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Autore: Nina Lannister    21/06/2013    1 recensioni
[Tywin/OC]
Dal testo.
Con la presente lettera, Lord Tywin, io di mio pugno intendo domandarvi di riflettere e ponderare meglio la vostra decisione in merito alla particolare questione che avete affrontato con mio padre l’ultima volta che la corte ha soggiornato nel vostro castello. Mio padre fu indelicato in quel frangente, lo riconosco. Avevate appena perso vostra moglie e il vostro rifiuto era più che comprensibile. Trascorsi cinque anni però forse avrete cambiato opinione. La famiglia Targaryen sarebbe più che onorata di legarsi alla vostra. Rinnovo quindi l’offerta di mio padre. Al vostro arrivo nella capitale mi comunicherete la vostra decisione.
Con ossequio,
Principe Rhaegar Targaryen, figlio del re Aerys e della regina Rhaella,
Signore di Roccia del Drago ed erede al Trono di Spade.
Genere: Dark, Guerra, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Tywin Lannister
Note: Lime, What if? | Avvertimenti: Incest, Tematiche delicate
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DARK PARADISE
 

 
Autrice: Nina Lannister
Titolo: Dark Paradise
Personaggi: Nuovo Personaggio (Maerys Targaryen), Tywin Lannister, Aerys Targaryen, Rhaella Targaryen, Rhaegar Targaryen, Jaime Lannister, Cersei Lannister, Tyrion Lannister.
Rating: Arancione
Generi: Guerra, Introspettivo, Sentimentale.
Avvertimenti: Tematiche delicate, Lime, What if…?
Note: Ho scoperto da poco il fantastico regno creato da Martin, ma il personaggio di Tywin Lannister mi ha subito intrigato. Forse perché è il mio ideale di guerriero. Per questo mi sono chiesta il perché non scrivere una storia su di lui quando militava come Primo Cavaliere presso Aerys II. Il personaggio di Maerys, sorella del re e della regina, è venuto da sé e sarà quello principale con Tywin. Scoprirete presto che non ha un’anima debole. La poesia iniziale è tratta dai Fiori del Male di Baudelaire. Detto questo vi lascio al primo capitolo.
 
 

DE PROFUNDIS CLAMAVI
Imploro pietà da Te, l'unica che io ami, dal fondo dell'anima in cui è caduto il mio cuore. È un universo tristissimo, dall'orizzonte plumbeo, e vi si muovono, la notte, l'orrore e la bestemmia;
un sole privo di calore si libra sopra per sei mesi, gli altri se la notte copre la terra; è un paese più nudo della terra polare: né bestie, né ruscelli, né verde di boschi!
Non v'è orrore al mondo che sorpassi la fredda crudeltà di questo sole di ghiaccio e di questa immensa notte simile al vecchio Caos;
io invidio la sorte dei più vili animali, che possono inabissarsi in uno stupido sonno, tanto lentamente si dipana la matassa del tempo.

 
Tywin Lannister non era un uomo dai molti scrupoli morali. Per mantenere e arricchire il prestigio della famiglia sarebbe stato pronto a compiere i crimini più efferati senza battere ciglio.
Abile stratega, eccezionale mente politica e valoroso guerriero, Tywin incarnava l’ideale di Lord Protettore dell’Ovest. Austero, freddo e spietato calcolatore, in quel momento sedeva nelle lussuose stanze del suo splendido castello e osservava con aria criptica le pergamene disposte ordinatamente sulla scrivania.
Era meticoloso, lo Scudo di Lannisport. Nonostante gli impegni e le relative carte si moltiplicassero in quel periodo, Tywin tendeva sempre a catalogare tutto alla perfezione. Per non lasciare nulla al caso.
Alzò lo sguardo verso il grande letto a baldacchino che torreggiava le sue stanze. Le sue tende rosse dai disegni dorati s’erano appena mosse a causa del vento penetrato dal balconcino che s’affacciava direttamente sulla scogliera.
Era vuota da troppo tempo, quell’imponente alcova.
Sua moglie Joanna era morta cinque anni prima. In seguito alla nascita del più inadeguato dei Lannister.
Tywin Lannister era noto a tutti per essere poco incline ai sentimentalismi e alle romanticherie. Non sorrideva mai. Eppure quando Joanna era arrivata dinanzi a lui, un momento prima di fasciarla con il mantello per porla sotto la sua protezione, Tywin aveva sorriso. A nessuno in particolare, nascosto lievemente dai capelli biondi e profumati di lavanda della sua bella e giovane sposa. Aveva sorriso sinceramente.
Non s’era più risposato da quel giorno e non intendeva assolutamente macchiare il ricordo di sua moglie con altre donne.
Aveva avuto due figli maschi da Joanna, abbastanza da assicurare una discendenza per i Lannister, e una bambina, Cersei, che con i suoi lunghi riccioli biondi, i grandi occhi verde prato e il viso ovale dai tratti delicati prometteva di divenire una splendida donna.
Quando chinò lo sguardo sulle carte, la sottile scritta del Principe Rhaegar attirò la sua attenzione.
Gli aveva scritto per conto di suo padre, il re Aerys della Casa Targaryen. Desiderava fosse il suo Primo Cavaliere.
La sua risposta era affermativa.
Sebbene Aerys fosse sempre stato invidioso delle sue capacità e delle sue ricchezze, Tywin sapeva che in quel periodo il re Targaryen necessitava di un uomo dalle profonde conoscenze politiche e diplomatiche per amministrare i Sette Regni.
Lui era il candidato più adatto al ruolo.
Girò la pergamena per controllare se il Principe avesse scritto altro e notò che anche un quarto della seconda facciata era abbellito dalla bella grafia dell’uomo dai grandi occhi viola.

Con la presente lettera, Lord Tywin, io di mio pugno intendo domandarvi di riflettere e ponderare meglio la vostra decisione in merito alla particolare questione che avete affrontato con mio padre l’ultima volta che la corte ha soggiornato nel vostro castello. Mio padre fu indelicato in quel frangente, lo riconosco. Avevate appena perso vostra moglie e il vostro rifiuto era più che comprensibile. Trascorsi cinque anni però forse avrete cambiato opinione. La famiglia Targaryen sarebbe più che onorata di legarsi alla vostra. Rinnovo quindi l’offerta di mio padre. Al vostro arrivo nella capitale mi comunicherete la vostra decisione.

Con ossequio,
Principe Rhaegar Targaryen, figlio del re Aerys e della regina Rhaella,
Signore di Roccia del Drago ed erede al Trono di Spade.

Cinque anni prima, in occasione del funerale di sua moglie, il re l’aveva avvicinato e gli aveva domandato se non volesse riprendere moglie dopo il lutto che l’aveva colpito.
Tywin aveva subito declinato l’offerta con compostezza, ma con fermezza, certo che mai avrebbe giaciuto con un’altra donna che non fosse stata la sua Joanna.
Aerys gli aveva promesso la più giovane delle sue sorelle, Maerys, l’unica non ancora sposata.
Splendida e affascinante, Maerys era di tre anni più giovane di Tywin ed era l’immagine della perfetta Targaryen.
Con i lunghi capelli biondi tendenti all’argento e i suoi grandi occhi viola contornati da folte ciglia scure, Maerys era una delle donne più ambite dei Sette Regni.
Aveva il fuoco dei draghi dentro di sé ed era conosciuta da tutti per il suo sorriso aperto e sincero.
Gli Dei dovevano aver lanciato la moneta dalla parte giusta perché Maerys era arguta, dotta e aveva grandi abilità strategiche.
Suo nipote, il Principe, aveva preso da lei l’attitudine alla lettura così come da sua madre aveva ereditato la passione per la musica e l’arpa soprattutto.
Nonostante fosse sterile, e ciò era risaputo a molti, gli uomini che intendevano sposarla non mancavano.
Era una perla troppo rara e preziosa per essere rifiutata.
Era una principessa Targaryen. Aveva potere.
Maerys aveva declinato ogni possibile matrimonio, affermando dinanzi a tutti i suoi pretendenti che si sarebbe sposata quando nessuno più si sarebbe curato delle sue sorti.
Ma suo fratello doveva essere stato di un altro avviso e desiderava trovarle marito.
E quale uomo sarebbe potuto essere migliore di Tywin Lannister?
Tywin era influente, autorevole. Aveva carisma e una forte abilità al comando di truppe nonché il fascino tipico dei Lannister.
Allearsi con lui sarebbe stata la mossa più astuta e intelligente da fare se fosse sopraggiunta una guerra. E quel periodo era abbastanza turbolento. Vi era stata pace per troppi anni perché gli uomini non ambissero a movimentare la situazione.
Nel Nord delle Isole di Ferro qualcosa cominciava a muoversi per le brame indipendentistiche di Balon Greyjoy.
Ma il Nord non era l’unica zona rischiosa. Ovunque poteva annidarsi un nemico e chiunque avrebbe potuto volgere le spalle alla corona e agire come avesse ritenuto.
 
« Padre,» esclamò atterrita Cersei, splendida nel suo abito color del mare dalle venature dorate. Aveva i capelli semiraccolti in una treccia ormai quasi del tutto sciolta. Doveva aver corso perché il petto affannato si sollevava a intervalli ravvicinati ed era vicina alle lacrime.
« Cersei, cos’hai?» domandò Tywin quasi stupito da quell’atteggiamento. Solitamente Cersei osservava tutti i comportamenti di una vera lady protettrice. Joanna sarebbe stata fiera dei suoi modi aggraziati se avesse potuto ancora vederla. Doveva essere accaduto qualcosa di terribile per farla inorridire in quel modo.
« Si tratta di Jaime, padre. Si è appena buttato dalla scogliera,» ammise velocemente senza troppi giri di parole. Sapeva bene quanto suo padre odiasse attendere e la situazione era davvero troppo grave. Se fosse accaduto qualcosa a suo fratello, Cersei non se lo sarebbe mai perdonato. Jaime era il suo gemello. L’altra faccia della sua medaglia. Senza di lui si sarebbe sentita sola. Persa. Spaurita. Senza di lui il mondo sarebbe scomparso, inghiottito nelle viscere del terreno.
« Lui cosa?» tuonò quasi scattò in piedi gettando la carta del Principe verso la cartina di Westeros. Jaime era il suo primogenito. Sarebbe stato l’erede di Castel Granito dopo la sua morte. Non poteva rischiare di perderlo in quel modo talmente sconsiderato.
« Ci siamo sfidati, ma io… io non pensavo l’avrebbe fatto sul serio,» mormorò mortificata abbassando lo sguardo smeraldino dinanzi alla rabbia trattenuta a stento dell’unico genitore che le rimaneva. Non aveva mai visto suo padre, sempre austero e imperturbabile, così arrabbiato. Non con lei.
Senza attendere oltre Tywin si diresse fuori dalle sue stanze seguito da sua figlia, ancora costernata per non aver potuto impedire a Jaime di compiere l’ennesima follia dettata dal suo coraggio e dal completo disinteresse verso la sua vita.
Prima di uscire completamente il lord di Castel Granito volse lo sguardo verso la carta abbandonata appena sopra Delta delle Acque.
Castel Granito era rimasto senza una lady per troppo tempo. 
  
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