Nel corso della sua vita, Kiba era sempre stato circondato da donne forti.

Nonostante fosse l'unico uomo, in casa sua non era affatto lui quello a portare i pantaloni.

Tsume, sua madre, aveva un carattere così irruento che aveva fatto scappare suo padre; Hana, sua sorella, era tenace abbastanza da diventare il miglior veterinario di Konoha.

Una volta entrato a far parte del team 8, Kiba aveva in parte ritrovato quella situazione grazie a Kurenai-non solo la donna più forte, ma anche quella che rispettava di più al mondo- e in parte aveva scoperto che alcuni esemplari del genere femminile erano diversi; fragili era la parola più adatta.

Aveva preso Hinata sotto la sua ala come si fa con i bambini a cui si deve insegnare ancora a camminare, e aveva sviluppato verso di lei una sorta di protezione quasi ossessiva che lo rendeva nervoso e inquieto-quasi preoccupato- nella missioni così come nella vita quotidiana.
Era un bicchiere di cristallo.

Senza considerare questo caso unico, Kiba era abituato ad avere a che fare con donne che fossero capaci di mettergli i piedi in testa.
Karui non faceva eccezioni; quella che da tutti era ritenuta un maschiaccio con un fin troppo irruento impulso di menare le mani, ai suoi occhi era solo una fanciulla con una grande sensibilità.

L’aveva vista combattere con coraggio in guerra, l’aveva vista confortare Hinata nel momento del bisogno, l’aveva vista lottare per difendere i suoi compagni e il suo maestro. Aveva sentito addirittura che aveva preso a cazzotti Naruto!

Ma mai. Mai mai mai mai mai mai l’aveva vista arrossire.

Kiba non credeva che una donna potesse arrossire. Certo, Hinata arrossiva continuamente ma con lei era un’altra storia.

Eppure erano bastati un sorrisetto e due moine per vederla assuefatta davanti a lui.

Pochi istanti dopo l’incantesimo si era spezzato e Kiba aveva fatto un volo di dieci metri cadendo malamente contro un povero albero.

-Cosa credevi di fare, eh?! Solo perché in guerra siamo stati alleati, questo non vuol dire che d’ora in poi dovremo essere amici, tanto meno frequentarci!-

Kiba si toccò la testa, dove un bernoccolo poco elegante aveva appena dato benvenuto.

Poi borbottò. –E io che volevo solo essere carino…-

Karui piantò lo sguardo al terreno, esponendo quello strano rossore sulle guance scure. –Carino, dici? Bene!- gli porse la mano, aiutandolo ad alzarsi- Vienimi a prendere alle 7 in punto e non fare tardi,detesto chi arriva tardi al primo appuntamento-

Kiba non ebbe neanche il tempo di rispondere o di rendersi conto di qualsiasi cosa, che il ninja del Villaggio della Nuvola si era dileguata lasciando dietro di sé una scia di polvere.

Akamaru uggiolò e chiunque fosse passato di lì, avrebbe giurato che non ci fosse alcuna differenza tra l’espressione del cane e quella del padrone.
-Amico… sbaglio o mi ha appena chiesto di uscire?-