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Autore: telesette    12/06/2013    2 recensioni
Purtroppo, malgrado la buona volontà, neppure la Cacciatrice poteva andare al lavoro in quelle condizioni.
Neppure il tempo di indossare le pantofole, Buffy sentì le gambe molli per l'influenza e ricadde a sedere sul divano con la vista appannata. Dawn le ficcò nuovamente in bocca il termometro, avvolgendole la coperta addosso, e ribadì che doveva starsene calma e riguardata.
Prima che Buffy potesse replicare, Spike uscì fuori dallo scantinato con il nero cappotto sottobraccio e la sigaretta in bocca...
Genere: Azione, Generale, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Buffy Anne Summers, Nuovo personaggio, Un po' tutti, William Spike
Note: What if? | Avvertimenti: Contenuti forti, Violenza
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Non era passato neanche mezzo minuto, da che Spike era stato messo al tappeto.
Il mostro si fece avanti per finirlo, pregustando già il saporino succulento della sua carne frollata, tuttavia il vampiro non era così facile da mettere Knock-Out.
Fosse stato tipo da lasciarsi andare alla diperazione, le lame dell'altro lo avrebbero sbriciolato in men che non si dica. Chiunque al suo posto avrebbe preferito il nulla, pur di non convivere con gli orrori e la disperazione di ciò che sarebbe potuto essere e non era.
Solo che Spike non era "chiunque"...
La sua mano scattò istintivamente, bloccando la lama affilata quando questa era già ad un palmo dal trafiggerlo in pieno petto, e subito dopo il vampiro aprì gli occhi.

- Ci sarebbe stato tempo per la parola "morte" - esclamò Spike, citando il celebre monologo finale del Macbeth. - Domani, e domani e domani... trascina il suo lento passo di giorno in giorno, fino all'ultima sillaba del tempo, e tutti i nostri ieri hanno illuminato stupidi la via verso una morte di polvere!

Ciò detto, il vampiro si rimise in piedi con un agile balzo all'indietro.
Il mostro rimase un tantino interdetto, non immaginando certo un simile recupero da parte della sua vittima, ma ora Spike stava mostrando il suo vero volto.
Gli occhi gialli, la pelle deformata e i lunghi canini bianchi e luccicanti al buio.
Non era tempo per il dolce e sensibile William.
L'immagine del sogno aveva riacceso in lui rabbia e passione insieme, un miscuglio contrastante di emozioni, e Spike sentiva ora il bisogno irresistibile di sfogarsi.
Non immaginando certo cosa stava per accadergli, l'affettatore impazzito si lanciò addosso a Spike con l'intenzione di squartarlo a metà dalla testa ai piedi.
Gli occhi del vampiro brillarono sinistri.
Un sibilo nell'aria, la lama ormai prossima a lacerargli le carni, Spike afferrò nuovamente l'estremità del mostro ruggendo a sua volta come una bestia inferocita.

- Spegniti, spegniti breve candela - proseguì a dire, con voce gutturale e ispirata al tempo stesso. - La vita è solo un'ombra che cammina: un povero attore, che incede e si agita sul palcoscenico, e poi... non lo si sente più!

Urlando ferocemente di rabbia, Spike tirò a sé il braccio del mostro per spezzarlo con un colpo secco.
L'essere non ebbe il tempo di lamentarsi del dolore straziante che, menando sventole veloci e precise, Spike diede libero sfogo a tutta la sua collera e il suo orgoglio di combattente.
Persino Dracula ebbe modo di ammirarne, a suo tempo, la furia sanguinaria e il talento omicìda.

- "Non male, per un ragazzino" - aveva detto allora lo storico rumeno, torreggiando vittorioso su uno Spike ormai esausto e sconfitto. - "Forse, tra qualche secolo, potrei anche concederti una rivincita"...

Spike sorrise.
I meriti sul campo erano tutto ciò che aveva.
Poteva uccidere, dilaniare, torturare, straziare... Passare oltre gli scrupoli e i limiti della debole condizione umana, scatenando la belva dentro di lui, e sentirsi realmente in grado di fare qualsiasi cosa.
Durante la Seconda Guerra Mondiale, posando lo sguardo sulle atrocità commesse dai nazisti, nulla lo rese più felice che vedere l'espressione di terrore sul volto di quei fanatici mentre morivano uno dopo l'altro tra spruzzi di sangue e urla disumane. Il generale cui ebbe sottratto il cappotto come souvenir, subito dopo avergli prosciugato la carotide a morsi, era un dannatissimo porco: uno di quei cosiddetti "uomini-dio", convinti di essere al di sopra di tutto e tutti, responsabile del massacro di numerose donne e bambini ebrei... Spike non negò un grande senso di soddisfazione, nel vedere quel porco crollare a terra esanime in mezzo ai resti sanguinanti di tutto il suo patetico reggimento.
Ogni volta che toglieva la vita a qualcuno, era come rinascere nell'odore inebriante del suo stesso sangue.
Certo poi vennero anche loro, le Cacciatrici...
Un altro schianto secco e il mostro si ritrovò con entrambe le braccia rotte ed inservibili.
Che pena!
Non c'era nemmeno il gusto della sfida, con un simile incapace.
Xin Rong, Nikki Wood... Con loro sì che era stata una battaglia degna di questo nome.
Uccidere chi vive nella pretesa di ucciderti.
Da che Angelus gli aveva sputato in faccia il severo monito di stare lontano dalle Cacciatrici, Spike abbracciava invece il gusto della sfida e il piacere incommensurabile di essere lui ad eliminarle.
Ogni colpo, ogni ferita, ogni nuova uccisione erano vere e proprie "medaglie" che nessun altro eccetto lui poteva vantare.
Adesso non aveva alcuna importanza contro "chi" o contro "cosa"...
L'importante era combattere.
Combattere, combattere e ancora combattere.
Pur di liberare la mente, pur di non avere alcun pensiero per qualche istante, Spike era ben felice di fare strage dei suoi stessi simili. Non importava chi o cosa fossero i suoi nemici, mostri o esseri umani era del tutto irrilevante, l'unica differenza era il risultato: rimanere in piedi o lasciarsi ridurre ad un misero mucchietto di polvere...
L'unica cosa certa era che, quando combatteva sul serio, Spike era solito trasformarsi in una vera e propria macchina per uccidere.
Anche l'affettatore ebbe modo di accorgersene, suo malgrado.
Dopo avergli reso inservibili le braccia, Spike era passato a martellargli la cassa toracica a suon di sberle.
I pugni del vampiro erano come pesanti martelli da fabbro, capaci di sbriciolare ossa e organi interni ad ogni colpo, e niente poteva distoglierlo dal piacere immenso dello sventrare una carcassa ancora viva e cosciente.
Nessuna pietà.
Questo era Spike, lo Sterminatore di Cacciatrici, un mostro identico a tanti se non addirittura peggiore.
L'affettatore gemette, incapace di rialzarsi per via degli arti quasi completamente in frantumi, tuttavia Spike fece finta di non sentirlo. In fin dei conti quell'essere era solito tritare vivi gli esseri umani, dunque non si poteva certo definire una povera vittima indifesa, e Spike non stava facendo altro che il lavoro di una Cacciatrice.
Buffy si sarebbe comportata esattamente allo stesso modo, ignorando i suoi gemiti ed eliminandolo senza pietà.

- E' una storia raccontata da un idiota - fece Spike, snocciolando l'ultimo verso, torreggiando vittorioso sul nemico ormai prossimo a tirare le cuoia. - Una storia piena di rumori e di rabbia... che non significa niente!

Ciò detto, Spike strappò via i resti di una transenna metallica, impugnandola a mo' di bastone.
Ora poteva vedere bene la creatura ferita sotto di lui: il corpo glabro e pieno di lividi; le braccia rotte e penzolanti, dalle cui estremità fuoriuscivano le lame sporche di sangue; la testa orribile e deforme, con occhi sbarrati e pieni di paura...
Spike fece roteare la spranga nella mano destra, scegliendo con calma il punto ove assestare il colpo decisivo.
Di lì a un istante, avrebbe fatto un'altra vittima.
Non ne avrebbe ricavato nulla, eccetto uno sfogo e un momentaneo senso di liberazione, ma tant'era...
Ormai si era sfogato abbastanza, poteva anche chiuderla lì per quella notte.

- Rilassati, amico - sorrise Spike, sollevando il lungo ferro storto e prendendo la mira. - Come si dice, è questione di un momento: polvere alla polvere...

Spike calò la spranga con violenza, un colpo secco e preciso, e il mostro sotto di lui si ritrovò scosso dagli ultimi spasmi d'agonìa. Il braccio rotto sussultò sull'asfalto per un istante, prima di accasciarsi immobile assieme al resto del corpo, e il vento della notte fischiò distintamente sul braccio teso del vampiro.

- ... Cenere alla cenere!

 

( continua )

   
 
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