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Autore: Arpiria    11/06/2013    2 recensioni
LiNeerlay , tuttavia, poteva dirsi fortunata. Messasi al servizio di uno spettro, accettava con ringhi soffocati di essere da costui punzecchiata e derisa, ma aveva un pasto caldo a notte e protezione assoluta dagli elfi e dalle altre creature che avevano in odio il suo popolo.
Una chioma infuocata volteggiava in silenzio verso di lei. Gli stivali nerissimi calpestavano la terra senza far rumore. Era un incontro, o meglio, uno scontro tra rosso e bianco.
{Un piccolo estratto immaginario della vita di Durza}
Genere: Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo Personaggio
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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  Il tempo dei traditori
 

 
 
Si chinò per raccogliere un freddo leccio dal terreno fangoso. Non aveva mai visto una distesa di grandi alberi corrosa da una tanto grande violenza, dalla presa ferrea del fuoco che non perdona e delle asce sterminatrici.
Mosse un passo elegante, solo uno, prima di arrestarsi. Volse il capo al cielo e inspirò con le sottili narici l'odore di foglie bagnate. Non uno fruscio di vento, non un bagliore amico da parte di stelle che non avevano mai avuto l'onore di strapparle neanche un minimo sguardo.
Nata nel ventre della terra stessa, LiNeerlay non conosceva la calorosa carezza del sole. Altro non era, a suo avviso, che una palla infuocata dal grande palmo venoso di raggi sempre intento a schiaffeggiarle gli occhi. 
Nella sua natura di Drow, di traditrice, di bellezza smarrita tra le pendici dei tristi salici e gli antichi frassini ricurvi, LiNeerlay non pensava ad altro che a sopravviere. Ridotti alla stregua di animali, da valoroso popolo intellettuale che conosceva a memoria le leggi dei venti e i misteriosi moti degli astri, non riuscivano più a trovare altro a cui pensare che non fosse cibo, oscurità, tunnel e dei aracnomorfi.
LiNeerlay, tuttavia, poteva dirsi fortunata. Messasi al servizio di uno spettro, accettava con ringhi soffocati di essere da costui punzecchiata e derisa, ma aveva un pasto caldo a notte e protezione assoluta dagli elfi e dalle altre creature che avevano in odio il suo popolo.
Una chioma infuocata volteggiava in silenzio verso di lei. Gli stivali nerissimi calpestavano la terra senza far rumore. Era un incontro, o meglio, uno scontro tra rosso e bianco. La mente di LiNeerlay fu prepotentemente distolta dai pensieri nei quali si era calata. Era pronta a ricevere il suo premio: carne di elfo. Smembrare coi denti, rigurgitare ed espellere tramite le feci il suo nemico era ciò che la rendeva più euforica in assoluto, così mosse un passo impaziente verso lo spettro, reclamando con gli occhi e con le labbra il suo bottino.
- Ancora una volta sei stata tremendamente lenta. Cosa ti fa pensare che tu ti sia meritata questo cucciolo di elfo? - La voce dello spettro era annoiata e strascicata, come se avesse di meglio da fare. Aveva una ciotola in mano contenente diversi pezzi di carne aggrovigliati tra loro, muscoli, tendini ben cotti e qualche osso. Tutto il pasto era, naturalmente, immerso nel sangue ancora caldo dell'ignara vittima. LiNeerlay si passò la lingua sulle labbra, soddisfatta. I cuccioli di elfo erano la pietanza che preferiva: la loro carne era incredibilmente tenera...
- Dammi il mio pasto e torna a leccare i piedi a Galbatorix.-  Gli intimò, cacciando una mano artigliata in avanti e agguantando la ciotola dalle mani dello spettro.  Immerse l'arto nero nel sangue e si portò un pezzo di carne alle labbra, dilaniandolo con le zanne da lupo, affamata, mentre l'alta e severa coda nera in cui aveva raccolto i capelli giaceva sparsa tra le sue forti scapole.
Lo spettrò si inginocchiò accanto a lei. I suoi occhi opachi sembravano osservarla senza capire cosa stesse effettivamente facendo, come se non volesse realizzare che un gesto così ripugnante potesse essere effettivamente compiuto. Tuttavia, e LiNeerlay lo sapeva bene, non era il suo macabro pasto a sconvolgerlo, quanto piuttosto la ferocia con cui lo stava ingurgitando.
- Una femmina dovrebbe avere dei modi più aggraziati.- 
Nessuno, scoprì, era in grado di irritarla quanto Durza. Sembrava volerla rimbeccare su qualunque cosa, come se tutto il suo agire rappresentasse, nella sua totalità, un qualcosa di assolutamente erroneo.
Dopo aver trangugiato il sangue lanciò altrove da ciotola, mandandola probabilmente a sfracellarsi dentro qualche cespuglio o torrente. Più tardi l'avrebbe recuperata, se ne avesse avuto voglia.
- Ti caccio la lingua in gola, se non stai zitto.- Lo minacciò, secca e coincisa, serbando nel cuore lo stesso ruggente orgoglio che bruciava il petto di ogni Drow. Non sopportava che le venisse detto cosa fare, come comportarsi. Incassava colpi su colpi, insulti su insulti, ma lo faceva in modo tutt'altro che passivo che, sotto sotto, a Durza non dispiaceva. 
- La tua razza è davvero stupida e avventata come sembra, se osi rivolgerti con questi toni a un tuo superiore.- 
Il viso sfigurato dello spettro ospitava un sorrisetto irritante. Non era arrabbiato, si stava semplicemente prendendo gioco di lei ed era ciò che LiNeerlay sopportava meno. Aveva due scelte, a questo punto: cacciargli il pugnale in mezzo alla fronte o mantenere la parola data, costringendolo al silenzio a suo modo. Dato che, a conti fatti, la prima opzione si sarebbe rivelata del tutto inutile a causa dell'impossibilità di morire del suo avversario, optò per la seconda. Posato il palmo della mano a terra, si sporse verso di lui e gli cacciò la lingua umida di saliva mista a sangue dritta in bocca, dando origine a un bacio che di casto e delicato aveva ben poco. Mentre le loro labbra sfregavano le une contro le altre, le loro lingue si intrecciavano e davano vita a un violento gioco per la supremazia. Quando si separarono, più per la mancanza di ossigeno che per altro, Durza non sembrava particolarmente impressionato. Era come se, in un certo senso, se lo aspettasse. 
- Quando mai si è vista una Drow invaghita di uno spettro? Sei una delusione per la tua razza.- 
E marcò la parola "razza", quel dannato, come se fosse un insulto. L'intero bosco taceva. Da qualche parte, in lontananza, si alzò il ritmato canto di un uccello silvestre. LiNeerlay rimase ad ascoltarlo per pochi istanti prima di piantare con un gesto di stizza il pugnale sul letto di foglie morte in cui stava seduta e sputare, piena di disprezzo, ai piedi del suo stesso superiore.
- Ma quale invaghimento-, ringhiò, acida, - Risvegli semplicemente il mio istinto di riproduzione.-
Anche l'uccello aveva cessato il suo canto. Tutto, intorno a loro, era buio e silenzio. Solo gli alberi continuavano a bisbigliarsi i loro segreti, ma nessuno, a parte le polverose e antiche radici, potevano comprenderli. 
Una marea di notte e di cenere si stese sulle loro iridi. 
 



Note

In realtà doveva essere un'introduzione a un personaggio inventato per un'amica, ma sebbene fosse solo una storiella ho deciso lo stesso di pubblicarla per evitare che andasse perduta nei meandri del mio PC.
Durza è il mio personaggio preferito e mi auguro di averlo reso viscido e subdolo al punto giusto.
Per chi non sapesse cosa sono i Drow: si tratta di elfi oscuri, rinnegati dagli altri elfi e confinati nel sottosuolo. Sono organizzati in una società matriarcale e venerano una dea aracniforme. Naturalmente detetstano gli elfi con tutte le loro forze. 
Il personaggio di LiNeerlay mi appartiene. 
Grazie in anticipo a chiunque lascerà un commento.


One Sky One Destiny




 
  
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