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Autore: lavs684    27/12/2007    13 recensioni
-Tu sei un bastardo dongiovanni che si è sempre preso gioco di me!
-… È questo che pensi di me?
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Akane Tendo, Ranma Saotome
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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That kiss Corri. Corri, non fermarti, scappa, continua a correre. Scappa via, lontano da tutto e da tutti, lontano da lui. E smetti di piangere. Sai che lui non lo merita. Non ti merita! Quante lacrime hai già versato? E a cosa è servito? A niente! E allora smettila adesso! Basta. Non cambierà mai nulla. Perché piangi per quello stupido? Che cosa ti importa di lui? Niente!

E allora perché fa così male?

Correva senza sapere dove i suoi passi la stavano conducendo, ma non le importava. L’unica cosa che contava era continuare a farlo, non fermarsi mai, perché fermarsi avrebbe significato ricominciare a riflettere, a pensare che non poteva scappare per sempre e, soprattutto, che non poteva allontanarsi da lui. E allora continuava ad andare avanti, ignorando il bruciore al petto e la stanchezza dei muscoli.
Arrivò al parco, senza sapere come aveva fatto. Ormai stremata, si sedette sull’altalena. Si sentiva svuotata. Prese a dondolarsi lentamente, mentre una brezza gelata si sollevava, facendola rabbrividire.
Adesso che si era fermata, i suoi pensieri volarono immediatamente a lui. Alla scena cui aveva appena assistito. E faceva male. Maledettamente male.
L’aveva baciata. Aveva baciato quella stupida oca cinese. L’aveva fatto davanti ai suoi occhi, senza curarsi dei suoi sentimenti. Sorrise amaramente, mentre le lacrime continuavano a rigare il suo volto, inarrestabili.

Sono una sciocca.

Come aveva potuto pensare di significare qualcosa per lui? Come aveva potuto credere che fosse davvero innamorato di lei? Si era ingannata per tutto quel tempo. Aveva creduto che tutte quelle volte in cui lui le aveva salvato la vita, tutte quelle volte in cui era corso da lei per proteggerla…quelle rare volte in cui si dimostrava gentile nei suoi confronti, lui volesse timidamente dimostrarle il suo amore. E poi c’era stata quella volta, a Jusenkyo…lui era così disperato, così afflitto…e, ancora una volta, lei si era illusa.
Tornò con la mente a quel giorno, due mesi prima, in cui aveva indossato il suo bel vestito da sposa. Pronta a diventare sua moglie. Pronta ad amarlo e ad essere riamata. Ma era andato tutto a monte. L’aveva abbandonata sull’altare, anzi, a dir la verità, all’altare non c’erano nemmeno arrivati. Appena lui aveva scoperto che l’acqua della Nan-nichuan era a casa loro, non aveva esitato a lasciarla sola, dimenticandosi della nozze. L’aveva insultata ed era andato a cercarla. Com’era possibile che solo pochi minuti prima lui le avesse detto che stava molto bene col suo vestito? Com’era possibile che solo pochi istanti prima lei si fosse sentita così incredibilmente felice? Mentre adesso…
Non l’aveva sposata. Non le aveva chiesto scusa per com’erano andate le cose. A dir la verità da quel giorno non le aveva davvero detto più nulla. Forse era troppo imbarazzato, o forse spaventato all’idea di un nuovo matrimonio, perché temeva che in quel caso non avrebbe avuto scampo…del resto, chi vuole sposarsi senza amore?
Forse era un bene che le cose fossero andate così. Forse, se si fossero sposati, sarebbero stati infelici. Forse era meglio così. Forse. O forse no. Magari, col tempo, lui avrebbe imparato ad amarla. Lei sarebbe stata una moglie perfetta, o almeno ci avrebbe provato, e lui, forse, avrebbe imparato ad apprezzarla e chissà…
Scosse la testa. No. Non voleva condannarlo a questo. Non voleva che fosse infelice. Che stare insieme fosse per lui una costrizione. Voleva che i suoi sentimenti fossero sinceri e spontanei, non forzati. Era per questo che lei non si era mai comportata come Shampoo, Ukyo o Kodachi e non aveva mai cercato di architettare stratagemmi per conquistarlo. L’amore non si può indurre…eppure lei invidiava le altre fidanzate di Ranma. Almeno loro erano in grado di esprimere ciò che provavano senza timore. Invece lei, con quel suo stupidissimo orgoglio, aveva sempre taciuto i suoi sentimenti. Forse, se avesse trovato il coraggio di confessarglieli, tutto sarebbe stato diverso.
Ma ormai era troppo tardi.
Alzò gli occhi al cielo. Era una notte serena. Il cielo era trapunto si stelle. Era uno spettacolo meraviglioso. Peccato che Ranma non fosse lì a goderselo con lei.
Si stupì dei suoi pensieri.

Come se Ranma fosse disposto a guardare le stelle con me.

La sua scelta l’aveva fatta. Era chiaro. Quel bacio non mentiva.
Non le restava che rassegnarsi e tentare di andare avanti. Rifletté sulle inevitabili conseguenze che ciò che era successo quella sera avrebbe portato.
Ranma avrebbe abbandonato il dojo, e con lui anche suo padre, e sarebbero andati a vivere da Shampoo.
Lei e Ranma si sarebbero sposati.
Il dojo Tendo avrebbe ritrovato la sua serenità.
Ma il suo cuore no.
Cosa avrebbe fatto lei?

Mentre tutti questi pensieri affollavano la sua mente e lei cercava di trovare una risposta a quella domanda, sentì dei passi sempre più vicini. Non si voltò. Sapeva chi si sarebbe trovata di fronte.
E non era pronta ad affrontarlo. Non era pronta ad ascoltare quello che aveva da dire.

-Akane…

Lei non rispose. Si limitò a fissarsi i piedi e a tormentarsi le mani. Mentre altre lacrime silenziose le bagnavano il viso. Non voleva ascoltarlo, avrebbe solo voluto fuggire via, ma per qualche strano motivo non ci riusciva.

-Akane, guardami.

Akane si costrinse ad alzare timidamente lo sguardo e ad incontrare gli occhi blu di Ranma. Com’erano belli, i suoi occhi…
Lui stava lì, di fronte a lei, senza sapere bene cosa fare. Lo sguardo triste.

Stai per dirmi che mi lascerai sola per sempre?
È per questo che hai quello sguardo?

-Akane…
-No! Non voglio ascoltarti!

Akane si era alzata in piedi e gli aveva voltato le spalle, che erano scosse da singhiozzi irrefrenabili. Lei, che si era sempre vantata di essere estremamente coraggiosa, aveva paura del suo ragazzo. Paura che la ferisse ancora di più. Non l’avrebbe sopportato. Non da lui.

-Akane, ti prego, ascoltami…
-No! Non c’è più nulla da dire! È evidente mi pare…
-No, non è affatto così! Sei sempre la solita! Salti subito alle conclusioni!

La tristezza lasciò immediatamente posto ad un’incontenibile rabbia. Akane si voltò di scatto verso Ranma, irata come non mai. Riuscì perfino a trovare il coraggio di guardarlo negli occhi.

-Salto subito alle conclusioni!? Mi pare proprio che tu e Shampoo non abbiate lasciato molto spazio agli equivoci, incollati per le labbra com’eravate, no?
-È stata lei a baciarmi, Akane! È stata lei!
-Certo! Guarda caso entro in palestra e vi trovo avvinghiati in quel modo! Ma come al solito tu non hai colpa, vero?
-È la verità! Lo sai com’è Shampoo, Akane!
-Si, e so anche come sei tu!

Ranma sembrò colpito da quelle parole. Assunse un’espressione ferita e la guardò incapace di credere alle proprie orecchie.

-Che…intendi dire?
-Sono stanca delle tue scuse! Hai quattro fidanzate, Ranma! Quattro! E non fai nulla che possa far intendere che sei innamorato di qualcuna di loro…di noi! Hai fatto in  modo di ricevere quante più attenzioni potevi da tutte, fino ad oggi, quando io finalmente ho capito di che pasta sei fatto!
-E di che pasta sarei fatto, sentiamo!
-Tu sei un bastardo dongiovanni che si è sempre preso gioco di me!
-… È questo che pensi di me?

Sembrava davvero che quelle parole stessero facendo molto male a Ranma. Akane lo vedeva chiaramente dai suoi occhi. Una parte della sua rabbia si placò, quando scorse nel suo sguardo ciò che provava.

-Tu non mi hai mai dimostrato nient’altro.
-Solo perché tu non me ne hai mai dato l’occasione! Credi davvero che sia stato io a baciare Shampoo, poco fa? Eppure l’ho dimostrato tante volte che non me ne importa niente di lei! Cerco di fartelo capire continuamente, cerco di evitarla e di respingerla quando si avvinghia a me, ma tu non te ne accorgi, no! Sei troppo impegnata a darmi la colpa di tutto senza capire che non mi importa nulla di nessuna di loro!
-Ranma…
-Cosa devo fare di più per fartelo capire? Eppure mi sembrava che fosse così chiaro! Sono innamorato di te, Akane!

Akane spalancò gli occhi di fronte a quella rivelazione inaspettata, così come Ranma, che aveva pronunciato quelle parole senza rendersi conto di ciò che stava facendo.
Il ragazzo si stupì di quanto fosse stato facile confessarle ciò che provava, senza lambiccarsi il cervello e senza inutili giri di parole. Distolse lo sguardo da lei, rosso in viso e ancora accigliato.
Akane era momentaneamente incapace di agire. Quelle parole penetrarono con lentezza dentro di lei. Non riusciva a crederci. Eppure Ranma le aveva pronunciate. Le aveva dette davvero.
Con incredibile lentezza, mosse dei passi incerti in direzione del ragazzo col codino, che continuava ostinatamente a guardare in ogni direzione, tranne che in quella di Akane. Alzò timidamente una mano, fino a sfiorare il volto del ragazzo e a costringerlo a volgere il suo sguardo su di lei. La sua voce si ridusse ad un sussurro…

-Ranma…cos’hai detto?
-Senti, adesso non farmelo ripetere, ok?

Akane sorrise quel suo dolce sorrise che faceva sciogliere il cuore a Ranma. Fu quel sorriso a dargli il coraggio di parlare ancora. Prese a sussurrare anche lui.

-Ho detto che ti amo…
-Sono felice…perché ti amo anch’io…

Trovando un coraggio che non sospettava di possedere, Ranma la cinse in vita con le braccia e la strinse a sé, mentre Akane poggiava il capo sul suo petto ed ascoltava il ritmico battere del suo cuore, accelerato per l’emozione.
Stringere Ranma in quel modo era più bello di quanto Akane avrebbe mai potuto immaginare.
Un po’ incerto, il ragazzo abbassò il viso verso quello di Akane. Si guardarono negli occhi per interminabili istanti, mentre Ranma diminuiva la distanza che li separava.
Akane chiuse gli occhi, il cuore che batteva all’impazzata.
Avvertì distintamente il fresco profumo di Ranma e lo sentì ormai vicinissimo. Quando Ranma sfiorò le sue labbra con le proprie, sentì il cuore esploderle in petto. No riusciva a crederci. Ranma la stava baciando. E la baciava con ardore, con passione…con amore.
Il ragazzo approfondì il bacio e quando si separò da lei per riprendere aria, desiderava già rifondarsi sulle morbide labbra della sua fidanzata. Respirare sembrava così inutile in quel momento…

-Sono felice…
-Anch’io. Forse è un bene che Shampoo mi abbia baciato, dopotutto!
-Scemo!
-E dai, scherzavo!
-Non dire mai più una cosa del genere o ti ammazzo!

Percorsero la strada di casa, litigando con al solito, mentre la mano di Ranma stringeva quella di Akane nella propria.
   
 
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