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Autore: Monster inside me    17/06/2013    0 recensioni
"Tutto iniziò una notte del 1908, quando un'esplosione di grandissimo impatto devastò la città di Tunguskiza. Quella notte, molti furono i feriti e i dispersi.
La normalità e la quotidianità erano state turbate da quella che gli scienziati avevano osato definire una pioggia di meteoriti.Una delle più grandi avvenute fin ora.
E proprio in quel territorio oramai spoglio, nessuno sembrava essersi accorto di quell'essere.
Tutti erano troppo impegnati a imprecare e a preoccuparsi di se stessi, tutti troppo distanti dalla realtà celatasi da quell'evento. Tutti tranne uno."
Genere: Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 2.

 

 

Gabriel con un cenno della mano si spostò i folti capelli biondi dal viso, si bagnò le labbra e si girò cercando di incrociare lo sguardo dei suoi compagni di classe.

Nessuno però lo stava considerando; tutti troppo presi dal nuovo amico nato nell'aula di scienze proprio quel giorno. Un piccolo animaletto tutto squame che cercava di scappare dalle mani di quegli sconosciuti usando tutte le forze a disposizione,ma invano. “Un iguana” aveva detto il professore. Così, da quel momento, tutti avevano concordato un nome perfetto: Igua.

Igua era squamosa e viscida,ma a differenza di tutti gli altri animali di tale aspetto, piaceva a tutte le ragazze. Certe volte faceva invidia ai ragazzi.

Gabriel guardò il grande orologio che era a destra dell'aula, vicino alla lavagna. Mezzoggiorno e tre quarti. Solo cinque minuti di inferno. Solo cinque. Poi sarebbe stato libero.

-Uno, due, …- iniziava già a fare il countdown

Dopo qualche attimo il sonoro suono della campana interruppe tutte le attenzioni che fino a un attimo prima erano state prestate all'animale. Tutti erano felici di andare via da questa prigione. Tutti. Tantomeno Gabriel, che la mattina stessa era stato interrogato in geografia. Cinque. Aveva preso un insufficienza. “Non è grave” avrebbe detto sua madre,ma non l'avrebbe pensata uguale il padre appena l'avesse saputo. Ne era certo.

Per ingannare l'attesa decise di passare del tempo a gironzolare fuori, tanto i suoi genitori non l'avrebbe mai saputo.

Il ragazzo imboccò una stradina che non aveva mai visto in città prima d'ora; era buia, completamente priva di luce, tetra e spettrale. Non si sarebbe certo impressionato per così poco.

Lui era un ragazzo che amava questi posti, amava il silenzio e le tenebre, per non parlare di quei luoghi isolati privi di gente che si diletta a disturbare sconosciuti tanto per divertirsi. Lui non capiva la mentalità di queste persone: le evitava.

Amava anche la magia e, a modo loro, questi luoghi erano magici.

Appena varcò la rettilinea che distanziava l'oscurità dalla luce proveniente dall'esterno ,un brivido gli oltrepassò la schiena. Ciò lo divertiva; provare paura lo divertiva.

Più andava oltre e più sentiva freddo, il posto diventava sempre più tetro e la luce diminuiva ancora più drasticamente. Iniziava ad avere davvero paura e non era sicuro di voler continuare per la sua strada. L'ambiente era sicuramente diverso dagli altri in cui era stato e lo percepiva.

Avanzava sempre più lentamente. I passi si facevano pesanti e il ritmo del battito cardiaco aumentava. Il respiro era gravoso e sentiva una strana sensazione.

A un certo punto la luce tornò e “l'incubo” finì.

Un negozietto dalle pareti giallognole chiudeva qualsiasi uscita presente nel viotto.

C'era scritto “ T & G” e si presentava come un locale di immobili antichi.

Un cartello vi era affisso: “Questi oggetti sono l'essenza di storie passate, che verranno ricordate nei secoli attraverso voi acquirenti. Se siete qua per guardare soltanto potete andarvene.

Grazie.”

-Insomma,gentile il proprietario...- si lasciò scappare Gabriel

-Diciamo che la gentilezza non è il mio forte,ragazzo.- Rispose un omino dall'altoparlante, circondato di ragnatele, affisso al muro.

Gabriel guardò l'apparecchio,come se fosse il proprietario in persona, e accortosi della gaffe si scusò.

Dall'oggetto si udirono dei passi e degli scricchiolii, poi un gran tonfo seguito da un “Sei ancora lì?”.

Il ragazzo atterrito rispose con un cenno del capo ignorando che il signore non potesse vederlo.

-Molto bene- rispose ancora una volta l'omino.

Aveva una voce roca, molto calma e pacata.

A Gabriel piaceva quella voce,ma lo metteva in agitazione.

-E' una voce carica di ….mistero- osò pensare il ragazzo

La porta di colpo si aprì e una mano afferrò Gabriel per la giacca, facendolo rotolare a terra.

Il giovane sbattè la testa.


 

SPAZIO AUTRICE:
Spero che questo nuovo capitolo vi sia piaciuto  e sia stato di vostro gradimento . So che forse,essendo  un po' più "noioso" rispetto al precedente ,il vostro interesse per questa storia potrebbe affievolirsi,ma state certi che nei prossimi il tutto si farà più interessante. Grazie per essere arrivati a leggere fin qui e avermi dedicato un po' del vostro prezioso tempo.
Avviso: ogni lunedì pubblicherò un capitolo. Se ci dovessero essere dei disguidi ve lo comunicherò per tempo.

  
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