sonno e sudore. rinchiusa in un buio cubicolo di un monolocale sfatto. la mia testa grondante di goccioline d'acqua appoggiata alla parete sudicia di membra di insetti notturni. di mosche pomeridiane. di zanzare estive. sudore e fame. le mie gambe sono prosciutti abbandonati sulla sedia. prosciutti scaduti ed amuffiti. lo stomaco mi duole e mi parla ed io non voglio parlare con nessuno. rinchiusa nel mio buio cubicolo del mio sudicio monolocale ad immaginare serate mai vissute e sorrisi mai provati. muscoli facciali mai esercitati. la sbronza di due giorni fa, mi ha devastato lo stomaco. non mi fa mangiare. com'era bello il mondo dentro un bicchiere di vodka alla fragola. il liquido mosso mi faceva muovere i muscoli facciali, forse per la prima volta nella mia vita. muovevo i muscoli facciali nuotando nel mio bicchiere di vodka, assonnata e sudata. o forse annaspavo con spasimo. forse urlavo. di sicuro non riuscivo a vedere al di sotto delle mie gambe. tutto si muoveva e tutto era vino rosso. e blu angel. e verde vodka alla menta. e le mie gambe cambiavano sempre forma. e probabilmente mi sembravo bella. ed era divertente. era divertente cascare a terra con la faccia assonnata ed i capelli pregni di sudore. le scarpe insudiciate di sangue raffermo. sangue delle ferite inferte col sorriso sulle labbra, con i muscoli tesi a sorridere e non con le punte delle labbra all'ingił e le sopracciglia corrugate, come mi capita ogni pomeriggio in bagno con le zanzare estive a punzecchiarmi la faccia. fame e dolore. i pensieri fanno male se fatti dopo le 02.30 di mattina. pensare che le membra dell'insetto che ho appena schiacciato sul muro dove poggio la testa si muovono ancora. pensare che il brontolio del mio ventre dura da pił di tre ore. raccogliere un pezzo di panino da terra impolverato e mangiarselo. appisolarsi di fronte al computer di un monolocale lercio con metą pane in bocca ed i capelli grondanti di sudore nel mio piccolo cubicolo personale.