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Autore: Gwen_cav    09/06/2013    1 recensioni
Una storia d'amore ribelle. Ovviamente nella storia ci sono io medesima con Castiel (Sì, mi piace Castiel). Non intendo offendere nessuna Dolcetta presente nel gioco dicendo che io e Castiel siamo predestinati o cose simili, ASSOLUTAMENTE no. Ma dato che ognuno ha la possibilità di giocare come protagonista, fate finta che ci sia il vostro nome invece del mio. A presto e spero vi piaccia.
Avvertimenti: Essendo io una grande Fan di A Tutto Reality, Castiel, usa il simpatico soprannome che Duncan usa per Courtney "Principessa". (Non sono una DxC)
/dal testo
perfetta, volubile, tutti erano così, lei di più lei era colei che riempiva quegli angoli vuoti di casa mia, lei, che lì stupita giaceva, tra le mie braccia, di un ragazzo innamorato per la prima volta in vita sua.
/fine tracciato testo
Gwen@cav
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Castiel, Dolcetta
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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- DRIIIIIIIIIIIIIN!!
“Vai a farti fottere”
Il mio primo, solito pensiero, quando quello stramaledetto aggieggio suona e sveglia Demon, che comincia ad abbaiare. Due persone sono sulla lista delle persone da uccidere:
- L’inventore della scuola.
- L’inventore della sveglia.
Penso nervoso buttando a terra l’apparecchio che non smette di suonare freneticamente, accompagnato dagli abbai del mio cane.
“AAARGH!! Smettetela, smettetela, smettetela, smettetela, SMETTETELA!!!”
Continuo a pensare mettendo la testa sotto il cuscino, tappandomi le orecchie, ma nulla funziona, nessuno dei due tace.
- Ok, adesso basta. DEMON STA’ ZITTO!!
Dico seccato, alzandomi e pestando la sveglia, rompendola.
- Ah, ben ti sta!
Rido, buttando la sveglia nel cestino, e osservando il mio cane taciuto. Cavolo, ora mai più riuscirò a riprendere sonno, mi tocca andare a scuola. Mi preparo. Velocemente do il cibo al cane. Non ho la più pallida idea del perchè io abbia messo la sveglia.
“Aspetta...ma ieri...ieri ho baciato una ragazza!”
Mi dico dandomi una pacca sulla fronte, lasciandomi cadere sul letto.
- Oh, cazzo.
Mi dico, ripensando a ieri. S-Stava piangendo quando l’ho baciata. Si, cantava i Three Day Grace, Gone Forever. Emma, così si chiamava. Una donna fantastica, ribelle, cazzo, ieri era il suo primo giorno di scuola e aveva inciso un teschio sul muretto davanti a scuola.
“Cazzo”
Penso prendendo la giacca e fiondandomi fuori casa. Arrivo davanti a scuola, sudato, i miei occhi cercano i suoi, ma non c’è, c’è solo un marasma di ragazzine davanti a me.
- CASTIEL!! Ma dove ti eri cacciato??!!
Mi chiede Ambra, la bionda, la sorella del delegato, venendo verso di me. Crede di potermi comandare.
- Mph.
Boffonchio io senza neanche guardarla. Continuo a cercare Emma, ma dove cazzo si sarà cacciata?
- Ieri dovevamo vederci davanti scuola, ricordi??
Continua con aria severa. Io neanche le rispondo. Sento uno skateboard arrivare dalla strada, mi volto, la vedo, cuffie alle orecchie, borchie ai polsi e la ciocca viola al vento.
“Eccola!”
Mi dico facendo uno sguardo sorpreso, dimenticandomi completamente di Ambra che mi guarda in cagnesco.
- è la novellina, quella?
Chiede alle sue amiche, ridendo come se fosse un clown da circo su uno skateboard.
- Ahahahaha, ma come si è conciata?!
Comincia a ridere fortissimo, seguita dal suo club.
- Ehm, si chiama “dark”, benvenuta nel mondo stronzetta.
Le disse con tono ovvio, guardandola ridere.
- Ah, non pensavo arrivassi in orario ADDIRITTURA il tuo secondo giorno di scuola Principessa!
- Parla per te, la sveglia si era inceppata e non si spegneva, e scommetto che tu sei alle prese con la tua di sveglia, o no Rosso?
Mi chiede con tono bastardo, portandomi al suo naso, tirando la maglietta. Oh, si, ora ricordo tutto perfettamente.
-Ehm, ehm!
Disse seccata Ambra, interrompendo i nostri discorsi.
- Ti dispiace?
Disse separandola da me con uno spintone.
- Vieni Castiel, lasciala in pace.
Mi dice prendendomi la mano, e trascinandomi via. Io feci uno sguardo a Emma, come per dire:
- Non litighi?
Cazzo, era la prima volta che mi tenevo stretta una ragazza. Lei inarcò un sopracciglio. Si avvicinò alla bionda. Le picchettò una spalla.
- Um??
Lei si girò con sguardo di richiesta. Emma le sferrò un pugno sul naso che la stese per terra, sanguinava un casino e stridiva con la sua vocina malefica.
- MA CHE COSA HAI FATTO??!!
Le urlò contro furiosa, mentre il suo naso colava liquido scarlatto. Poi, mi prese il colletto della maglietta, mi abbassò al suo livello e mi baciò, davanti a lei, davanti a tutti. Gli sguardi sorpresi si percepivano lontano un miglio, lei non demorse, anzi, mi tirò di più a lei. Il silenzio regnava.
Quando mi lasciò, si girò di spalle.
- Io, vado a prendermi una birra.
Disse salendo sullo skate, ed allontanandosi veloce, avevo capito il messaggio, presi lo zaino e la seguii, illuminato dallo sguardo stranito di tutti e furioso di tutte. Mentre passavo, Lysandro mi allungò una mano, come per dire:
“Bel lavoro fratello”
Io gli battei il 5 e mi avviai dietro di lei, trotterellando. Giuro, questa ragazza non smette mai di stupirmi. Trovai il suo skateboard appoggiato ad una ringhiera, di fianco ad un bar. La vidi che pagava una birra e stapparla, mentre usciva, diretta verso di me. Quando mi passò di fianco, mi diede una spallata, mentre si sgolava la bibita appena pagata.
- Neanche una per me?
Le chiesi sarcasticamente, sedendomi di fianco a lei, sulla ringhiera.
- Se ne vuoi una, tira fuori la grana, alza il culo, e vattela a prendere.
Disse asciugandosi la schiuma dalla bocca, mi misi a ridere.
- Mai, giuro, mai trovata una ragazza capace di dirmi questo.
Le dissi, scendendo dalla ringhiera, mettendomi davanti a lei, divaricandole le gambe e mettendomi di fronte a lei. Emma, mi prese la nuca, mi portò alle sue labbra con ferocia, le consumò, a volte le mordeva, mentre lasciava cadere a terra la bottiglia di vetro, che si ruppe, subito, in mille pezzi, appena toccò il terreno gelido. Qualche passante, ci guardava strano, sia io che lei pensavamo:
“Cazzo guardi?!”
Ma alla fine non c’importava più di tanto. Restavamo appiccicati. Niente romanticismi, solo baci e morsi. Dopo neanche qualche minuto, percepimmo entrambi subito l’ira funesta di una bionda sanguinante avvicinarsi a passi ben distesi. Emma si staccò, guardandola con un sopracciglio inarcato, oltre la mia spalla, io girai il volto, quello della bionda si muoveva, era a denti stretti, almeno quanto i pugni, ci guardava male, posizione ambigua, la nostra, oltretutto.
- TU!
Disse puntando il dito contro la ragazza dietro di me.
- Dimmi tutto “tesoro”.
Disse lei con palpebre mezze abbassate e sguardo bastardo, mentre si gustava quell’ira scatenata. Che sadica.
- Allontanati da Castiel.
Sussurrò in modo minaccioso mentre si avvicinava.
- Se non lo facessi?
Continuò Emma, senza mollarmi.
- Ah, sentila, subirai la mia ira, ecco cosa!
- Uuuuhuu!! Le ginocchia tremanooo!!
La prese in giro lei, scendendo dalla ringhiera.
- NON PRENDERMI PER IL CULO!!
- Se se, senti, non voglio farti male, te ne vai?
Chiese lei, guardandosi le unghie, mentre era appoggiata con un gomito alla ringhiera. Io mi allontanai di qualche metro, volevo vedere come andava a finire.
- Ah, NON vuoi farmi male?! Ma ti senti?! Hai il cervello fuso di un’oca e lascia in pace il mio Castiel!
Urlò, buttandosi con un pugno diretto verso di lei. Tralasciai il “mio” che la bionda si era lasciata sfuggire per non interrompere la scena. Emma rimase immobile, alzò una mano, e fermò il pugno di Ambra, neanche la guardò negli occhi.
- Te lo ripeto stronzetta, non voglio farti male, vattene.
Le sussurrò all’orecchio, senza neanche alzare lo sguardo. Ambra si allontanò di più, preparando un altro pugno, stavolta cominciò a correre.
- è MIO, STUPIDA DARK!!!
Urlò ancora più furiosa, anche ora, Emma aspettò, all’ultimo passo si scansò. Ambra perse l’equilibrio e cadde in avanti, ma invece del pavimento, vi trovò il ginocchio della dark, che le ruppe il naso definitivamente. Giuro, mi spaventai leggermente, le aveva rotto il naso. Mentre lei piangeva a terra, le prese un ciuffo biondo, e le sollevò il volto.
- Non dire a nessuno quello che è successo, o ti picchio di nuovo, e, un ultima cosa...vattene!
Disse infine, spingendola via. Ambra raccolse la sua borsa e corse via, terrorizzata. Emma la guardò correre via con aria soddisfatta.
- Beeen tornato bullismo.
Si disse, facendo scrocchiare le nocche. Si girò verso di me. Ero impaurito, abbastanza direi, ma devo ammettere che l’eccitazione soffocava la paura, minchia, le aveva ROTTO il naso!
- Ohohohhoh...ricordami di non farti arrabbiare in futuro.
Le sussurrai, cingendole la vita con le mani.
- Non dire cagate, Cass.
Mi sussurrò a denti stretti, afferrandomi la nuca, portando i nostri nasi vicini.
- Uuuuuuuhuuu!!!!!!
Sentimmo una voce proveniente da dietro, entrambi ci girammo di scatto. Una ragazza dai lunghi capelli neri stava saltellando dalla gioia.
- Era ora che qualcuno le rompesse quel naso da stronzettaaaa!! BRAVISSIMAAAA!!!
Disse buttandosi al collo di Emma, continuando a saltellare. Entrambi eravamo abbastanza imbarazzati.
- Ehm...ti dispiace?
Le chiese lei, scostandola da vicino.
- Alice, io sono Alice, tu chi sei?
Ah, eccola la “studiosa”.
- E-Emma...
Disse balbettando come impacciata, chissà perchè tutte le volte che dice il suo nome si imbarazza.
- Bhè, brava ancora!! Ci vediamo CASTORO!
Mi urlò girata di spalle, con un braccio sollevato e facendo “ciao ciao” con la mano.
- RIPETI SE HAI IL CORAGGIO?!
Le urlai dietro arrabbiato. Lei riprese a ridere, mentre saltellava via facendo svolazzare i capelli e la borsa tracolla rossa che aveva.
- Imbarazzante...
Sussurrò continuando a guardarla.
- Ma troppo simpatica per non esserti amica.
Io sbuffai.
- Secondo me sa essere davvero insopportabile a volte...
- Secondo me, invece, se la cava.
- Bhè....aspetta...mi avevi chiamato per nome prima?
Le chiesi con sorriso cattivo.
- Forse...
Ringhiò cattiva, prendendomi i fianchi e portandomi a lei. Mi allungai per darle un bacio, ma si scansò.
- Vado ad affrontare il nemico, generale.
Mi disse, saltando sullo skate e andando via a tutta velocità. Risi. Presi lo zaino e le corsi dietro.
“Non solo ribelle, è anche una bulla da paura, mi piace!”
Penso mentre corro, lei scompare veloce, ma so dove posso trovarla. Entro a scuola.
“Soli dieci minuti di ritardo!”
Penso stupito, guardando il grande orologio all’ingresso della scuola. Entro. Aspetto Nathaniel che mi sgrida.
“3....2....1...VAI!”
Mi girai di scatto, ma lui non c’era.
- Ma che cazz...
Dico stranito. Sento delle gran urla dalla presidenza.
- HA ROTTO IL NASO AD UNA STUDENTE, la sorella del qui presente Nathaniel, ED è IL SUO SECONDO GIORNO DI SCUOLA!! MA SI RENDE CONTO??!!
- Eh? Ah, cosa ha detto?
Chiese lei ridendo. La preside era più che furiosa, sembrava una pentola a vapore.
- è SOSPESA!! PER 3 GIORNI!!
Le urla contro. Lei scrolla le spalle.
- 3 giorni in meno di questa rottura.
Dice, ed esce seccata dalla presidenza.
- C-Ciao...
Le dico alzando una mano, ma lei è troppo seccata, esce dalla scuola sbattendo i portoni.
- Belle amiche che ti fai Cass!!
Mi ringhia addosso Nathaniel, passandomi affianco.
- Hai qualche problema Biondo?!
Gli urlo sarcasticamente. Lui mi si avvicina.
- Questa volta non la passi liscia, mia sorella sarà antipatica, ma è pur sempre mia sorella! Tieni la tua puttanella lontana da lei!!
Mi stupisco molto (Nathaniel non aveva mai detto una parolaccia in vita sua), ma la rabbia prevale.
- NON CHIAMARLA MAI PIù COSì!!
Gli urlo, tirandogli un pugno in piena faccia. Nath incassa, e cade per terra. Si rialza, pulendosi le labbra. Cominciamo a litigare. Tra pugni, calci, arriva Alice.
- RAGAZZI!! Che cosa state facendo?!
Si intromette tra noi due, facendoci placare.
- Vattene racchia, tu non centri nulla qui!
- COME L’HAI CHIAMATA CASTIEL??!! RIPETILO SE SEI UN UOMO!!
Mi urla addosso Nathaniel.
- ORA BASTA!
Urla la mora. Prende Nath e lo porta via.
“Tsk, stupido stronzo!”
Penso prendendo a calci lo zaino, diretto verso la classe, mentre guardo le porte del liceo che ancora si muovono dalla violenza dei calci di Emma uscita dalla scuola.
 
  
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