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Autore: Bei e Feng    30/05/2013    3 recensioni
L'estate è il periodo di vacanze per eccellenza. Vacanze che di solito si passano al mare. Anche se Tsuna preferirebbe passarle a casa a recuperare le ore di sonno perse con scontri mafiosi vari.
Ma se Kyoko lo invitasse a passare un'intera giornata al mare con lei, loro due soli?
Tsuna immagina già che questo piccolo invito possa diventare l'inizio della sua storia d'amore con la ragazza più carina della scuola.
Ma le cose non sempre accadono come vogliamo noi!
Genere: Comico, Commedia, Demenziale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Vacanze Mafiose'
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Capitolo un po'povero, ma l'ho già detto: il meglio inizierà già dal terzo. Qui troviamo Tsuna e Kyoko alle prese con i tipici problemi che si hanno quando si trascorre una vacanza al mare: la ricerca di un ombrellone, insegnare ai bambini come nuotare e, in questo caso, problemi con la lingua.
Buona lettura! ^^

Tsuna non dormì. Non ci riuscì. Passò dodici ore insonni, guardando Kyoko che dormiva profondamente, rannicchiata sul sedile, con la testa reclinata sulla sua spalla e la mano appoggiata inconsciamente sul suo avambraccio.
Poco prima dell'atterraggio, il Nono, attivato il pilota automatico, raggiunse Tsuna. Il ragazzo lo guardò, furioso, ma lo sguardo calmo e il sorriso dell'anziano lo tranquillizzarono immediatamente.
- Reborn mi ha detto che sei un ottimo nuotatore. Spero che il posto ti piaccia. - disse il Nono.
- Reborn!... Lo sapevo! - borbottò Tsuna. - Il solito bugiardo!... -
Gli occhi dell'anziano esaminarono quelli del ragazzo.
- Mi dispiace di aver coinvolto anche lei, - si scusò, accennando a Kyoko. - Non era nelle mie intenzioni, ma Reborn ha insistito... Ha detto che si divertirà. -
- Ma perché questa vacanza? - chiese il ragazzo, quasi indispettito da quella decisione presa a sua insaputa.
- Per celebrare te e i tuoi compagni. Voglio che sia la vacanza migliore che tu abbia mai passato. -
- Scommetto che è stata un'idea di Reborn... - mugugnò Tsuna. Il Nono ridacchiò: suo nipote ci aveva azzeccato in pieno.
- Quanto durerà? Dove stiamo andando? - domandò ancora il Decimo, che non aspettava altro che la fine di quella storia.
- Durerà quanto vorrai tu. Non voglio forzarvi a restare più di quanto volete voi. -
Kyoko si mosse, attirando l'attenzione dei due Vongola.
- Sta per svegliarsi. E' bene che me ne torni ai comandi. - disse l'uomo, facendo per andarsene.
- Ehi, aspetta! Non mi hai detto dove siamo diretti! - esclamò il ragazzo, quasi sobbalzando.
L'anziano sorrise. - In Sicilia. -
Tsuna strabuzzò gli occhi, mentre l'istinto di paracadutarsi attraverso il finestrino dell'aereo si presentava nuovamente.
- Buona vacanza ad entrambi! - si congedò suo nonno, sparendo così come era apparso.

L'atterraggio fu più improvvisato della partenza: Tsuna pregò per la buona riuscita della manovra, immaginando già il jet schiantato al suolo. Ma almeno questo non accadde.
Dopo un breve viaggio in auto, lui e Kyoko uscirono dalla vettura, che ripartì quasi subito.
La coppia si guardò attorno: quella dove erano arrivati aveva tutta l'aria di essere una bellissima spiaggia dell'Italia meridionale. I due ragazzi non ricordavano di aver mai visto un mare così bello come quello.
E nemmeno una spiaggia libera così affollata.
Spesero un bel po'di tempo a trovare un palmo di spiaggia dove potersi sistemare. Quando finalmente lo trovarono, Tsuna piantò l'ombrellone, poi andò a prendere il suo asciugamano nella borsa, ma prima che potesse appena sfiorarla, quella si aprì da sola, e il ragazzo capì perché pesasse tanto.
- LAMBO! I-PIN! - urlò Sawada. - CHE CI FATE QUI? -
- Oh, Tsuna, come sei stato carino: hai portato anche loro! - disse Kyoko, entusiasta.
- Tsuna, perché la crema solare ha un sapore schifoso? - chiese improvvisamente Lambo.
Tsuna sbiancò. - L'HAI BEVUTA?? -
- Come sono carini! - sospirò Kyoko, rivolgendosi a Tsuna. - Sanno nuotare? -
Il Decimo non ne aveva la più pallida idea, ma credeva che Lambo, soprattutto per età celebrale, non fosse in grado di nuotare.
- Forse sarà meglio comprargli dei braccioli o delle ciambelle. - disse infine.
- Lambo-san vuole i braccioli! - urlò il bambino, attirando le ire dei loro vicini di ombrellone.
- E I-Pin la ciambella! - esclamò la bambina.
E si avviarono tutti e quattro verso il primo negozio di articoli da mare che trovarono.
Tsuna si avvicinò al venditore.
- Buongiorno. Avremo bisogno di un paio di braccioli e una ciambella. - ma solo quando il venditore lo guardò attonito si ricordò che il Giappone si trovava un pochino più a est da lì.
Il ragazzo provò a parlare in inglese, ma l'uomo non sembrava capire. Che fare? Tsuna si voltò verso Lambo, che si stava divorando la scorta di caramelle che era solito mettere nei capelli. Non aveva altra scelta: quel bambino era l'unico tra loro quattro a sapere l'italiano...
- Lambo, puoi chiedere gen-til-men-te a questo signore se ci può dare un paio di braccioli e una ciambella? - chiese con una voce a metà tra il supplichevole e il minaccioso al suo Guardiano del Fulmine.
Lambo non rispose, e saltò immediatamente sul bancone. Tsuna si pentì immediatamente di quella decisione, vedendosi già in tribunale come responsabile per gli insulti che il bambino avrebbe detto.
E infatti, dopo un paio di battute che gli altri non capirono, il venditore e il bambino si misero a litigare aspramente, poi l'uomo li cacciò, rimproverandoli, senza che Kyoko, Tsuna e I-Pin capissero nulla. Ma sulla soglia della porta...
- Ti ho detto di levarti dalle scatole! Sei sorda??? -
- Gokudera!!! - urlò Tsuna, riconoscendo la voce di Hayato.
- Decimo! - accorse subito il fedele braccio destro. - Quando il Cavallone mi ha chiamato per dirmi che Voi eravate qui, ho setacciato tutta l'isola per raggiungerVi! Ma questa cretina mi ha seguito: mi perdoni! -
- Bada a come parli! Maleducato! - obiettò un'altra voce.
- Haru! - esclamò Kyoko, allegra.
- Oh, Kyoko, che bello vederti! - rispose Haru, comparendo dietro Gokudera, e rivolgendosi poi a Tsuna. - Mio Tsuna! Dove pensavi di andare senza di me, la tua Haru? -
Tsuna non le fece caso, e non pensò alla possibile reazione di Kyoko. Era troppo impegnato ad abbracciare Gokudera, felicissimo del suo tempismo che, per una buona volta, era stato perfetto.
- Meno male che ci sei! - disse il Vongola, raccontando all'amico italiano cos'era successo.
Gokudera sulle prime tentò di uccidere Lambo strangolandolo, ma Tsuna riuscì a convincerlo a lasciar stare il bambino e a parlare con il venditore. Hayato si avvicinò all'uomo ancora irritato, unì le mani e si chinò, in segno di scusa. Poi accennò ad una ciambella e ad un paio di braccioli alle spalle del venditore. Subito l'altro li prese e glieli diede, indicando con le dita il prezzo. I sei pagarono, salutarono e poi uscirono.
- Gokudera, perché non hai rivolto una parola al venditore? - domandò Haru, perplessa.
- Il fatto è che... - rispose Hayato, esitante. - Non ricordo nemmeno una parola di italiano. -
- Il linguaggio dei gesti è certo quello più comprensibile ovunque. - commentò Kyoko.
- Ottimo lavoro, amico! Senza di te ci avrebbero mandato in tribunale. - disse Tsuna.
- No, Decimo! Non lo avrei mai permesso! Solo due persone ci sarebbero finite: - disse il Guardiano della Tempesta. - Quella dannata mucca... - e si voltò verso Lambo, che gli stava facendo le boccacce cantilenando "Lambo-san ricorta meglio l'italiano di Gokuscemo".
- ...ED IO! - concluse, afferrando la gola del bambino, mentre Haru gli dava dei pugni sulla testa, intimandogli di lasciare 'il povero Lambo'.
- Andiamo a fare un tuffo? - propose Kyoko, salvando Tsuna da una crisi di nervi.
- Così insegneremo ai bambini a nuotare! - suggerì Haru, entusiasta.
Tsuna ripiombò nella crisi di cui sopra, prevedendo già i risultati di quella proposta che Kyoko, invece, aveva accolto con eccessivo entusiasmo. Gokudera cercò di dissuadere Haru dalla sua idea, ma lei era irremovibile, e nonostante l'intervento di Tsuna, parteggiante per Hayato, le ragazze non cambiarono idea.
Così Haru e Kyoko si impegnarono ad insegnare a I-Pin a nuotare, mentre al Decimo e al suo braccio destro fu riservato il compito più duro...
- Devi capire, cretino, che se non ti levi quel costume vai a fondo come un sasso! - urlò Gokudera già in acqua con Tsuna a Lambo, che li guardava dalla riva, per niente convinto di entrare in mare.
- Ma io ho sempre fatto il bagno con il costume. - rispose il Bovino.
- Forza, Lambo! E' caldo: non hai bisogno di quel costume da mucca. - insistette Tsuna, notando che il bambino stava cominciando a sudare.
Alla fine Lambo cercò la cerniera del costume e cercò di aprilo, ma la lampo era bloccata.
- Non si apre. - disse il bambino, perplesso.
Gokudera iniziò ad imprecare, mentre Tsuna sospirò, uscendo dall'acqua e cercando di aprire la cerniera che, in effetti, sembrava immobile.
- Dannazione! Non si muove! - esclamò il ragazzo, dopo svariati tentativi di aprire il costume. - Gokudera! Vieni a darmi una mano. -
Gokudera accorse più per aver udito la voce di Tsuna che non per voglia di aiutare quella peste.
Le ragazze, intanto, facevano i complimenti a I-Pin per i rapidi progressi che stava compiendo nell'imparare a nuotare. Mentre facevano una pausa giocando a schizzarsi, Haru ebbe la sciagurata idea di guardare nella direzione di Gokudera e Tsuna.
- CHE STAI FACENDO AL POVERO LAMBO??? - urlò lei, impallidendo.
- Non lo vedi, oca? Sto cercando di levargli il costume da mucca. - rispose sgarbatamente l'altro, mentre cercava di tagliare il costume del bambino con un paio di forbici da unghie e Tsuna teneva fermo a stento Lambo che si agitava furiosamente.
- Ma gli fate male così! - continuò lei, accorrendo disperata, disarmando Gokudera e rimproverando entrambi i ragazzi, e chiedendo solo allora spiegazioni.
- Non si ricorre mai a metodi così drastici per levare un vestito quando la lampo non si apre. - disse lei, una volta che Tsuna le ebbe spiegato con calma la storia. - E poi non c'è alcun problema: abbiamo comprato i braccioli apposta per non farlo andare a fondo. - E tornò da Kyoko e I-Pin.
Allora Gokudera e Tsuna seguirono il consiglio di Haru e cercarono di convincere Lambo ad indossare i braccioli, ma probabilmente sarebbe risultato più semplice cercare di aprire la lampo del suo costume con le forbici per unghie.
-  Per quale diavolo di motivo non vorresti metterti questi dannati braccioli, STUPIDO RUMINANTE? - urlò Gokudera, dopo il millesimo tentativo, sull'orlo di una crisi isterica.
- Li voglio verdi, non arancioni! - rispose il bambino, saltellando. - E voglio che ci sia scritto sopra il mio nome! -
Tsuna nascose il volto sulla spalla di Gokudera, abbandonandosi ad un urlo di sfogo, mentre l'altro ribolliva come una teiera riscaldata.
Ma poi, per fortuna, Hayato ebbe un'idea. Si congedò rapidamente (ma sempre rispettosamente) dal Decimo e si allontanò, ritornando pochi minuti dopo con un sacchetto di caramelle.
- Lambo-san vuole le caramelle! Lambo-san vuole le caramelle! -  urlò il bambino, saltellando allegramente.
Gokudera lo ignorò e fece cenno a Tsuna di seguirlo in acqua. Gli porse il sacchetto, Sawada prese una caramella e poi Gokudera ne prese una per sé. Mentre la masticava mostrava il sacchetto a Lambo, che lo guardava con occhi grossi come palline da golf.
- Se vieni a nuoto fino a qui ti darò tutto il sacchetto. - sentenziò Gokudera. - Ci stai? -
Il volto di Lambo s'illuminò, e senza nemmeno infilarsi i braccioli il bambino si gettò in acqua. Con una tecnica sgraziata ma incredibilmente funzionante raggiunse Gokudera, che però aveva già passato il sacchetto a Tsuna. Lambo si diresse verso di lui, ma il sacchetto era nuovamente nelle mani di Hayato. E continuarono così per qualche altro minuto, sotto lo sguardo sorpreso e divertito delle ragazze.
Quando i due insegnanti decisero che bastava così, lasciarono finalmente il sacchetto nelle mani di Lambo. Sfortunatamente per i due neoistruttori, il bambino lanciò un'occhiata a quello che stavano facendo le ragazze. Vedendo che I-Pin, nettamente avanti a lui, aveva già imparato ad andare sott'acqua, volle fare lo stesso.
- VOGLIO ANDARE SOTT'ACQUA!!! - strepitò il bambino, sbattendo i piedi per terra.
- Guarda, tonto: si fa così! - disse Gokudera, scocciato. - Ti devi tappare il naso, - e si tappò il naso. - E poi vai giù. - e s'immerse completamente in acqua.
Tsuna, intanto, si voltò a guardare le ragazze e arrossì. Com'era carina Kyoko in costume!...
Un improvviso schizzo d'acqua che gli raggiunse la schiena lo riportò a quello che stava accadendo dietro di lui.
- LAMBO! - urlò, sgranando gli occhi e staccando Lambo dalla testa di Gokudera.
Il braccio destro del Decimo smise finalmente di annaspare e riemerse con un grosso respiro, paonazzo e spiritato.
- Lambo... Perché stavi tenendo la testa di Gokudera sott'acqua? - chiese Sawada al bambino.
- Ryohei dice che è un polipo... - rispose la peste, serio. - I polipi non vivono in acqua? -
- SEI UN ASSASSINO! - urlò Gokudera, cercando di fiondarsi su Lambo, senza però calcolare che il bambino era tenuto da Tsuna e che quindi finì anche lui sott'acqua.
Quando Tsuna riemerse si trovò di fronte la faccia di un Gokudera stravolto e dai capelli fradici.
- DECIMO! Mi dispiace!!! - si scusò, disperato, inchinandosi in acqua e sollevando involontariamente schizzi addosso a Tsuna.
- Gokudera! Gokudera! Basta! - esclamò il Decimo Boss dei Vongola, cercando di proteggersi dagli schizzi con le braccia.
- MI SCUSI! - urlò ancora più forte il Guardiano della Tempesta, accorgendosi di averlo involontariamente bagnato. - Aspettate qui! Torno subito! -
- Ma Gokudera, sono già bagnato: non fa niente!... - cercò di spiegargli Tsuna, pur sapendo che, quando Hayato si metteva una cosa in testa, era quella e basta.
Ritornò pochissime frazioni di secondo dopo con un asciugamano da mare, con il quale gli asciugò il volto e i capelli.
- Gokudera, smettila! Stai bagnando tutto l'asciugamano! - protestò il ragazzo, notando che tre quarti del telo da mare erano praticamente in acqua.
- Non Vi preoccupate, Decimo! L'asciugamano non è il Vostro... - lo rassicurò l'altro, sorridente.
- Gokudera, che stai facendo al mio asciugamano???... - urlò Haru, furiosa. - Ma dov'è Lambo??? - aggiunse poi, preoccupata, guardandosi attorno.
- Eccolo qui! - esclamò I-Pin, tenendo Lambo per la coda del costume e sollevandolo fuori dall'acqua.
- Oh, meno male che sta bene! - sospirò Haru, rincuorata.
- Non so voi, ma noi ci siamo stancate di fare le insegnanti. Che ne dite di una nuotata? - propose Kyoko, allegra.
- Certamente! - esclamò Tsuna.
- Vengo anch'io, Decimo! Datemi il tempo di mettere da qualche parte questo asciugamano. - rispose subito Gokudera.
- Lambo! I-Pin! - chiamò Haru, rivolta ai bambini. - Venite con noi? -
- SI'!!! - risposero in coro i due, saltellando.
- Allora andiamo! -
E cominciarono a nuotare.
  
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