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Autore: _Mauna    22/06/2013    1 recensioni
Questa è la mia nuova FF. Prometto che questa volta la continuerò fino alla fine, perché mi presa molto.
Parla di una ragazza, la sorella del tecnico delle luci della famosa band Heavy Metal tedesca ''Rammstein''. Lei è innamorata si uno dei sei uomini, che a sua volta la ama, però nasceranno dei conflitti tra i componenti della band, perché la dolce ragazza, la quale bellezza è assurda, è amata da non solo un componente...
Spero con tutto il cuore che vi piaccia.
Leggete e recensite esprimendo la vostra opinione.
Bacio, F.
Genere: Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Alles und mehr→Essen, diese Leidenschaft.

- Oliver? Passami il piatto coi crauti, per favore!- Paul aveva fame ed era esausto, perché le sue dita avevano pizzicato le corde della sua chitarra per più di un'ora di seguito, e ciò era molto stancante. Gli si era anche rovinato lo smalto nero che si era messo di prima mattina.

Oliver tese il lungo e ossuto braccio verso il piatto con i crauti. Suonare il basso elettrico non lo aveva fatto diventare muscoloso e grande come Till, il cantante. Era rimasto magro a alto un metro e ottanta. Anche se non era quello che desiderava, gli andava bene così. Si accettava per ciò che era. E era contento di vivere sapendo di essere amato e stimato da più di mezzo mondo.

Nel frattempo era arrivato il batterista ritardatario.

  • Eh, Doom... Naiymeen ti ha ipnotizzato con le sue belle bocce, eh?- Till, con la sua voce da cavernicolo resuscitato, non era un granché come comico. Solo Paul affievolò un lieve sorriso sulle labbra. Era il migliore amico di Naiymeen. La conosceva bene.

Richard, dopo aver sentito la battuta di Till, parve quasi offeso, o ancora peggio preso in giro. Piantò il suo sguardo sul suo piatto, e non lo tolse finché non ebbe finito di mangiare. Neanche un verso uscì dalla sua bocca, durante tutto il pranzo.

Dopo questo momento di imbarazzo, Oliver Riedel prese con sicurezza i crauti, e li fece passare sopra ai piatti della sua band. I crauti arrivarono a destinazione, ovvero nella pancia di Landers. Quest'ultimo li inghiottì senza neanche masticarli. Era affamato, l'aveva detto lui!

Chiese anche a Till di passargli la piadina. Ci voleva qualcosa che calmasse il forte sapore di quei giganti cetrioloni piccanti, salati e sotto aceto.

Till masticava il cibo velocemente, come se non avesse mangiato da mesi. Lo inghiottiva quasi ancora intero. Cantare per più di un'ora gli aveva fatto quasi soffocare le corde vocali e infiammare la gola. Era a pezzi. E pensare che quella sera avrebbe dovuto anche uscire con la sua morosa Julia... No no, non ne aveva voglia. Era svogliato e stanco. L'unico suo desiderio era quello di cazzeggiare, oppure di andare un po' in discoteca a ballare e divertirsi con quelle gnocche della lap dance. Voleva solo ed esclusivamente passare un'intera giornata di cazzeggio.

Altrettanto Schneider. Era annoiato, stanco, svogliato. La sua autostima era a pezzi. Non riusciva a convincersi sulla giusta risposta di Naiymeen. Perché sapeva di cosa stava parlando anche se non lo ascoltava? Non lo sapeva. E non l'avrebbe mai saputo, se non fosse corso da lei a chiederglielo.

Sapeva che era una cazzata, però d'altra parte aveva voglia di stare un po' con lei. Chiacchierare, fare due passi, magari anche dirle che forse provava qualcosa per lei e che era attirato da lei... Fino ad allora era stato indifferente perché aveva rotto da poco con la sua ragazza, una bellissima mora con un caschetto, che lo aveva tanto preso. Era anche menefreghista perché pensava che era solo una lieve attrazione, la sua verso Naiymeen. Però si rivelò ben più di una semplice attrazione. Lui la amava. E non poteva smettere o chiedersi il perché, perché quando si parla d'amore non ci si deve fare domande, ma solo ascoltare il proprio cuore.

Così pensato, si alzò dal suo posto, anche se non era pieno del tutto. Mollò il suo tovagliolo sul suo piatto, che aveva ancora del cibo, come si faceva ai vecchi tempi. Era un tipo perfettino, lui. Le aveva imparate tutte le regole e le buone maniere del Galateo, grazie a sua nonna Helene. E le rispettava, ogni giorno.

Mentre il perfettino usciva dal locale privato, gli altri cinque si diedero occhiate innocenti. Si chiedevano, ma senza aprire bocca, perché Cristoph Schneider, il loro batterista, se ne fosse andato così. Poi ci ripensarono, e capirono tutti nello stesso momento che era meglio lasciar perdere. Mai ficcare il naso negli affari di Schneider. MAI. Sennò ci avrebbero rimesso qualcosa di importante. Lo conoscevano, ormai. Era da non pochi anni che lavoravano insieme. Sapevano come avrebbe reagito se lo avessero seguito o se lo avessero spiato. Così fecero finta di non aver visto niente, e continuarono a mangiare e a chiacchierare allegramente.

 

***

 

Suonò al campanello di Naiymeen una bella ragazza. Questa aveva capelli a caschetto neri, con qualche méchès rossa e viola. I suoi occhi erano azzurri come un cielo d'estate, uguali a quelli di Doom. Era di carnagione chiara, circa sul color pesca: uguale a quella del ragazzo che amava. Indossava un abitino senza spalline blu, che terminava poco sopra le ginocchia con un risvolto. Ai piedi calzava dei sandali aperti di colore marroncino-chiaro. Le donava l'abbigliamento di quel pomeriggio. Di quello stravagante e misterioso Martedì pomeriggio.

  • Naiymeen? Sono io.- La ragazza col caschetto aveva citofonato al campanello di Naiymeen.

  • Io chi?- Si udì dal microfono del citofono.

  • Il lupo mannaro. Sono Dìana, rincoglionita! -

  • Non avevo dubbi. Ti apro. -

Dopo essersi accertata che la porta si fosse aperta, Dìana entrò nel piccolo ma lussuoso appartamento di Naiymeen.

  • Ciao bella!- Apparve una ragazza bionda e sexy con lo stesso abbigliamento di quella mattina. L'unica differenza era che i capelli, invece che raccolti in una lunga treccia, erano sciolti e naturalmente mossi. C'era anche la lieve presenza di un tocco di mascara e matita verde, che la mattina non si era messa. Appena si avvicinarono, si abbracciarono e si baciarono sulla guancia.

  • Allora, come va con Cristoph?- Dìana era curiosa di sapere come andava.

  • Mah, in teoria bene, in pratica no. Lui sembra così.. così.. lo trovo così distante. Distante da me, ma anche dal resto del mondo. Lui ha le sue idee, le sue voglie, le sue passioni, ma cavoli! Com'è diverso dagli altri cinque!- Naiymeen aveva il magone. Una lacrima scese lentamente dalla sua guancia sinistra.

  • È questo il bello di una band, ognuno è unico, col proprio carattere e la propria personalità!- Dìana Spielmahr era molto brava a tirare su il morale delle persone. Anche se la situazione era molto grave. Anche se sembrava irrisolvibile. Lei ce la faceva sempre, in qualsiasi cosa si intrometteva o si impegnava. L'unico difetto era che... manteneva troppo nascosti e troppo a lungo i segreti, tutti per lei. Anche se dovevano essere svelati.

  • Ma lui è troppo diverso... e purtroppo, più me ne accorgo più lo amo...-

  • Lo ami già?- Non era molto stupita. Innanzitutto, la sua amica andava matta, ma proprio fuori di testa, per i batteristi, soprattutto che facevano parte delle band Heavy Metal. Secondo, sapeva già che Naiymeen aveva sempre avuto un debole per Schneider, fin dal primo momento in cui lo conobbe: si capiva dagli occhi con cui lo guardava. Il suo sguardo diretto a lui era colmo di stima, fascino, ammirazione e incanto. Sembrava una bambina alla quale avevano messo davanti una mela candita con lo stecco. Aveva quasi la bava alla bocca. E pensare che aveva ormai ventitré anni.

  • Perché ''già''? Lo conosco da ormai due anni, da quando mio fratello è diventato il tecnico delle luci ufficiale della band. Non è poco due anni!- Era sicura si sé. Anche se sapeva che Schneider non aveva mai dato l'impressione di ricambiare il sentimento che provava per lui Naiymeen. Se l' avesse ricambiato, sarebbero stati insieme già da un pezzo. Ma sembrava che a lui non fosse fregato niente.

Non gliene era fregato niente fino a quel giorno, nel quale una rotella del suo cervellino da batterista professionista si era finalmente sbloccata. Come mai e in quale circostanza non si sapevano. Beh, a dire il vero, nessuna delle due ragazze sapeva che gli si era accesa una lampadina... Ma lo avrebbero saputo. Eccome se lo avrebbero saputo!

Nel frattempo uscirono dal piccolo appartamento. Naiymeen chiuse a chiave la porta, fece scivolare le chiavi nella borsa e si avviò con Dìana alla sua cinquecento Beige. Il ''Parco della collina'' le attendeva per un sostanzioso e amichevole pic-nic.

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Eccomi di nuovo qua... Ho visto che purtroppo nessuno recensisce, però io aggiorno comunque, per voi... ;D

Spero che vi piaccia il continuo!

F.

  
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