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Autore: kannuki    29/06/2013    1 recensioni
Non ha alcuna arma con se, non può difendersi e non può neppure replicare il giochetto che ha fatto con Rose a suo tempo. Ora che Katherine ha assunto la cura per l'immortalità, non è certa che torni indietro, una volta morta... ed è piena di verbena, fattore che rende nullo qualsiasi tentativo di salvarla! Resisterà, farà quello che ha sempre fatto con Klaus: ignorerà Marcel e scapperà alla prima occasione... e se proverà a morderla, avrà una bella sorpresa.
Comincia come la seconda parte di 'Meet EM at 2:00 pm', incrocia 'Hannibal' e Will Graham a Baltimora e prosegue con 'The Originals' a New Orleans. Nessun Elijah è stato pugnalato in questa storia. ^^
Genere: Fluff, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Elijah, Hayley, Katherine, Pierce, Klaus
Note: Cross-over, Missing Moments, What if? | Avvertimenti: Incompiuta
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- Questa storia fa parte della serie 'Backover'
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Ciao Annaterra e grazie per aver recensito. ^^ Non so neppure io come si evolveranno i loro rapporti, di certo Kath sarà ben accorta, ora che è umana e vulnerabile. Spero di riuscire a descrivere bene il percorso interno della protagonista che sta affrontando un enorme cambiamento nella vita (cosa che nella prossima stagione di TVD non ci faranno di certo vedere, tutti concentrati sulla solita storiella d'amore -> noia!). Kath non dovrà solo gestire se stessa, ma anche Klaus (che a sua volta dovrà scegliere come comportarsi con la ragazza... e a proposito... che ci fa lì? Starà forse scappando dai propri doveri di padre? ;) ) e le domande del suo analista (qui è complicato e sto facendo uno studio su Lecter, motivo degli aggiornamenti lenti e quasi settimanali.)
Buona lettura!



Lo conosco troppo bene per sapere che bisogna stabilire subito i termini dell'accordo.

Possiamo farlo ora?”

Klaus solleva gli occhi al cielo e annuisce, scocciato. Sospiro, come se mi avesse tolto un peso dalle spalle. E' l'ultima persona a cui avrei pensato di chiedere aiuto, ma forse, è l'unica che conosco così bene da intuirne i pensieri. Forse non è qui per uccidermi. Forse è solo incuriosito. Faccio un cenno col capo e appena mette piede dentro casa, il tempo si ferma.

Un battito di ciglia per entrambi. Il mio cuore che salta un battito. Il suo sguardo indagatore. Cinquecento anni di odio e amore mi calano addosso di colpo.

Perché è dovuta andare così?!

Le domande retoriche di Kat. Sta buona, piccola. Possiamo gestirlo. Puoi gestirlo.

Appena il piede raggiunge il suo gemello, il tempo di dilata e riprende a scorrere normalmente. Sospiro di nuovo, dentro di me. Puoi gestirlo, ripeto. Puoi gestirlo.

Fortuna che te la stavi cavando” mormora chiudendosi la porta alle spalle. “Non hai retto tre settimane.”

Tre settimane e un giorno. La cose migliori durano poco.”

Klaus fa una smorfia. Qualcosa di molto simile l'ho visto sul viso di Damon centinaia di volte. Ci crede poco, ma non gli interessa granché. E' strano, più del solito. Non ho tempo di perdermi in elucubrazioni, devo riprendermi la mia vita. Mi avvicino, sposto i capelli dal collo. “Non farmi male. Non più del necessario.”

Klaus arriccia le labbra e un muscolo guizza nella mascella. Chiedergli di non infierire non lo scalfisce minimamente. Farti 'soffrire' è una specie di missione nella vita. Nessuno ha avuto pietà di lui e lui non ne ha per te. Non importa quanto il tuo musetto sia carino. Agguanta una ciocca di capelli ricci, tirandomi avanti. Ho paura e non riesco a calmare i battiti del cuore. Prima gira il braccio attorno alla vita, ma appena il seno urta il suo torace, ci ripensa. Batte le palpebre e mi fa roteare. Ha saltato la parte in cui devo bere il suo sangue, prima di morire.

Spalanco gli occhi. Sto tremando. Lo sento sospirare esausto nel mio orecchio.

Possiamo farlo un'altra volta? Stasera non ne ho voglia.”

Mi lascia andare con una delicatezza inusuale. Sono sconcertata dal rifiuto di una bevuta gratis e dal colpetto che mi da sulla spalla, come a rassicurarmi. Ma che ha?!

Ti sei sistemata bene.”

Su guarda attorno, sfiora con la gamba l'enorme divano al centro della stanza e ci si scaraventa sopra, le braccia dietro la testa e lo sguardo fisso sul soffitto. La maglietta si solleva sullo stomaco e mostra un accenno di peluria bionda sull'ombelico che si infoltisce verso la cintura.

Smetti di guardarlo, Kat.

Guarda dove ti ha portato la tua impulsività.”

Gli stacco la testa dal collo, se prova a dire...

Ti sei fatta prendere a calci da Elena Gilbert!” esclama irritato, sollevandosi sui gomiti. “Ma si può essere più incapaci?”

Una rabbia sorda mi invade. “Non dovresti essere a casa a coprire le prese della corrente e ammortizzare gli angoli vivi?!”

Il sorriso gli muore sulle labbra, grugnisce e mi lancia un'occhiataccia, tornando a sedere. “Ho un arredatore che lo sta facendo al posto mio.”

Elijah. Elijah mi ha mollato per fare shopping di giocattoli e pannolini. Lo psicanalista non tratterrà le risate, quando lo saprà. Per un lungo momento non so come reagire alla notizia, poi vado in cucina e apro il frigo. Un gesto impulsivo, ma sono certa che stia marcendo qualcosa, là dentro. “Lo crescerà anche al posto tuo?”

E' più entusiasta di me.”

Lo sento muoversi alle mie spalle. Infila la mano in uno scomparto e getta un limone muffoso nella spazzatura. Ah, ecco cos'era.

Rifornimento sostanzioso. Aspetti ospiti?”

No” mormoro, chiudendo lo sportello dopo aver estratto la bottiglia di vino bianco freddo. Ho bisogno di fare qualcosa, di occupare le mani per non correre a New Orleans e piazzarle sulla faccia di Elijah.

A cosa brindiamo?”

Alla vita!” esclamo con aria leggera e lui mi guarda con una smorfia amara che dovrebbe comparire sul mio volto, non sul suo. E' un felice papà in attesa, sono io quella mollata.

Ti stai divertendo, stronzetta?”

Secondo te mi sto divertendo?”

Si sente il tono acido?

Sono contenta di essere tornata umana? Sono contenta di avere le caviglie doloranti e di non avere neppure la forza di spostare il divano, se ci cade qualcosa dietro? Sono felice di aver perso l'uomo che amo perché suo fratello non è capace di prendersi cura del proprio figlio?” sibilo sbattendo la bottiglia sul tavolo. “Ma come cavolo è successo? Come hai fatto?! Noi non possiamo avere figli!”

Klaus guarda il bicchiere vuoto e si adombra, versando il liquido dorato nei reciproci calici. “Ti chiamerà. Gli manchi.”

Non dire stronzate...” sussurro disgustata, un attimo prima di ricordare chi è e per quale motivo non faccio mai del sarcasmo con lui.

Non è una stronzata.”

Il suo sguardo è troppo limpido per mentire, ma lo stesso non mi fido di lui.

Ora brindiamo alle novità.”

Detesto le novità.”

Kat...”

Mh?”

Eccotene un'altra. Sei ingrassata.”

***

Mi sveglio da sola a metà mattinata. Non ho puntato la sveglia, non devo fare nulla. Sollevo la testa dal cuscino, aziono le tapparelle elettriche e torno a chiudere gli occhi. Mi piace ascoltare il cinguettio degli uccellini, così come mi piace vagare in giardino in piena notte, circondata dalle lucciole. Il bosco poco distante ne è pieno. E' stata una bella scoperta.

Quando decido di essere sufficientemente riposata, sbadiglio, mi stiro e gli occhi annebbiati di sonno inquadrano la porta chiusa della stanza. Mi sono ubriacata al secondo bicchiere di vino. Klaus mi ha portata a letto e mi ha detto di non pensare alle novità. Credo di essermi spogliata da sola a metà della notte. Ho solo le mutandine addosso. Infilo una maglietta nera lunga quasi fino alle ginocchia. Ha le maniche asimmetriche ed è scollata. Mi piace molto, sembra un vestito. Raccolgo i capelli in una crocchia disordinata, vado in bagno e mi sciacquo il viso. Lo stomaco brontola e sento una pressante richiesta di caffè partire dal cervelletto. Ho l'acquolina in bocca. Realizzo che l'odore meraviglioso che sento, non è frutto di fantasia ma proviene dalla cucina. Rumore di tazze e sfrigolare di uova. Bacon fritto. Inspiro, socchiudo le palpebre e mi lascio trasportare dal richiamo del cibo. La scena è ridicola, grottesca.

Klaus sposta la sedia con un calcetto appena mi vede. E' il suo modo di invitarmi a sedere. Questo corpo ha sempre bisogno di cibo e non mangio granché da quando sono tornata umana, solo schifezze da fast food. Studio il tavolino apparecchiato: caffè, spremuta d'arancia, uova strapazzate. La classica colazione americana. Ha dimenticato i waffles e lo sciroppo d'acero. “Ti stai allenando, paparino?”

Lui mi guarda, scarica il bacon croccante nel piatto e fa una smorfia. Neanche un 'buongiorno, dolcezza'? Deve aver passato la notte in bianco. Mangio tutto e solo alla fine, quando sono sazia, mi accorgo che non ha toccato cibo. Immagino abbia provveduto da se. Il bosco è pieno di animali. “Che c'è?”

Klaus scuote la testa, fissa qualcosa senza vederla e torna a guardarmi. Non ha mangiato, penso, e un brivido mi attraversa, accelerando il battito del cuore. Lascio le posate nel piatto ed ingoio. “Ora ti va?”

Lui sospira, rotea gli occhi. “No.”

Ma che ca...! Gli sto offrendo una vena appetitosa e la rifiuta senza motivi apparenti! “Accontentami” sussurro sfoderando il miglior sguardo innocente che riesca a concepire. Uno sguardo da cerbiatto alla Elena Gilbert.

Non sei credibile.” Klaus sbuffa e si alza di scatto dalla sedia. Mi afferra per le spalle, rimettendomi in piedi. Mi scruta su e giù un paio di volte, si allontana, aggrotta la fronte. “Quanto sei alta?”

Un metro e sessanta.” Dieci centimetri in più non mi dispiacerebbero, ma per gli standard del mio popolo, sono una spilungona. Elena Gilbert è più alta di me.

Sei cresciuta.”

Ed ieri sera ero ingrassata, penso quando si allontana e apre tutti i cassetti della cucina. “Cosa stai cercando?”

Klaus torna trionfante con un pennarello e un metro flessibile e mi sospinge contro lo stipite della porta.

Non posso essere cresciuta in tre settimane” mormoro mentre lui prende la misura.

Avevo ragione. Uno e sessantacinque.”

Cinque centimetri in tre settimane?! E' per quello che mi fanno male i muscoli e i jeans sembrano starmi meglio? Spero non crescano anche i piedi o dovrò buttare tutte le scarpe!

Altri cinque centimetri ed esaudirò la tua richiesta.”

Ah, ecco. Se non c'è sfida o sforzo, non si diverte. Posso smettere di temere di essere morsa quando meno me l'aspetto. Klaus avvolge il metro in una mano e allunga la destra per suggellare il patto. “Affare fatto?”

E se questo fosse il massimo, per il mio corpo?”

Non ha calcolato la possibilità o l'ha bellamente ignorata? Lui mi afferra il polso e mi tira verso di se. Vorrei tenerlo d'occhio per capire le sue intenzioni, ma il modo in cui mi tocca mi distrae. E' così... delicato! Cristo, ma che gli succede? Appena entriamo in contatto, il calore del mio corpo lo fa esitare. Le sue mani sono fredde. Ora ho la certezza che si nutre da parecchio tempo. “La novità ti ha tolto l'appetito?”

Dita gelate mi attraversano i capelli, fermandosi sulla nuca. E' come stare di fronte all'anta spalancata del freezer, penso chiudendo il occhi e rabbrividendo. Anche il suo fiato è tiepido. Vorrei divincolarmi, ma mi costringo a stare ferma. Perché ci mette così tanto? Si sta godendo la mia paura? Sento qualcosa sfiorarmi la pelle. Il brivido si spande dal punto di contatto a tutta la spalla, il seno e si perde sulla parte sinistra del viso. E' più un bacio che non morso. Non mi trattengo.

Dio...”

Klaus si blocca e mi lascia andare nel momento in cui gli affondo le unghie nel braccio. Ho le guance calde e il cuore in gola. Sono arrossita?

Devo tornare a New Orleans” mormora a bassissima voce. “Ha chiamato un uomo prima che ti svegliassi. Ti ho lasciato un appunto” conclude spalancando la porta della cucina e sparendo nel giardino.

Svanisce ed io resto a guardare la stanza vuota e il trattino nero sulla cornice della porta.

Lo faceva anche la mamma, quando eravamo piccole. Lavo i piatti sporchi e strappo l'appunto di Klaus dal blocchetto. Leggo 'Hannibal Lecter' e un numero di telefono. Ma come cavolo scrive... è un nove, quello? Una faccina sorridente, uno scarabocchio? “Che dio ti stramaledica, Klaus Mikealson.”

Seduta straordinaria. Studio Dr Lecter, ore 16,01

Un effetto collaterale dell'umanità riconquistata è stata la perdita della libido. Me ne sono accorta dopo tre giorni, forse perché ero occupata a fare altre cose: nascondermi, compatirmi, trovarmi una tana. Non essere più eccitata venti ore al giorno è stato riposante. Poi è arrivato il morto vivente ad alitarmi sul collo e bum, ha riattivato le funzioni di base. Ora ricordo il motivo per cui ero attratta da Klaus... ma ricordo anche il motivo per cui devo tenermi lontana da lui. Seguo il dottore nel suo studio e, come un'automa, mi siedo sul divano. Lo psicanalista mi guarda, infila il minuscolo foglietto che ha in mano nulla cartellina grigio piombo – un orologio con i numeri alla rifusa - e si siede davanti a me. E' vestito sobriamente, ma ricercato. I capelli non sono perfetti come la prima volta. Non è una seduta dal mille dollari ma ho bisogno di raccontarlo a qualcuno. “Si sta sbarazzando di me? Non risponda con una domanda”

Vorrei chiedere ad una collega di analizzare il suo caso.”

Non si sente all'altezza del compito, dottor Lecter?”

Lui mi guarda, impassibile. Solleva la gamba del pantalone poco sopra il ginocchio. Batte le palpebre. “Di quanto tempo ha bisogno, Katerina?”

Quanto ne abbiamo?”

Non ho appuntamenti per l'intero pomeriggio.”

E' il suo giorno libero?”

L'uomo annuisce, compito. Guardo la punta lucida delle scarpe color cuoio. Risalgo il motivo a spina del completo grigio. La camicia bianca. Mi domando se sia in grado di sorridere. Se apprezza l'umorismo in una donna. “Non era preparato alla novità” sussurro abbandonandomi ai ricordi del primo incontro con Klaus. “Non lo siamo mai, no?”

  
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