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Autore: Cheche    04/06/2013    1 recensioni
“Tornando al mio compleanno…” Ricominciò Blue, spegnendo l’espressione vagamente luminosa sul viso di Silver e trasformandola in uno sguardo assorto. “Ho chiesto a tutti dei regali, ma tu non hai bisogno di farmene.”
Un’affermazione del genere da parte dell’avida ragazza era una dimostrazione di immenso affetto.
“Mi basta che tu ci sia. Tutto qui.”

[ChosenShipping accennata; presenza dei primi dieci Dex Holders al completo] [Scritta originariamente per il 1° giugno, compleanno di Blue]
Genere: Comico, Fluff, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Blue, Silver, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Manga
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Eccomi tornata, dopo lungo tempo, con una one-shot. Nonostante la lunghezza, è piuttosto leggera. Incredibilmente ho usato quei generi là che potete vedere nell'introduzione, e ciò è poco usuale visto che vado a nozze con l'angst (cosa di cui non vado eccessivamente fiera, quindi sono contenta di aver scritto qualcosa di diverso, una volta tanto). Avrei dovuto scriverla e pubblicarla il 1° giugno, giorno del compleanno di Blue. Per problemi personali, purtroppo, non ho potuto. Fortunatamente ora quella breve fase è finita e manifesto la mia voglia di sano sclero con questa storia, che spero troviate un po' divertente, che possa strapparvi un sorriso. Se l'ha fatto, apprezzerei molto saperlo! Senza impegno. Comunque era da molto che non scrivevo qualcosa senza pianificare... scrivevo i pezzi man mano che la mia mente li partoriva. Sto riniziando a scrivere in quella maniera e non posso che esserne contenta, anche se possono essere presenti imprecisioni e ripetizioni (ci saranno di sicuro, anche perché ho ricontrollato poco, di solito sono molto più maniacale). Spero comunque che, dopo queste inutili chiacchiere, non siate scappati. Se non vi piace la Chosen, spero comunque che darete una possibilità a questa storia. Grazie di cuore per la vostra attenzione e buona lettura!







Là dove i beni materiali non possono arrivare

 
“Voglio tanti regali!” Cinguettò Blue, rivolgendosi a quegli amici radunati davanti a lei per ascoltare quello che, a detta della giovane, doveva essere un annuncio di vitale importanza.
“Che ragazza fastidiosa.” Sbottò immancabilmente Green, accarezzandosi il volto con mano pesante, sospirando rumorosamente con l’intento di farsi udire. Fortunatamente Blue era troppo poco interessata al suo parere per sentirsi offesa.
“Yellow.” Chiamò Red, causando nella giovinetta richiamata all’attenzione un lieve sussulto. “Cosa ne diresti di venire con me a scegliere il regalo, oggi pomeriggio?”
La ragazzina, col viso imporporato, stava per annuire timidamente, ma la voce squillante di Blue la riscosse. “I regali, Red! Non credere che mi accontenti di un solo pensierino!” Ridacchiò e guardò divertita Red che la squadrava con espressione di sfida.
“E va bene!” Sbottò il ragazzo, afferrando impetuoso la spalla di Yellow.
“E poi così voi due piccioncini passerete più tempo insieme!” Trillò schiettamente Blue, causando l’arrossimento dei visi della ‘coppietta’, che improvvisamente parve molto interessata alla punta delle proprie scarpe.
Green, esasperato spettatore della vicenda, non rimase sorpreso dalle parole di Blue. Si limitò a passarsi per l’ennesima volta il palmo sul viso, sospirando nuovamente. “Ribadisco, una ragazza molto più che fastidiosa.”
 
Uno steccato malridotto poteva sembrare una comoda poltrona, se vi era da ammirare un piacevole paesaggio marino. L’odore di salsedine non era contaminato dall’inquinamento delle grandi città. Nell’erba alta sul ciglio della stradina si rincorrevano allegramente i Pokémon selvatici, facendo risuonare i morbidi fruscii della vegetazione smossa.
Il recinto scheggiato reggeva senza problemi il peso di Silver, ancora piuttosto basso e smilzo. Blue se ne stava accanto a lui, come ai vecchi tempi, con la schiena appoggiata al legno scricchiolante. Lo osservava di sottecchi, notando i leggeri cambiamenti che la sua fisionomia assumeva ogni volta che si incontravano dopo lungo tempo.
“E così il primo di giugno sarà il tuo compleanno.” Esalò il ragazzino, con lo sguardo d’argento che vagava lungo la linea dell’orizzonte. “Che bella data.”
“Perché?” Bisbigliò Blue, sorpresa.
Silver si voltò verso la ragazza; lei poté cogliere, nei grandi occhi del compagno, uno scintillio metallico. Le labbra serie del fanciullo si curvarono in un sorriso dolce, un’espressione che a lei sola riservava.
“Beh, è quasi a metà dell’anno.” Rispose con tono profondo. “Farei volentieri cambio con te.”
“Quindi hai poi scoperto quand’è il tuo compleanno?” Chiese Blue, sempre più stupefatta.
“Il ventiquattro dicembre.” Asserì prontamente Silver. “Una schifezza. Sognavo una famiglia normale e scopro che mio padre è il capo di un’organizzazione criminale. Sognavo un compleanno che i miei amici avrebbero potuto festeggiare con me e scopro di essere nato a Natale, quando loro sono con la famiglia.” Si stava sfogando come non avrebbe mai potuto fare con nessun altro, con parole permeate di un’immensa rabbia, estranea anche alla stessa Blue, nei confronti di una vita che sembrava riservargli solo immense sfortune.
“Non dire così…” Blue gli si pose di fronte, accarezzandogli il petto con una mano. “Hai scoperto di essere nato a Smeraldopoli, che è vicina a Biancavilla. Potremmo vederci spesso.” Silver sembrò confortato da quelle parole, abbastanza da smettere di tremare d’ira.
“A Natale potrai venire da noi. Passerai un bel compleanno e un bel Natale, te lo assicuro.” Il ragazzino sorrise alle dolci parole della compagna, rilasciando lentamente la propria tensione.
“Tornando al mio compleanno…” Ricominciò Blue, spegnendo l’espressione vagamente luminosa sul viso di Silver e trasformandola in uno sguardo assorto. “Ho chiesto a tutti dei regali, ma tu non hai bisogno di farmene.”
Un’affermazione del genere da parte dell’avida ragazza era una dimostrazione di immenso affetto.
“Mi basta che tu ci sia. Tutto qui.”
 
Sbuffava, Crystal, mentre percorreva il negozio di abbigliamento a grandi falcate e gettava occhiate distratte agli scaffali traboccanti di merce. Dove caspiterina è sparito Gold? Trafelata svoltò un angolo, scontrandosi con qualcuno con tale violenza da finire a terra a gambe all’aria.
“Eccoti!” Esclamò la ragazzina dopo qualche breve lamento di dolore. Non aveva visto bene il figuro in cui si era imbattuta, ma l’altezza era simile a quella di Gold, quindi doveva trattarsi dell’amico. Ma si sbagliava, tanto che arrossì di vergogna. “Ops! Scusa, Silver.”
Davanti a lei c’era proprio il giovinetto dai capelli rossi, che era rimasto in piedi nonostante lo scontro e, invece di allungare galantemente la mano per aiutarla a rialzarsi, era rimasto a fissarla confuso e anche un po’ infastidito.
“Ciao.” Proferì semplicemente lui. Evitò di chiederle chi stesse cercando: aveva l’impressione di saperlo e tale consapevolezza gli suggeriva che forse era il caso di cambiare negozio.
“Silver, anche tu qui?” Osservò frettolosamente Crystal, mentre il suo sguardo si posava dappertutto tranne che sul viso del suo interlocutore. “Scusami se non mi trattengo a parlare con te, sto cercando Gold! Mi aiuteresti a trovarlo?”
Silver storse la bocca, incerto. Non che odiasse Gold, ma in quel momento la presenza dell’amico sarebbe stata un disturbo assicurato. Notando, tuttavia, la disperazione di Crystal, dovette rispondere velocemente ciò che affiorava sulle sue labbra, ossia un atono e timidissimo ‘sì’.
Si ritrovò dunque a marciare velocemente lungo i reparti costeggiati da scaffali, scorgere con un guizzo degli occhi i presenti, senza più prestare attenzione ai bei vestiti per i quali era entrato nel negozio. Aveva preso quella ricerca assai seriamente, com’era d’altronde proprio del suo carattere, addirittura sguinzagliando il rapido e fedele Sneasel, che si muoveva zigzagando tra le gambe degli avventori, ignorando le commesse che, stridulamente, gridavano: “I Pokémon non sono ammessi!” Era come il suo padrone, lui, e in vista dell’obbiettivo era in grado di infrangere qualunque regola.
Silver correva mantenendo ben attivi i propri riflessi, evitando così di travolgere nuovamente Crystal le volte in cui si trovavano l’uno di fronte all’altro. Teneva a mente tutti i reparti che visitava, finché ad un certo punto non si fermò e non fece mente locale, constatando che l’unica zona in cui non aveva mosso un passo era quella che provocava in lui un eccessivo pudore. Frenò Sneasel che sfrecciava in quel momento accanto a lui, muovendosi temerariamente verso il cartello che recava l’indicazione ‘intimo femminile’.
Crystal era già lì, ferma. E, come un’apparizione, c’era Gold accanto ad uno scaffale, con in mano un reggiseno in pizzo azzurro.
“Secondo me questo è il regalo ideale!” Strillava allegro il giovane Egg Hatcher, fingendo scherzosamente di indossare il reggipetto e mimando con le labbra il cosiddetto ‘becco d’anatra’. “E poi secondo me è la misura di Blue. Guarda, Crystal, guarda che coppe enormi!”
La suddetta non fece in tempo a prendere la parola, perché Silver si era avventato su Gold e l’aveva afferrato per il colletto, ringhiando a due centimetri dal suo viso. “Non osare fare questi commenti su Blue.”
“Ma che vuole ora questo? Cosa diamine ci fa qui?” Protestò la vittima dell’aggressione, liberandosi con uno strattone energico dalla presa dell’altro e rimanendo a squadrarlo in cagnesco per qualche secondo. Trascorso quel breve lasso di tempo, un sorriso si allargò sul viso furbo. “Però capiti a fagiolo! Tu che conosci bene Blue, sai se le piacerebbe ricevere un regalo del genere?” E sventolò l’intimo femminile sotto il naso di Silver.
Il ragazzo dovette trattenersi dalla tentazione di strappargli di mano l’oggetto per ficcarlo rudemente in quella bocca troppo rumorosa e molesta. Si sforzò di formulare una risposta seria e coerente. “No, a meno che non sia tempestato di brillanti.” Ammise.
“Capisco, quindi basta tempestarlo di brillanti!” Mentre Silver rimaneva attonito, Gold si rivolse a Crystal. “Capito? Compriamolo e poi ce li cuci sopra! Tanto lo so che te la cavi con questi lavori manuali.”
Ah, giusto.Dimenticava che, vista la casa in cui abitava con la madre, l’amico doveva essere ricco sfondato e viziato da far ribrezzo. Per lui i brillanti dovevano valere all’incirca come banali bottoni di plastica.
Crystal incrociò le braccia, contrariata. “Non ho detto di essere d’accordo su questo genere di regalo! Anche se è molto da te, io le volevo prendere una tenuta da allenamento.”
“Ma sei proprio fissata! Proprio una ragazza super noiosa e super seriosa!” Sbottò capriccioso Gold. “O magari sei invidiosa perché venderesti l’anima pur di averle così grosse!” Disse malizioso, mimando un palpeggiamento con la mano libera.
Silver non riusciva a non rimanere colpito dall’idiozia di Gold, ogni volta che essa si palesava in tutto il suo vano splendore. Era sicuro che la ragazza, essendo dotata di un cervello quantomeno decente, non avrebbe raccolto quella provocazione.
“Non sono affari tuoi!” S’inalberò Crystal, furibonda. “E poi, Gold, per tua informazione ho appena quattordici anni! Devono ancora crescermi!”
Il ragazzino dai capelli rossi credette che la mascella dovesse staccarsi dal suo viso, visto che lo stupore era decisamente troppo per essere contenuto. Sono entrambi degli idioti, si disse convinto, mentre faceva cenno a Sneasel di seguirlo fuori dal reparto per continuare la ricerca del regalo perfetto per Blue.
Passò distrattamente davanti ai camerini, diretto verso il reparto dell’abbigliamento femminile. Eppure non riuscì a raggiungerlo, perché uno degli stanzini si aprì e da esso uscì qualcuno che lasciò Silver inchiodato al suo posto, incapace di spiccicare parola.
Una sfolgorante Blue, il cui fisico era fasciato da un vestito color notte molto scollato e senza spalline, persino un poco esagerato nelle numerose decorazioni in paillettes, sfilò pavoneggiandosi sorridente.
L’applauso che scoppiò alle spalle di Silver non riuscì a distrarlo da quella visione, talmente impressionante da fargli dimenticare com’era ridicolo e disgustoso Gold quando poco prima aveva starnazzato apponendosi il reggiseno sul petto.
“Bellissima! Davvero, mi ero offerto di farti un abito, ma a quanto pare non ce n’è bisogno!”
Il ragazzino si riscosse, udendo quella voce maschile acclamare Blue. Si voltò di scatto, morbosamente desideroso di sapere se la compagna fosse uscita insieme ad un aspirante stilista o con qualche personaggio affine. Nel suo campo visivo apparve Ruby che, nonostante avesse avuto ben poche occasioni di interagire con Silver, già aveva lasciato intendere che era una di quelle persone da evitare nella maniera più categorica.
“Oh, ma c’è anche il Senpai! Che coincidenza!” Fece festoso il più giovane di loro, giungendo le mani e trillando in modo per nulla virile. “Anche tu sei in cerca di un abito per la festa? Il reparto degli abiti maschili è dalla parte opposta, però penso che anche un vestito da donna ti starebbe benone, se quella è la tua scelta.”
Blue scoppiò a ridere, gaia, immaginando un adorabile vestitino indosso al suo Silver. Quest’ultimo arrossì violentemente, finché l’attaccatura dei capelli cremisi non divenne quasi impossibile da distinguere dalla pelle della fronte. Ad aver innescato in lui tale reazione era stato sicuramente l’imbarazzo, questo misto ad una rabbia difficilmente controllabile.
“Prova a ripeterlo.” Ringhiò, con ormai tutta la propria attenzione rivolta al ragazzino.
“Ah, si vede che non era la tua intenzione, allora.” Farfugliò Ruby, maledicendosi mentalmente per la battuta infelice ed abbassando lo sguardo, col viso slavato almeno quanto quel suo inseparabile cappello bianco.
“Fammi capire, Silver.” Blue tornò improvvisamente seria e il suo tono perentorio costrinse Silver a guardarla. Gli bastò incrociare gli occhi azzurri della giovane per lasciar scivolare tutta la tensione fuori dalle proprie membra, sebbene lo sguardo della ragazza turbinasse d’ira. “Stavi scegliendo dei vestiti da regalarmi? Di nuovo?”
Il giovane rimase fermo al suo posto, sebbene la rabbia di Blue sembrasse volerlo spingere ad indietreggiare. “Sì… tu hai detto che non vuoi regali da parte mia, ma so che ci tieni…”
La Evolver pestò il terreno, furente. “Di questo passo mi rifarai il guardaroba!” Stridette, inchiodando lo sguardo in quello di Silver, l’unica cosa di lui che non era rimasta immobile. Pareva piuttosto agitato, essendo ben poco abituato a vedere Blue tanto irritata. “Ma non è questo il punto! Per me la tua presenza è il regalo che conta. I vestiti che indosso quest’anno sono il tuo primo regalo e non voglio affatto cambiarli. Quando li ho addosso, ti sento vicino e questo mi basta. Darei via tutti i miei gioielli, tutto quanto, pur di tenere quel prezioso completo. E’ troppo speciale per essere sostituito, ricordatelo.”
Silver, in quel momento, non poté più impedirsi di indietreggiare, sentendo il sangue affluire di nuovo alle guance. Blue era troppo diretta nei suoi confronti; ciò lo sorprendeva, lo confondeva, lo destabilizzava. Eppure gli faceva tanto piacere che avrebbe potuto morire lì, davanti alla ragazza e a Ruby che, per tutto il tempo, aveva fischiettato facendo finta di non udire nulla di quella sottospecie di accorata e scottante dichiarazione d’amore.
 
1° giugno.
Alla fine Silver aveva optato per acquistare – e non rubare – un abito per sé. Ci aveva speso anche molto e si vedeva, dato che pareva un figurino nel suo smoking blu e immacolato. Per l’occasione aveva anche legato i capelli, cosa che non faceva mai, dettaglio che rendeva il suo aspetto ancor più elegante e ordinato.
Nel tragitto, ignorò i commenti di Gold, che lo paragonavano scherzosamente ad un maggiordomo – l’amico aveva optato per una camicia e dei pantaloni che reggevano per miracolo, visto che indossare una cintura sarebbe stato decisamente troppo serio per uno come lui.
C’erano decisamente troppi ospiti alla festa, troppi fasti per una ragazza che compiva diciassette anni.  Era dunque difficile immaginare un eventuale ricevimento per i diciotto della giovane.
Tuttavia procedette tranquillamente.
Silver, intimidito dalla folla, si era attaccato alla coca cola, scoprendo di apprezzarla tanto da scolare sette bicchieri ricolmi della bevanda frizzante. A nulla valsero i tentativi di Gold di fargli bere un po’ di birra, che pareva reggere piuttosto bene – si stava comportando in maniera decisamente idiota, ma il fatto non costituiva alcuna novità. Crystal si aggirava con andatura nervosa e distratta. Emerald la invitò a ballare e lei accettò confusa, senza capire il senso delle proprie azioni, né accorgendosi dei moti d’ilarità indirizzata ai due ballerini – lui era esageratamente basso in confronto alla sua dama. Ruby e Sapphire stavano danzando senza freni, insolitamente scatenati… o forse, guardandoli meglio, si stavano prendendo a sberle. Green e Red si erano appartati a parlare e Yellow, seduta su una sedia, aspettava da molti minuti che il Campione la invitasse a ballare, invano.
Blue si intratteneva con tutti gli ospiti, trascurando forse un po’ quelli che erano i suoi amici di sempre, i Dex Holders. Era ansiosa di raggiungerli e coinvolgerli, ma da qualunque parte si voltasse lampeggiavano nei suoi occhi confusi i flash delle fotocamere e piovevano su di lei vuoti complimenti. “Come sei radiosa!” “Com’è bella questa diciassettenne!” “Questo vestito ti sta d’incanto!” “Posso chiederti un appuntamento, bellezza?”
Non potendone più, cominciò ad annunciare casualmente agli invitati l’apertura dei regali di compleanno. In breve tutti si radunarono attorno alla ragazza e al tavolo sul quale erano posti numerosi pacchetti.
Blue apparve interessata solo ai doni dei suoi amici più intimi, ignorando temporaneamente quelli dei farfalloni che si erano presentati nella speranza di rimorchiare e delle damigelle che si trovavano lì per il desiderio di essere invitate a danzare da baldi giovani.
Un blocco di poster rappresentanti Pokémon graziosi e dalle tinte tendenti al roseo costituivano gli omaggi da parte di Red e Yellow.
“Nella tua stanza non c’è niente, così abbiamo pensato che potresti attaccare questi ai muri.” Giustificò timidamente la ragazzina bionda. Blue sorrise, contenta del regalo per nulla scontato e delle gradevoli illustrazioni pastello che campeggiavano sui manifesti.
“E questo che diamine è, Green?” Strillò improvvisamente la festeggiata, sollevando una paletta acchiappamosche ultra-flessibile infiocchettata da un nastro verde.
“Un regalo che rappresenta quello che penso di te, ragazza fastidiosa.” Commentò Green, attirando l’attenzione dei presenti, mentre un vago sorriso di soddisfazione appariva sul volto del giovane.
“Cioè sarei una mosca?” Blue scoppiò a ridere divertita, dimostrando di non essere offesa. “Comunque può fare comodo.” Commentò, riponendo sorridente il pensierino.
Ruby e Sapphire le avevano regalato una specie di cosplay da Tarzan. O almeno doveva essere un cosplay, secondo l’idea di Sapphire. Invece si trattava di un semplice vestito arricchito da una fantasia di foglie autunnali dipinte sul tessuto. Era molto bello nella sua semplicità, ma la ragazzina non ne era per niente soddisfatta. “Quello è un vestito, cretino! Eravamo d’accordo sul cosplay!” Ruby protestava così, ricominciando il litigio che portavano avanti da ormai tutta la serata. “Ringrazia che ho avuto questa idea! Almeno potrà usarlo nella vita di tutti i giorni! Ma tu sei troppo cavernicola per capire queste cose!”
Emerald aveva portato a Blue un regalo che chiunque si sarebbe aspettato da un nanetto complessato: un paio di scarpe dal tacco alto venticinque centimetri. Era impossibile camminare con quei trampoli sotto il tallone, ma la festeggiata sorrise gioiosa e promise che si sarebbe esercitata tanto che, calzandole, sarebbe persino riuscita a correre.
Quando Blue prese tra le mani il pacchetto portatole da Gold e Crystal, quest’ultima iniziò a torturarsi vistosamente le mani, con sul volto pallido un’espressione che sembrava voler dire ‘ma chi me l’ha fatto fare’. Gold invece ridacchiava rumorosamente, lasciando presagire a Silver le peggiori catastrofi. Questi, quando vide emergere dalla carta ciò che più temeva, ovvero quel temuto e pacchiano reggiseno tempestato di brillanti, si sentì seriamente sul punto di svenire.
Di pessimo gusto. Ancora mi stupisco che Crystal abbia deciso di aderire ad una simile iniziativa. E, difatti, la fanciulla pareva insicura di quell’assurdo oggetto che, insieme a Gold, aveva offerto alla neo-diciassettenne. L’audace Crystal appariva timorosa come mai si era mostrata nella sua intera vita.
Blue rimase, per qualche interminabile secondo, ad osservare attonita i riflessi iridescenti delle pietre cucite sul prezioso capo di biancheria intima.
“Devo dire che è…” …assolutamente orribile, continuò mentalmente Silver, aggiungendo alla frase iniziata dalla festeggiata la continuazione che gli sembrava la più plausibile – e probabilmente gli altri invitati avevano pensato la stessa cosa. “…una delle cose più geniali che abbia mai visto!” Cinguettò estasiata Blue, con gli occhi talmente luminosi da rivaleggiare con i brillanti cuciti sul reggiseno.
Decisamente, Silver non era più in grado di capire i suoi gusti. Secondo il suo onesto parere aveva ricevuto regali superflui, eppure era soddisfatta di tutti. Era il contrario del ragazzino col quale era cresciuta: lei riusciva sempre a vedere il lato utile e positivo delle cose.
“Ma sì! I gioielli, in questa posizione, sono davvero difficili da rubare! Provate a pensarci!” Commentò Blue, entusiasta.
Sì, effettivamente il suo ragionamento aveva un suo senso, visto che ragionava ancora come la ladra che era stata in passato.
Mentre l’eccitazione e l’ilarità per i regali strambi ricevuti dalla festeggiata si spegneva lentamente, andando ad imbrogliarsi in chiacchiere confuse e allegri brusii, Silver osservò i compagni Dex Holder disperdersi nella folla. Avevano certamente molta fantasia per i regali; anche una più che discreta dose di sfacciato coraggio.
Se fosse stato lui a dover fare un dono a Blue, la sua scelta sarebbe ricaduta sul classico capo di abbigliamento o sull’ancor più banale mazzo di fiori – e quello sì che era un regalo davvero inutile. Scoraggiato, posò gli occhi sulla ragazza per un istante, senza accorgersi del fatto che lei avesse incrociato il suo sguardo.
Si voltò, dirigendosi verso il balcone del palazzetto noleggiato in occasione della festa – il locale era di quei saloni di gala che si vedono nei film, così fuori moda che l’affitto non doveva neppure essere costato troppo.
Il balconcino era deserto e senz’altro ventilato. Silver inspirò la brezza fresca, sciogliendosi momentaneamente quel fastidioso codino che tanto lo innervosiva. Appoggiò i palmi delle mani al davanzale sorretto da piccole colonne, di quelle bianche che si assottigliano alle estremità per rimpinguarsi morbidamente nella parte centrale.
“Non ti vai a divertire con gli altri?” La voce di Blue era vicina al suo orecchio e gli parve anche di sentirne l’alito. Per quanto esso fosse caldo, non riuscì a non rabbrividire. Si voltò lentamente, scoprendo che lei l’aveva davvero raggiunto e ora lo stava guardando con un sorriso dolce.
“E tu? Hai già finito di goderti i tuoi regali?” Commentò Silver, con un tono di velata e amara ironia.
“Sono venuta a ritirare l’ultimo, il più importante.” Disse lei, piena di dolcezza. Quella sera l’aveva solo vista sorridere, anche quando era accorsa per separare Sapphire e Ruby che avevano seriamente messo a repentaglio la riuscita della festa con il loro continuo accapigliarsi.
“Sono l’unico che non ti ha portato nulla, proprio come tu stessa hai chiesto.” Il ragazzino sorrise, ma non di cuore. “Come vedi, sono a mani vuote.”
“Stupido! Perché pensi che i regali debbano essere tutti tangibili?” Una frase del genere pronunciata dalla voce di Blue pareva irreale, eppure Silver volle crederci con tutto se stesso. Ripose il proprio sentimento nella mano che la giovane gli aveva afferrato d’impulso. Sentì le proprie dita scaldarsi, mentre il battito del suo cuore accelerava dolcemente.
“Balliamo?”
Era tutto vero. Il suo corpo si muoveva sulla pista in maniera impacciata, guidato dai passi audaci di Blue. I loro compagni sorridevano – fatta eccezione per Gold, che fischiava tentando di rovinare l’atmosfera. D’un tratto, tutti erano spariti e c’erano loro due al centro della sala.
“Auguri, Blue.”
Ricevette in cambio il primo vero sorriso della serata.
  
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