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Autore: Punkpinzia    16/06/2013    3 recensioni
Raccolta di one shots e flashfics che vedono coinvolti Goku e Vegeta nelle più disparate faccende di vita terrestre quotidiana.
Storia a quattro mani, a cura di Giacopinzia17 e PunkDario.
[Comico/Demenziale]
[#1: Giardinaggio;
...]
Genere: Comico, Demenziale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Goku, Vegeta
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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Autore: Punkpinzia (Giacopinzia17 + PunkDario)
Titolo della storia:
Vita quotidiana
Fandom:
Dragon Ball
Rating:
verde

Generi:
comico, demenziale
Personaggi:
Vegeta, Goku
Avvertimenti:
Raccolta
Disclaimers:
i personaggi non sono nostri, ma di Akira Toriyama che ne detiene tutti i diritti.

NdA: salve a tutti! Vi presentiamo questa raccolta di nonsappiamoquante flashfics e one shots che vedranno coinvolti Goku e Vegeta nelle più varie situazioni di vita terrestre! Come se la caveranno i nostri eroi? Iniziamo con una shot di 1.400 parole circa che vedrà coinvolto Goku! Enjoy!

1. Giardinaggio

«Goku, se non prenderai subito lezioni di giardinaggio, giuro che non ti farò più da mangiare. Ci siamo intesi?»


Eccome se si erano intesi!
Goku, spaventato dalla usuale minaccia di Chichi, si era immediatamente alzato dal dolce giaciglio dove Morfeo l'aveva cullato per tutta la notte, fin quando sua moglie non aveva deciso di urlargli nelle orecchie.
Per la serie: "Il buon giorno si vede dal mattino".
Stordito, si era alzato e vestito in fretta, per poi andare in cucina dalla moglie ad elemosinare la salutare colazione quotidiana.
«Nemmeno per sogno, Goku», aveva recitato perentoria il mostro la donna, «Quanto prima inizi le tue lezioni, quanto prima avrai da mangiare».
«Ma come faccio senza mangiare, Chichi?!», aveva urlato isterico, mentre lo stomaco brontolava sonoramente, «Ho bisogno di mettermi in forze!»
«Scordatelo, e ora va'!», la donna aveva già afferrato delle stoviglie tra le mani per lanciarle addosso al marito, che si era fiondato fuori l'abitazione di corsa e con un fischio aveva richiamato la nuvola Speedy.

Goku volava basso ed a velocità contenuta, con lo stomaco che brontolava sempre più. Ad un tratto, si era ricordato di avere dei fagioli di Balzar con sè, nella sua cintura. Quando aveva fatto per prenderne uno, il clacson di un'auto lo aveva fatto sobbalzare, facendogli precipitare il sacchetto (del resto, Goku non aveva mai avuto un bel rapporto con le automobili).
«Urca, che spavento!», aveva esclamato, rialzandosi dalla gialla nuvoletta dopo che vi si era accasciato a causa del sussulto.
«Vediamo… dov’è che si possono prendere lezioni di giardinaggio?»
Il Sayan si era diretto verso un fruttivendolo, da cui stava uscendo un'anziana signora, carica di buste piene di frutta e verdura. Accostandosi al magazzino con velocità inaudita, producendo il classico rumore di freni tipico della nuvola Speedy, Goku non si era accorto di aver urtato una cassa di banane collocata lì fuori, facendone cadere una moltitudine. La donna, ignara di quanto combinato dal Sayan, si era diretta a passi svelti nella sua stessa direzione. Una delle banane aveva fatto il danno: la signora era scivolata, facendo volare anche le sue buste e ciò che contenevano. Con la prontezza di riflessi che lo contraddistingueva, Goku aveva afferrato sia la donna, sia tutto il resto.
«Mi scusi, gentile signora, saprebbe dirmi dove potrei imparare a fare giardinag... »
Nemmeno il tempo di completare la frase, la signora stava percuotendo il Sayan con tutta la sua forza, costringendolo a dileguarsi a bordo della nuvoletta.


Riuscito a scampare dalle grinfie della donna, Goku si era messo a girovagare per la città camminando come un normale essere simil-umano.
Continuava ad interrogarsi su chi potesse fornirgli delle lezioni di giardinaggio, ma nella sua testa apparivano soltanto i fiorellini che suo figlio disegnava da piccolo nelle illustrazioni della famigliola nel prato.
«Goku?», si sentì chiamare, «cosa ci fai qui?»
«Urca, Crilin!», disse il Saiyan, «Che fortuna trovarti qui... oh, ciao, piccola Marron!»
La bambina lo guardò incuriosita non appena Goku spalancò gli occhi e con faccia sorpresa e vittoriosa urlò: «Urca! Ma tu hai una piantina! Crilin, dimmi dove l'hai presa!»
«L'ho presa da un giardiniere qui vicino», rispose come se fosse ovvio, cosa che effettivamente era, «ma a cosa ti serve un giardiniere?»
«Eh eh,», Goku si portò una mano dietro la nuca e sorrise, «Chichi mi ha minacciato di non cucinarmi più se non prendo lezioni di giardinaggio...»
Crilin tacque per qualche istante e poi scoppiò a ridere.
«Ehi, non è carino da parte tua!», sbuffò il Saiyan, incrociando le braccia al petto e sospirando, «E per di più sto morendo di fame».
La piccola Marron iniziò a chiamare il padre, in cerca della sua attenzione che le fu immediatamente rivolta: «Andiamo via».
Il padre rise di gusto, poi indicò la strada a Goku per raggiungere il giardiniere e si congedò, accompagnando la figlia a mangiare un gelato.

Arrivato nel luogo indicatogli da Crilin, Goku si imbatté in un panorama mozzafiato: piante di ogni forma e di ogni specie si ergevano da tutti i lati, rendendo l'intero luogo una chiazza di verde in mezzo al grigiore cittadino. Il Sayan avanzò a passi incerti in mezzo a quella vegetazione, ridacchiando al pensiero dell'assonanza involontaria che il termine "vegetazione" avesse con il nome di Vegeta.
Al termine di un lungo viale, Goku intravide qualcosa: un uomo alto e robusto, con indosso un lungo grembiule e degli scarponi, era intento a parlare a gran voce ad un gruppo di persone, che fissavano estasiate una piccola piantina, che Goku riconobbe uguale a quella della piccola Marron.
«È lui, l'uomo che salverà il mio stomaco!», esclamò felice, correndo a perdifiato verso il suo salvatore.
«Urca, che bella piantina!», urlò, protraendosi ad ammirarla.
«Ehi, c'ero prima io!»
«No, io!»
Le urla degli astanti si alzavano sempre più forti, con Goku che si rivolse all'uomo: «Salve, mi chiamo Goku e vorrei che lei mi insegnasse il giardinaggio!», disse con un sorrisone dei suoi stampato sul viso.
L'uomo, sentendo quelle parole, fu colto da una grande gioia.

«Oh, mio caro ragazzo, non potevi compiere una scelta più saggia! E che fisico che hai! Scommetto che sai come si sradica un albero, con quelle braccia, eh?»
«Beh, ecco… in un certo senso», rispose Goku, portandosi una mano allo stomaco che predicava di essere nutrito.
«Bene, Poku, iniziamo dalle basi: come falciare l'erba del proprio giardino. Ci vuole pazienza, precisione, e tecnica! Ma soprattutto, mio caro Moku, ci vuole il giusto strumento!», disse l'uomo, portando il Saiyan accanto ad un macchinario da lui mai visto prima
.
«Ehm, veramente mi chiamo Goku, signore», lo corresse lui.
«Sì, certo, Coku! Ad ogni modo, ragazzo mio, la cosa è fondamentalmente semplice: tira la cordicella, accendi il tosaerba, e taglia via i fili superflui
», gli spiegò il giardiniere, bonario.
Il macchinario era di quelli più strani che Goku avesse mai visto. Ed aveva visto tutti i congegni di Bulma!
Un lungo manico in metallo era collegato a delle lame d'acciaio, che, azionate da un meccanismo, roteavano, tagliando via l'erba.
«Dunque... devo solo tirare questa cordicella, giusto?», chiese Goku, prima di afferrarla e tirare.
Già, tirare... Il Saiyan non riuscì a contenere la sua forza sovrumana, scaraventando l’intero marchingegno contro il muro alle sue spalle e mandandolo in pezzi.

«Urca, che faticaccia!», esclamò Goku, alle prese con un nuovo tosaerba portatogli dal giardiniere.
«Okay, Goku, puoi farcela. Devi solo tirare più piano...», si ripeteva il Saiyan, accingendosi a tirare nuovamente la cordicella.
Stavolta la forza era ben dosata, ed il tosaerba aveva iniziato a muoversi.

«Evviva, sono un genio!», esclamò fiero Goku.
«AAAAAAAAAAAAH!»
Un urlo attirò la sua attenzione.
Voltandosi, assistette ad una scena incredibile: il motore aveva acquisito tanta potenza da muoversi da solo, seminando il panico nel giardino e rischiando di falciare i presenti.
Per salvar la situazione (ed il suo stomaco ancora vuoto), Goku doveva fare solo una cosa: afferrare quell'aggeggio.
«Accidenti, accidentaccio! Torna qui! Dove scappi? Tanto ti prendo!»

 

E alla fine ci aveva rinunciato.
Aveva chiesto scusa più volte al povero giardiniere che si era trovato con quindici aggeggi malefici in meno e un giardino tutt'altro che normale.
Così, Goku aveva chiamato di nuovo la nuvola Speedy e si era fatto portare sulla sponda del lago a pochi chilometri da casa propria.
Si era disteso sul manto erboso e aveva lasciato per un po' libera la propria mente, nella speranza che in un modo o nell'altro sarebbe riuscito a convincere sua moglie a cucinargli qualcosa.
Dato che lo stomaco continuava a brontolare incessantemente per reclamare il tanto agognato cibo, Goku si erse in volo e si recò presso la propria dimora, temendo più che mai di non riuscire a mangiare nulla.
Più si avvicinava, più l'ansia cresceva e più lo stomaco emetteva rumori poco rassicuranti. Come minimo Chichi avrebbe dovuto cucinargli venticinque porzioni di buon cibo!
Pochi minuti dopo atterrò proprio dinanzi alla porta in legno e, dopo aver preso un profondo respiro, bussò.
Quando la moglie aprì la porta, gli sorrise e domandò: «Ciao Goku! Allora, com'è andata oggi dal giardiniere?»
«Eh, eh, Chichi, io...», fece una risatina timorosa e divertita per le espressioni della moglie, che poi sospirò sconfitta e lo lasciò entrare.
«Sei sempre il solito», mormorò sconsolata scuotendo il capo e, depressa come non mai, si avviò verso la propria camera, dalla quale avvertì Goku che poteva cibarsi di tutte le pietanze che aveva preparato con accortezza quel pomeriggio.
«Grazie, Chichi!», urlò il giovane Saiyan, «Urca, si mangia!»

  
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