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Autore: hanaemi_    03/06/2013    2 recensioni
Eliza sta per sposarsi con Roderich e, proprio mentre sta terminando di prepararsi, comincia a riflettere sulla sua condizione.
Genere: Introspettivo, Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Ungheria/Elizabeta Héderváry
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Reflection



{Fandom: Axis Powers Hetalia
Personaggi: Hungary
Parole: 900 (grazie a:
http://www.freetiamo.altervista.org/index.php/conta-parole.html)}




Eliza terminò di chiudere la cerniera del suo vestito da sposa e diede un'occhiata al suo riflesso, ravviandosi una ciocca ribelle che era sfuggita dall'alto chignon. Sospirò. Finalmente poteva indossare il tanto agognato abito bianco, ma ad aspettarla lì, all'altare, non c'era colui che amava veramente. Si avvicinò allo specchio, per guardarsi in ogni minimo particolare.


{Look at me
You may think you see
Who I really am
But you'll never know me
Every day
It's as if I play a part
Now I see
If I wear a mask
I can fool the world
But I cannot fool my heart}



Il lungo abito le delineava la silhouette, mettendo in risalto le forme femminili che, sin da quando aveva scoperto di essere una ragazza, aveva sempre tentato di celare.
"Oh, ma chi voglio prendere in giro?" sussurrò, stringendosi le braccia intorno al corpo. Pur essendo una giovane e affascinante fanciulla, Eliza rimpiangeva il suo passato. Rimpiangeva quando tutti la credevano un ragazzo e la trattavano al pari di un maschio, non dandole nessun vantaggio. Rimpiangeva quando tra Prussia e lei c'era un rapporto di amicizia e complicità unica, quasi fossero fratelli. Rimpiangeva le corse nei prati, la caccia, le zuffe. Tutte cose che, ora, non avrebbe più potuto fare. D'altronde, le ragazze non amano sporcarsi, no? Preferiscono ricamare, cucinare o spettegolare con le amiche, lasciando il compito ai maschi di andare nel bosco, dove loro non avrebbero mai messo piede, neanche se torturate.
"Io non sarò mai come pretendono che io sia! Non credo di essere adattare a questa parte..." fece, guardandosi, per poi riportare lo sguardo sullo specchio. No, non

sarebbe mai stata in grado di mostrarsi per colei che non era. La maschera che le imponevano, purtroppo, le stava troppo stretta.

{Who is that girl I see
Staring straight back at me?
When will my reflection show
Who I am inside?}



Sollevò il sottile velo che teneva dinanzi al viso e si osservò. Tutto quel trucco, tutto quell'imbellettarsi...per cosa, poi? Per nulla, assolutamente nulla. Tutto le sembrava inutile, quel riflesso stesso era inutile. Quel riflesso non era il suo. Non era quello dell'Eliza combattiva, forte, avventurosa, strenua difenditrice della sua gente. Non era quello dell'Eliza di pochi anni prima, che si sarebbe lanciata al galoppo tra i boschi, con i capelli al vento e il sole in viso, mentre un sorriso le increspava le labbra.

"Tu...tu chi sei...?" domandò al suo "doppio", posando una mano sullo specchio, quasi a volerlo scrutare meglio.


{I am now
In a world where I
Have to hide my heart
And what I believe in
But somehow
I will show the world
What's inside my heart
And be loved for who I am}



"Tu....tu sei l'Eliza che dovrò essere, eh? L'Eliza che dovrà reprimere la sua vera natura e i suoi sentimenti, l'Eliza che sarà semplicemente "la signora Edelstein" o "la moglie di Austria", giusto? Ma io non voglio, non voglio, non voglio essere così! Perché devo essere obbligata a essere chi non sono? Mi dispiace ma no, non ci sto. Sposerò Roderich, d'accordo, ma non potranno piegarmi! La mia personalità verrà a galla, in un modo o nell'altro, che a loro piaccia o no."


{Who is that girl I see
Staring straight back at me?
Why is my reflection
Someone I don't know?
Must I pretend that I'm
Someone else for all time?
When will my reflection show
Who I am inside?}



Eliza era fortemente determinata: non l'avrebbero resa un pupazzo nelle mani di Austria. Aveva pur sempre un carattere forte, difficilmente sarebbe stata capace di nasconderlo: Roderich avrebbe dovuta accettarla così, come una ragazza a cui piace andare a cavallo e che passerebbe più tempo tra i boschi che in cucina, punto. E se non gli fosse andato bene, pace, lo avrebbe lasciato lì, a prendere polvere in mezzo ai suoi libri. Era un buon accordo ad ogni modo, no? Io accetto te per come sei e tu accetti me per come sono, pregi e difetti.


{There's a heart that must be
Free to fly
That burns with a need to know
The reason why}



Sospirò, sistemandosi la margheritina bianca sull'orecchio: Roderich di sicuro l'avrebbe rimproverata, perché non si addiceva a tutta quell'eleganza una semplice margheritina come quella. "Di sicuro dirà: Elizaveta, avrei potuto accettare una coroncina di fiori, ma un fiorellino di campo tra i capelli! Non è un matrimonio di campagna, cielo!" disse, imitandolo. "Ah, già mi fa salire il nervoso..." borbottò, riposizionandosi il velo come stava prima.


{Why must we all conceal
What we think, how we feel?
Must there be a secret me
I'm forced to hide?
I won't pretend that I'm
Someone else for all time
When will my reflection show
Who I am inside?
When will my reflection show
Who I am inside?}



Pochi secondi dopo, una domestica fece capolino dalla porta.
"Ehm, signorina...è pronta?" La ragazza si voltò in sua direzione.
"Solo un attimo." disse, congedandola. Quando fu di nuovo sola, Eliza si tolse il velo e sciolse i capelli, lasciandoli scendere morbidamente sulle spalle nude. Poi con un asciugamano rimosse tutta la cipria, il cerone, il rossetto e l'ombretto che le copriva il viso. Tornò a rimirarsi allo specchio, per poi sorridere. Finalmente nulla più nascondeva il suo volto. Andò alla specchiera, dove erano posati due mazzi di fiori: uno, il bouquet che le aveva fatto recapitare appositamente Roderich quella mattina stessa, composto da roselline bianche; l'altro, regalatole anonimamente, composto di tanti fiori dai colori sgargianti e profumatissimi. Prese tra le mani quest'ultimo e l'annusò, per poi uscire con esso dalla stanza. La domestica, quando la vide, rimase a bocca aperta.
"Signorina...lei...?"
"Sì, Ingrid. Adesso sono pronta." rispose, con espressione fiera.

Ora sì che sentiva di essere davvero se stessa.
   
 
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