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Autore: _wackowriter_    26/06/2013    6 recensioni
"Ad interrompere i suoi pensieri, fu un lieve fracasso, proveniente dal corridoio; si udiva a malapena, ma, avendo lei un udito fine, lo aveva captato subito.
Man mano che i secondi passavano, il rumore si fece più forte.
Ora, anche altri compagni lo sentivano.
Erano passi, colpi...
Toby sbiancò.
Erano spari."
Genere: Azione, Fluff | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nick Jonas, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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Oh, wait. You don’t know anything, right?

 

Nicholas udì un leggero bussare alla porta del suo ufficio.
Poteva essere solo una persona; infatti, poco dopo, la testa di Toby fece capolino dall’uscio.
Il suo ufficio era la stanza accanto alla sua camera da letto; aveva preferito sistemarsi in quel luogo tranquillo piuttosto che essere in mezzo a tutti i suoi colleghi.
Proprio questi ultimi, in genere, prima di disturbalo lo avvisavano tramite telefono o cercapersone.
«Bisogno?» chiese, notando che la ragazza non aveva alcuna intenzione di aprire bocca.
«In effetti, sì. Io... avrei bisogno di ulteriori abiti, considerando che devo trattenermi qua a lungo. E, inoltre, sono molto affamata. La vostra piccola interruzione nella mia scuola non mi ha permesso di recarmi in mensa».
Il ragazzo rimase molto stupito dal modo sofisticato con cui la giovane si era espressa.
Ora poteva perfettamente notare l’appartenenza della ragazza all’alta società.
La verità, semplicemente, era che lei era così. Fin da piccola era stata abituata ad esprimersi in modo educato, caratteristica che scompariva quando era sottopressione; in quel caso, un’involontaria schiettezza si impadroniva di lei.
«Come hai detto, prego?» domandò il ragazzo, divertito.
«Mi pare che tu abbia compreso perfettamente ciò che ti ho riferito...».
Ecco che lo faceva ancora, ecco che parlava come una vera signorina.
«Perché parli così?» continuò il ragazzo, senza degnare di una risposta Toby.
«Così, come?» chiese lei, confusa.
«In modo così... principesco».
«Comunemente chiamato educato, scusa se sono stata cresciuta così. Ora, per piacere, potresti farmi questi due piccoli favori?».
Nicholas le sorrise, per il suo tono quasi supplichevole, e premette un tasto su di un telefono fisso appoggiato sulla scrivania.
«Gregory, puoi venire su al mio appartamento? La nostra ospite è affamata» disse.
Una risposta affermativa arrivò dall’altra parte dell’apparecchio.
«Vai pure in cucina, tra poco uno dei nostri chef migliori verrà a prepararti qualcosa. In quanto ai vestiti... penserò a qualcosa» concluse il ragazzo.
La ragazza fece dietrofront, curandosi di chiudere la porta dell’ufficio.
Cosa intendeva dire con “uno dei nostri chef migliori”? Non si aspettava che in un “covo malvagio” ci fossero grandi chef ...
Nonostante ciò, pensò che apparecchiare la tavola sarebbe stato il minimo.
Si diresse in cucina e frugò in vari cassetti, prima di trovare stoviglie e tovaglia.
Dispose tutto ordinatamente sul piccolo tavolo: posate, bicchieri, piatti e tovaglioli.
Solo dopo si accorse di aver apparecchiato per due.
Udì la porta dell’appartamento aprirsi: doveva essere arrivato il grande chef.
Doveva ammetterlo: sembrava tutto meno che un uomo rude.
Era alto, leggermente robusto, pochi capelli in testa ed uno sguardo dolce.
«Salve» le disse cordialmente «Tu devi essere Tobia, avevo sentito del tuo arrivo. Io mi chiamo Gregory, piacere di conoscerti!».
«Ehm... piacere mio» rispose la ragazza.
L’uomo le sorrise.
«Allora, che ne dici se ti cucino un bel piatto di verdure stufate? So che sei abituata al meglio, ma non sono proprio uno chef, scusa l’espressione, squisitamente bravo; non ancora, almeno».
Anche la giovane sorrise.
«Non si preoccupi. Va benissimo!».
Gregory si mise immediatamente ai fornelli, mentre Toby si diresse nuovamente verso l’ufficio di Nicholas.
Bussò cautamente e aspettò una risposta prima di entrare.
Entrò lentamente nella stanza; il ragazzo era seduto alla scrivania, intento a compilare delle carte.
Esitò un po’, cercando le parole giuste per esprimersi.
«Grazie per avermi assicurato il pranzo. Il signor Gregory sta preparando le verdure stufate e... mi chiedevo se ti andrebbe di unirti a noi; ho apparecchiato un posto a tavola in più».
Nicholas rimase nuovamente stupito da quel modo di parlare, ma si riprese in fretta.
«Non saprei... Ho molto lavoro da sbrigare» le disse, indicando tuti i fogli presenti sul banco in legno «Magari, dopo. Ora proprio non posso».
Toby annuì, e scomparì dietro l’uscio.
Tornò in cucina, dove, a giudicare dal profumo, le verdure dovevano essere quasi pronte.
Si sedette a tavola e si versò un po’ d’acqua nel bicchiere.
«Allora» cominciò Gregory, poggiandole il piatto fumante davanti agli occhi «Per quanto hai intenzione di trattenerti qui?» le chiese.
La ragazza ingoiò il boccone che stava masticando.
«Non lo so, finché non si concluderà questa storia e potrò tornarmene a casa» rispose.
«Ah... e cosa farai con tuo padre?».
«Non saprei, dovrei fare qualcosa?».
«Oh, per favore! Non dirmi che dopo tutto quello che ha fatto tu...» si interruppe, notando l’espressione interrogativa della ragazza.
«Oh, aspetta. Tu non sai niente, vero?» le domandò.
«Non so cosa?».
«Gregory!».
Una voce li interruppe.
Nicholas stava appoggiato al muro dietro di loro, e guardava lo chef con aria di rimprovero.
«Mi è venuta fame, perché non lo prepari anche a me un bel piatto di verdure, visto che la nostra ospite si è scomodata ad apparecchiare anche per me?» disse.
Gregory annuì e tornò ad armeggiare con fuoco e padelle.
Toby osservò il giovane sedersi di fronte a lei, poi parlò.
«C’è qualcosa che dovrei sapere, Nicholas?» gli domandò.
«Mi stai chiedendo se c’è qualcosa che devi sapere, o se c’è qualcosa che vorresti sapere?» ribatté il ragazzo.
«Sai che non si risponde ad una domanda con un’altra domanda?»
«Lo hai appena fatto, sapientino».
Toby rimase interdetta.
«Cosa ha fatto mio padre?» riprovò.
«Non saprei dirti tutto quello che ha fatto; tante, troppe cose, per la maggior parte sbagliate».
«Cosa ha fatto mio padre a te?».
Nicholas divenne improvvisamente serio.
«Queste non sono cose che ti riguardano. Se ti interessa tanto saperlo, lo chiederai a tuo padre, una volta che ti avrà riportata a casa».
Detto questo, si alzò da tavola e tornò a rinchiudersi nel suo ufficio, incurante del piatto di verdure quasi pronto che aveva richiesto.
La ragazza rimase sconcertata da quella risposta così brusca.
Aveva detto qualcosa di sbagliato?
Aiutò Gregory a sparecchiare la tavola e andò a stendersi sul suo letto.
Chiuse gli occhi per qualche secondo.
Forse per l’agitazione delle ore precedenti, per il viaggio spossante o per le poche ore di sonno in cui aveva dormito la notte precedente, ma quel poco tempo bastò per farla cadere tra le braccia di Morfeo.
 
Quando riprese coscienza di se stessa, le erano state poggiate accanto due buste, piene dei vestiti e della biancheria di cui aveva bisogno.
«Spero ti bastino, perché non ho affatto voglia di tornare in quello squallido centro commerciale».
Voltò la testa di scatto, trovando Nicholas appoggiato allo stipite della porta.
«Come... come hai fatto a comprare i vestiti delle dimensioni giuste?» chiese Toby.
«Ho controllato la taglia di quelli che hai addosso».
Vedendo l’espressione per niente rassicurata della giovane, il ragazzo scoppiò a ridere.
«Tranquilla, ho controllato solo maglietta e felpa, per il resto sono andato a occhio!» esclamò.
La ragazza tirò un sospiro di sollievo e cominciò a tirare fuori gli abiti.
Nicholas la guardò per qualche secondo, poi tornò al lavoro.
In realtà aveva controllato anche la taglia dei jeans, ma preferì non riferirlo a Toby.
 
 
 
 

Ebbene, sì!
Ho davvero aggiornato, non è un miraggio.
Per prima cosa, mi scuso.
Avevo promesso di aggiornare presto, e, invece, non l’ho fatto.
L’ispirazione se n’era completamente andata e mi sono lasciata un po’ prendere dai festeggiamenti per la grande riuscita dei miei esami.
Poi ho dovuto preparare la valigia per andare al mare questo weekend.
Insomma, sono stata un po’ occupata.
Ma questa sera, benché mi si stessero chiudendo gli occhi, mi sono seduta davanti al mio maledetto computer e ho scritto il capitolo.
Lo so che non è un gran che; in fondo è solo un capitolo di passaggio.
Qua scopriamo solo che il padre di Toby ha fatto qualcosa a Nicholas, vediamo un po’ com’è il carattere della protagonista e... be’, il capitolo si conclude con una frase a mio parere comica.
Forse un po’ perversa, ma comica.
 
Passiamo ai ringraziamenti.
Allora, premettendo che allo scorso capitolo ho ricevuto la bellezza di 2 recensioni, in totale queste ammontano a 8!
NO, MA, DICO IO, OTTO RECENSIONI?! IO MUOIO.
VI AMO.
VI A EMME O.
Tutto maiuscolo.
Quindi:
grazie a
xjoickslips, per aver recensito tutti i capitoli in una sola volta, e a xnickmasterpiece
che ha recensito anche lei tutti i capitoli, sebbene mano a mano che li pubblicavo.
Grazie a
lety_Tommo243 per il commento breve (sì, ti ho ringraziata per avermi scritto quattro volte la stessa parola).
Grazie a
Isabel92 JasMe lety_Tommo243 Missy96 xnickmasterpiece per aver inserito la storia tra le seguite.
Grazie a
CRIloveNJ Evevevva Isabel92 ketNJJJ
per aver inserito la storia tra le preferite.
 
Bene, direi che ho finito.
Ah, una precisazione (probabilmente inutile, ma meglio scriverla): nella frase “Lo hai appena fatto, sapientino” la parola “sapientino” l’ho messa di proposito al maschile, perché l’ho intesa come quel gioco che si dà – si dava – ai bambini per imparare le parole (io ce l’avevo, era il mio migliore amico).
 
Un’altra cosa: alcune mie amiche ed io abbiamo creato un gruppo su whatsapp per tutti i fandom/fanbase, tanto per conoscerci e fare amicizia. Per ora siamo undici. Se qualcuna vuole prendervi parte, non deve fare altro che dirmelo tramite messaggio qui su EFP :).
 
Ora vado davvero perché sto crollando dal sonno.
 
Byeeeeee.
 
Be A WACKO!

  
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