È tutto come nei libri che ha letto!
“Fermo!”
Urla, con tutte le forze che ha in corpo… e il tempo pare congelarsi… il corpo di lui rimane sospeso a mezz’aria, parzialmente ritrasformato, mentre la pioggia torna a scendere.
“Fermo? M-mademoiselle? Cosa…” mormora, attonito, Lumiére.
“So cosa sta accadendo! So che c’è qualche magia in corso e so che, chiunque sia l’autore, sta osservando! Fatti avanti! Fatti vedere! Devo chiederti una cosa!”
“E cosa? Ragazza mia?” una voce sinuosa, come l’acqua di un placido torrente di pianura, la sorprende… si gira e deve schermarsi gli occhi con la mano, per non rimanere abbagliata dalla bellezza che, letteralmente, la figura irradia: ha capelli d’oro tanto lunghi che paiono non finire mai, i lineamenti dolci come quelli di un’adolescente e la matura bellezza di una donna, le forme generose di una seduttrice e il sorriso casto e comprensivo d’una donna di chiesa, occhi di zaffiro lucenti come stelle e dolci come quelli di una madre, è avvolta in una veste che sembra intessuta in oro, edera e smeraldi… una dea scesa in terra.
“V-voi siete…”
“Sono la fata che anni addietro punì questo giovane per la sua cecità e arroganza… ma sono curiosa… ora che sei riuscita a spezzare l’incanto che ho lanciato su di lui… perché mi chiedi di fermarmi?”
“Perché… perché… non lo merito…” è fatta, sente la sua ultima parvenza di autocontrollo spezzarsi e ogni cosa abbia finora tenuto rinchiusa riversarsi fuori, “Io all’inizio lo vedevo solo come un mostro, un’aberrazione priva di cuore o qualsivoglia qualità! Ero troppo accecata dal mio egocentrismo, dal pensare che il mondo ruotasse attorno ai miei problemi, che non ho mai pensato a cosa l’avesse spinto a chiudersi tanto in se stesso… dopo che mi salvò dai lupi, poi, cominciai a vederlo sotto una luce diversa… vidi la sua gentilezza e…”
“’E’ cosa, bambina?”
“Lo invidiavo!” ringhia, la ragazza.
“Come, prego?” la fata pare non credere alle proprie orecchie.
“Per tutta la mia vita le persone non hanno fatto altro che giudicarmi e ostacolarmi, perché non ero come le altre ragazze, che sbavavano dietro a qualunque uomo e credevano che l’intelligenza fosse un peccato mortale! Venni allontanata da ogni maestro poiché non valevo la pena… ero solo una mocciosetta di cui tutti potevano farsi beffe e permettersi di ignorare! Poi venne addirittura quell’enorme idiota di Gaston… certo che io ritenessi un onore diventare la sua personale sgualdrinella! Tutti abusavano in un qualche modo di me… la mia pazienza, la mia immagine, la mia debolezza… poi ho visto lui! L’ho visto fare a pezzi quei lupi… e ho invidiato la sua forza, la sua ferocia… se solo io avessi avuto metà del suo coraggio nessuno si sarebbe mai sognato di rifiutarmi un’istruzione, o di mettere in questione le mie scelte di vita… se solo avessi avuto la metà di… di quella sua ferale libertà sarei fuggita da quel villaggio di ingrati e donnacce e avrei vissuto nella selva, dove l’intelletto e la forza di sfidare gli altri ti rendono un predatore, e non una preda! Solo durante il ballo ho lasciato andare tutto ciò e ho cominciato ad accettare quel che provavo… ma lui ha dovuto morire perché questo mio stupido cuore egoista capisse che non c’è nulla di sbagliato nell’amare una bestia… che è la cosa giusta da fare… lui è dovuto morire… per me!”
Tutti i presenti rimangono attoniti dalla piena di parole, rigonfie di rabbia e frustrazione, che sgorgano come le fiamme di un drago, incenerendo l’immagine mite di Belle che avevano finora… apre loro gli occhi al dolore che quel suo dolce sorriso nascondeva… fa loro capire perché una tale meraviglia preferisse nascondersi in racconti immaginari invece che legarsi al mondo reale.
“P-piccola… io credo che…”
“Non ho finito!” tuona “Voi non capite… non voglio che tu non spezzi l’incanto su di lui… anche se so che non sarà più la forte e fiera bestia di cui mi sono innamorata… voglio che maledici me!”
Nessuno può credere a quanto sente.
“Che dici, Belle?” chiede, terrorizzato, suo padre.
“Io non lo merito! Lui è buono e gentile! Merita molto di più! Era un uomo stupendo intrappolato in una gabbia di pelliccia e zanne! Io sono un’animale rinchiuso in una prigione di pelle rosea e vesti graziose! Ciò che voglio è che spezzi le sbarre di entrambi: ridona a lui e a coloro che ama la loro vita, quella che si sono guadagnati, e priva me di questi vincoli di insulsa civiltà che troppo a lungo mi hanno impedito di mostrare la mia vera natura! So che verrò odiata, temuta e braccata… non importa! Lo merito per tutto ciò che ho causato loro! Ma, ti prego… liberami… liberami dalla maschera che, da quando sono nata, mi imprigiona e fai in modo che la mia nuova vita sia una condanna per il dolore con cui ho afflitto loro! Hai già reso un uomo una bestia una volta…” sposta la mano dagli occhi e, benché venga quasi accecata, afferra la mano della fata e la porta al suo cuore “Ora fallo con una donna!”
“Belle! No!” Maurice implora.
“Mademoiselle, che disce?” urla Lumiére.
“Signorina, è impazzita?” sgrida Tockins.
“Bambina mia, non hai idea di cosa stai chiedendo!” la supplica Mrs. Brick.
“Belle! Perché?” domanda Chicco.
“È davvero questo ciò che pensi, Belle? La vita della bestia è dura: dovrai uccidere per vivere, non ci sarà nessuno disposto a darti riparo, soffrirai il freddo e le intemperie, non avrai fissa dimora e, senza un compagno, sarai sola per tutta l’eternità! Questa è una dannazione, non un dono… tu vivrai per sempre, se non verrai uccisa, poiché lo scopo di questo incanto è il dolore… la vita non scivolerà mai via da te… potrà solo esserti strappata… l’abbraccio della nera dama falcata sarà per te un agognato desiderio, e non un timore… credi davvero che, per il solo crimine di essere umana, valga la pena di affrontare tutto ciò?”
Gli occhi color nocciola della ragazza non esitano per un istante.
“Sì!”
L’orrore, negli strilli di coloro che chiamò famiglia e compagni, permea l’aria… mentre la fata le sorride.
“Sei forse una delle poche persone che stimo, Belle… è un onore raro… e, per questo, asseconderò il tuo volere! Non ci saranno fiori incantati o accorate dichiarazioni d’amore, stavolta… solo te e la bestia che ora libererò!”
Mentre dal cielo tornano a piovere scintille, permettendo al principe di tornare alla sua forma originaria, un alone violaceo avvolge Belle, partendo dalla mano della creatura incantata posato sul cuore della ragazza.
“Inizia la tua nuova vita… e la tua nuova battaglia… rendimi fiera di te, mia belva!” sussurra la fata, prima di svanire.
Mentre Adam tocca terra, Belle urla di dolore!
Il corpo le si gonfia mentre ossa e muscoli s’ingrandiscono, i vestiti si lacerano mentre una folta pelliccia copre la pelle nuda di lei, la schiena s’inarca mentre i capelli si fanno criniera e le gambe si fanno zampe arcuate, il suo coccige si allunga in una folta coda lupina, corna bovine spuntano dalla sua fronte mentre zanne da cinghiale vanno a sostituire i suoi canini inferiori, sente il volto gonfiarsi mentre questi si adatta ai suoi nuovi e devastanti muscoli per la mandibola, le unghie perfette si fanno neri artigli, il suo petto si fa più florido mentre due coppie di seni più piccoli si affacciano al di sotto di quelli naturali, come fosse una cagna, e la sua melodiosa voce lascia il posto a un potente ruggito…
Quando il principe si guarda attorno, lieto di essere tornato alle sue sembianze naturali, così come tutta la sua servitù, rimane basito nel vedere la grottesca creatura che ansima fra i brandelli lacerati della veste di Belle…
La bestia lo guarda, gli sorride timidamente… poi si lancia agilmente fra i merli e le guglie del castello, per poi arrivare al ponte sottostante e, di lì, tuffarsi fra la folta foresta che per miglia si estende in ogni direzione.
Nel verde oceano, Belle svanisce per sempre.
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I segugi abbaiano eccitati, alle porte del castello, in una mattina d’aprile.
“Mio signore, ne è proprio sicuro? Manca a tutti noi ma… sono scià passati quattro mesi! Probabilmonte ora è dall’altra parte della Franscia! Se non più in là ancora!”
“Me ne rendo conto, Lumiére… ma non posso lasciarla così… non dopo tutto ciò che ha affrontato… non dopo tutto il dolore che per troppo tempo ci ha nascosto, pur di non ferirci… se… quando la troverò… andremo insieme a cercare la fata e decideremo che fare… Lumiére, lascio a tutti voi il castello, dividetevelo o regnate assieme… ciò che conta è che siate felici…”
“E voi, monsieur?”
“Io… io cercherò di fare lo stesso…”
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La caduta è lunga, ma lei non ha timore!
Dopo una breve rincorsa, si lancia da una rupe e si tuffa nel vuoto, prima di piombare nell’acqua gelida e frenetica del lago ai piedi della cascata.
Riemerge alcuni minuti dopo, con un pesce fra le zanne.
Nuota fino a riva dove, con forza, scuote il corpo per liberare la pelliccia dall’umidità… si stende su una roccia liscia resa calda dal cocente sole primaverile e comincia a sventrare la preda fra le sue zampe.
La fata diceva il vero… sono stati quattro mesi d’inferno… fino a marzo il gelo l’ha perseguitata e poi, con l’arrivo della bella stagione, i cacciatori hanno affollato i territori selvaggi.
Eppure…
Eppure questi sono anche stati i quattro mesi migliori della sua vita!
Nulla che abbia mai provato in precedenza può eguagliare la libertà del correre nudi fra le fronde, l’ebbrezza della caccia o l’incredibile senso di superiorità e potenza mentre togli la vita a una preda viva… tanto tempo fa sarebbe stata terrorizzata da tutto ciò… ora non può più farne a meno!
Finita di spolpare la lisca, la lascia cadere nelle acque sottostanti e si concede un breve riposo, cullata dal calore e dai suoni delle foreste… si lecca una zampa, dove ancora duole il segno lasciatole da una tagliola, e si lascia trascinare dalla pace di quel piccolo paradiso.
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“Ve lo giuro, nobile sire! Era una creatura mai vista prima! Era alta quasi tre metri ed era coperta di pelo… ruggiva come un leone e ululava come un lupo… con quelle corna, poi, sembrava un demonio!”
“Sapete dirmi dove trovarla?”
“Si è diretta ad est…”
“Quanto tempo fa?”
“Circa tre settimane fa… la vidi intrappolata in una trappola per orsi, ma se ne liberò subito e poi fuggì come il vento!”
“Capisco…”
Adam infila una mano nella tasca della giacca, e lancia al pover’uomo una manciata di monete.
“Grazie, mio signore ma… a che devo la vostra generosità?”
“All’avermi messo sulla strada per il mio futuro!”
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Un ramo, poco sopra la sua testa, esplode.
“Non so che tu sia, ma farai un figurone, sul mio caminetto!”
Belle ruggisce, e si nasconde fra i cespugli: sa di non aver speranze, contro un fucile.
Mentre l’uomo prepara l’arma, lei si sbarazza dei due spinoni alle sue calcagna con un paio di artigliate ben assestate, mettendoli in fuga, e si prepara al prossimo colpo… come prima, poi dovrà ricaricare!
Si sporge, in modo da essere visibile, oltre un tronco… il legno viene dilaniato da pallini di piombo… è il suo momento!
Corre verso il suo aggressore come avesse l’inferno alle calcagna e, con una zampata, lancia il fucile a diversi metri di distanza.
“NO!” urla lui, ma lei non si arresta… ringhia e fa scattare le zanne a pochi centimetri dal naso di lui, questi inciampa e cade a terra.
Il tanfo di letame le fa capire quanto sia terrorizzato.
“Lasciami in pace!” ruggisce, mettendolo in fuga.
Lieta di essere ancora viva, ulula al cielo… le piace umiliare i cacciatori… ogni volta che vede uno di loro riverso nei propri liquami, piangere come un bambino, immagina al loro posto Gaston.
Vede, a terra, il riflesso della luna sul pugnale dell’uomo… le ricorda l’arma che per poco non avrebbe potuto uccidere il suo amato… lo afferra e lo sbatte con forza contro una roccia, spezzando la lama.
Per quel che la riguarda, c’è uno strumento di morte in meno, al mondo, di cui preoccuparsi.
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“D-due giorni fa! Quell’animale ha ferito i miei cani e ha quasi ucciso anche me!”
“Mi state dicendo il vero?”
“Certo! Il giorno dopo sono tornato sul posto e ho scoperto che aveva fatto a pezzi il mio pugnale preferito e fatto a pezzi il mio fucile! Che razza i bestia si preoccupa delle armi?”
“Una bestia umana…” sussurra, Adam, prima di riprendere il viaggio.
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Destatasi dal giusto riposo, Belle s’incammina verso il fiume lì vicino; cammina a passo lento, ancora assonnata, e quasi non nota lo strano oggetto, totalmente fuori posto, su una roccia li vicino: una sagoma rossa in un mondo verde.
Incuriosita, si avvicina con prudenza… prova ad annusare l’aria, per capire se c’è qualcuno, lì vicino, ma il vento non le è favorevole e tutto ciò che sente è il proprio odore e quello della resina degli alberi dietro di lei.
Avanza, insospettita, e un sorriso le illumina il viso quando vede il libro dall’elegante copertina scarlatta.
“C’è nessuno qui? Avete perso un libro!” urla, senza avere risposta.
Lo ispeziona con la prudenza di un animale e la curiosità di una bambina, poi allunga la zampa, per afferrarlo, ma subito la ritrae… è sporca di fango e non oserebbe mai insozzare un oggetto così prezioso, per lei.
Con delicatezza, lo afferra con la bocca e si dirige al fiume.
Posa il volume e, prima ancora di bere, immerge le zampe anteriori nell’acqua gelida, mondandole dalla lordura.
Una volta dissetatasi, attende che il pelo sia asciutto, prima di sedersi e prendere il tesoro di pelle e carta e cominciare a leggerlo.
“Re Artù e i Cavalieri della Tavola Rotonda…”
Appena apre la prima pagina, un bigliettino scivola a terra.
Lo raccoglie e legge “Dietro di te.”
Il suono si un cane abbaiare la fa voltare di scatto, e lì, in tenuta da cacciatore, c’è lui: Adam!
“Ricordi? È proprio con quel libro che mi re-insegnasti a leggere… Non sei cambiata di una virgola, Belle!”
Il sorriso di lui è caldo e meraviglioso, sembra travolgerla.
“T-tu… sei…”
“Il principe Adam… ma, forse, tu mi ricordi in un’altro modo…“
“La bestia…“ sussurra lei.
“Già, ma sembra che, al momento, i ruoli si siano invertiti!” scherza lui, ma ciò la spaventa… e si copre il volto.
“Ti prego… non guardarmi!”
“E perché? Tu, per tutto quel tempo, nel castello, rimanesti al mio fianco… non dovrei fare lo stesso? E poi, Belle, è solo per poter essere di nuovo con te che ho fatto tutta questa strada! Sei una donna difficile da rintracciare!” si avvicina a lei, a passo lento, e, quando finalmente è alla giusta distanza, le passa una mano fra il pelo ispido della criniera.
Lei, senza nemmeno rendersene conto, si sporge, per poter godere al massimo del contatto.
“Belle… voglio che tu sappia che non ho intenzione di lasciarti andare… ti ho cercato per poterti avere di nuovo al mio fianco… se la vita da bestia è quella che hai scelto, allora lo accetterò! Troveremo la fata e le chiederemo di ritrasformare anche me!”
“No!” scatta lei “Tu hai sofferto per questa vita! Non è stata una tua scelta e ora sei libero! Non voglio costringerti a…”
“La vita di corte è una noia!” la interrompe “Adoro Lumiére e Tockins, ma non fanno altro che litigare, causandomi continue emicranie! Tuo padre oramai occupa tutto il tempo di Mrs. Brick, c’è del tenero fra i due, e così io ho perso la più saggia fra le domestiche… e poi… senza di te… Belle… credi che, fra un esistenza da re senza di te e una da bestia al tuo fianco, potrei mai scegliere la prima?”
La bestia è resa silente dallo stupore.
“Belle…” Adam le posa una mano sulla guancia “Troviamo la fata!”
“Non hai proprio imparato nulla, eh?” una familiare voce femminile lo riprende “Eppure, l’ultima volta, questa deliziosa fanciulla, era stata così brillante: io sono sempre stata qui!”
Con un lampo, la fata riappare.
“Adam… sei proprio un principe strano, sai? Un principe che non ama essere principe! Ma dove mai s’è visto?”
Lui, cogliendo il tono della magica madrina, sorride “Beh, direi che s’è visto proprio qui! Proprio ora!”
“Almeno hai sviluppato un po’ d’ironia! Ma dimmi, quel che dicevi, lo pensavi davvero? Riguardo al diventare di nuovo una bestia?”
“Certo!”
“E tu, Belle, non farai qualche altra follia, per riportarlo indietro? Sapete, non è che posso andare in giro a dispensare magie a caso!”
Belle tace, ripensa ai mesi passati: alla magnifica sensazione di libertà che ha provato, alla vita senza freni che ha riempito le sue giornate… e al senso di vuoto che, a volte, l’assaliva… un vuoto di cui ben conosce la causa.
Fissa, per un interminabile secondo, gli occhi blu di lui.
“Non voglio essere sola…”
La fata sorride.
“Non lo sarai!”
In un lampo, Adam cede il posto alla torreggiante creatura che, tanti mesi prima, cessò di essere.
I cani, spaventati, si danno alla fuga.
“Ora, vi lascio a voi… e siate felici!” mormora la mistica bellezza, prima di svanire nel vento.
Un muto ‘Grazie’ sfugge alle labbra dei due, prima di baciarsi.
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Fra la neve, una grande creatura trascina il corpo senza vita di un cervo, fino a una caverna.
“Sono tornato!” ruggisce, prima si venire zittito da un sibilo della compagna.
“Non così forte, li disturbi!”
La belva posa la carcassa e sente il cuore sciogliersi, alla vista dei piccoli che succhiano con avidità dai capezzoli della meravigliosa bestia davanti a lui.
In silenzio, si stende al suo fianco, osservando con amore Belle e i loro cuccioli.
“Sono proprio belli, vero?” sussurra lui.
“Già… ti somigliano molto!”
“Dici?”
“Certo! Guarda, hanno i tuoi stessi occhi!”
In effetti è così: cinque cuccioli su sei hanno gli occhi blu, mentre l’ultima ne ha uno color nocciola.
“Tesoro, sono così felice che abbiamo scelto tutto questo…”
Lui la guarda, prima di bisbigliare “Anche io…”
“E poi, da umano, avevi davvero un naso enorme!”
“Come, prego?”
  
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