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Autore: Felem    18/06/2013    15 recensioni
Fai il classico, dicevano, non è troppo difficile, dicevano.
Fai il classico, dicevano, greco e latino sono due lingue così affascinanti, dicevano.
Fai il classico, dicevano, non farai matematica, dicevano.
Fai il classico, dicevano, avrai ugualmente una vita sociale, dicevano.
Non fare il classico, mi diceva l'unica persona a me vicina ad averlo frequentato, così diceva. Io, stupida, non gli ho creduto.
Scappate finchè siete in tempo.
Genere: Comico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Fai il classico, dicevano, non è troppo difficile, dicevano.
Fai il classico, dicevano, greco e latino sono due lingue così affascinanti, dicevano.
Fai il classico, dicevano, non farai matematica, dicevano.
Fai il classico, dicevano, avrai ugualmente una vita sociale, dicevano.
Non fare il classico, mi diceva l'unica persona a me vicina ad averlo frequentato, così diceva. Io, stupida, non gli ho creduto.

Scappate finchè siete in tempo.


                                                 

                                                 
                                                Quarto Ginnasio, palestra di vita





Cari ragazzi e ragazze,
io, Elettra, reduce da un anno scolastico degno dell' inferno dantesco, voglio parlarvi di coloro che hanno contribuito alla mia instabilità mentale: i professori.
Tutti noi abbiamo dei professori più o meno simpatici, belli, brutti, anziani, giovani e chi più ne ha più ne metta. Io userei un solo aggettivo per definire gli esseri che lo stato ha imposto a noi studenti come "modello" da seguire: psicopatici.
Frequento il liceo classico, la scuola delle grandi menti, la scuola che ti fornisce una preparazione ineguagliabile. Menti brillanti? Vi prego, mostratemele! Le uniche menti, compresa la mia, con le quali ho a che fare tutti i giorni, sono totalmente bacate.
Dovete sapere che gli alunni del liceo classico, una volta terminato il primo anno, cadono in uno stato di depressione tale che li spinge a fare le seguenti cose:

scrivere fan fiction durante tutto il periodo estivo;
fare versioni di greco e latino;
dimenticare qualsiasi concetto di matematica;
cadere ancora di più in depressione.

Io, naturalmente, da buona studentessa rispetto ognuno dei punti da me elencati. Ciò avviene grazie a loro, uomini e donne, esseri crudeli e spietati che ora vi presenterò.


Professoressa Esse, Greco e latino:

come non iniziare dalle materie  che segnano l'inizio della fine di uno studente? La professoressa Esse, insegnante dai tempi della preistoria, è una donnetta alta più o meno un metro ed una banana, capelli chiari color cagarella, priva di collo ed incubo dei poveri ginnasiali, me compresa. E' l'unica donna, sulla superficie del pianeta a mischiare il dialetto napoletano col greco antico, che stile! Diciamo che io e lei proviamo dei forti sentimenti l'una nei confronti dell'altra.
Il suo affetto nei miei confronti è sfociato in un bel tre al primo compito di latino. Non temete, successivamente i miei voti sono migliorati. Ricordo ancora quando mi riconsegnò il primo compito di greco.

- Brava, ottimo lavoro. La versione è fatta bene, solo un errore a fine riga. Brava! Quattro e mezzo.

Inutile dire che avrei voluto prenderla a lavagnate, ma sono più che convinta che un po' di affetto in quel quattro e mezzo ci fosse.
La signora Esse l'anno prossimo, dopo averci torturato anche per il quinto ginnasio, andrà in pensione. Ma, dato che la povera donna voleva far ricordare a noi, povere ventitré bestie da macello, il quarto ginnasio, ha deciso di accompagnarci se non nel corpo, nella mente per tutta l'estate. Dando così, ad ognuno di noi, un debito o a greco o a latino.
Non sopportava di stare tre mesi senza di noi, così ha deciso di rivederci ai primi di settembre per un bell'esamino, che donna premurosa!


Professoressa Pi, matematica:  

Aia! E' dura quando si parla di matematica.
Quante volte mi hanno chiesto: - Dimmi, come mai hai scelto il classico?

- Perchè non c'è la matematica.- E' sempre stata la mia sciocca ed ingenua risposta.

Non c'è la matematica?! Quale bestemmia odono le mie orecchie. Già io e la matematica non andiamo molto d'accordo, un giorno la ucciderò, ne sono certa. Figuriamoci con una professoressa come la signora Pi. La cara prof, crede di avere a che fare con tanti piccoli Einstein, ed è per questo motivo che già dal primo giorno ci ha tartassato con quesiti su come calcolare la massa del sole avendo tre pere.
La donna in questione è un'arpia, sulla cinquantina: gobba, capelli cotonati in un'esplosione di riccioli marroni con tanto di frangetta piena di forfora, occhietti malefici degni della signora Esse. Insomma, un troll!

- Elettra, gli appunti.

Ed io che mi scapicollo, col mio quaderno privo di imperfezioni.

- Non mi va di guardarlo. Dato che non mi va di guardarlo, non vedo i tuoi appunti, dato che non li vedo deduco che non ci sono, se non ci sono non studi. Bene quattro. Ma, dato che oggi non mi piace la tua maglietta, tre. Inoltre il tuo nome mi disgusta e poi oggi è 24 e 24 è un numero pari, facciamo due. Dai su, che poi recuperi!

Bella battuta.

Professor Emme, storia dell'arte:

Storia dell'arte. Ma non si dovrebbe fare a partire dal terzo anno? Eh, no, cari lettori. Perchè la sottoscritta è una troglodita e si è segnata in una sezione, che partecipa ad un progetto, il quale prevede l'insegnamento della storia dell'arte a partire dal primo anno.
Il professor Emme è proprio un tipo strano. La prima volta che lo vidi il mio sguardo indiscreto cadde al di sotto della cintura, pensando che fosse solo una mia impressione il fatto di vedere un "pitone" sottostare all'ombelico dell'uomo.
Col passare delle settimane mi confrontai con delle mie amiche: eh sì, il professore aveva una sorta di protuberanza fin troppo accentuata sotto i pantaloni.
Che sollievo, non ero l'unica a notarlo. Passano i mesi e scopro che l'intera scuola è a conoscenza delle super doti di Mr. Emme. Iniziammo delle ricerche io e la mia classe, formulando teorie sulla crescita smisurata del suo pene. Quelli non sono calzini, ormai ne siamo certi, si cela un oscuro mistero dietro quei pantaloni e noi lo scopriremo.
Ricordo il primo giorno di ginnasio, mi diede della necrofila. Mi chiamò così, perchè impreparata ad una sua domanda dissi che la necropoli era "caruccia".
Ma il preferito del professore, rimane sempre il povero Duccio, ragazzo dalle mani enormi, potete dunque immaginare le battute che queste sue mani scatenano.
Il professore è il primo a prenderlo in giro per gli smanettamenti di Duccio.
Vorrei, inoltre, scrivere una poesia che la scuola ha dedicato a Mr. Emme.

                                                               

                                                                 "Sarò brutto,
                                                                  sarò racchio,
                                                                  ma c'ho un ca**o
                                                                 che è un abbacchio"



Professoressa Inco, storia e geografia:

Chi non odia almeno un pochino geografia o storia?
Bene, la professoressa Inco è una sorta di palletta umana, la reincarnazione di Buddha. Comunista fino a l'osso ed incaponita con i politici attuali.

- Fiorito è un ciccione! Perchè i soldi che ci ha rubato gli hanno permesso di ingozzarsi fino ad esplodere. Ma lui non è un ciccione tipo me, la mia è ciccia buona. Lui è un ciccione, maiale, ladro!- Queste sono le sue precise parole ogni volta che parliamo dell' Italia, in particolare del Lazio.

Di regola le lezioni dovrebbero iniziare alle 8:10, ma grazie a Dio, la signora Inco, impiega più di quaranta minuti per salire due piani di scale.

Grazie ciccia buona che ci salvi da un'ora di storia.


Professoressa Erre, scienze:

Scienze, allo stesso livello di matematica, almeno per me.
La professoressa Erre è "morta", ma non sa di esserlo. Un freddo glaciale mi pervade ogni volta che si aggira per i corridoi e vedere la sua faccetta da topo mi terrorizza. Non ride, non piange, non respira. E' una sorta di robot, il suo cognome è Ruffo e per questo le abbiamo dedicato una canzone.

                                                 "Ruffo-Robot, Ruffo-Robot! Ruffo-Robot, Ruffo-Robot!
                                                 Si trasforma in un razzo-missile, ha circuiti di mille valvole,
                                                tra le stelle sprizza e va. Ma chi è? Ma chi è?
                                               Ruffo-Robot, Ruffo-Robot! "

La sua voce è priva di intonazione, ma state attenti! Ruffo-Robot, se incavolata, può divenire Terminator in un batter d'occhio.


Questi, più o meno, sono i miei professori. Ginnasio, palestra di vita. Io cambierei: Ginnasio, prigione per poveri incoscienti. 


Un consiglio a te, che stai leggendo:
se frequenti il classico potrai capirmi e spero ti sarai ritrovato nelle mie parole; se frequenti un altro liceo, bravo, non pentirti delle tue scelte; ed infine, a te che sei in procinto di scegliere il tuo futuro liceo: fermo! Non sai quello che fai, scappa da quella vocina nella tua testa che ti urla di fare il classico, fuggi!

                                                                                                                                            Elettra, una studentessa disperata.
  
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