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Autore: Tom Riddle    19/06/2013    1 recensioni
"Una vita senza amici è come un dolce senza zucchero"
Genere: Azione, Comico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Il corridoio della scuola era ancora pieno di persone,ma ormai la campanella era suonata da una decina di minuti,sembrava che nessuno volesse uscire,e neanche io,quel giorno,non riuscivo proprio a trovare la via d’uscita. Neanche io riuscivo più a trovare la porta,e camminando,camminando,mi ritrovai a salire le scale,”Eppure sono al piano terra,non posso salire le scale per trovare quella fottuta uscita!”.Ma le mie gambe non seguivano i miei pensieri,e cominciai a salire quei piccoli gradini a chiocciola,che portavano nelle aule dove i professori risiedevano quando avevano le riunioni tra docenti o con il preside. Ricordai che quel giorno la professoressa di matematica ci disse che avrebbero deciso i voti di fino trimestre,quindi ovviamente rimasi lì in giro per quelle aule,ad aspettare di sentire vagamente il mio nome. Notai che una delle finestre che si affacciavano dentro la classe,era senza tende,e vidi una ragazza,probabilmente del primo anno,seduta lì,accanto ad un professore,che parlava con dei signori,che avevano tutta l’aria di essere i genitori della fanciulla. Guardavo nella classe,non sapevo bene il perché,ma forse perché mi attirava il viso di quella ragazzina. Ad un certo punto lei alzò lo sguardo,e mi notò. La guardai e poi scappai. Mi nascosi nel ripostiglio delle scope della scuola,ad attendere che passasse lei. Passarono una decina di minuti,e sentii dei passi,cercai di sbirciare dal buco della serratura,e stavano passando i genitori della ragazza,e dietro di loro la ragazza. Non ebbe neanche il tempo di passare davanti alla porta,che sentii le mie braccia andare verso la serratura,aprire la porta,prendere la fanciulla e chiudermi dentro al ripostiglio con lei. Non appena la presi,lei mi cadde con le braccia intorno al collo. Lì dentro entravano giusto i pochi raggi di sole che servirono a permettermi di guardarla negli occhi. Ci guardammo per poco,poi lei prese la parola.
-Chi sei tu?-chiese.
-Oh,ehm….io sono...- non ebbi neanche il tempo di finire la frase che qualcuno aprì la porta. Era la bidella,con la sua solita faccia nervosa,stressata,che non appena ci vide,fece una faccia scandalizzata.
-Ma cosa cazzo state facendo qui?Sapete che la scuola è chiusa e che fare sesso qui dentro è severamente vietato?Capisco che a quest’età non controllate gli ormoni,ma dovete trattenervi!Se proprio volete che accada,chiedete al bidello che è giù di darvi dei preservativi!Spero per voi che non vogliate perdere la verginità in questa gattabuia!-disse arrabbiata.
Non ci diede neanche il tempo di parlare che subito ci ordinò di seguirla.
-Sono già abbastanza nei guai,ora per colpa di un bamboccione fighetto potrei essere espulsa!-disse la ragazza a voce bassa ma arrabbiata.
-Bamboccione fighetto a chi?-dissi con voce per metà ironica e per metà arrabbiata.
-A te caro signor figo!- disse arrabbiata.
-Sentite voi due!Ora ve ne starete nel laboratorio di chimica,al piano inferiore,e non provate a perdere la verginità lì dentro!Io nel frattempo chiamerò i vostri genitori.
La ragazza mi fece uno sguardo assassino,sembrava che tra poco volesse saltarmi addosso per accoltellarmi. Nel frattempo la bidella ci aveva condotti nella grande stanza che prendeva il nominativo di ‘Laboratorio di chimica’. Ci chiuse lì,e ci mise ai due lati opposti della stanza,poi andò verso la sala professori dove risiedeva il telefono. Passarono cinque minuti,e mi decisi a parlare.
-Perché mi guardi?E’ da quando siamo rimasti soli qui che mi stai lanciando sguardi-dissi.
-Ti guardo solo per evitare di saltarti addosso-rispose.
-Vuoi dire che la bidella aveva ragione?Se vuoi mi faccio dare i preservativi dal bidello e scappiamo per trovare un bel posticino.-
-Ehi,calma! Mi hai fatta venire tra le tue braccia solo per fare sesso?-
-No,qualcos’altro mi ha spinto a portarti verso di me- dissi,e cominciai ad allontanarmi da quell’angolino per avvicinarmi di più a lei.
-Ma se non mi conoscevi neanche!-rispose.
-E questo che c’entra?Non posso provare tenerezza per una bella ragazza?-
A sentire quelle parole,lei aggrottò la fronte.
-Davvero mi credi una bella ragazza?-
-Vorresti dire che non lo sei?- ero arrivato a lei e le misi una mano sulla guancia.
-Cosa vuoi da me?- chiese facendomi togliere la mano dalla sua faccia.
-Niente,volevo solo salvarti da una sgridata da parte dei tuoi genitori-
-Non me la eviterò comunque,ora sarà anche peggio!-
-Allora,senti!Che ne dici se usciamo per la finestra,e corri verso casa,così i tuoi genitori non penseranno che stavi con un ragazzo?-
Lei fece un leggero sguardo di disaccordo,ma poi sorrise.
Aprii la finestra,poi mi girai controllando se c’era qualcuno che potesse vedere la nostra fuga. Uscii,e poi uscì anche la fanciulla.
Corremmo via,e quando arrivammo al parco,il quale sembrava essere vicino a casa sua,mi fermò.
-Cosa c’è?-domandai.
-Credo che è meglio se vada da sola-rispose.
-Va bene,allora alla prossima-
Le nostre strade si separarono,io da un lato e lei da un altro. Non avevo fatto nemmeno cinque passi,che mi rigirai e urlai:
-Come ti chiami,principessa?-
Lei mi sentì,si girò e sorrise.
-Allie è il mio nome,e il tuo?-
-Stephan. Allora alla prossima Allie!-
Poi sparii in un angolo e presi la strada che mi avrebbe condotto verso casa.
  
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