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Autore: FeatherJoshua    30/06/2013    3 recensioni
«Mio Signore, affido a te questo corpo…»
Una raccolta di sette drabble che vuole raccontare il tragico quanto leggendario episodio del rogo di Jeanne D'Arc. [GillesJeanne]
Genere: Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Caster/Gilles de Rais
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Uno.
 
La piazza del Mercato Vecchio di Rouen era gremita.
Contadini, artigiani, soldati… La fama della Pucelle aveva investito l’Europa intera, ed ora nessuno voleva mancare all’ultima delle sue gesta.
Dinnanzi al patibolo della Santa, la folla taceva, e la natura taceva con essa.
Nemmeno la più leggera delle brezze soffiava quel giorno.
Nemmeno la più flebile delle voci echeggiò nell’aria.
Il Silenzio più totale aveva ricoperto quel luogo con il suo manto, immobilizzandolo, quasi distaccandolo dal Tempo stesso.
Ed era un silenzio vuoto. Tremendamente vuoto.
Talmente vuoto da riuscire a ridurre a mere statue di polvere ogni essere toccasse.
 
 

Due.
 
A riempirlo, furono i rumorosi passi della scorta di soldati.
Ricoperti da quelle stesse armature argentee e maestose con le quali la stessa Pucelle aveva tante volte combattuto, mossa dall’amore per Dio e la Patria, i soldati avanzavano, lentamente, uno dopo l’altro, facendo cozzare le une con le altre le placche delle loro corazze.
Uno dopo l’altro, lentamente, come nella più triste delle marce funebri, sfilavano verso l’altare innalzato al centro della piazza.
I loro volti erano impassibili, ma gli occhi, svuotati dalla consapevolezza della gravità di ciò che stava per accadere, erano tutti rivolti verso l’Alto del Firmamento.

 
 
Tre.
 
Poi, finalmente, si mostrò.
Avvolta in uno straccio biancastro che su di lei pareva il più bello e candido degli abiti, s’incamminò anch’ella verso il luogo della sua fine.
I suoi passi, dotati insieme della leggiadria della fanciulla appena sbocciata e della ferma decisione del guerriero, si susseguivano, lenti, mentre le sue labbra delicate sussurravano preghiere di lode e pietà.
Accompagnata dai cavalieri della scorta, come la giovane sposa che non sarebbe mai potuta diventare, avanzava verso l’altare costruito per lei.
Non una paura, non un’esitazione percorse il corpo della Pucelle in quel cammino verso la morte più ingiusta.
 
 

Quattro.
 
La legna era già stata portata sull’altare, in quantità tale da permettere al fuoco di rimanere vivo abbastanza a lungo da riuscire a bruciare l’eretica fin nelle viscere, corrodendo ogni suo male.
La fanciulla vi salì sopra senza paura, pronta a subire quella morte che l’avrebbe finalmente ricongiunta con il Dio che tanto amava.
Goffamente, le grandi, callose mani del boia la legarono al tronco su cui era inciso il suo nome, stringendo le corde quel poco che bastava a tenerla pressoché immobile ma, allo stesso tempo, a non lasciare rozzi segni violacei su quella pelle così meravigliosamente diafana.

 
 
Cinque.
 
Finalmente, l’officiante fece segno di appiccare il fuoco.
Avvolto nel suo oscuro mantello di morte, Thérage lasciò cadere la fiaccola ardente sulla legna ai suoi piedi, mormorando parole di benedizione.
«Dio ti benedica, Pucelle D’Orleans.»
Come le fiamme iniziarono ad alzarsi, il boia si allontanò rapidamente, sopraffatto dal rimorso per quell’azione indegna.
Quel fuoco sembrava danzare attorno alla Pucelle, alzandosi, alzandosi… Bruciando il corpo di quella fanciulla immacolata, che persino al patibolo non sembrava avere parole che per Dio, quello stesso Dio che l’aveva condannata a morire consumata fino all’osso dalle fiamme, quello stesso Dio che continuava ad amare.
 
 

Sei.
 
Mentre veniva divorata da questo fuoco cremisi in bilico fra il divino e il diabolico, le parole della Pucelle scorrevano, fluide, dalle sue labbra fino ai cuori dei presenti, tanto che nessuno ormai prestava più attenzione ai discorsi carichi d’odio del Vescovo.
«Beata Vergine, madre di Dio e di ogni cristiano, a te porgo le ceneri di questo giovane corpo morente votato alla tua santa purezza, così che a te e in te siano consacrate.
Mio Dio, che la tua misericordia conduca la mia anima nel Regno dei Cieli, così che possa trovare la beatitudine del tuo Santo Spirito…»

 
 
Sette.
 
«Mio Signore, affido a te questo corpo...»
Pronunciate queste ultime parole, la giovane perse i sensi, lasciandosi consumare dalle fiamme mentre la folla rimaneva in silenzio.
Quelle stesse parole, seppur così semplici e scontate, avevano però scosso nel profondo uno dei presenti.
Per un istante, a Gilles De Rais era sembrato che, in quel momento, la Pucelle lo avesse guardato, che fosse stato proprio lui, il cavaliere maledetto, l’ultima visione della Santa… che quelle parole fossero dirette a lui.
Forse era solo frutto della sua immaginazione, ma il germe della pazzia si era ormai infiltrato in lui, pronto a divorarlo.

 
 

«Rimpiangeranno quest'affronto, Jeanne… Ti Vendicherò. Mi vendicherò!»

   
 
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