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Autore: bambolinazzurra    24/06/2013    0 recensioni
Roxas ha una piccola "disavventura" che lo costringe ad abbandonare la sua prima palestra e a trovarne un'altra. Axel, il suo nuovo istruttore, si diverte a stuzzicarlo e metterlo a disagio.
Chi avrà la meglio?
Genere: Commedia, Sentimentale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai, Yaoi | Personaggi: Axel, Lexaeus, Roxas, Un po' tutti
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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- Roxas! – esclamò Naminè, ansimando – Così mi fai male! –
- Mi dispiace – sussurrò lui, altrettanto affannato – Te l’ho pur detto che non sono pratico –
- Usi questa scusa anche con Axel? –
Roxas distolse lo sguardo.
- Vuoi davvero che pensi a lui in questo momento, Nami? Mi sento già abbastanza in colpa, ok? Ora, se vogliamo continuare… -
La ragazza sospirò e si massaggiò stancamente le tempie, ignorando la parte di lei davvero dolorante; se ne sarebbe occupata più tardi.

- Axel… per favore, dammi un minuto –
Il rosso guardò Selphie, allontanandosi da lei e incrociando le braccia contro il proprio petto sudato. La ragazza si sedette scompostamente sul divano e si sventagliò, anche lei tutta sudata.
- È stata una tua idea e ora ti tiri indietro? – le chiese ridacchiando, incredulo.
- No, certo che no… è che non riesco a starti dietro, sei troppo impetuoso!  Come fa Roxas? –
Il sorrisetto di Axel svanì.
- Che succede? –
- Mi sento un po’ in colpa a fare questo con te… alle sue spalle –
- Axel – fece Selphie in tono comprensivo ma un po’ impaziente – Sai anche tu che lui non avrebbe mai acconsentito a una cosa del genere. Non sa proprio ballare! –
Il rosso scosse la testa.
- Avrei potuto insegnarglielo! Sarebbe stato magnifico! E poi… beh, se usa il bacino per muoversi a ritmo come lo usa quando stiamo… - ma Axel arrossì e non finì la frase.
Fortunatamente la ragazza non parve aver capito l’ultima parte del suo farfuglio agitato e sospirò rassegnata.
- Hai cambiato idea? Potrei chiedere a Riku –
- Nah, non preoccuparti – Axel tornò a sorridere – Te l’ho promesso. Al massimo poi mi aiuterai a far pace con Roxas. A proposito, ma perché non posso dirglielo? –
- Perché… resti tra noi, ma so per certo che ti trova incredibilmente sexy quando balli. Ho sentito che lo diceva a Hayner una sera. Quindi volevo fargli una sorpresa, capisci? – rispose la ragazza con un sorriso birichino.
Axel si sentì arrossire. Di nuovo. Doveva piantarla di comportarsi come una ragazzina innamorata ogni volta che gli parlavano di Roxas e di cosa diceva di lui… Ma se quello che gli aveva confidato Selphie era vero… Il rosso contemplò le possibilità, ghignando.
- Selphie… rimettiamoci al lavoro –

Naminè, rimasta sola, sospirò stancamente mentre infilava i piedi doloranti in una bacinella di acqua tiepida. Aveva perso il conto delle volte che il suo amico glieli aveva pestati. Cercare di ballare con Roxas dopo anni di suo non-esercizio era un’impresa disperata. Maledetta Xion. Una volta al suo amico piaceva ballare. Soprattutto balli di gruppo, ma quelli erano dettagli, perché ogni tanto con un po’ di abile persuasione gli aveva strappato qualche lento. Ma dato che la dolce Xion amava portarlo con lei durante le serate nei club di danza, da quando se n’era andata Roxas non aveva più fatto un passo nemmeno per sbaglio.
Certo che anche lei, chiedergli di partecipare a una gara di ballo solo per attirare l’attenzione di qualcuno che probabilmente non l’avrebbe mai guardata nemmeno di striscio… scosse la testa alla propria ingenuità. Cosa aveva pensato? Di sorprenderlo con le proprie abilità di movimento quando lui era molto più allenato? Di farlo ingelosire ballando con un ragazzo gay e fidanzato per cui una volta aveva avuto una cotta? Iniziò a ripensarci e si chiese se non fosse il caso di disdire tutto, ma fu interrotta dall’arrivo di un messaggio. Era di Roxas.
“Non pensare nemmeno di tirarti indietro. Scusa se sono imbranato, migliorerò. Ma tu non arrenderti. Gli farai girare la testa!”
Naminè sorrise. All’improvviso i piedi non le facevano più così male.

Qualche giorno dopo…
Demyx si grattò la testa, scompigliando la propria capigliatura attentamente progettata. Ma per una volta non se ne curò.
- Ultimamente non ti sembra che si comportino tutti in modo strano? – chiese a Riku.
Il ragazzo parve rifletterci.
- In effetti hai ragione. Selphie e Naminè sono sparite dalla circolazione e anche la nostra coppia più gaia si vede in giro sempre meno –
- Perché non iniziamo a chiedere come stanno le cose invece di stare qui a scervellarci? – chiese Saïx.
- Dimentichi che quasi non rispondono più al telefono. E se lo fanno chiudono quasi subito –
- E tu, Demyx, dimentichi che io ho una copia delle chiavi di casa di Puntaspilli. Sai, quelle che mi ha affidato per le emergenze. E non vedere i nostri migliori amici per quasi due settimane di seguito è un’emergenza –
- Mi piaci quando hai queste idee da subdolo bastardo – confessò Hayner con un ghignetto.
I quattro ci misero ben poco ad arrivare all’appartamento del rosso e, quando si avvicinarono di soppiatto alla porta, udirono dei rumori soffocati provenire dall’interno.
- Fantastico, Ax sta facendo le pulizie di primavera, non si accorgerà neanche del nostro ingresso – ghignò Demyx, mentre Saïx infilava silenziosamente la chiave nella toppa.
Ma la scena che si aspettavano di vedere – un Axel in tenuta da casa, magari con uno stupido grembiulino a fiori legato intorno alla vita sottile, che canticchiava allegramente con uno spolverino in mano – non fu quella che si parò davanti ai loro occhi increduli.
Axel non era affatto solo e ciò che stava facendo non si avvicinava neanche alle “pulizie di primavera” che si erano immaginati. Il rosso era quasi nudo e torreggiava su un Roxas altrettanto svestito e semidisteso scompostamente sul divano. Entrambi erano accaldati e ansimanti, entrambi avevano gli occhi offuscati dal desiderio. Una mano di Axel era senza alcun dubbio infilata nei boxer di Roxas, mentre il biondo stringeva il bacino del più grande con fare possessivo.
I due rimasero pietrificati all’ingresso degli amici, Roxas probabilmente sul punto di morire dall’imbarazzo, Axel con in viso un’espressione assolutamente sdegnata.
- No, dico, che razza di modi sono questi? Interromperci proprio quando la cosa si sta facendo interessante… - strinse inconsciamente la mano impegnata.
Roxas trasalì ed emise un lieve gemito, che però non passò inosservato a nessuno all’interno dell’appartamento. Hayner, che fino ad allora era rimasto immobile, si coprì il viso con le mani piagnucolando qualcosa che sembrava molto “I miei poveri occhi!”. Riku sembrava essere indeciso tra ridere ed esibire una smorfia disgustata, infatti il risultato fu un’espressione buffissima. Saïx, completamente fuori dal personaggio, arrossì e distolse lo sguardo e Demyx, stranamente, fu quello che si riprese prima.
- Uh… scusate tanto per l’interruzione – disse – Noi… ehm… andiamo -
- Esatto – fece Axel, irritato – Tornate più tardi. Ma non prima di un’oretta! E chiudete la porta a chiave. Se la trovate ancora chiusa quando arrivate, non disturbatevi ad entrare –
La porta sbatté dietro ai quattro e subito si sentì il rumore di mandate.
- Non pensi che sia stato un po’ rude? – chiese Roxas con aria incerta.
- Certo che no! Al massimo lo sono stati loro a presentarsi qui senza avvisare. E poi… violazione di domicilio, hai presente? Che gli serva da lezione –
Roxas sorrise.
- Sì, credo che tu abbia ragione – poi ribaltò le posizioni – Allora, dove eravamo rimasti? –

I quattro amici, ancora in mezzo alle scale, sentirono un forte gemito emergere dall’appartamento che avevano appena lasciato.
- Era Axel, quello? –
Poi sentirono anche la risatina ansimante di Roxas, che disse qualcosa che suonava spaventosamente come “Basta davvero così poco a ridurti in questo stato?”.
Riku si guardò in giro e trascinò via Hayner più in fretta possibile, facendolo inciampare sugli ultimi gradini, mentre Demyx e Saïx li seguivano ridendo a crepapelle per il loro comportamento.
- Non avevo mai visto due maschi in atteggiamenti intimi prima d’ora – commentò infine Demyx – Devo dire che è piuttosto sexy
Gli altri lo guardarono come se fosse impazzito.
- Ci nascondi qualcosa, Dem? –
- Assolutamente no, Tinto! Sono quei due che insieme sono dannatamente carini –
- “Carini” non è certo il termine che avrei usato io – interloquì Hayner, rabbrividendo.
- E poi io credevo che tu fossi interessato a… -
- Io, caro Riku, sono prima di tutto innamorato dell’amore. E poi “l’amore non ha sesso, il brivido è lo stesso…” – iniziò a cantare. *
Delle ragazze che passavano di là si fermarono per ascoltare e, alla fine della piccola esibizione, applaudirono. Demyx fece un profondo inchino, evidentemente del tutto a suo agio e si fece tranquillamente fotografare con tutte le ragazze, a turno. L’unica cosa che declinò garbatamente fu l’invito a cena di una di loro, particolarmente disinibita.
- Mi dispiace – le disse – Sono già interessato a un’altra persona. Ma grazie lo stesso! –
 I tre rimasti si sbatterono contemporaneamente una mano sulla faccia. Davvero, Demyx faceva il discreto con loro e poi sbandierava la sua cotta ai quattro venti! Saïx, in particolare, era piuttosto disgustato da tutto l’amore che volteggiava nell’aria attorno a lui, nonostante il prossimo arrivo di un nuovo inverno…
O forse era solo un po’ d’invidia…
Quando i ragazzi tornarono a casa dell’amico, i piccioncini stavano tranquillamente guardando la tv, Axel comodamente seduto sul divano incriminato e Roxas a gambe incrociate sul pavimento, la testa appoggiata a un ginocchio dell’altro.
I nuovi venuti evitarono accuratamente il divano, ma non furono certo risparmiati dalle prese in giro.
- Se non vuoi sederti qui è ok, Riku, ma a questo punto io eviterei anche quella sedia
- E vogliamo parlare del tavolo? Credo che l’unico posto davvero sicuro per voi sia il tappeto –
- Stai scherzando? Non ti ricordi la settimana scorsa?! –
Alla fine si ritrovarono in pizzeria, fra le risate della coppia e il vago disgusto di tutti gli altri

Sora sbuffò, sistemandosi la camicia, sul retro della quale era appuntato il numero 5. L’attesa era troppo lunga e lui aveva voglia di cominciare, dannazione! Si voltò verso Kairi, che ingannava il tempo con il sudoku, la gonna dell’abito rosa che le svolazzava intorno al ginocchio quando muoveva la gamba in preda al nervosismo. Olette era lì accanto, accompagnata da Riku piuttosto che da Pence, che aveva decisamente puntato i piedi, questa volta. Ma la ragazza non appariva affatto turbata e sembrava invece piuttosto su di giri. Lei aveva il numero 4 appuntato sul retro del comodo vestito arancione.
In una stanza attigua Selphie si rimirava in uno specchio, vivace e sbarazzina nel suo completo color girasole, mentre Axel cercava invano di appuntarle il numero 8 sulla schiena. Il ragazzo ogni tanto le intimava di dargli una mano come minimo stando un po’ ferma, ma era come parlare al muro. Lui e Luxord, che aveva un numero 10 attaccato alla camicia e accompagnava un’esagitata Yuffie, si scambiarono un’occhiata esasperata.
Nell’ultima stanza Roxas guardava Naminè disegnare con dei pastelli a cera, controllando di tanto in tanto che non si sporcasse il delicato abitino bianco. Xion, a pochi metri di distanza, li guardava con espressione torva, piuttosto stupita di trovarli lì in realtà. Aveva sentito dire che Roxas aveva appeso le scarpe da ballo al chiodo, da quando lei se n’era andata. Ma forse non aveva poi davvero lasciato una ferita così profonda nel cuore del ragazzo. Entrambi i biondi l’avevano salutata vedendola, ma per il resto non l’avevano degnata di uno sguardo. E no, non sembrava che lo stessero facendo per ripicca, semplicemente parevano troppo immersi nel proprio mondo per prestarle attenzione. La conclusione cui la bruna era arrivata era che quell’Axel che si definiva il ragazzo di Roxas era solo una scusa per non tornare con lei e che fosse Naminè il suo vero interesse. Altro che gay, Roxy era un bel furbacchione! Anche se quella mezza pomiciata tra i due era stata abbastanza convincente…
A un tratto il ragazzo si allontanò, diretto al bagno, guardandosi cautamente attorno per chissà quale motivo. Xion vide la perfetta occasione per sferrare un nuovo “attacco” e attese il suo ritorno accanto alla porta del camerino comune. Il biondo non tardò, rientrando appena un minuto dopo, asciugandosi le mani ancora umide sui pantaloni neri della divisa da ballo e imprecando contro sapone e salviette mancanti e “bagni da autogrill”.
- Ehm… Roxy? – fece la ragazza, apparentemente esitante.
- È Roxas. Cosa c’è, Xion? –
- Possiamo parlare? –
- Non credo che abbiamo qualcosa da dirci. Non più – e fece per tornare da Naminè.
- Aspetta, per favore. Ero giovane e stupida e… non una brava persona. Ti chiedo scusa. So che può sembrare strano ma… mi stavo affezionando a te e non sarebbe dovuto succedere. Ripeto, nella mia immaturità avevo accettato lo stile di vita che mi era stato imposto, quindi ho avuto paura! –
Roxas ascoltò le parole della ragazza con entrambe le sopracciglia inarcate, appoggiato al muro con le braccia conserte proprio come avrebbe fatto Axel.
- E ti aspetti che io ci creda, vero? Che tu sia sparita senza nemmeno un biglietto, un messaggio, qualsiasi cosa, solo perché ti eri affezionata troppo? –
Xion distolse lo sguardo.
- In realtà…  ti avevo scritto una lettera, ma non ho mai avuto il coraggio di spedirtela. La… porto sempre con me –
- Guarda caso – mormorò Roxas tra sé mentre la bruna frugava nella borsetta ed estraeva un foglio piuttosto stropicciato dal portafogli. Più in là il suo amico Vanitas, uno del suo gruppetto delle superiori, li guardava con un sorrisetto sarcastico, disegnando piccoli teschi intorno al suo numero di gara, il 14.
Quando Xion gli porse il foglio Roxas, diffidente, lo prese e lo aprì. Corrugò immediatamente la fronte, ma non commentò. Si limitò a leggere in silenzio per qualche minuto. Poi ripiegò il pezzo di carta sciupato e sospirò, scuotendo la testa.
- Bel tentativo, ma insulti la mia intelligenza se pensi che io possa cascarci –
E il biondo se ne andò, lasciando Xion irritata e confusa.
- Cosa voleva? – gli chiese subito Naminè.
Roxas le raccontò brevemente l’accaduto; alla fine Naminè era perplessa.
- Ma come fai a essere sicuro che fosse solo un trucco? E se per una volta fosse stata sincera? –
Il ragazzo rise cupamente.
- Sai come si dice, Nami… “Mi imbrogli una volta, vergogna a te. Mi imbrogli due volte, vergogna a me” – le si avvicinò con fare da cospiratore, proseguendo a bassa voce – La cosiddetta “lettera” era un falso. Certo, era abbastanza stropicciata e consumata da far pensare che l’abbia portata sempre con sé per un paio d’anni, ma la sua scrittura, tanto per cominciare, era molto diversa da quando se n’è andata, e sappiamo entrambi che ci vuole tempo perché la calligrafia di una persona cambi in modo cospicuo. E poi, cosa più importante, la carta da lettere che ha usato porta lo stemma di Crepuscopoli! –
Roxas aveva l’aria trionfante di chi aveva appena risolto un complicatissimo enigma. Ma Naminè parve solo confusa.
- Non per fare l’avvocato del diavolo, Roxas, ma lei abitava qui a Crepuscopoli, non mi sembra così assurdo che avesse una carta da lettere del genere –
- Ed è qui che sta l’inghippo! – il biondo aveva ancora un’aria estremamente compiaciuta – Perché la carta da lettere di Crepuscopoli ha sempre avuto il simbolo della città impresso, questo è vero… ma sul foglio che mi ha mostrato il simbolo era filigranato, non stampato, e so per certo che quel particolare tipo di carta da lettere è stata messa in commercio solo un paio di mesi fa, il che vuol dire che la lettera è stata scritta senz’ombra di dubbio quando Xion era già tornata. La furbacchiona non si è accorta della differenza –
Naminè si portò una mano alle labbra per nascondere il suo sorriso, ricordandosi improvvisamente di avergli regalato due libri di Sherlock Holmes per il suo quindicesimo compleanno. A quanto pareva Roxas li aveva riletti di recente. Strano che non le avesse spiegato il tutto con la premessa “Elementare, Watson”. Ogni tanto il ragazzo le sembrava ancora il bambino dal visetto allegro che aveva conosciuto quando avevano sette anni.

Demyx sospirò: non vedeva l’ora che quella gara di ballo finisse. Sì, quello era l’incarico più noioso che gli avessero mai affidato, ma il lavoro è lavoro; per di più il secondo ospite della serata sarebbe stata una sua ex “collega” di Nemici, Aurora**. Una ragazza bellissima e dolcissima, senza dubbio, ma che lui associava sempre ai cioccolatini Venus***: ottimi per uno spuntino, una tantum, ma se ne mangiavi più d’uno ti veniva la nausea. Il che voleva dire che la ragazza era piacevole solo a piccole dosi, perché anche se la sua estrema dolcezza e i suoi modi da principessina delle fiabe erano gradevoli all’inizio… beh, il troppo stroppia!  Perciò fu contento quando il presentatore annunciò il ballo iniziale delle prime cinque coppie. Si aspettava il classico ballo di riscaldamento, non era la prima gara a cui presenziava. Quello che non si aspettava, però, furono quattro dei suoi amici che volteggiavano sulla pista, sorrisi enormi e tutto il resto. Ciò che lo sorprese di più fu che uno dei quattro fosse Riku. Non gli sembrava proprio il suo genere!
Aurora, seduta sulla sua poltroncina come una reginetta appena incoronata sul suo trono, dondolava leggermente la testa a ritmo di musica, canticchiando sottovoce una melodia sconosciuta che sembrava dicesse “… so chi sei, di tutti i miei sogni il dolce oggetto sei tu…”; ma la cosa strana era che stava seguendo con lo sguardo uno dei ballerini, chiunque fosse. Demyx roteò gli occhi e scosse leggermente la testa, ricambiando il sorriso degli amici.

Selphie rivolse un sorrisetto al suo momentaneo compagno di scorribande, che stava fissando il viso leggermente sudato di Roxas, che ridacchiava di qualcosa con Naminè. Il biondo non era stato poi molto sorpreso dalla presenza del suo ragazzo. Probabilmente, vista la presenza di Demyx come ospite della serata, se lo aspettava. Altrimenti aveva un’ottima faccia da poker. Al contrario Axel aveva quasi sbagliato i passi per lo stupore. La ragazza non poteva biasimarlo, ma lei aveva promesso a Naminè di non dire niente ad Axel del loro piano, quindi…
Selphie sospirò, un po’ stanca. Ma dopotutto era soddisfatta di essere arrivata a metà della gara e lo sarebbe stata anche se fossero stati eliminati subito dopo. Le coppie ancora in gioco erano solo sette: lei e Axel, Roxas e Naminè, Xion e il suo ragazzo (o quello che era), Olette e Riku e altre tre che non conoscevano. Probabilmente avrebbe vinto la coppia numero 10, che pareva piuttosto male assortita, visto che lui sembrava un classico gentiluomo inglese e lei la discendente di un’antica famiglia ninja, ma nonostante questo i due si muovevano assieme con eleganza e brio, oscurando tutti gli altri.
Ad un tratto Demyx, tenendo per mano Aurora di Nemici, si inserì tra i partecipanti e i due iniziarono a ballare nel bel mezzo di quel cerchio. Poi il ragazzo gridò “Scambio di coppie!” e Selphie si ritrovò a ballare con il gentiluomo inglese, che le rivolse un piccolo cenno galante.
- Con permesso, dolce fanciulla – le disse sorridendo.
La ragazza arrossì lievemente, intimidita dall’uomo più grande di lei, ma rispose al sorriso e si lasciò semplicemente trasportare dalla melodia.
Poco più in là Riku si era ritrovato a volteggiare con Aurora, che stranamente gli fece i complimenti per la sua bravura, prima di appoggiargli la testa contro il petto (sì, negli anni era diventato piuttosto alto, più o meno quanto Demyx, capelli compresi). Il ragazzo rinsaldò la presa attorno ai fianchi sottili di lei, pensando che avrebbe anche potuto abituarsi a un trattamento del genere.
Axel fece giocosamente girare su se stessa una ragazza nera che ballava divinamente, chiacchierando con lei in tono educato; lei rispondeva ridacchiando e parlottando con un accento molto esotico che fece pensare il ragazzo al sapore del mezzo paopu che aveva mangiato in palestra quel famoso pomeriggio.
Roxas non si accorse subito di avere la propria ex tra le braccia e continuò a ballare per un po’, fissando Demyx con il sorrisetto di chi la sapeva lunga.
- Oh, Roxy – sospirò Xion – Mi sei mancato così tanto –
Roxas la guardò con aria di sufficienza e non rispose, limitandosi a portare tutta la sua concentrazione sui passi che doveva fare.
- Hai perso un po’ l’allenamento – fece ancora lei. Fu ignorata di nuovo - Dai, Roxas, dimmi qualcosa –
- Vivi e lascia vivere, Xion – rispose lui con aria tranquilla – Soprattutto lasciami vivere
All’insaputa dei due, Vanitas ridacchiò alla battuta del biondo e la ragazza che stava danzando con lui lo guardò come se fosse matto o stupido. O entrambe le cose.

- Ehilà, Splinder Sorpresa***! – esclamò Demyx, afferrando una delle mani di Naminè e portando l’altra intorno al proprio collo. Lei gli sorrise timidamente.
- Perché mi hai chiamata Splinder Sorpresa? –
- Beh, dovevo pur trovare un’alternativa migliore rispetto al Venus, no? –
Naminè inclinò leggermente la testa, confusa.
- Lascia stare – proseguì Demyx e portò il viso vicino al suo, in modo che solo lei potesse sentirlo – Non ho molto tempo prima di dover cambiare di nuovo partner di ballo. Prima che i giudici prendano la loro decisione ci sarà una pausa. Ti aspetto fuori. Da sola
La ragazza arrossì.

- Naminè, mi dispiace – fece Roxas, mortificato.
I due erano stati eliminati dalla gara quasi subito dopo il secondo scambio di coppie e il ragazzo era quasi certo che fosse solo colpa sua.
- Non fare così, dai! Siamo andati bene e tu hai fatto grandi progressi rispetto a quando abbiamo cominciato. In realtà non mi aspettavo che saremmo durati tanto –
- Ma… -
- Niente ma, ora rilassati e goditi lo spettacolo – fece Naminè in tono malizioso.
Roxas sorrise e guardò con estremo interesse i movimenti dei fianchi di Axel, lottando per mantenere i propri pantaloni sempre della stessa misura. Oh, quanto gli piaceva vederlo ballare…

- Naminè? – chiamò piano Demyx, chiedendosi se la ragazza fosse già arrivata.
- Sono qui – rispose lei.
Era seduta sul bordo di una delle fontane-laghetto, una mano immersa nell’acqua. Quando si avvicinò Demyx vide che stava accarezzando la testa di una tartarughina che si era avvicinata e, a quelle carezze, ostentava un piacere che un piccolo rettile pressoché inespressivo non dovrebbe essere in grado di mostrare.
- Sei stata brava lì dentro –
- Sono stata eliminata, Dem –
- Non prendertela – sospirò il ragazzo – Se davvero ti piacciono queste gare avrai altre occasioni per far vedere chi sei. Anche se forse dovresti cambiare compagno, temo che Roxas non sia ancora al tuo livello –
Naminè sorrise.
- Va capito – disse – L’ho praticamente costretto. Ma non volevo gareggiare con qualcun altro –
- Forse – fece lui, esitante – La prossima volta potresti gareggiare con me –
- Ma poi saresti tu ad essere ostacolato, sei senza dubbio molto più allenato di me. Ti dovresti far vedere solo con persone al tuo livello, con qualche collega – ma Naminè non aveva l’aria di parlare di danza. Demyx se ne rese conto.
Prese la piccola tartaruga che la ragazza stava accarezzando e se la posò sulle ginocchia, incurante della macchia che l’acqua stagnante gli avrebbe lasciato sui pantaloni.
- Non hai ancora capito? Non mi interessa passare il tempo con le mie colleghe, mi interessa passarne con persone che tengono a me, che non mi vedono come il Demyx di Nemici. Io so che tu ora vedi solo me, perché siamo prima di tutto amici, mi conosci ormai –
- Sì, questo è vero. Era per il tuo futuro che mi preoccupavo, però –
- Lo so. Ma io voglio che ci sia tu nel mio futuro, prima di tutto il resto – le disse dolcemente.
Poi sorrise al suo rossore e la baciò.
Da un lontano punto del parco due persone, che avevano involontariamente assistito alla scenetta, si sorrisero.
- Direi che era anche ora – commentò ironicamente Roxas, giusto per nascondere la sua commozione.
Uno sbuffo divertito da parte di Axel. E dire che loro volevano semplicemente starsene un po’ da soli in privato. Invece si erano ritrovati a fare gli spioni.
- Sai una cosa, Rox? –
- Mh? –
- Credo che da adesso in poi le cose fileranno lisce… -
- È buffo, ma qualcosa mi dice che hai ragione –
E, mano nella mano, i due rientrarono nell’edificio.

*Allora, mi ricordavo di aver sentito una mia amica che canticchiava queste parole e, dopo averle cercate su internet, mi sono accorta con orrore che appartenevano a una canzone di Anna Tatangelo, che sinceramente detesto. Non me ne voglia chi l’apprezza, sono gusti miei. Comunque le parole erano azzeccate per la storia, per cui le ho usate spudoratamente. ^^’
**Sì, l’Aurora che ho citato è proprio la principessa protagonista di “La bella addormentata nel bosco”. Nemmeno lei mi piace particolarmente, non perché sia una brutta storia, ma perché ha una voce così acuta che non riuscirei mai a imitarla cantando. XD Più altri piccoli motivi personali quali lo stereotipo della principessa che aspetta di essere salvata.
***Ho dovuto modificare un filo i nomi di dolci molto conosciuti in modo da non fare pubblicità a livello ufficiale. Ma ufficiosamente l’ho fatto lo stesso, quindi consideratelo solo un modo per dare a quei dolci un tocco personale.

Ebbene sì, amici e amiche, questo è il capitolo finale, ma… RESTATE CON ME PER L’EPILOGO! Andiamo, avete letto tutta la storia e poi vi perdete la vera fine?! :)
Ok, fatemi sapere se vi è piaciuto, i vostri commenti, tutto quello che vi passa per la testa.
Piccola nota per chi, casualmente, lo volesse sapere: nelle mie intenzioni Luxord e Yuffie sarebbero arrivati primi nella gara, come già accennato, Vanitas e Xion al secondo posto e al terzo la coppia in cui c’era la ragazza nera, che ho descritto come una mia compagna di corso con cui non ho ancora avuto l’occasione di parlare. Axel e Selphie sono arrivati solo quarti. Non ho inserito i risultati dei giudici nel capitolo perché ho pensato di aver rotto abbastanza le scatole con ‘sta storia del ballo. La cosa divertente? Io detesto ballare… eppure nella storia ho inserito la discoteca E la gara. Sarò mica masochista? -.-‘
  
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