Anime & Manga > Card Captor Sakura
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Autore: Shora    13/06/2013    3 recensioni
Sakura deve cominciare il primo anno scolastico del liceo. Accompagnata da Tomoyo, iniziera così un viaggio tra il suo primo grande amore (un ragazzo conosciuto durante la cerimonia d'inizio anno,Syaoran) e una losca figura che non sembra essere contenta di ciò.
Genere: Avventura, Fluff, Mistero | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Li Shaoran, Nuovo personaggio, Sakura, Tomoyo Daidouji, Touya/Toy | Coppie: Shaoran/Sakura
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Fedeltà:

Le auto della polizia si fermarono sulla candida neve lasciando l’impronta delle ruote. Si erano fermate a pochi metri dal cancello della proprietà del sequestratore. Alcuni poliziotti scesero dalle auto con le pistole già cariche nel fodero.
-Ragazzo, sei sicuro che sia qui?- chiese una poliziotta rivolgendosi ad un giovane con i capelli castani. Lui annuì convinto.
“L’unica cosa che spero è di non essere arrivato troppo tardi, spero vivamente che non sia così” pensò poi.
I poliziotti fecero irruzione nel giardino avanzando silenziosamente mentre la neve scricchiolava sotto i loro piedi. Prima di tutto cercarono in casa, finchè un giovane ragazzo appena arrivato nell’ordine di polizia, non individuò il capannone degli attrezzi dove Sakura era rinchiusa. Si avvicinarono al magazzino con le pistole in mano, temendo che anche il tipo fosse armato. Sentirono l’uomo che si rivolgeva alla ragazza con cattiveria e caricava un’arma da fuoco.
La polizia temeva che una volta entrata il rapitore avrebbe ucciso la ragazza, dopo quello che le aveva detto e probabilmente il tipo aveva anche il volto scoperto, quindi se la giovane l’aveva visto in faccia aveva un motivo in più per farla fuori. Perciò era molto indecisa sul da farsi. Il ragazzo fremette. Poi una poliziotta prese l’iniziativa. Si avvicinò alla porta e con un calcio la sfondò.
-Polizia!- urlò e puntando la pistola contro il tipo.
Quello nonostante fosse stato preso alla sprovvista mantenne la parola data a Sakura e, sotto gli occhi sconvolti della ragazza, sparò un colpo. La castana strinse gli occhi. Aveva i sudori freddi e tremava, non avrebbe ma i immaginato di morire così stupidamente o meglio, per un motivo così stupido.
Una voce urlò il suo nome. Ma lei non aprì gli occhi fino a che un ombra le si parò davanti. Sentì il rapitore pronunciare un “maledizione” e poi la ragazza, non sentendo il colpo arrivare, aprì gli occhi. Uno alla volta, piano. La prima cosa che vide davanti a sé fu un ragazzo dai capelli castani. Dapprima , stordita com’era, non le disse nulla. Piano piano, però, cominciò ad associare le immagini e un sussurro disperato uscì dalle sue labbra.
-Sy-Syaoran…-
Il ragazzo  si portò una mano al petto e cadde in ginocchio. Sakura continuò a ripetere il suo nome all’infinito, come fosse in trans, come se fosse l’unica parola che conoscesse, che fosse presente nel suo vocabolario in quel momento. Il respiro della ragazza accelerò, come i battiti del suo cuore. La gola divenne secca, gli occhi si riempirono di lacrime e in poco tempo cominciarono a solcarle le guance. I pensieri cominciarono a turbinarle in testa, una miriade di concetti, forse assurdi, ma mai come in quel momento più plausibili. Uno in particolare si faceva vivo con prepotenza e arroganza: “e se morisse io che farei?”. Un poliziotto la libero dalle corde che la tenevano imprigionata alla sedia. Si inconocchiò vicino al suo amato che aveva il respiro corto e uno sguardo sofferente. La mano che aveva al petto era piena di sangue, questo gli correva anche lungo i polsi fino a macchiargli la felpa bianca. Il liquido che l’indumento non assorbiva aveva formato un larga pozza vicino alla ginocchia del ragazzo.
-Sakura…- sussurrò sofferente.
Lei si portò le mani davanti alla bocca, mentre le lacrime le calcavano ancora di più le guance.
-Non…non piangere, io te lo avevo promesso, ricordi? Io… io sarei morto per te.-
-E’ tutta colpa mia…- singhiozzò lei.
Lui, con la mano libera, le accarezzò una guancia con tenerezza e scosse la testa.
-Ascolta…-. La ragazza si fece attenta.
-Dimmi.- sussurrò lei.
-Non voglio che tu, se io non dovessi farcela, rimanga sola perciò…-
-Non dirlo nemmeno per scherzo- lo interruppe la castana.
-L-lasciami finire. Perciò desidero che tu…ti raffaccia una vita, fatti una famiglia con un uomo che ti renda felice, più di quello che sono riuscito io e sappi che ti amo, che ti ho amato e che ti amerò sempre come sempre ti sarò accanto per guidarti e proteggerti.- finì lui.
Sakura, intanto, continuava a piangere. Il ragazzo cadde  a terra e lentamente chiuse gli occhi.
-Una ambulanza presto!- urlò la ragazza. Una poliziotto chiamò il 118 e a quel puntò il suo rapitore si rivolse a lei.
-Non c’è bisogno che ti uccida stai già sperimentando cosa vuol dire perdere una persona cara.-
La castana strinse i pugni mentre lo schiocco delle manette si fece vivo nel caos totale di quel piccolo magazzino. Lo portarono via mentre un ambulanza conduceva Syaoran in ospedale. Sakura rimase in ginocchio a fissare un punto vuoto e a quel punto si rese conto che il suo fidanzato rischiava di morire il giorno di Natale. Così, congiunse le mani in una piccola preghiera. Dio avrebbe potuto portare via lei e Syaoran insieme, ma non quel giorno. Non la mattina di quel Natale.
 
  
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