Anime & Manga > Naruto
Ricorda la storia  |       
Autore: Sakurina    27/12/2007    13 recensioni
Tenten è malata e i suoi compagni di squadra, soprattutto Neji, si preoccupano per lei. Presto però Tenten verrà rapita e Neji ne scoprirà il collegamento con la sua misteriosa famiglia e con un passato sconcertante! Chi è realmente Tenten e cosa ha nascosto per tutto questo tempo ai suoi amici?
[NejiTen]
Genere: Introspettivo, Romantico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Neji Hyuuga, Tenten | Coppie: Neji/TenTen
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Naruto prima serie
Capitoli:
   >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Rescue Tenten

Rescue Tenten!

 

 

Ciaooo! Sono Sakurina e questa è la mia prima storia dedicata interamente a Neji e Tenten. In realtà mi sono sempre chiesta perché si sapessero vita morte e miracoli di Neji e famiglia Hyuga, mentre della povera Tenten non si conosce nemmeno il cognome! Così mi sono permessa di immaginare un passato misterioso per la nostra bella kunoichi, un passato mai rivelato a nessuno! Ma presto Neji e i suoi compagni ne verranno a conoscenza... cosa succederà? Cosa nasconde in realtà Tenten nella sua sospetta anonimità? Leggete e fatemi sapere se vi piace! Bacione Sakurina

 

 

Capitolo 1

 

Tenten appoggiò lentamente la fronte contro il tronco dell'albero, chiudendo gli occhi. Sentiva che la testa le sarebbe esplosa da un momento all'altro. Un forte dolore le trafiggeva le tempie, una terribile pesantezza la opprimeva: no, quel giorno non stava per niente bene.

"Sarei dovuta rimanere a casa..." pensò, scocciata, strofinandosi gli occhi pesanti.

-"Tenten! Vieni giù con noi, avanti!"- la chiamò a gran voce Rock Lee, avvicinandosi ai piedi dell'albero.

La bella ragazza stava seduta sul Suo ramo (praticamente era diventato di sua proprietà a furia di starci seduta), sull'albero che si trovava nel solito luogo di ritrovo del Team Gai.

Tenten si sporse leggermente, in modo da incontrare gli occhi dell'amico, sforzando un sorrisino.

-"No, preferisco rimanere quassù per oggi!"- rispose, mostrando la sua solita aria solare e allegra.

-"Suvvia Tenten, non fare l'asociale! Vieni giù ad allenarti, approfitta della tua giovinezza!"- aggiunse il maestro Gai, avvicinandosi a Lee e mostrando il suo solito sorriso smagliante alla ragazza.

Tenten sospirò, scuotendo leggermente la testa in segno di rassegnazione.

-"Se ha detto che preferisce rimanere lì, non è il caso di sforzarla."- asserì seriamente Neji, fermo nel centro del piazzale. I suoi occhi cristallini scrutavano la compagna scrupolosamente. Fin da quando l'aveva vista quella mattina, il ragazzo aveva notato qualcosa di strano in lei: ma adesso stava cominciando a preoccuparsi.

-"In realtà mi sembri pallida Tenten... sei sicura di sentirti bene?"- aggiunse Neji, inarcando un sopracciglio, poco convinto.

Tenten sentì una specie di fitta al cuore, le guance infuocarsi... Neji aveva capito che non si sentiva bene? Forse... si preoccupava per lei?

"Beh... è ovvio, Tenten... è inutile che ti emozioni tanto... Neji è sempre stato un tipo attento ai particolari, non ti devi stupire... che stupida che sono..." pensò la kunoichi, facendo svanire l'imbarazzo dal suo viso e ritornando padrona di se stessa.

-"Tranquillo, Neji! E' tutto okay! Sono solo un po' stanca!"- gli urlò Tenten, sfoderando il suo solito sorriso rassicurante.

-"Eeeeh... queste donne... purtroppo hanno sempre bisogno di trovare dei momenti da dedicare unicamente a se stesse... se ne stanno lì, in disparte, a contemplare l'infinito e a pensare le loro cose tipicamente femminili... come sono profonde! Il pensiero alle donne e l'azione agli uomini, l'ho sempre detto io!"- affermò convinto Gai, raggiungendo Neji al centro del piazzale, attirando un'occhiataccia discordante da parte della ragazza.

-"Sì, ha ragione lei, Gai-sensei! Tenten, tu continua pure a contemplare i tuoi pensieri da femmina tranquillamente! Noi ci alleniamo!"- assentì Lee, allontanandosi dall'albero insieme all'adorato maestro.

Tenten li fulminò entrambi, contrariata: da quando quei due erano così maschilisti? Se fosse stata in forze, sarebbe andata di corsa a dar loro una bella lezione, di quelle che solo lei sapeva infliggergli a dovere. Ma quel giorno... no, era troppo debole.

Mentre la ragazza richiudeva gli occhi, sospirando, Neji non poteva fare a meno di scostare il suo sguardo da lei: la conosceva fin troppo bene, ormai. Tenten non sapeva mentire. Quel sorriso che gli aveva mostrato... sapeva fin troppo di finto. E forse ciò che più lo scocciava era proprio il suo ostinato ottimismo, il vedere tutto sempre da una prospettiva positiva anziché realistica. Per carità, Neji adorava, se non addirittura amava, il sorriso di Tenten. Era una delle poche cose che riuscisse ad alleggerirgli il cuore, a dargli un po' di sollievo, a rendere migliori le sue giornate fin troppo spesso grigie. Ovviamente questo lei non lo sapeva, e se fosse dipeso da lui, non l'avrebbe mai saputo. Ma ciò che lo rendeva più nervoso, che non riusciva proprio a contemplare, era la sua ostinazione a tener nascosto agli altri ciò che pensava o provava realmente. Non che Neji fosse l'estroversione fatta persona, ma almeno era nella sua indole l'essere distaccato con tutti e degli altri non è che gli importasse poi più di tanto. Tenten, invece, nascondeva sempre ciò che provava non per se stessa, ma per non far star male gli altri. Altruismo? Bontà? Neji non sapeva come classificare quella caratteristica della compagna, ma a volte la rendeva così sfuggente e distante che avrebbe davvero voluto sapere cosa ci fosse dietro. A volte... sentiva di non conoscere realmente Tenten.

E anche in questa situazione, Tenten non si era smentita: no, lei non stava male, figuriamoci! Lei semplicemente era stanca. Anche se era pallida come un lenzuolo, l'aveva rigirata in modo che suonasse come una sciocchezza o comunque come qualcosa di non grave, perché far preoccupare inutilmente i suoi amici?

Negli ultimi due mesi erano corsi da una parte all'altra della Terra del Fuoco per portare a termine una missione dopo l'altra senza mai fermarsi. Per Tenten era stato strenuante. E adesso tutta la stanchezza e lo stress si stavano sfogando sul suo fisico indebolito. Del resto, oltre ai suoi compagni, nessuno poteva sapere quanto lei stesse male, nessuno ad aspettarla a casa una volta rientrata dalle missioni, nessuno che appoggiasse dolcemente la mano sulla sua fronte per sentire se avesse la febbre, nessuno che le sussurrasse dolci parole di congratulazione per le missioni riuscite... anche se fosse rimasta a casa, quel giorno, Tenten sarebbe stata peggio che non lì. La compagnia dei suoi amici era la medicina migliore per lei, anche solo sentirli ridere o bisticciare la faceva sentire meglio. La solitudine della sua casa era opprimente.

Ma purtroppo, stare seduta su quel ramo non le faceva bene comunque. Cominciava a sentire freddo, un gran freddo. Gli occhi non riuscivano più a stare aperti. I suoni diventavano pian piano sempre più confusi, le voci sempre più indistinguibili. E si sentiva così stanca... debole... sola... 

Improvvisamente, i sensi la abbandonarono completamente, lasciandola scivolare di peso in avanti, cadendo giù dal ramo.

Fortunatamente, Neji se ne accorse e scattò prontamente verso di lei, prendendola al volo per miracolo, stringendola saldamente tra le sue forti braccia. Il ragazzo fissò allarmato l'amica: adesso, il volto della ragazza pareva leggermente arrossato sulle guance, il respiro affannoso, il corpo bollente tremava dal freddo in quella calda giornata di fine agosto.

-"Tenten...!"- mormorò Neji, allarmato.

Gai e Lee lo raggiunsero, fissando l'amica preoccupati.

-"Ha la febbre alta..."- commentò Gai, con tono apprensivo.

-"Accidenti... allora avevi ragione tu, Neji! Tenten sta male!"- sbottò Lee, amareggiato.

Neji non rispose, si limitò a stringere forte a sé la ragazza, visibilmente turbato.

 

ó

 

"Sono fiera di te, Tenten..."

 

Una voce calda e rassicurante, ma così lontana nel tempo e nei ricordi... quei morbidi capelli castani, sempre profumati di vaniglia, quei splendidi occhi dal taglio così gentile e quelle labbra delicate sempre piegate in un dolce sorriso...

 

"...mamma..."

 

-"Ten-chan!"-

Una voce dolce ma insicura la richiamò, destandola dai suoi sogni.

Tenten riaprì gli occhi a fatica. Dal principio vide tutto sfuocato, ma lentamente le figure si fecero più nitide, riconoscendo così i volti amichevoli di Hinata e Ino.

-"Mmh... che è successo? Mi ha investita una mandria di bufali...?"- chiese flebilmente Tenten, cercando inutilmente di alzarsi.

-"Lascia perdere. Devi stare sdraiata e riposarti, per adesso."- la ammonì severamente Ino.

-"Avanti Ino... che dici... sto benone!"- sforzò un sorrisino convincente Tenten, ma in cambio non ricevette nient'altro che un'occhiataccia di rimprovero dalla biondina.

-"Neji mi ha detto che sei svenuta cadendo giù da un albero... se stessi davvero bene non ti sarebbe mai successa una cosa del genere. Senza contare il fatto che avere 39 di febbre non vuol dire stare bene, Tenten..."- le spiegò la Yamanaka, a braccia conserte.

Tenten sospirò, con espressione mortificata. Probabilmente aveva fatto preoccupare tutti e questo le dispiaceva infinitamente.

Si guardò intorno spaesata: non capiva bene dove si trovasse.

-"Dove siamo...?"- chiese Tenten, perplessa.

-"...sei a casa mia, Ten-chan..."- le spiegò con tono dolce Hinata, stringendole la mano. -"Neji ti ha portata qui..."-.

La ragazza abbassò tristemente lo sguardo, avvampando leggermente all'idea di essere stata portata fin laggiù in braccio da Neji... e lei era rimasta svenuta tutto il tempo!

"Si può essere più idiote?! Ho sprecato l'occasione della mia vita... Neji Hyuga mi ha presa in braccio e io ero svenuta come una ebete! Beh, del resto non lo avrebbe fatto se non fossi stata male... comunque, che sfiga!" pensò Tenten, mordicchiandosi il labbro inferiore, preda dei rimorsi più atroci.

-"Bene, adesso devo andare, Shikamaru mi aspetta..."- asserì Ino, alzandosi in piedi, sospirando -"...mi raccomando, Hinata, mi fido di te. Non lasciarla alzare prima che le sia scomparsa la febbre. Siccome si tratta solo di stanchezza, non posso consigliarti altra cura che il riposo più assoluto, capito, Tenten?"- concluse la biondina, inarcando un sopracciglio, rimproverandola con lo sguardo.

-"Okay, okay... ho capito, tranquilla..."- sospirò l'amica, nascondendo il volto sotto le coperte.

Quando Ino se ne fu andata, Hinata portò una calda tazza di thé all'amica. Tenten si mise a sedere, sistemando i lunghi capelli ondulati sciolti dietro la schiena, come per nasconderli alla vista della ragazza.

Hinata arrossì lievemente, sorridendo divertita, sedendosi accanto all'amica.

-"Mi dispiace di darti questo disturbo, Hinata... prometto che me ne andrò il più presto possibile!"- disse Tenten, amareggiata.

-"Ma... cosa dici, Ten-chan! A me fa piacere averti qui... e non solo a me, credimi..."- asserì Hinata, cercando inutilmente di nascondere un lieve sorrisino malizioso.

Tenten ignorò l'allusione: non voleva farsi strane illusioni, ragion per cui meglio non porsi domande.

-"...ha vegliato su di te fino a poco fa, se n'è andato appena è arrivata Ino-chan..."- continuò Hinata, riferendosi chiaramente a Neji.

-"Ah... davvero...? E dov'è andato adesso?"- chiese l'altra, fintamente disinteressata.

-"Non so... è andato via con Gai-sensei e Lee-kun in fretta e furia, ma non mi ha detto dove... tranquilla, sono sicura che ritornerà sicuramente fra poco..."- la rassicurò l'amica, sorridendo appena.

 

ó

 

Finalmente, la febbre si doveva essere abbassata di qualche linea.

Tenten si sollevò dal morbido e caldo futon, dirigendosi verso lo specchio appeso alla parete, appena sopra la spoglia scrivania. Si passò lentamente una mano sulla pallida guancia, accarezzando lievemente i capelli sciolti con l'altra.

Sì, aveva ragione suo padre, in fondo. Le assomigliava molto. Assomigliava molto alla mamma. Sebbene per lei, sua madre fosse la donna più bella che ci fosse e Tenten... non osava compararsi a lei nemmeno lontanamente.

La ragazza si guardò attorno nervosamente, cercando ovunque le sue forcine e gli elastici, in modo da poter raccogliere nuovamente i suoi capelli nei comodissimi chignon. Non riusciva a stare troppo tempo con i capelli sciolti... a causa sua. Ormai era un trauma consolidato nella sua mente.

Tenten si accorse che vi era una porta che comunicava con una stanza accanto. Non trovando niente lì, decise di entrare nell'altra alla ricerca anche di un solo elastico, qualsiasi cosa pur di raccogliere la lunga chioma.

La stanza adiacente era una specie di piccolo salottino, con tanto di librerie e di un piccolo pianoforte verticale.

Un lieve sorrisino amaro si spaziò sul volto della giovane, che si avvicinò al pianoforte. La mano le scivolò lungo il copritastiera, sollevando delicatamente la polvere accumulatasi lì dopo anni di abbandono.

Tenten si guardò attorno, furtiva, dopodiché alzò lentamente il rivestimento di legno, scoprendo i bianchi tasti. Sospirò profondamente, analizzando la tastiera e, come guidata dall'istinto, lasciò scivolare melodiosamente le dita sui tasti, dando vita a una dolce musica, riempiendo di note armoniose tutte le stanze vicine.

Da quanto tempo non toccava un pianoforte... ma lei non stava suonando, no, lei era altrove, la sua mente si era persa nella marea dei suoi ricordi, le onde di quel mare lontano l'avevano rapida e la cullavano in un oceano rimasto per troppo dimenticato.

Tutti quegli anni d'inerzia musicale non erano riusciti a cancellare dalla sua mente quel ritmo così ben scolpito nei ricordi, quella melodia che riusciva a darle forza nei momenti più difficili, che suonava nella sua testa quando prendere sonno sembrava impossibile, che l'accompagnava come una colonna sonora nei momenti più felici...

-"Non sapevo sapessi anche suonare il pianoforte..."- commentò improvvisamente una voce fin troppo familiare alle sue spalle.

Tenten si spaventò, smettendo immediatamente di suonare, guardandosi attorno spaesata: non si era nemmeno resa conto di ciò che stava facendo, aveva iniziato a suonare preda dei ricordi. Si voltò imbarazzata, fissando Neji con occhi lucidi e colpevoli, senza saper cosa dire né come reagire. Non si era nemmeno accorta del suo arrivo.

-"Sc-scusami..."- rispose la ragazza, arrossendo sempre di più.

-"E di che cosa? Suoni divinamente! Non devi chiedermi scusa... fosse per me, potresti continuare..."- asserì con voce seria Neji, chiudendo gli occhi.

Tenten abbassò lo sguardo, turbata: sapeva fin troppo bene che quando il compagno chiudeva gli occhi a quel modo, era nervoso.

Neji sospirò profondamente, tramutando in certezza i dubbi della ragazza. Era arrabbiato.

-"...Neji... che c'è? ...sei arrabbiato? ...mi dispiace... se ho fatto qualcosa che ti ha dato fastidio, io..."- sussurrò Tenten, apprensivamente.

-"Tenten... oggi... sono rimasto profondamente..."- cominciò Neji, abbassando lo sguardo infastidito, cercando la parola più giusta per la situazione.

-"...deluso?"- gli suggerì l'amica, ansiosa.

-"...dispiaciuto... ferito direi."- asserì il ragazzo, con tono leggermente irritato.

Tenten sentì un profondo tonfo al cuore, un pesante groppo in gola: no, ferire Neji era l'ultima cosa che avrebbe voluto al mondo, perché lui... era la persona più importante nel suo cuore. Era la persona che amava più di tutti. Nonostante fosse un tipo distaccato, dal carattere enigmatico e introverso, difficile da capire e da apprezzare, lei lo amava. Amava i suoi pregi, ma ancora di più i suoi difetti. Era pazzesco, amava tutto di lui. Tutto, tutto, tutto. A volte... si sentiva impazzire. Sentiva che non ce l'avrebbe fatta a passare un altro giorno al suo fianco senza urlargli in faccia tutto il suo amore. Ma subito la freddezza ritornava, e capiva che non poteva permettersi il lusso di perdere l'amicizia e la stima di Neji. E soffocava, soffocava tutto dentro di sé, senza lasciar trapelare niente, tutto nascosto dietro il suo solito sorriso amichevole. Dolore, solitudine, tristezza, nostalgia, rabbia, odio... tutto dietro quel sorriso. Perché ricordava chiaramente che sua madre le diceva sempre così: "Sorridi, anche se il tuo sorriso è triste, perché più triste di un sorriso triste c'è la tristezza di non saper sorridere". E Tenten sorrideva. Sorrideva sempre. Non avrebbe smesso di sorridere per nessuna ragione al mondo. Smettere di sorridere avrebbe significato dimenticare sua madre, e darla vinta a Lui. Ma Lui non avrebbe mai vinto. Perché lei... era più forte.

Ma la sua forza svaniva davanti agli occhi di Neji. E mai il ragazzo aveva mostrato quell'espressione contrariata a lei. Proprio per quello, Tenten pensava di essere speciale, almeno un po'. Ma ora, quegli occhi delusi erano rivolti proprio verso di lei. Perché? Cos'aveva fatto di male per meritarsi proprio quello?

-"Pensavo di conoscerti, Tenten... pensavo... sì, davvero mi illudevo di conoscerti..."- asserì Neji, lasciando trapelare una nota di dispiacere nel suo tono.

-"Ma tu mi conosci, Neji... che stai dicendo?"- lo rassicurò Tenten, mostrando il suo solito sorrisino.

-"No. Non sapevo sapessi suonare il pianoforte..."- cominciò il ragazzo, avvicinandosi alla compagna sempre con quello sguardo infastidito.

-"Oh beh... se è per quello..."- rispose la kunoichi, arretrando a ogni passo dell'amico.

-"...non sapevo nemmeno... che vivessi da sola."- asserì Neji con sguardo dispiaciuto, arrestando la sua avanzata, bloccando Tenten contro il muro. -"Pensa che stupido... tutti questi anni insieme, credendo nella nostra amicizia più che in ogni altra cosa..."-

-"Ma Neji... io ti sono amica davvero... sei l'amico più importante per me... che stai dicendo..."- cercò di spiegare Tenten, preda del panico e dell'ansia.

-"Sì, tu mi sei sempre stata amica... ma io... io non so niente di te, Tenten. So che sei nata il 9 di marzo, so che ti divertono i tarocchi e che ami il cibo cinese, so che sei un'abile kunoichi, ma... questo lo sanno tutti. Io ti dovrei conoscere più degli altri, eppure... non so nemmeno... chi sei tu?"- chiese con tono perplesso Neji, scuotendo leggermente il capo, confuso.

Tenten abbassò il volto, chiudendo gli occhi, dispiaciuta.

-"Neji... per me è già tanto che tu ti ricordi il mio compleanno... è così importante sapere tutto il resto? Io sono quella che sono, indipendentemente da dove vengo e da chi sono."- asserì la ragazza, con tono amareggiato.

-"Ma non è questo ciò che intendo, Tenten! Oggi sono andato con Gai-sensei e Lee a casa tua, per avvisare i tuoi genitori del tuo malore, e ho scoperto che vivi da sola solo perché me l'ha detto la vicina! Ti rendi conto?! Ti conosco da quattro anni, passiamo giorni interi insieme e vengo a scoprire che vivi da sola dall'età di dodici anni dalla tua vicina?! Mi sono sentito... mi sono sentito... male, ecco come mi sono sentito!!!"- sbottò Neji, tirando un pugno contro il muro, proprio di fianco alla testa di Tenten.

La ragazza chiuse gli occhi, spaventata. Li riaprì lentamente, paurosa di dover incontrare ancora gli occhi arrabbiati del compagno. Arrabbiati per causa sua.

-"Insomma... perché ti importa tanto sapere queste cose?!"- trovò la forza di ribattere la ragazza, chiudendo nuovamente gli occhi, cercando di trattenere le lacrime. Perché proprio Neji doveva porgerle delle domande così dolorose?

-"Non so nemmeno il tuo cognome, Tenten!"- sbottò Neji, sempre più irritato dalla testardaggine dell'amica.

-"Non è importante il cognome! Non lo capisci?! Io ti voglio bene perché sei Neji, non perché sei Neji Hyuga!"- proruppe infine Tenten, scoppiando in lacrime.

Lei era forte. Molto forte. Ma davanti a Neji... la sua forza svaniva come cenere nel vento. E così... non aveva resistito. Per di più, quella febbre e quella debolezza l'avevano debilitata molto. Era scoppiata a piangere senza ritegno, forse per la prima volta in vita sua davanti al ragazzo più importante per lei, davanti a colui verso il quale voleva sempre apparire forte e determinata. Adesso non era nient'altro che una sciocca ragazzina dai lunghi capelli mossi, una debole lagna, insomma tutto ciò che aveva cercato di non essere davanti ai suoi occhi. Anni e anni d'impegno buttati al vento in pochi minuti.

-"Basta così!"- li interruppe una debole vocina, che aveva acquistato improvvisamente autorità e determinazione.

Neji si voltò di scatto verso la porta, Tenten sollevò a fatica lo sguardo piangente verso l'amica. Fissando il cugino con sguardo di rimprovero, Hinata si avvicinò a Tenten, prendendola a braccetto e scostandola dal muro dove Neji la teneva bloccata.

-"Non mi sembra il momento più adatto per litigare. Ten-chan è ammalata, vergognati, Neji."- lo ammonì severamente Hinata, riaccompagnando l'amica nella stanza adiacente.

Il ragazzo si appoggiò contro il muro, sospirando. Fissò il pianoforte davanti a sé con sguardo ricolmo di rancore, come se il vecchio Neji di una volta stesse tornando fuori da un angolo remoto del suo cuore.

"Cosa mi nascondi... Tenten?" pensò amareggiato il ragazzo, per poi dileguarsi di corsa da quella stanza troppo piccola per contenere la sua grande amarezza.

  
Leggi le 13 recensioni
Ricorda la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
   >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Naruto / Vai alla pagina dell'autore: Sakurina