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Autore: Nogistunefan    09/06/2013    2 recensioni
Siamo nel ventunesimo secolo. la nostra Rin ha 16 anni e sta beatamente passeggiando vicino Central Park, a New York, di notte. cosa succederà quando Rin verrà attaccata da una creatura assetata di sangue, e sarà costretta a collaborare con un'organizzazione segreta chiamata Demonhunters?
Genere: Avventura, Mistero, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Rin, Sesshoumaru, Un po' tutti | Coppie: Rin/Sesshoumaru
Note: AU, What if? | Avvertimenti: nessuno
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L'inizio... o meglio, la fine
 



Salve a tutti!! dunque, questa fanfic si ispira, in gran parte, alla serie Shadowhunters di Cassandra Clare. spero vi piaccia!

- Una settimana fà-
Non ricordo molto di quella giornata umida e fredda di inizio inverno. Uscendo da scuola avevo proposto a Jacob, il mio migliore amico, di passare a prenderci qualcosa di caldo da Starbucks. Una volta là, ci eravamo presi due caffè lunghi e ci eravamo accomodati nel nostro solito tavolo. quello che da sulla strada, a entrambi piace guardare la gente passare, vedere i volti buffi delle persone mentre parlano al telefono, o mentre sgridano i propri figli. Io e Jacob stavamo commentanto il trucco esagerato di una signora anziana - io noncredo che quella abbia uno specchio a casa- aveva commentato Jacob, affogando le risate nel suo caffè -secondo me ce lo aveva eccome, peccato che gli si sia rotto a forsa di dover riflettere le sue trovate sul look!- risposi io, dandogli una pacca sulla spalla. Ad un certo punto notai, all'angolo che dava sulla 34esima, un ragazzo. era completamente vestito di nero, una specie di tuta. la felpa era senza maniche e si potevano ben vedere i muscoli, non troppo accentuati. la cosa strana del ragazzo erano i capelli: lunghi e bianchi, tenuti in una coda alta. alla luce del sole smbravano consparsi di tanti diamanti, che riflettevano la luce gialla e calda. era seguito da una ragazza e un ragazzo, entrambi vestiti di nero come lui. la ragazza portava sulla schiena un boomerang, mentre il ragazzo, che portava una serie di orecchini estremamente fighi, portava in mano uno strano bastone, era composto da un manico di legno e terminava in una specie di grande anello che al suo interno conteneva altri sei anelli più piccoli e sottili. - guarda quel gruppetto la! sembrano un'associazione di becchini!- dissi indicando con il bicchiere mezzo vuoto il lugubre gruppetto che adesso sfilava proprio davanti alla vetrina del bar. - quale gruppetto, scusa?- mi chiese Jacob, con un'espressione persa. cominciai ad indicare con più insistenza il terzetto. senza successo. - uff...non capisco prorpio! da quando hai seri problemi con la vista, Jacob?- l'altro mi guardò come per dire " non ti preoccupare, tu resta qui, io chiamo la neuro!". - è impossibile che non li vedessi! erano proprio li! e poi...- lasciai morire la frase. i miei occhi erano caduti sull'orologio che si trovava dall'altra parte del bar, e.... ERA TARDISSIMMO! -porca puzzoletta!- esclamai alzandomi di scatto dalla sedia. -ora che c'è? hai visto un asino volare?- lo guardai come se stessi per mandarlo a quel paese, ma rinunciai: si sarebbe perso nel tragitto. - scusami, Jacob, avevo promesso a mamma che sarei passata a fare la spesa per lei.- presi in mano il caffè.- ora vado, ti chiamo dopo. ok?- lui si limitò ad annuire e a salutarmi con la mano, mentre mi regalava uno dei suoi sorrisi più buffi. Mi catapultai fuori da Starbucks e mi diressi di corsa verso la strada del supermercatopiù vicino che conoscessi.
- 2 ore dopo-
mi trovavo a camminare vicino al Central Park, le buste della spesa mi stavano massacrando un braccio. Non avevo voglia di ritornare a casa, semplicemente non mi andava. era una sensazione meravigliosa quella del vento invernale che ti pungeva la pelle mentre camminavi senza una destinazione precisa. nonostante fossero le 9 di sera, la strada era ancora trafficata, le voci delle persone, i clacson delle macchine e il rumore dei passi mi avvolgeva. mi addentrai nel parco per sedermi in una panchina vicino al lago. mentre camminavo sentii dei passi affrettati fra i cespugli, il rumore irregolare dei passi mi mise in agitazione. mi feci forza, convincendomi che fossero solo delle persone che uscivano dal parco. poi sentii un tonfo alla mia sinistra, dove cominciava un piccolo boscetto, un gemito soffocato mi giunse alle orecchie, facendomi rizzare i peli sulle braccia. adesso i passi si erano dermati, ma si sentiva un rumore regolare e secco. una serie di rumori terrificanti si fecero spazio nella mia mente, finche non sentii la tasca del mio capotto vibrare. era il mio cellulare che mi avvisava che era arrivato un messaggio. "dove sei?" diceva il messaggio di mia madre. stavo per rispondere, quando un rumore molto più forte e vicino mi distrasse. alzai gli occhi dal cellulare, allarmata. una sagoma scura si nascondeva dietro i cespugli. sentivo il respiro di una persona, o quella che mi sembrava una persona. i cespugli cominciarono a treamare, mentre io indietreggiavo sempre più spaventata. alla fine la cosa si rivelò. era un'uomo, sulla ventina. portava dei jeans e una maglietta scura che gli metteva in risalto i muscoli sulla pancia. sarà stato alto più o meno un metro e ottanta. poso gli occhi su di me, accennando un sorriso.- buonasera, signorina.- mi disse -non è un pò tardi per girare da sola?- chiese, già conoscendo la risposta. io mi guardai intorno, speranzosa di vedere qualcuno. -come ti chiami, signorina?- chiese, senza smettere di sorridere.-R-Rin- dissi, con la voce che mi tremava. -oh, ma che bel nome! sembra il suono di una campanella!- disse avvicinandosi pericolosamente a me. -e dimmi, Rin: tu ci credi alle storie sui vampiri e sui lupi mannari?- la domanda mi lasciò un pò sorpresa: ovvio che non ci credevo. e se lo voleva sapere non credevo nemmeno a Babbo Natale e alla Fatina dei Denti!mi limitai a fare di no con la testa. il volto dell'uomo si illuminò, fece un'altro passo verso di me. - è un vero peccato, sai?- parlo lentamente, dandomi il tempo di sbirciare dentro la sua bocca, per farmi notare la fila di denti bianchissimi che la ornavano. continuai a guardarlo con un sguardo impaurito, finche lui non esplose in una fragorosa risata, mostrando apertamente i due canini affilati e lucidi, che gli uscivano leggermente dalle labbra. -è davvero un peccato!- ripetè. successe tutto molto velocemente, cosi velocemente che non mi accorsi quasi per niente dei suoi movimenti. mi prese per un braccio e mi fece fare un mezzo giro su me stessa, dandogli le spalle. a qual punto senti le sue mani fredde sulla pelle del collo. mi sposto latesta di lato e avvicino i canini alla carne. ebbi appea il tempo di gridare al vento tutta la mia disperazione e tutta la mia paura di morire che lui mi morse. fu la cosa più dolorosa di tutte, era come subire due punture allo steso tempo, ma queate due punture mi stavano uccidendo. sentivo il risucchio del vampiro, attaccato al mio collo. ogni secondo che passava sentivo le gambe farsi più pesanti, e mi risultava sempre più difficile restare sveglia. alla fine sentii che mi lasciava andare, e io cadevo per terra. l'ultima cosa che mi ricordo di quella giornata è la vista dello strano tipo vestito di nero che sbucava da dietro un cespuglio e che con una lunga spada trafiggeva l'essere immondo. poi fu solo buio.




Eccoci qua!! questo è il primo capitolo di quella che, spero, sarà una lunga fanfic!!! la prossima volta mi soffermero sulle presentazioni dei personaggi e conoscerete qualcosina del loro passato ( ma solo qualcosina eh!). spero di avervi incuriositi! alla prossima!







  
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