Sweet Revenge

Elizabeth schiuse gli occhi, accorgendosi di non trovarsi più in camera sua. Sbatté varie volte le palpebre, forse per assicurarsi che tutto non fosse altro che un incubo: si trovava in una stanza fredda e umida, avvolta nella penombra, ed era stata legata ad una sedia scomoda di ferro arrugginito.
Si guardò intorno.  Le pareti erano spoglie e la carta da parati era stata lacerata in più punti, come se un animale ci si fosse scagliato contro in preda ad una furia incontrollata. Il primo pensiero che le saltò in testa fu che quel posto non era per niente carino. Il secondo fu che aveva paura. Deglutì, inquietata da quella stanza angusta e tenebrosa. Respirava a fatica, Elizabeth, sentiva un’oppressione all’altezza del petto, come se il suo debole cuore stesse per implodere.
Uno scricchiolio. La ragazza alzò lo sguardo sulla porta semi-scardinata che rappresentava la sua sola via di fuga (nel caso fosse riuscita a slegarsi). Quella porta di legno marcio si schiuse lentamente, rivelando un paio di occhi rossi che guizzavano nell’oscurità, creando un leggero alone tutt’attorno. La nobile iniziò a tremare, lasciando che il terrore la attanagliasse. Iniziò ad ansimare, atterrita da quello sguardo iniettato di sangue. La creatura continuò a fissarla, sembrava quasi divertita dal comportamento della ragazza.
- C-chi sei?- balbettò la povera ragazza. La voce le tremava, mentre continuava a fissare quel mostro amorfo. Quest’ultimo sorrise, rivelando una dentatura candida degna di uno squalo:
- Noi siamo il tuo peggior incubo!- sembrava che centinaia di persone parlassero in coro, eppure Elizabeth intravedeva un solo paio di occhi sanguinolenti e una sola bocca ghignante. Forse quell’insieme di voci era solo frutto della sua fervida fantasia. La creatura si avvicinò lentamente a lei, rivelando il suo aspetto. La ragazza deglutì quando un ammasso di tenebra privo di una forma ben definita gli si parò davanti in tutta la sua spaventosa maestosità.
La ragazza iniziò a scalciare e a divincolarsi, tentando di liberarsi dalle corde che la tenevano legata sulla sedia ma fu tutto inutile. La creatura ghignante continuava ad avvicinarsi lentamente, inesorabile. Iniziò ad avvolgerla con i suoi tentacoli di tenebra, stringendola in una morsa soffocante. La ragazza tentò di urlare, ma gli mancava il fiato per farlo. Si limitò a lanciare qualche squittio disperato mentre la morte soggiungeva, crudele ed inesorabile, lenta e dolorosa.
Fu in quel momento che Elizabeth Middleford spirò, lasciando questo mondo e liberandolo finalmente dalla sua voce gracchiante ed incredibilmente fastidiosa.
 
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Angolo vendicatrice mascherata:
 
Hola a tutti!!! ^_^
È la prima storia che pubblico su Kuroshitsuji, ergo, siate clementi! Dopo questa piccola introduzione passiamo al vero angolo dell’autrice:
Voi non sapete assolutamente quanto mi sia divertita a scrivere una cosa del genere!!! Non potete neanche immaginare quanto ci ho goduto!!!
La cara Lizzy l’ho odiata fin da quando è comparsa sullo schermo del terzo episodio (se rammento bene) e da quel momento ho sempre desiderato vederla sotto un treno!!!
Spero che vi sia piaciuta e che vi siate divertiti a leggerla (come se la morte di qualcuno fosse una cosa divertente…)!!! >=D *fa risata malvagia*
Alla prossima,
 
White Tiger