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Autore: _wackowriter_    18/06/2013    2 recensioni
"Ad interrompere i suoi pensieri, fu un lieve fracasso, proveniente dal corridoio; si udiva a malapena, ma, avendo lei un udito fine, lo aveva captato subito.
Man mano che i secondi passavano, il rumore si fece più forte.
Ora, anche altri compagni lo sentivano.
Erano passi, colpi...
Toby sbiancò.
Erano spari."
Genere: Azione, Fluff | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nick Jonas, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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Prologo.

 
Poggiava i libri nell’armadietto, lo chiudeva, si allontanava.
Ecco il primo spintone, un fischio, un’occhiatina derisoria.
La sua vita era così. Casa, scuola; prigione, inferno. Era una routine. Un ciclo continuo. Un circolo vizioso da cui non era mai riuscita ad uscire.
Le ore a scuola scorrevano lentamente; a casa altrettanto. Da una parte era una ragazza sola, indifesa, in balia di una corrente di pregiudizi e apparenze; dall’altra parte, era una ragazza indipendente, trascurata, invisibile.
 
Durante la lezione, poteva sentire le risatine alle sue spalle, che nella sua testa coprivano qualsiasi rumore o pensiero.
Cosa c’era di sbagliato in lei?
Se lo chiedeva da molto, troppo tempo. In diciotto anni di vita non aveva trovato ancora una risposta.
Semplicemente, sperava nel futuro.
Sperava di poter lasciare New York, una città così intrigante fuori, così marcia dentro.
Avrebbe voluto visitare l’Europa; quell’Europa che faceva da sfondo alle numerose fiabe che le narrava la nonna.
Avrebbe voluto visitare la Spagna, quel Paese così divertente; la Francia, così affascinante; l’Italia, così simpatica; e ancora l’Inghilterra, il Belgio, la Germania...
Perché non poteva? Aveva diciotto anni, eccome se poteva.
La verità è che non ci riusciva; aveva paura, paura che tutto si rivelasse un’illusione.
 
Mentre usciva da scuola, qualcuno le fece cadere il materiale di mano.
Non seppe dire chi era, ma oramai era abituata; semplicemente, si chinò e li raccolse.
Perché la trattavano così?
Insomma, non era una modella, certo, ma non era neanche brutta.
Aveva provato a piacersi; una volta, tempo fa, si piaceva.
Le piacevano i suoi capelli, neri come la pece, boccolosi, morbidi. Aveva cambiato idea quando sua madre li aveva definiti “una massa uniforme, stepposa e ispida”.
Le piacevano i suoi occhi, verdi come smeraldi profondi; aveva cambiato idea quando un suo compagno aveva commentato con: “Mi fanno paura, sono due fondi di bottiglia vuoti e inespressivi!”.
Le piaceva il suo corpo, snello e agile; aveva cambiato idea, quanto tutti avevano pensato che fosse divertente denominarla “anoressica”.
In effetti, era molto bella, ma per un motivo o per un altro, qualcuno l’aveva indotta a credere il contrario.
 
Si richiuse la porta di casa alle spalle. Nella villa regnava il silenzio.
Portò lo zaino in camera e si recò in sala da pranzo.
Gracie, la domestica, stava apparecchiando la tavola, indisturbata.
«Gracie» proruppe la ragazza «Sai, per caso, dove sono i miei genitori?».
«Signorina Tobia, credo siano al lavoro!» le rispose.
Ecco un’altra cosa che aveva finito per odiare: il suo nome.
Inizialmente, lo aveva valutato interessante.
Insomma, una ragazza con un nome da ragazzo, era davvero strano; eppure le piaceva, la faceva sentire in qualche modo speciale.
Poi, però, erano cominciate le prese in giro.
“Secondo me i tuoi genitori volevano un figlio maschio, sfigata!” le dicevano, “Devo dire che il tuo nome si addice al tuo aspetto, sembri un uomo!”.
Perché lo facevano?
 
«Sai quando dovrebbero tornare?» riprovò.
«Suppongo domani mattina, hanno un affare importante da concludere».
Che novità, pensò.
Era sempre stato così, fin da quando era bambina.
Se ne andavano, sparivano per giorni, settimane, perfino mesi, senza degnarsi di avvisarla.
Perché, ovviamente, i loro affari erano più importanti della loro unica figlia.
Perché la sua vita doveva essere così dura?
 


 

Primo capitolo della mia prima storia.
WOW.
Okay, non è proprio un capitolo, è più un’introduzione di quella che sarà la storia; vi ho fatto capire com’è un po’ la vita della protagonista e il suo aspetto.
Comunque, immaginatevela come volete.
Non vi chiedo delle recensioni (ovviamente, se volete lasciarle non sarò io a fermarvi), ma se magari continuate a leggerla, la mettete tra le seguite... mi fareste un grande favore.
 
Va be’, vi saluto.
 
Be A WACKO!

  
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