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Autore: Deb    11/06/2013    3 recensioni
«Nuovo TARDIS, eh?!»
«Oh», esclamò sorpreso il Dottore sentendo nuovamente quella voce. Come era possibile che fosse tornato? Che si fosse seduto al suo fianco?
«Lo preferivo prima, era più... familiare», rise guardandosi intorno divertito.

A Cla90
Genere: Introspettivo, Malinconico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Doctor - 11, Sorpresa
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Alla mia carissima Cla90
con la quale potrei parlare a vita di Doctor Who e del mio amato Ten xD
Ti ringrazio per la tua pazienza nel sopportare i miei deliri! :'D


Doctor's smile


Amelia Pond dormiva nel letto che le aveva preparato, era stata sveglia per circa venti ore.
Non aveva chiesto nulla, ma lui sapeva che la stanchezza l'aveva colta all'improvviso, dopo che tutta l'adrenalina del giorno appena trascorso insieme era andata scemando.
Così, da buon padrone di casa, le aveva preparato un letto dove poter riposare e lui si ritrovava nella cabina con la sua solitudine.
Il Dottore accarezzò il suo nuovo TARDIS, o almeno i suoi nuovi interni, e lo osservò a lungo. Non poteva fare a meno di non sentire un peso su entrambi cuori, anche se non ne comprendeva appieno il motivo.
In fondo era felice, aveva tanto da poter fare, da poter vedere ed al suo fianco aveva una nuova compagna, anch'essa con i capelli rossi, come l'ultima, come Donna.
Sospirò rimembrando i giorni passati: Rose, Martha, Donna e i Dalek. Non voleva ricordare, non voleva ripensare a ciò che aveva dovuto fare alla sua più fedele compagna.
Una fine simile sarebbe dovuta accadere anche ad Amy? Eppure, fino a poche ore prima, il Dottore era così eccitato di poter esplorare l'universo con lei.
«Nuovo TARDIS, eh?!»
«Oh», esclamò sorpreso il Dottore sentendo nuovamente quella voce. Come era possibile che fosse tornato? Che si fosse seduto al suo fianco?
«Lo preferivo prima, era più... familiare», rise guardandosi intorno divertito.
Il Dottore, incuriosito, provò a toccarlo e, con suo più grande stupore, ci riuscì.
«Credevi fossi un fantasma?» Domandò sorridendo divertito, seguendo la forma del Dottore da capo a piedi.
«Non puoi certo essere vero. È impossibile», la sua voce si fece più profonda ed i suoi occhi lo cominciarono a guardare con sospetto.
«Bhè, in questi ultimi anni ho scoperto che l'impossibile non è detto che rimanga tale per sempre», fece una pausa e sorrise, «ero decisamente più sexy io e avevo più gusto nel vestire».
«Non direi», il Dottore fece una pausa per mettersi a posto il farfallino e per schiarirsi la voce.
L’altro rise, «quel farfallino non si può guardare, lo sai, vero?»
«I farfallini sono fantastici», ammise sottovoce come si vergognasse un po’ di esprimere quel concetto.
Il vecchio Dottore allargò le braccia appoggiandole sul sedile per accomodarsi meglio ed emise un riso, «sono proprio caduto in basso, mio caro Dottore».
«Smettila».
«Andiamo, è divertente!» Urlò battendo le mani ed appoggiando i gomiti sulle ginocchia.
«Sminuirmi? È divertente sminuirmi?» Il Dottore cominciava a stancarsi di quella situazione.
«Mi dispiace», ammise infine cancellando il suo sorriso e voltando lo sguardo altrove.
«Quindi siamo in due», riprese a parlare, come se ciò che era successo pochi istanti prima non fosse accaduto.
«No, certo che no, Dottore! Durante la rigenerazione ho perso persino qualche neurone, forse?»
«Non siamo in due, ma sei vero, almeno così affermi, cos'è che mi sfugge?»
Il Dottore si alzò e cominciò a camminare avanti ed indietro, il cacciavite sonico che batteva ritmicamente sul labbro, come se ciò lo potesse far pensare con più lucidità.
Batté una mano sulla nuca, ed esclamò, «che stupido».
Puntò il nuovo cacciavite verso il vecchio se stesso e lo azionò, «che strano, dovresti essere un'anomalia, un qualcosa che c'è e non c'è...»
L'ex Dottore sorrise, «oh, mio caro, sei uno spasso! Vedrai che prima o poi ci arriverai anche tu».
Il Dottore lo guardò storto, non era così divertente vedersi prendere in giro da se stessi, come se lui fosse la sua versione più brutta, più stupida e con un senso della moda orrendo, almeno così aveva affermato lui. Di certo non era stupido né tantomeno brutto. Okay, ammetteva che quando il Prigioniero Zero era mutato in lui c'era rimasto male, ma era solo perché non era abituato a vedere il suo nuovo aspetto.
«Tu non volevi andartene...» Sussurrò il Dottore osservando un punto imprecisato del TARDIS.
«Dai che forse ci arrivi», lo canzonò nuovamente il se stesso del passato.
«Non interrompermi, grazie».
L'altro sorrise e accavallò le gambe continuando a sorridere sornione. Doveva ignorarlo, era l'unica cosa che potesse fare in quel momento.
«Dicevo, tu non volevi andartene, è stato il tuo, il mio ultimo pensiero. Volevi continuare ad essere te, me, il me precedente», cominciò a parlare a raffica, «ma ti sei, mi sono rigenerato, quindi... quindi...»
Il vecchio Dottore inarcò le sopracciglia, la lingua sul palato, sembrava eccitato da ciò che stava succedendo. Non che lui non lo fosse, ma un paradosso del genere non sarebbe dovuto accadere e ne era preoccupato, a meno che... «... SEI UN ECO!»
«BADABOOM!» Esclamò il vecchio Dottore scattando in piedi ed alzando le braccia al cielo, felice come un bambino il giorno di Natale.
Il Dottore invece si rilassò, se era veramente un eco, e lo era per davvero, allora prestissimo sarebbe andato via, sarebbe scomparso nell'aria.
«Non volevo andare via», sussurrò con gli occhi lucidi guardando il Dottore, «avevo così tante cose da fare, così tanti mondi da vedere».
Il Dottore contraccambiò il suo sguardo in modo apprensivo, «non potevi fare altro, non è stata colpa tua».
«Lo so, non potevo lasciare Wilfred...», l'eco abbassò lo sguardo per nascondere le lacrime.
«Dott...», provò a parlare, la nuova rigenerazione, voleva rincuorarlo, voleva rincuorarsi.
«Devi lasciarmi andare. Come dico spesso: allons-y!» Sorrise, ma i suoi occhi esprimevano ben altro.
«Cosa?»
Lui l'aveva già lasciato andare, aveva cambiato TARDIS, era cambiato lui ed aveva una nuova compagna. La ragazza che aspettava. La sua piccola Amy.
«Sei tu che mi hai fatto tornare, con i tuoi pensieri, con la tua solitudine, ora devi lasciarmi andare, altrimenti non so cosa potrei fare per restare».
Era solo un eco, non poteva fare niente per restare, però in fondo era l'eco del Dottore e lui era brillante, era un genio, forse sarebbe riuscito a trovare un modo e non poteva permetterlo. Ora era arrivato il suo tempo.
«Addio, Dottore», affermò serio osservando il sorriso dell'altro crescere per una frazione di secondo. Avrebbe lasciato il TARDIS per sempre questa volta, così da non aver rimpianti per essersene dovuto andare. Era lui che voleva salutarlo, era il Dottore che si sentiva in colpa persino nei confronti di se stesso.
«Non voglio andarmene».
«Devi, Dottore. Non puoi più rimanere qui».
«Non voglio andarmene. Non voglio andarmene».
Il Dottore sgranò gli occhi e capì, era entrato il loop.
«Non voglio andarmene».
In quel preciso istante ripensò all'archeologa, a River Song, chissà se l'avrebbe incontrata nuovamente, chissà se finalmente avrebbe compreso come mai quella donna conoscesse il suo vero nome.
Il Dottore sorrise, non vedeva l'ora di scoprirlo.

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Grazie a Cla90 che è stata tanto gentile di leggere la fic in anteprima e farmi notare gli errori! Thanks so much, sweety. :*
Ho fatto il rewatch delle prima quattro stagioni di Doctor Who e come la prima volta che lo vidi, sono in lutto la dipartita di Ten che rimarrà sempre e per sempre il mio Doctah! T_T Lo rivoglio! :(
Per il momento non sono nemmeno riuscita a continuare la visione, sono riuscita a vedere solo la 05x01 con Eleven, ma è troppo doloroso T_T
Il mio lutto per Ten, quindi, ha partorito questa OS. Spero vi sia piaciuta! Sinceramente avrei preferito che Ten avesse fatto di tutto per poter rimanere e mandare via Eleven u.ù
Sia chiaro, non odio Eleven... :) Trovo che sia... okay, è un Doctah anche lui e ho guardato tutte le stagioni con lui, ma Ten è Ten. xD Non so come spiegarlo e ho notato di cominciare a delirare, quindi vi saluto qui. ;)
Baci
Deb
   
 
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