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Autore: _Hikari    14/06/2013    1 recensioni
E così, nobile dama, il vostro segreto è stato svelato.
Le menzogne di una vita distrutte.
E voi, che non volete altro se non essere libera, convincere quel baldanzoso giovane ad andarsene con la vostra persona. Lui, che sarebbe pronto a duellare per avervi.
Giselle, voi possedete così tanti sogni…
Possedete i sogni di chi è sempre stato in catene.
~ Tratto dal testo:
A tante battaglie ha partecipato, a tante giostre è stato sfidato ed è sopravvissuto. Ma la vita è una delle giostre più infide e non tutti possono ambire alla vittoria. Anzi, nessuno. Prima o poi verremo tutti disarcionati, però possiamo rimetterci in piedi e lottare. È in questo che consiste la nostra libertà, oltre che nel scegliere che mosse compiranno i nostri corpi e le nostre cavalcature.
Genere: Drammatico, Sentimentale, Storico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Voleva solo essere
libera, Giselle.




A tutte quelle persone che credono in me,
a quelle dai capelli rossi,
a quelle che mi sono accanto ogni giorno,

ed a quelle che non ci sono più.
 
E così, in quell’insieme di alberi dai rami intrecciati come tele di ragni, tu sei lì, accasciata su te stessa ed ansante.
Nel frattempo i destrieri dei tuoi nemici corrono, compiono il loro dovere lasciandosi dietro una nube di polvere.
Il rumore dei loro zoccoli si fa sempre più vicino, inesorabile come  l’andare di Cromo, e tu ti guardi intorno.
Guardi lui, il bel cavaliere che ti ha portata via.
La sua armatura metallica scintilla, come un prezioso diamante. Il tuo diamante.
Senti il cuore accelerare, sembra quasi desideroso d’uscirti dal petto, la gambe ti tremano.
«Giselle» dice. Quant’è bello il tuo nome pronunciato da quelle labbra piene, su cui così tante volte hai posato le tue.
Ricordi, ricordi ancora come il cuore batteva, come lo stomaco si contorceva la prima volta. I sogni, le speranze si fanno risentire, indispettiti. Ma adesso sono solo ricordi che non sei nemmeno certa di possedere integri.
Il vento che ti sferzava il volto, che ti accarezzava con la sua mano gelida, e quel profumo. Quel profumo salmastro, quello di mare.
Quello che si propagava per la campagna toscana, lo rammenti quello, Giselle?
Rammenti come correvate, accompagnati da risa melodiose?
Sì, lo rammenti. Hai quell’immagine stampata nella mente. Ma lui no. Perché questo non è altro che un sogno. Il tuo sogno. Anzi, il vostro, tante sono quelle volte in cui gliel’hai narrato. Chissà se l’ha immaginato, chissà se anche lui ne ha un dipinto vivido nel capo, come se l’aveste vissuto per davvero.
«Voglio essere libera, Guiberto. Libera come questo vento» gli dicesti un giorno.
Ma con lui, Giselle. Tu vuoi essere libera con lui. È lui la tua libertà. Nessun altro.
Il rumore si avvicina.
«Giselle» insiste lui e tu, dama, ti concentri, ti concentri sulla sua voce e gli fai segno che sì, lo stai ascoltando.
«State indietro» vi ordina.
«Cosa volete fare?» lo guardi allarmata, gli occhi verdi come l’erba smeraldina della tua fantasia sgranati per la paura.
Ti dici che no, non lo può fare.
«Combatterò lealmente, da cavaliere che sono».
«No, ve ne prego! Non esiteranno ad uccidervi ed allora, io, cosa farò? Non ci pensate a me?» lo supplichi.
«Vi proteggerò: non vi succederà niente, credetemi» afferma ostentando sicurezza. Ma è solo ostentazione, null’altro e tu, Giselle, lo sai.
Sai che morirà.
Sai che le tue ali saranno tarpate.
Lo sai. E sai cosa devi fare.
Avverti il sudore scorrerti lungo le membra stanche.
«Non possiamo scappare?» sussurri inutilmente, con voce flebile, ed il bel cavaliere scuote il capo mentre tu ti ritrovi ad annuire.
Lo fai a te stessa.
Lo fai perché hai compreso, anche se fa male.
Il panico ti attanaglia lo stomaco perché l’uomo ha paura dell’oblio, ha paura della morte. Ma tu vuoi essere libera, dama, libera.
E così le tue mani si ritrovano ad impugnare una spada la cui punta brilla, affilata, alla luce di quel che sole non rivedrai mai più.
La mente di Guiberto è persa nelle proprie strategie, il suo sguardo è rivolto altrove: è questo il momento consono, ma devi far presto, Giselle.
Ripensi alle notti d’amore ormai trascorse, ai sorrisi, ai baci prima casti e poi roventi, come le fiamme che avvolgono le fenici prima di morire.
«Gireremo il mondo e vedremo il mare, te lo prometto».
Ci sono parole che possono far male, parole acuminate come la punta di un pugnale, ed altre che fanno bene all’anima, parole più dolci del miglior nettare degli dei, eppure esse possono diventare una serie di lettere messe  fila, null’altro. Ed era proprio questo che era divenuta questa promessa, come tutte le sue simili, che non avevano un futuro.
Sospiri e poi lo fai.
Tremante ma decisa affondi l’arma nel tuo ventre ed il sangue vermiglio inizia a scorrere copioso. Cadi riversa a terra e Guiberto sgomentato si siede accanto a te.
Impreca come impreca colui che si sente abbandonato da Dio ed implora. Implora te di non lasciarlo. Ma tu, bell’angelo, voli via mentre le onde infuriano sulla spiaggia che tanto volevi vedere.
Mentre il vento si fa più intenso.
Mentre la furia si impossessa del cavaliere.
E lui, che ha vissuto per anni solo di guadagni per l’onore*, si alza.
A tante battaglie ha partecipato, a tante giostre è stato sfidato ed è sopravvissuto. Ma la vita è una delle giostre più infide e non tutti possono ambire alla vittoria. Anzi, nessuno. Prima o poi verremo tutti disarcionati, però possiamo rimetterci in piedi e lottare. È in questo che consiste la nostra libertà, oltre che nel scegliere che mosse compiranno i nostri corpi e le nostre cavalcature.
Giselle, sei morta per permettergli di imboccare la via della fuga ed al tempo stesso per essere libera, e lo sei. Sì, adesso lo sei.
Sei uno di quelli angeli i cui piedi scalzi sfiorano le nubi candide.
Sei una di quelli angeli che adesso possono spiccare il volo ed essere liberi, se non nella vita allora nella morte.
Però il tuo cavaliere non proseguirà il suo cammino.
I nemici lo raggiungono e lui, con l’eleganza di una belva, corre loro incontro.
E tu comprendi cosa sia la disperazione, Giselle.
Comprendi cosa sia il desiderio di morire, Giselle. Tu, che eri il desiderio di vita.
 
Colpi dettati dalla disperazione vengono sferzati.  
Alcune urla risuonano per il bosco e poi il niente per Guiberto sopraggiunge.
  

Adesso il cavaliere disarcionato può raggiungerti, bel angelo, mentre il sangue si sparge sulla vegetazione, testimone di due scelte intrecciate come intrecciati erano i fili dorati delle collane delle vostre madri. 


 
***
Anno 2013

«Mamma, cosa stai leggendo?» domandò Nicole, i capelli fiammeggianti sparsi al vento.
«Dei documenti» rispose la madre afferrando il capello prima che il vento glielo portasse via.
La donna ancora non riusciva a spiegarsi del perché avesse acconsentito ad andare in spiaggia seppur avesse tutto quel lavoro da sbrigare.
«Che periodo riguardano?».
«Quello cavalleresco» spiegò la storica.
«Posso?» proseguì la ragazza accennando ai fogli e Ginevra annuì.
 
Così gli occhi verdi della fanciulla scorsero lungo quelle frasi mentre pareva quasi che qualcuno stesse dipingendo il mare, tante le sfumature che lo adornavano, grazie al tramonto.
Alcune scure come la paura, come il male.
Altre più chiare, come la speranza, come il bene, come la libertà.
Come Giselle.
 
 
 


 
 


 
 
 
 
 
 
 
 


 Note:salve a tutti.  È la prima volta che mi dedico ad un’originale e spero di non aver commesso un buco nell’acqua.
Non sono certa di aver rispettato il contesto storico di cui non ho molto parlato, se ci sono incongruenze ditemi ma – se potete – vi chiedo di considerarle delle licenze che mi sono presa.
Per quel che so è difficile che un cavaliere fugga, che la sua dama riesca a convincerlo a farlo, ed il marito di Giselle lo doveva sfidare ma... avevo bisogno che lo facessero.
Per quel che riguarda la caratterizzazione è un po’ una cosa volontaria che sia così, ecco.

Volevo semplicemente scrivere di due persone completamente innamorate ed ho immaginato Guiberto quasi come succube di lei e dei suoi sogni di libertà.
Detto questo vi invito a lasciarmi una recensione! C:
 
[…] di solo guadagni per l’onore*: citazione di “Non è l’inferno”, Emma Marrone.

P. s. I fogli che tiene in mano la storica trattano della vicenda di Giselle. xD
   
 
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