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Autore: dilpa93    16/06/2013    7 recensioni
“è da quando sei uscita questa mattina che desidero farlo.”
Genere: Comico, Fluff, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Kate Beckett, Lanie Parish, Rick Castle
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Quarta stagione
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-Dannata attrazione-
 

“Preso, sono convinta che Javi dimenticherebbe anche la testa oltre al telefonino se solo non l’avesse attaccata al collo. Ora torniamo di là o non troveremo più i nostri posti.” Kate le sorride e, voltandosi nel tentativo di uscire dalla stanzetta adiacente alla navata sinistra della chiesa, si scontra con un corpo  alquanto familiare.
“Uh Castle, attento.” Mugugna la detective incrociando i suoi occhi blu, nei quali è certa brilli la luce che li ravviva quando sta escogitando qualcosa.
“Cosa fai qui? Ti credevamo già a fianco dello sposo.” Chiede curiosa Lanie spezzando il silenzio assordante.
“Non trovo i miei gemelli.”
“Va bene Castle, sorvolerò sul doppio senso gratuito con cui potrei prenderti in giro per mesi… Kate, dolcezza, lo aiuti tu a cercarli per favore?”
“E chi altrimenti?” Sbuffa incrociando le braccia appena sotto il seno, mostrandosi quasi scocciata.
“Perfetto, ma sbrigatevi, che fra poco si comincia e non vorrei che uno dei testimoni mancasse.”
Si allontana a passo svelto, seguita dal ticchettio dei tacchi a spillo sul marmo antico.
“Muoviamoci, o non li troveremo mai.” Lo incalza; lui poggia la schiena contro la porta sospingendola fino a chiuderla.
“Ma che fai?”
Come non l’avesse sentita le si avvicina prendendola per la vita stringendola a sé, “è da quando sei uscita questa mattina che desidero farlo.” Sussurra poco prima di baciarla dolcemente e lentamente, come se quella non fosse stata la cosa che avevano fatto fino a qualche ora prima. Lascia le sue labbra dedicandosi poi al collo, salendo cauto fino al suo orecchio, Kate è troppo presa per rendersi conto di quello che sta facendo.
“Castle, n-non possiamo, ci aspettano di là, e…” Non riesce a reprimere un gemito sentendo la mano dell’uomo insinuarsi senza alcun ritegno sotto il suo vestito. Le dita le carezzano l’interno coscia, avvolgendola in breve di quel piacere da cui sa non avrebbe avuto scampo.
“Castle, Castle noi…” mugugna flebile non riuscendo a mettere insieme una frase completa.
“Vuoi che mi fermi?” Il suo alito caldo si infrange sulla sua tempia, prima di sentire la sua bocca tornare a stuzzicarle il lobo.
“Io…” Si sente riscossa da un leggero fremito e la sua mano circonda automaticamente il collo dell’uomo cominciando a giocare con i suoi capelli corti intrappolandoli tra le dita.
“Tanto si sa, i matrimoni iniziano sempre in ritardo, e poi se tu… Se tu hai, hai chiuso la porta a chiave, noi-” Lo sente bloccarsi improvvisamente, la sua mano immobile le sfiora l’intimità.
È una tortura.
“Perché l’hai chiusa a chiave, non è vero?” Chiede minacciosa riducendo gli occhi ad una fessura, bloccandogli le dita, che ancora la solleticano, con le sue.
“Ehm, n-“ non riesce a finire che questa si apre. Lo scrittore riesce appena a sfilare la mano da sotto il vestito prima che la patologa appaia.
“Scusate, ma Kev- Ho interrotto qualcosa?” Un sorriso furbo e malizioso si fa largo sulla sua bocca.
“No, no Lanie, lui mi stava… Ecco, mi stava aiutando con…” Lo guarda in cerca di un aiuto. Possibile che quando serva la sua mente fantasiosa sembra andare in vacanza?
“Con la lampo forse?” Suggerisce Lanie in quel momento di profondo imbarazzo.
“Si, esatto, con la lampo! Si era incastrata, ma adesso è tutto a posto.”
“Già g-grazie Castle.” Balbetta allontanandosi da lui mentre tenta di sistemarsi alla meglio lo chignon cadente.
“Incastrata, è ovvio.” Afferma annuendo con una lieve scrollata di spalle. “Trovati i gemelli Castle?”
“No, ma penso che ne farò a meno.”
“Penso anche io, Ryan ti sta aspettando e sembra piuttosto nervoso.”
“Arrivo immediatamente.”
Lei annuisce voltandogli poi le spalle e scomparendo alla loro vista, ma la detective non fa in tempo ad iniziare a rimproverare Castle che vedono spuntare ancora una volta il suo viso “E Kate…”
“Si?”
“Ti conviene tener sciolti i capelli.”
“Perché?”
“Fidati.”
Rimasti soli si volta guardando il suo riflesso in cerca di una risposta, e la trova subito in un, non tanto piccolo, cerchietto rosso sul collo.
“Un succhiotto Castle, davvero? Era necessario?! Ora come lo nascondo?”
“Fondotinta? Oppure puoi sempre dire che è uno sfogo allergico.”
“Si, alle tue idiozie. Meglio andare o Kevin si ritroverà con un testimone in meno al suo fianco.”
Toglie le forcine poggiandole sul tavolinetto, con le mani dà una forte scossa ai capelli, per poi portarseli davanti alle spalle cercando di coprire quel segno alla meglio.
“Dannate le mie labbra”, si ritrova a pensare Rick convinto che per quello che ha fatto avrebbe pagato un prezzo piuttosto elevato, un paio di notti in bianco sarebbero state il minimo, e uscendo,  guardandola dirigersi vero le prime panche, non può non mormorare “dannato il suo collo liscio.”

 

  
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