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Autore: Kate244    10/06/2013    4 recensioni
"Patetico John. Stai cercando di ignorarmi.
Non puoi dimenticare John.
Non vuoi dimenticare.
Non me."
Piccola OS Johnlock post-2x03 (mi rifiuto di nominare il nome della puntata invano).
Angst. Angst e dolore a palate e il tutto sulle note di Against All Odds.
Genere: Angst, Drammatico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: John Watson , Sherlock Holmes
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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NdA: Hi! Dunque, questa è la mia prima fanfiction in questo fandom e blablabla spero che vi piaccia. L'ho scritto ascoltando “Against All Odds” di Phil Collins, quindi se volete potete sentirla anche voi mentre leggete, o anche in un altro momento: ve la consiglio comunque perché per me è un gioiello. Bene, penso di avervi annoiato abbastanza, so ENJOY!

Ah, dimenticavo, i personaggi non mi appartengono etc. etc.


 

There's so much I need to say to you


 

Per Mi_ki, per aver letto ed apprezzato questa cosetta

prima ancora che la apprezzassi io

 

I wish I could just make you turn around

Turn around and see me cry

There's so much I need to say to you

So many reasons why

You're the only one who really knew me at all

 

(Vorrei proprio poterti far girare indietro

Girare indietro e vedermi piangere

Ci sono tante cose che ho bisogno di dirti

Così tanti perché,

Tu sei l'unico che mi ha conosciuto davvero)

 

Cerchi di prestare attenzione al programma televisivo che ti sei imposto di seguire.

Non ci riesci.

 

Patetico John. Stai cercando di ignorarmi.

Non puoi dimenticare John.

Non vuoi dimenticare.

Non me.

 

Muovi la mano, un gesto secco, come a scacciare un pensiero ostile dalla tua testa.

Spegni il televisore. Stasera non c'è niente di interessante.

 

E poi eccolo. Un gesto, un leggero spostamento d'aria, uno spiffero entrato dalla finestra e tu ti ritrovi in piedi a fissare la porta, i nervi tesi e gli occhi piantati sulla maniglia arrugginita.

Ma quella non si abbassa.

Neanche questa volta.

 

Lo stadio della negazione, John.

La tua analista non te ne ha mai parlato?

Non si abbasserà mai la maniglia.

Sono morto, mi hai visto cadere, ricordi?

 

Sì, ricordi.

Ricordi ogni parola, ogni sguardo, ogni litigio, ogni caso.

E questa è la parte peggiore: ricordi anche ciò che vorresti dimenticare.

La sua voce mentre ti parlava da quel maledetto cellulare e il suo corpo coperto di sangue sull'asfalto.

La sensazione del suo polso che scivolava dalle tue mani. Della sua vita che scivolava via dal suo corpo.

Ricordi anche ciò che non c'era.

Il battito del suo cuore. Il suo respiro. La sua voce a chiamare il tuo nome.

Ricordi il dolore sordo al petto e poi il buio.

 

 

Il buio non è più buio. Anche quando chiudi gli occhi lui è lì.

È con te. Sempre.

Ma non c'è. Mai.

 

 

Allucinazioni, John?

 

Sì, allucinazioni.

Niente di grave ha detto la tua analista.

Ma ti distruggono comunque. Perché lui è lì, con te, ma non veramente.

Percepisci la sua presenza, il suo respiro sulla tua pelle, ma appena ti volti per vederlo, per cercare il suo sguardo lui non c'è. Sparisce e ti lascia solo.

 

Perché ti lascia sempre solo?

Perché ti fa così male?

 

All'improvviso un fruscio interrompe di nuovo il flusso dei tuoi pensieri.

Ti volti, alla ricerca di quegli occhi.

E, per un momento, ti sembra quasi di vederli. Poi, però, il silenzio torna ad avvolgerti e tutto si fa buio e dolore.

Ti fa male.

Ti fanno male le parole non dette. Quelle che non dirai mai.

Perché non le vuoi neanche sentire, perché fa solo più male, perché vuoi fare finta di non averle neanche mai pensate. Eppure ci sono. Sono lì, incastrate tra il cuore e la gola, e graffiano, ti feriscono, e vorrebbero solo uscire. E anche tu lo vorresti.

 

Vorresti averle sputate fuori.

Vorresti aver avuto più tempo.

Vorresti tornare indietro.

Vorresti buttarti anche tu da quel dannato tetto, perché...

 

Perché John?

Come potevi dirle a me queste parole, se non le dici neanche a te stesso?

 

Di nuovo scacci la sua voce dalla tua mente.

È inutile.

Lui è morto, sparito. Se ne è andato. Portandosi via tutto ciò che avevi.

Sono tutti convinti che passerà.

Che magari un giorno che ti vedranno passeggiare per Londra, mano nella mano con una donna mentre osservate inteneriti i vostri bambini che corrono per i marciapiedi.

E lui per te non sarà nient'altro che un'ombra, che ricorderai a malapena il colore dei suoi occhi, che sarà solo una parentesi drammatica della tua vita, una cosa di cui parlare a cena davanti ad un arrosto, mentre tua moglie serve agli ospiti altro vino, sorridendo cortese e guardandoti con occhi innamorati, fiera di se stessa, per essere riuscita a salvarti dalla disperazione.

 

Ma non è così.

Quegli occhi non spariranno, per quanto tu ci possa provare.

 

Non spariranno perché tu non vuoi John.

 

Non vuoi perdere il ricordo. Almeno non quello.

Le lacrime ti bagnano il volto mentre pensi che ormai è tutto quello che hai.

Il ricordo.

Non piangi da quando i tuoi genitori si sono separati.

Ma al momento non importa.

Urli.

Forte.

Urli il suo nome.

Urli il tuo bisogno di averlo ancora accanto, di stringerlo come non hai mai avuto il coraggio di fare.

Urli e ti fai male, senti la gola pungere e il sapore salato delle tue lacrime invadere la bocca.

Urli e pensi quello che non hai mai pensato e che hai sempre pensato.

Quello che non gli hai mai detto e che avresti voluto dirgli.

 

Se solo ne avessi avuto il coraggio ti avrei detto che ti amavo.”

 

So take a look at me now
Cause there's just an empty space
And there's nothin left here to remind me
Just the memory of your face
Take a look at me now
Cuz there's just an empty space
And you comin back to me is against the odds
and that's what I've gotta face.

 

(Così, guardami un attimo; oh, c'è solo uno spazio vuoto
Non c'è più niente qui che mi può far ricordare,
solo la memoria del tuo viso
Oh, guardami un attimo; beh c'è solo uno spazio vuoto
E tu che ritorni da me é contro ogni probabilità;
e questo è ciò che devo affrontare)

 

 

NdA: Per la cronaca le cose in corsivo sono dette dal Sherlock nella mente di John. Neanche a dirlo, le recensioni sono ben accette, e se invece volete picchiare chi mi ha convinto a pubblicare, rivolgetevi a Mi_ki (ovviamente scherzo, love yah.)

  
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