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Autore: itsteddysheeran    26/06/2013    3 recensioni
“Perché vuoi litigare con me?”
“Dean, conto qualcosa? Sul serio, voglio dire. A me non sembra.” Castiel aveva il viso stravolto dalle lacrime e Dean lo guardava accigliato, con il labbro inferiore tremolante.
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Dean è un pittore, Castiel è un cameriere.
E gli occhi del cameriere colpiranno subito il pittore. Talmente che, in poco tempo, si renderà conto di tenere a Castiel più di quanto dovrebbe.
Una relazione che sarà ostacolata non solo dai giudizi di Sam ma anche dal sogno più grande di Dean.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Castiel, Dean Winchester, Sam Winchester
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessuna stagione
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Dopo il matrimonio di Anna, erano tutti tornati insieme a casa  con l’Impala di Dean. C’era stato un silenzio tombale per quelle quattro ore di viaggio e Sam era arrabbiato, assolutamente. Non per i gusti di Dean, quelli li avrebbe anche accettati col tempo, lo sapeva, ma perché era stato preso in giro, perché suo fratello gli aveva nascosto la sua relazione senza dirgli nulla in quei mesi, nemmeno che il suo lui non era una lei come si aspettava.
Prima di partire per tornare a casa, infatti, aveva detto a suo fratello che sarebbe stato meglio se non si fossero visti per un po’, magari Dean sarebbe potuto andare da Castiel oppure se ne sarebbe andato lui a casa di Jessica per un po’, fin quando avrebbe voluto. Dean aveva deciso la prima opzione, d’altronde casa Novak era decisamente più grande e poi c’era il suo Castiel lì.
Una volta lasciati Sam e Jessica a casa Winchester, la tensione non ci fu più.  
“Ancora devi dirmi chi è quel Balthazar.” Disse Dean ad un tratto, voltandosi verso Cas.
“Te l’ho già detto al ricevimento di Anna, è solo un amico di vecchia data. Ha vari locali che non usa, suo padre era molto ricco, e ne abbiamo parlato. Avevo pensato di comprarne uno per te, avrei preferito fosse una sorpresa.”
“Cosa?! Non ti lascerò da solo a casa.”
“Non sarò solo. Anzi, non sarò a casa, Dean. Il proprietario del chiosco era nella camera di fronte alla mia, è un amico di Anna, si chiama Chuck, e da settimana prossima torno lì. Èquasi estate e guadagnerò un bel po’. L’anno scorso gli affari sono andati bene, anzi, benissimo.” Dean sospirò, per poi annuire. I suoi affari non erano andati poi così bene dato che non aveva venduto più di tre dipinti, guadagnando davvero poco. E iniziare con aprire un negozio tutto suo, dove avrebbe potuto vendere i suoi dipinti e disegni, sarebbe stato perfetto. Era il suo sogno più grande dopo diventare un pittore conosciuto.
“In questi giorni possiamo chiamarlo. Mi ha lasciato il suo numero. Tu puoi andare con lui e vedere i locali, poi pagherò io.”
“Ne parliamo a casa, Cas?” Castiel annuì, poi si avvicinò a Dean per baciargli la guancia, sorridendo. Sapeva che aiutare Dean con il suo sogno era giusto, perché l’avrebbe visto ancor più felice e vederlo così rendeva felice anche se stesso.

Arrivarono a casa dopo poco per fortuna. Dean portò i bagagli di Castiel dentro e poi si spaparanzò sul divano, assonnato come non mai. Castiel si sedette accanto a lui un attimo dopo, stringendogli la mano. Entrambi sorrisero, guardandosi negli occhi.
“Che succede?”
“Non so, Cas. L’idea di realizzare il mio sogno mi entusiasma, ma non vorrei trascurarti. Sarò occupato con i dipinti, tornerò a casa sfinito e staremo insieme poco tempo.” Cas si rese conto che c’era altro che Dean non sapeva, ma preferì star zitto e far finta di non saper nulla, sperando che fosse Balthazar a dirglielo.
“Abbiamo una vita davanti se per te non ci sono problemi. Io ti amo da morire, tu mi ami, andrà bene. Saremo felici.” Dean annuì, incredulo da come Castiel riuscisse a calmarlo con così poche parole. Lo baciò e cercò di liberare la mente da tutti quei cattivi pensieri. E Castiel gli accarezzò il viso, per poi tornargli a stringere la mano.
Dean era forse la cosa più bella che gli fosse capitata. Era arrivato nella sua vita e lui lo aveva lasciato entrar subito, accogliendola nel migliore dei modi. Voleva passare la sua vita con lui e condividere ogni momento, bello o brutto che fosse. E sapeva che Dean non si sarebbe tirato indietro, non in quel momento, tanto felice che era.
“Chiamo Balthe allora?”
“Sì, chiama Balthe.”
“Va bene. Gli dico di venire appena può.” Castiel sorrise, baciandolo a stampo per  un’ennesima volta. Si alzò e scomparve nel corridoio che portava al bagno un attimo dopo.
E rimase lì per un bel po’, sotto il getto di acqua bollente, pensando a tutto ciò che sarebbe successo quando Dean avrebbe scoperto la verità.
                                                              
                                                                      ***
Castiel chiamò Balthazar solamente una settimana dopo e si diedero appuntamento a casa Novak il sabato sera, dove avrebbero parlato dei locali di cui disponeva Balthazar davanti ad una pizza fumante.
Dean, in quei giorni, fu nervoso più del solito e passò ore e ore con la matita nella mano destra e il blocco dei disegni davanti: era bloccato, completamente bloccato. Non sapeva cosa rappresentare e nemmeno il volto di Castiel gli sembrava una buona idea dopo tutti i disegni che gli aveva fatto.
Si rinchiuse in camera di Castiel, che era diventata anche camera sua, e passò la maggior parte delle giornate lì, aspettando il sabato. Nemmeno Castiel, a volte, riuscì a calmarlo in quei giorni: entrava in camera, poggiava il viso sulla sua spalla e Dean faceva finta che non esistesse, tamburellando le dita sulla scrivania nuova di zecca. E lui se ne andava subito, lasciandolo in pace. Sapeva che era solo una fase, che Dean sarebbe stato pieno di idee in pochissimi giorni. Era solo teso, ma andava tutto bene. E Castiel lo sapeva perfettamente, nonostante Dean non ci credesse più di tanto.

Quel venerdì mattina, stranamente, Castiel si svegliò tardi e vide Dean già a lavoro alla scrivania. Quella volta, però, stava disegnando qualcosa. Sorrise, liberandosi dalla coperta di lino e avvicinandosi per abbracciarlo.
“Buongiorno.” Dean sobbalzò, voltandosi un attimo dopo verso Cas. Gli sorrise, alzandosi in piedi per baciarlo.
“Buongiorno!”
“Di nuovo all’opera? Che stai disegnando?”
“Sono vari scarabocchi, ma sono meglio di niente.” Rispose mentre Castiel osservava i vari fogli ammassati in un angolo della scrivania. In alcuni disegni era stato raffigurato lui, in altri Sam e Jessica e, nell’ultimo che vide, un paesaggio. Erano belli, però, ed erano un buon nuovo inizio.
“Vado a preparare la colazione, va bene?” Castiel annuì, baciò per un’ennesima volta Dean e lui andò via, sbadigliando mentre percorreva il corridoio. Si sentiva meglio quella mattina, ne era sicuro, ed era anche merito degli incoraggiamenti del suo Castiel.
“Cas!” Lo chiamò Dean dalla cucina, fissando la persona seduta in soggiorno.
“Sì?”
“Abbiamo delle visite.”



note.
Scusate il ritardo, ma ho avuto un blocco e avevo perfino pensato di eliminare la storia çWç
In questo capitolo non accade molto, infatti il settimo sarà il continuo. 
Quindi nulla, spero vi piaccia e ringrazio chi recensisce e legge çWç
  
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