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Autore: madelifje    07/06/2013    3 recensioni
A dodici anni ho avuto l’idea di salire sul tetto.
Lo spettacolo da lassù è bellissimo: si vedono le ultime luci ancora accese delle case, i lampioni che illuminano le strade deserte e, alla mia destra, i campi.
Mi sdraio sul plaid cercando di trovare la stella polare. Poi controllo di avere montato l’obbiettivo giusto sulla mia Canon, metto a fuoco e scatto la foto.
Giselle diceva che un giorno Alianna Crawford sarebbe diventata qualcuno.
Oggi è il 7 settembre 2012 e sono le ventitré e quindici minuti.
Alianna Crawford è ancora la ragazza invisibile.
Genere: Generale, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ed Sheeran, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate
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Sono (ero)  I_am_a_panda ♥



New job.



Hey, little kid 
Did you wake up late one day and 

You're not so young, but you're still dumb 

And you're numb to your old glory but now it's gone

Green Day  -  X-kid


Gale Shepley – Fotografo.

L’insegna non è delle migliori, ed il fatto che stia diluviando di certo non migliora la mia prima impressione.
Sta diluviando, il mio ombrello è finito sotto ad una macchina e il negozio è chiuso.
Controllo per l’ennesima volta l’orologio: le tre e mezza. Siamo in perfetto orario.
-Sicura di non aver capito male? –chiede Ed.
-Sicurissima. Ho appena ricontrollato la mail. –Guardo con invidia il cappuccio della sua felpa, ormai completamente fradicio, e cerco di ricordare cosa ci abbia spinto a venire in pullman.
-Perché hai insistito tanto per accompagnarmi?
-Non avevo niente di meglio da fare.
Lui sì che è una persona sincera. Quanto a Gale Shepley, può benissimo considerarsi morto.
Non ricordo di essere mai stata in questa zona della città. Sembra di trovarsi in alta montagna, non in un piovoso buco dell’Oregon. Le strade a ciottoli e i vecchi lampioni danno un’idea settecentesca che porta il mio stato di esaltazione alle stelle. Peccato per la pioggia.
Basta, ho aspettato anche troppo. Faccio dietrofront e mi dirigo verso la fermata. In quel momento si sente un cigolio e una finestra al primo piano si apre.
-Ragazzina! Stavo cominciando a perdere le speranze. –dice Gale Shepley sbracciandosi.
-Lei stava perdendo le speranze? –una gomitata di Ed evita il mio licenziamento immediato.
-Vengo subito ad aprirvi! –esclama uscendo dalla nostra visuale.
Un minuto dopo la porta si apre rumorosamente. Ci vuole tutta la mia buona volontà per non correre all’interno, ma riesco a simulare una camminata disinteressata.  Ho impiegato un’ora solo per scegliere il look adatto. Non voglio sembrare troppo elegante o montata, quindi ho evitato i tacchi, le giacche e le camice bianche con il colletto.
Forse avresti potuto evitare la vecchia felpa grigia di tuo padre e la sciarpa arancione. E anche le Superga infangate.
Sì, avrei potuto. Ma me ne sono resa conto troppo tardi.
La prima cosa che noto entrando sono gli obiettivi. Sono tantissimi, ed occupano un mobile di fronte alla porta. Faccio un passo avanti ma Ed mi ributta fuori dalla porta.
-Ma che cazz…!
-Ragazzina, evita di ammazzare il mio cane. –dice Gale ridacchiando.
Quale cane?!Abbasso lo sguardo. Spalmato sullo zerbino c’è il più grosso basset-hound che abbia mai visto. Russa. Non pensavo che un cane potesse fare tanto rumore.
-Oh, -dico scavalcandolo –Non l’avevo visto.
-Einstein passa abbastanza inosservato.
Mentre Ed si china per accarezzare Einstein, io mi do un’occhiata intorno. La parete a ridosso della vetrina è interamente coperta dalle fotografie. La Tour Eiffel, il Taj Mahal, il Cremlino, il Colosseo, la Muraglia Cinese… questo tizio deve aver girato tutto il mondo. Un treppiede con una macchina fotografica è posto davanti all’unica parete bianca, evidentemente destinata alle fototessere.
-Come hai detto che ti chiami? -chiede Gale sedendosi dietro al grande bancone in legno. Questo posto sembra uscito da un vecchio film.
-A dire il vero non gliel’ho detto.
-Fallo adesso.
-Ali Crawford. Ali sta per “Alianna”.
-Bel nome, -borbotta l’uomo appoggiando un modulo davanti a me. Il mio contratto. Strofino le mani sui jeans per eliminare il sudore, leggo velocemente e firmo.
È fatta, sono assunta.
Gale mi mette a fare le fototessere e a rispondere al telefono. Dice che mi devo “guadagnare” gli incarichi più importanti, e sotto sotto so che ha ragione.
Però è impossibile che le fototessere vengano bene. Cioè, tutti hanno sempre delle espressioni da drogati nella carta d’identità/patente/passaporto. Non sono esattamente dei capolavori.
In tutto il pomeriggio scatto foto ad una famigliola che vuole rinnovare il passaporto. La figlia undicenne non è per niente fotogenica.
-Ti piace? –chiedo mostrandole lo schermo della reflex.
-NO. –dice lei con voce piatta.
-Ma tesoro, è stupenda! –esclama la madre. Diavolo, dovevo consigliarle il mio oculista. È un idiota che gonfia i guanti di gomma e poi li spaccia per galline, ma almeno sa fare il suo lavoro.
-Ho un’idea: adesso ne facciamo un’altra senza cancellare questa, così poi potrai decidere meglio. Ci stai? –dico cercando di sembrare amabile. La ragazzina e la madre annuiscono. Mentre mi risistemo dietro al treppiede incrocio lo sguardo di Ed, che mi fa l’occhiolino. Avvampo e mi concentro in fretta sulla macchina fotografica. Vorrei non continuare a pensare alla conversazione dell’altra sera. Vorrei essere una persona con più fegato, così non dovrei continuare a fingere che vada tutto bene, che la mia vita non sia passata in pochi giorni da spenta a ricca di emozioni. Ma non ci riesco.
-Stai ferma, -ricordo alla ragazzina. Poi scatto.
Nei momenti di pausa rimango in adorazione delle foto appese alla parete, chiedendomi perché mai un uomo così bravo si limiti a gestire un negozietto nel quartiere antico della città. Potrebbe mirare molto più in alto, perché restare qui? Darei qualsiasi cosa per scappare.
Per tutto il tempo Ed rimane seduto sulla poltroncina e mi osserva. Il suo sguardo mi trapassa la schiena e sta iniziando seriamente a farmi venire i nervi quando il mio turno finisce. Gale mi liquida con un semplice “Ci vediamo domani” e sento l’entusiasmo assalirmi di nuovo. Tutti i lavori fanno questo effetto?
 
-Sei disgustosamente allegra oggi. Ti prego, Ali, smettila. –dice Willow dondolando su una delle sedie scure del 21.
-Tu sei particolarmente stronza.
Lei sbuffa e dà un sorso al suo crodino. –Quando hai intenzione di uscire con… come si chiama?
-Drew… Andrew!
-Andrew? Ma non era quel coglione amico di Kiran?
-Connor. –replico seccamente. Tipico di Will, non vede un ragazzo per pochi giorni e già si dimentica il suo nome.
Lei mi lancia un’espressione da “Ci siamo capite” ed alza gli occhi al cielo. Ridacchio.
-C’è anche Ed Sheeran. Sicura che non ti stia seguendo?
Mi volto di scatto. –Dove?
-Cos’è tutto questo interesse? Comunque è là, vicino a Chad e… -Will si blocca. Mi giro di nuovo verso di lei e la trovo pallida. Troppo pallida.
-Will? Tutto bene?
-Certo! Sai Ali, forse è meglio andare. –dice afferrando la borsa e alzandosi.
-Cosa sta succedendo?
-Niente! Davvero, è tutto a posto. Possiamo andare al negozio di Wallace, se ti va.
Willow non proporrebbe mai di sua spontanea volontà di andare in un negozio di fotografia. Mai.
C’è decisamente qualcosa che non va. Guardo dalla parte di Chad, cercando di capire cosa sia.
-Allora? Andiamo, mi sono stufata di stare qui!
Poi lo vedo.
È appoggiato ad un tavolo e sta parlando con Chad e gli altri della compagnia.
No. Non può essere.
-No, non farlo! –Willow mi afferra per un braccio –Ali, lascia stare, vieni via!
Non posso farlo.
Non posso andarmene.
Non con Nathan Morris a pochi metri di distanza da me.
"C'è qualcosa in lui che non mi convince!" 
"All, secondo te tutti hanno qualcosa da nascondere" Giselle sorride dolcemente. In piedi, sul muretto del ponte, aspetta il momento migliore per tuffarsi. La luce di oggi è stupenda, verrebbe una bellissima foto. Ma so che Gis mi ammazzerebbe, gliene ho già scattate tantissime.
"Dagli tempo! Lui è un bravo ragazzo, credimi!"
Si piega leggermente sulle ginocchia e salta, scomparendo tra le acque del fiume.
Un bravo ragazzo. Oh Gis, quanto ti sbagliavi.
Mi divincolo dalla stretta di Willow e corro verso di lui.
Nel locale cala il silenzio.
-Ehi, guarda chi si vede! –esclama il bastardo.
-Che ci fai qui, Nathan?


HOLA!
Buonasera! Il capitolo è un po' corto, mi serve come.... "passaggio" :)
Nathan diventerà fondamentale nella ff, quindi non sottovalutatelo. Tra poco si scoprirà la verità su Giselle ewe non vedo l'ora di scrivere quel capitolo aonbiygbqfhf
Scusate il ritardo... i prof sono stati capaci di assegnare compiti anche per l'ultimo giorno di scuola... Tra esattamente quattordici ore dirò ciao al liceo per tre mesi *-*
Poi, vediamo.... sto elaborando un nuovo banner, questo mi ha già stancato (:
basta, mi eclisso
ricordatevi che siete le migliori ♥
bacioni,
Gaia
  
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