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Autore: arwen5786    27/12/2007    22 recensioni
Hinata e un matrimonio incombente. Hinata e un futuro davanti a sè col ragazzo che ha sempre amato fin da bambina. Ma allora, perchè è disperatamente infelice? E chi realmente possiede ora le chiavi del suo cuore?
Genere: Triste, Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Hinata Hyuuga, Neji Hyuuga
Note: What if? (E se ...) | Avvertimenti: nessuno
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IN UN’ALTRA VITA





“Oh Hinata-Sama, sembrate una principessa, siete assolutamente incantevole! Tutta Konoha resterà senza parole!”

La cameriera contempla ammirata la sua padrona, quasi interdetta dalla bellezza delicata, dal candore della pelle che si confonde con l’abito bianco: un delicato bustino ricamato con stecche rigide, e una pesante gonna lunga fino ai piedi, sontuosa, regale, i merletti e le perle che ne sottolineano il valore e la preziosità. Il tutto crea un contrasto quasi fiabesco con i capelli scuri, agghindati in una superba acconciatura.
Non smette di parlare la donna, senza accorgersi dell’ombra di smarrimento che ha colto le iridi opalescenti della ragazza, muta, in piedi davanti allo specchio, tremante.
“Il matrimonio dell’anno…Moglie del futuro Sesto Hokage, ci pensate? Oh Dio, quanto siete fortunata, Madamigella Hinata! Chi lo avrebbe mai detto, che sarebbe giunto questo giorno? Chi lo avrebbe detto, che Naruto Uzumaki si sarebbe rivelato il miglior partito di tutta Konoha? E poi, eravate destinati a stare insieme, ancora mi ricordo quando mi parlavate di lui, da bambina, amandolo già così intensamente!”
Gli occhi di Hinata fissano lo specchio, guardano senza vedere la figura riflessa, ritratto di una donna che non è, pallida copia di quella che agli occhi degli altri appare.

Già…Naruto. L’amore della mia infanzia, la persona che ho sempre ammirato, la persona che credevo avrei amato per tutta la vita. Il ragazzo per il quale sarei stata disposta a qualsiasi cosa.
E allora perché…Perché adesso tutto è…Tutto è…


Hinata sembra ridestarsi all’improvviso, e sorride cortese alla cameriera, ancora raggiante, in attesa di conferme, di un suo cenno.
Con uno sforzo immenso sorride. Un sorriso da bambola. Un sorriso di plastica.
“Ma certo. Meraviglioso. È… È il sogno che si avvera. Ora, se vuoi scusarmi, vorrei restare da sola…”
“Oh! Ma certo, Hinata-Sama! Farò in modo che nessuno la disturbi!”

Appena la porta di chiude, Hinata può abbandonare il sorriso, e lasciare spazio all’espressione di angoscia e terrore che il suo cuore prova.
Si affaccia lentamente alla finestra, che si staglia direttamente in strada invece che sul cortile interno; dio, quanta gente. Seppur sia al quarto piano di villa Hyuga, può distinguere i volti concitanti e le voci che brulicano per le vie.
Nugoli di persone che si riversano verso il palazzo dell’Hokage, dove Naruto sarà già, dove la sta aspettando; le sembra di vederlo, a ridere e scherzare con Tsunade-Hime e Sakura-chan. Forse anche Sasuke.
Il tremore è diventato talmente forte che è costretta a sedersi, ansante, incapace di controllarsi.
E pensare che un anno fa aveva raggiunto la piena felicità; l’aveva raggiunta, conquistata a duro prezzo. Naruto si era finalmente accorto di lei, aveva notato il suo viso quieto e timido, quel volto dolce che lo cercava con discrezione e fedeltà. Si era accorto dell’altrimenti invisibile Hinata Hyuga.
Poco importava che il tutto fosse coinciso con il ritorno di Sasuke a Konoha, assolto dai suoi crimini. Poco importa che Sasuke, tornando, avesse finalmente capito di amare Sakura, di volere ricostruire il suo clan con l’unica ragazza che il suo cuore avesse mai pensato, e amato.
A Hinata piaceva pensare che tutto questo fosse una combinazione, che Naruto si fosse deciso a uscire con lei indipendentemente da Sakura e Sasuke.
Le illusioni ottenebrano la mente, ma la blandiscono, la cullano.
Hinata aveva sempre creduto di amare Naruto.
Solo quando l’aveva avuto veramente per sé si era accorta di aver vissuta per anni una chimera, una pia utopia. Un sogno bellissimo ad occhi aperti.
La realtà era ben diversa dalle sue fantasticherie, Naruto non era il principe azzurro, ma un ragazzo che presto si era rivelato del tutto diverso da lei, del tutto incompatibile. Mentre lui aveva caldamente apprezzato la nuova condizione di fidanzato ufficiale della rampolla Hyuga, Hinata si era resa conto di andare incontro, più passava il tempo, a un terribile errore.
Ma si lasciava cullare nell’inerzia, nella speranza che erano timori ingiustificati, che amava Naruto, che le sue incertezze erano sciocche e puerili.
Avrebbe potuto continuare così tutta la vita.
Se solo non fosse successo quello che avrebbe cambiato il corso della sua esistenza.
Se solo non si fosse accorta di essere sì innamorata, ma non di Naruto, non del ragazzo che avrebbe sposato tra pochi mesi.
Bensì dell’ultima persona al mondo della quale non avrebbe dovuto innamorarsi.
Suo cugino.



Era ancora immersa nei suoi ricordi, nei suoi dolorosi pensieri, quando udì la porta aprirsi.
Lentamente.
“Avevo detto di non volere essere più disturbata, Emiko” declamò cortese ma leggermente seccata voltandosi verso l’entrata, ma la voce le morì in gola.
Sentì il petto scoppiarle, forse per il corpetto troppo stretto, ma più probabilmente per i battiti accelerati del cuore.
Neji stava appoggiato allo stipite della porta, lo sguardo come sempre impenetrabile, gli occhi eburnei degli Hyuga (eppure così diversi dai miei…) fissi su di lei, l’espressione altera. Di ghiaccio.
“Hinata.”
Anche la sua voce è tagliente come il ghiaccio. Così fredda, al primo ascolto.
“Neji.” Un sussurro, un doloroso sussurro. Poi la domanda.
“Cosa ci fai qui? Ti avevo detto di non venire, ti avevo pregato di…”
“Dovevo vederti.”
Si avvicina, lento, perentorio. Un falco che punta la sua preda.
Hinata vorrebbe solo urlare, scappare via, sottrarsi prima che sia troppo tardi, prima che la sua volontà ne esca definitivamente sconfitta.
Quattro metri.
Vattene. Ti prego vai via, non posso sopportarlo ancora…
Tre metri
Non guardarmi così, ti prego…
Un metro
Neji…Neji…

Adesso è di fronte a lei, a pochi centimetri di distanza; la sovrasta di una testa, ma Hinata percepisce chiaramente il suo sguardo, quegli occhi senza pietà che la reclamano.
“Gurdami, Hinata.”
Lei scuote la testa, le lacrime che scorrono copiose.
“Ho detto guardami.”
Un tono che condanna, un tono che non ammette alcuna risposta negativa. Soltanto la quieta obbedienza.
Hinata alza lo sguardo.
È peccato, è peccato, è peccato…
Ma nulla può.
Ancora una volta si abbandona a lui.
Ancora una volta i loro corpi si stringono, le loro bocche si cercano, fameliche.
Ancora una volta Neji ha vinto.

Hinata si stacca dopo poco, cercando di mantenere una parvenza di controllo, cercando di non farsi sopraffare dalla passione, dai sensi che le ottenebravano ogni barlume di raziocinio.
“Perché mi fai questo, Neji…Anche oggi…Anche oggi che mi devo sposare…”
“Vuoi dire che non lo vuoi?”
Le accarezza i capelli ebano, le accarezza la schiena, le braccia, il seno stretto nella fascia che adesso appare veramente urticante da quanto è stretta. Lei cerca di sfuggire, cerca di ritrarsi, ma si rende conto che quello che la mente le suggerisce è l’esatto contrario di quanto fa il corpo, che si spinge sempre più fra le sue braccia.
“Come puoi dire questo…” gli sussurra lei stringendolo con una cieca disperazione. Se deve farsi del male, che almeno sia una sofferenza irrinunciabile.
È peccato, peccato, peccato.
Già. Infedele e incestuosa.
Hinata trema, trema perché sa che l’unica cosa che desidera è completamente sbagliata, perché da quattro mesi ha una relazione con Neji, Neji suo cugino, Neji della casata cadetta, Neji che fino a un anno fa a stento la salutava.
Poi c’erano state quelle sere trascorse insieme in quell’immensa casa, mentre Hiashi partiva con Hanabi, la figlia prediletta, ormai in età da missioni di livello alto.
Quelle sere trascorse a parlare, a conoscersi per la prima volta in tanti anni. Parole che lentamente avevano lasciato spazio a silenzi sempre più eloquenti, gesti sempre più ambigui. Fino a che l’atto finale si era manifestato.
Ecco cosa restava di Hinata quatto mesi dopo: una ragazza distrutta, ottenebrata da un amore immorale, in procinto di un matrimonio che avrebbe sancito la definitiva morte della sua anima.

“Neji, se tu mi amassi non saresti venuto anche oggi. Io…Io non posso più vederti…Non da sola…” È una richiesta d’aiuto la sua, mentre si aggrappa con disperazione alla sua camicia, mentre con forza stringe le spalle, tocca il suo viso cesellato, pazza d’amore, pazza di desiderio.
Lui la guarda, le accarezza le labbra esangui, le ciglia lunghe.
“Ma invece è proprio perché ti amo che sono venuto. Perché non volevo che lo sapessi da altri, non nel giorno del tuo matrimonio.”
Hinata lo guarda confusa. Neji la fissa, le sue parole la trafiggono come pugnali affilati.
“Hinata, sposo Tenten. Le ho chiesto la mano.”


È un attimo, e il cuore quasi cessa di battere, le vene pulsano, la salivazione si azzera. In poche parole, si sente semplicemente morire.
“No…No…”
“E’ tutto vero. Mi sono dichiarato ieri, le ho fatto la proposta. Inutile dire che ha accettato. Ci sposiamo fra sei mesi.”
“Tu non puoi sposarla! Tu non la ami!” il grido di Hinata è strozzato, convulso. In uno scatto di follia, gli percuote il petto di pugni, che nemmeno lo scalfiscono, che lui blocca con gentilezza.
“Non puoi…Neji non puoi, tu non la ami, tu non…”
“Fa differenza? Piantala con questa stupida litania. Stai per sposarti, per dio.”
Hinata si blocca di getto, affranta.
“Io non mi sposerò. Non mi importa se ci cacceranno da Konoha, non mi importa delle conseguenze. Non mi importa più, ti prego Neji…Ti prego scappiamo, ti prego andiamo via, ti prego non…”
“Adesso basta, Hinata.”
La zittisce così, con tre parole secchie. Il suo sguardo è duro, ma poi sospira e la prende tra le braccia.
“Tu sei figlia di Hiashi Hyuga. Sai cosa succederebbe se tutto questo venisse fuori? Morte. Io sarei ucciso, tu ripudiata. Non pensi a questo?”
“Noi scapperemo..”
“E dove, Hinata? Dove diavolo vivremmo da esuli? E’ finito il tempo delle illusioni, è finito il tempo dei sogni. Tu oggi sposerai Naruto, che ti ama, e ti renderà felice.”
“No…”
“Sì. Lo sposerai, sarai la moglie del futuro Hokage, e condurrai una vita serena.”
“Non…”
“Ed io sposerò Tenten. Ed entrambi avremo una famiglia con le persone che ci amano. Ed io e te ci ameremo per sempre. In un’altra vita.”

Cade un silenzio inquietante. Hinata non proferisce più parola; lo sguardo è ormai vitreo, l’espressione imperscrutabile. Neji fa un passo indietro, mordendosi le labbra.
Maledizione.
Vorrebbe solo stringerla ancora. Vorrebbe solo possederla ancora, un’ultima volta.
Maledizione…
Invece indietreggia ancora, si gira, cammina verso la porta, resistendo all’impulso fortissimo di girarsi e prenderla tra le braccia, portarla via. Per sempre. Invece le sue parole sono impersonali e formali.
“Ci vediamo di sotto quando sei pronta. Dobbiamo recarci insieme a palazzo dell’Hokage, con anche tuo padre. Lo sai.”
Non riesce a voltarsi, non può, esce di scatto, senza vedere che Hinata non si è mossa, non ha emesso un suono, non ha proferito parola. è rimasta immobile, ferma. Una perfetta, inanimata, bambola di porcellana.


Non si muove ancora per qualche istante. Poi lentamente torna davanti allo specchio: davanti a sé un ritratto sbiadito, confuso. L’immagine di qualcosa che non c’è più.
Si strappa prima il corsetto, che cade a terra liberandole il seno arrossato. Si strappa la gonna, distruggendo le perline.
Afferra le sue forbici da toiletta, e con un colpo secco recide l’elaborata acconciatura. Le ciocche cadono miseramente a terra, rimane un arruffata massa informe di ciuffi neri che le cingono il viso poco sotto le orecchie. Si riguarda allo specchio: nuda, scarmigliata, gli occhi infossati, le labbra rosse per la ferita che si è procurata mordendosi le labbra.
Questa è la sua immagine.
Si avvicina lentamente alla finestra, dopo aver chiuso la porta a chiave.
Sente bussare insistentemente la porta, la sua cameriera la chiama.
“Hinata-Sama, Hinata Sama, la stanno aspettando! Suo padre è già piuttosto arrabbiato, e poi c’è giù il signorino Neji. Cosa devo riferirgli?”
Ma la donna rimane sorpresa, ad ascoltare una risposta che non riesce a capire.


“Ma quanto ci vuole?” Hiashi Hyuga è furente, cammina per il corridoio sotto lo sguardo apparentemente tranquillo di Neji.
“Arriverà a momenti, Hiashi-Sama”. Ma la sua voce esce incerta, il tono più flebile di quanto volesse. Entrambi gli uomini sussultano a sentire i passi per le scale, ma vedono solo la cameriera.
“Ma dove diavolo è mia figlia?!” sbraita incollerito il capofamiglia, perdendo la proverbiale compostezza. Neji non parla. Guarda la donna, che appare confusa.
“Emiko…Dove è Hinata?”
“Io…Signorino Neji, non capisco, non mi ha aperto la porta…Ha detto solo delle strane parole, non ho capito il…”
“Che parole!?” Hiashi e la donna impallidiscono a sentire la voce improvvisamente stridula del ragazzo, il sudore che gli imperla la fronte.
“Ecco…Ha detto solo: ‘Dì a Neji che lo aspetterò. In un’altra vita.”

La corsa di Neji è repentina, disperata, sotto gli sguardi basiti degli altri.
È talmente disperato che sfonda la porta di Hinata con una semplice spallata. La camera è vuota. Ma qualcosa non quadra, il vestito di Hinata giace a terra del tutto strappato, assieme a ciocche di capelli neri a lui familiari.
“Hinata!! Hinat…”
L’urlo gli muore in gola, lento, implacabile. Le gambe gli cedono, il corpo si genuflette a terra, in preda a spasmi di dolore.
La finestra è aperta, anzi, spalancata.
Le urla terrorizzate delle persone risuonano fin lassù.
Neji Hyuga, stavolta, ha perso.






Come mi è uscita una one-shot così tragica? Non so, è il pairing che mi ispira queste cose, non c’è dubbio. Io sono la donna delle contraddizioni,poi: solitamente sono per le Neji-Ten e le Naru-Hina.
Però ho questa attrazione viscerale per il Neji-Hina, che trasformo sempre in tragedia greca.
Ho voluto descrivere un’ Hinata consapevolmente autodistruttiva, follemente lucida(scusate l’ossimoro) nel suo gesto finale. E per una volta, è lei che ama un’altra persona quando era riuscita ad avere quella che in teoria più voleva, Naruto.
E poi un Neji controllato e autoritario, ma anche passionale, e soprattutto disperato: in un modo o nell’altro, il destino lo punisce sempre.
Spero sia piaciuta, ai fan della coppia chiedo perdono per il finale, ma non prevedo mai lieto fine per le Neji-Hinata…Sarò questo che mi affascina tanto?
Lasciatemi un commentino, mi raccomando!! Bacioni a tutti, la vostra arwen
  
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