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Autore: violetsugarplum    30/06/2013    3 recensioni
[Seblaine Sunday] [HP!Seblaine]
Dopo una disastrosa gita ad Hogsmeade, Blaine e Sebastian iniziano ad evitarsi. Saranno i loro amici a scoprire il motivo della devastante rottura tra i due.
Genere: Comico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Blaine Anderson, Hunter Clarington, Jeff Sterling, Nick Duval, Sebastian Smythe | Coppie: Blaine/Sebastian, Nick/Jeff
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Fanfiction in risposta alla sfida lanciata da Medea00 sul gruppo Seblaine Events.
 

PromptVi sfido a scrivere una fanfiction comedy usando come prompt "Angst". Avete presente Funeral Party? Ecco una cosa simile. Potete usare un lutto, una malattia, Seb e B che si lasciano, uno dei due che ha problemi familiari, crisi esistenziali pre-esami... qualsiasi cosa che, in teoria, è angstosa ma dovete giostrarla in chiave commedia. Voglio piangere... dal ridere. La fanfiction che mi fará ridere di più sfruttando al meglio il prompt vince! Ah e se ci inserite i Warbler avrete punti extra :D


 

Honeyducks
 

“Come sarebbe a dire che gliele ha regalate?”

“Te lo giuro, l'ho visto io!”

“Ma quando? Stamattina?”, chiede Jeff mentre s'infila in bocca una cucchiaiata di porridge. “Pffché iefi fefa f'ho fifto fofo-

Nick prende un ampio respiro prima di lanciargli un'occhiataccia disgustata e allontanare il piatto ancora colmo davanti a sé. “Stamattina, ti ho detto. Ha cercato di farsi notare il meno possibile, ma come fai a non vedere uno che è altro tre metri e-”

“Sembra un troll, non trovi? Alto, stupido...”

Lo ammonisce dandogli una gomitata. “Zitto, se ti sente Blaine... A proposito, non viene a fare colazione? L'ho visto lasciare il dormitorio prima della sveglia.”

E, come per magia, il loro amico entra in Sala Grande e prende posto al tavolo della propria casa, proprio tra Nick e Jeff. Tutti i Tassorosso, fingendo di non averlo visto, continuano a chiacchierare del più e del meno, ma non smettono nemmeno per un secondo di seguire il ragazzo con lo sguardo e notare il suo volto cinereo.

“Ehm...”, inizia Nick con un tono che vuol sembrare affabile. “Buongiorno...?”

Il grugnito che riceve in risposta non sembra impensierirlo. Del resto, è lunedì mattina e davanti a loro ci sono ore e ore di lezione -per non parlare di tutti quei libri da studiare e rotoli di pergamena da riempire- quindi è più che lecito essere di cattivo umore, nonostante il ragazzo abbia sempre il sorriso sulle labbra e una gran voglia di scherzare.

“Beh, allora... Vuoi un po' di bacon?”, chiede porgendogli un piatto che viene subito scansato.

“No.”

“Succo di zucca?”

“No.”

Ogni tentativo di dialogo cade nel vuoto, nonostante Nick si impegni a tirargli fuori una risata o, almeno, una parola che non sia un secco rifiuto. Non soddisfatto, ci ritenta ancora una volta. “Ok... Uhm... Ah, ti sei divertito ieri a Hogsmeade?”

“No.”

Jeff, che ha seguito lo scambio con interesse, gli sorride gentile mentre addenta un toast riempito con abbondante marmellata di lamponi. “Ma come no? Ti abbiamo visto uscire tutto contento da Mielandia con-”

Blaine lo interrompe gettando con un tonfo -che fa girare parecchie teste- sul tavolo il libro di Pozioni, lo apre ad una pagina a caso e si getta nella lettura. Notano che stringe la mascella in una morsa forte, ma non sta leggendo davvero: continua a guardare dritto davanti a sé, fissando un punto che coincide con il tavolo dei Serpeverde, dove siedono gli studenti dell'ultimo anno.

“Uh? Perché ripassi Pozioni, Blaine? Non l'abbiamo fino a domani.”

“Sto studiando per i M.A.G.O.”, ringhia infastidito senza distogliere lo sguardo e, quando nota una figura allampanata con il volto segnato da un broncio alzarsi dalla panca e iniziare ad avviarsi nella loro direzione, scaraventa in fretta e furia le sue cose nello zaino. “Devo andare, ci vediamo a lezione.”

E, più veloce di un battito d'ali del Boccino, esce dalla Sala Grande.

Ma l'assurda mattinata dei due Tassorosso non finisce lì dato che Sebastian Smythe, temuto Cercatore, Caposcuola, 'Miglior studente di Hogwarts dai tempi di Hermione Granger' secondo la Gazzetta del Profeta e 'Il figo più sprecato' secondo tutte le ragazze della scuola, ha deciso di rivolgere loro la parola dopo ben sette anni di muto odio a distanza.

“Dov'è andato Anderson?”, chiede bruscamente facendo roteare la sua bacchetta tra le dita, non preoccupandosi degli altri studenti al tavolo che lo guardano intimoriti.

“N-noi”, balbetta Jeff, strattonando l'uniforme di Nick per cercare appoggio. È da quando l'hanno visto combattere al Club dei Duellanti l'anno prima che sanno che il ragazzo lancia degli incantesimi non verbali devastanti, quindi non si sentono per niente sicuri e ricordano con rammarico che solo Blaine è l'unico che sia mai riuscito a batterlo... Ma chissà dove sarà andato a cacciarsi.

“Voi...?”, li incalza Sebastian e la punta della bacchetta sprigiona una scintilla verde come lo stemma della sua casata e i suoi occhi, che scrutano i due ragazzi come se riuscisse a capire cosa passa nella loro testa. 'Fa' che non lo sia', pensa Nick. 'Fa' che non sia un Legilimens.'

“È tornato in dormitorio a prendere un libro-”

“Non lo sapete. Io gliel'ho sempre detto che siete inutili, ma continua a negare e a sostenere che siete i suoi migliori amici e di voi si fida e bla bla bla”, rotea gli occhi al cielo e, sorprendentemente, batte loro le mani sulle spalle. “Comunque, se lo vedete, potete dirgli che ho bisogno di parlargli?”

I due non possono far altro che annuire e tirare un sospiro di sollievo quando lo vedono finalmente infilare la bacchetta in tasca e allontanarsi da loro con la schiena leggermente curva e passo strascicato, così diverso dalle ampie falcate a cui sono abituati a vedere quando spinge contro i muri gli studenti del primo anno per poter camminare per i corridoi senza intralci.

“Ma... È successo davvero?”, domanda Jeff ancora sconcertato e tutta la tavolata sembra rilassarsi.

Nick scrolla la testa e beve un lungo sorso di succo per attenuare la secchezza che sente in gola. “Sì e non ci ha nemmeno lanciato una Maledizione. Mi rendo conto solo ora di quanto siamo stati fortunati.”

“Io mi chiedo ancora cosa ci trovi-”

“Non ne ho la più pallida idea. Ma, allora, che stavi dicendo su di lui prima?”

“Che stamattina ho visto Gazza regalargli un sacchetto pieno di Caccabombe e dirgli addirittura di usarle come e quando vuole, perché uno così miserabile non l'aveva mai visto prima.”

 

 

Blaine osserva l'usignolo incorporeo che finge di becchettare il vetro della finestra e sospira, mangiucchiando una Cioccorana. Ha saltato la colazione, il pranzo e anche la cena. Solo ora sente di avere un po' di fame ma, per fortuna, nel baule ha ancora un sacchetto pieno di dolciumi comprati il giorno precedente.

Rabbrividisce solo al pensiero di ciò che è successo meno di ventiquattro ore prima.

Erano settimane che aspettava di andare a Hogsmeade per poter trascorrere il primo anniversario col suo ragazzo. Aveva addirittura progettato un rigoroso itinerario da seguire: prima avrebbero fatto un giro da Mondomago, poi sarebbero andati a vedere i nuovi scherzi creati da quel genio di George Weasley e, infine, si sarebbero abbuffati di ogni genere di caramelle da Mielandia. Sebastian era buono sempre, ma baciarlo sollevandosi da terra con ancora il sapore delle Api Frizzole sulle labbra, era veramente un'esperienza impagabile. E poi, se ci fosse ancora stato tempo, avrebbe cercato di convincerlo a bere un tè caldo nell'adorabile sala di Madama Piedidiburro invece di andare ai Tre Manici di Scopa.

Ma le cose, purtroppo, non erano andate per il verso giusto.

Era rientrato nel dormitorio con le lacrime che scendevano copiose dagli occhi, le mani screpolate dal freddo e forti crampi allo stomaco accompagnati dalla nausea. Si era buttato a peso morto sul letto ancora vestito e, quando i suoi amici erano saliti in camera, aveva finto di essere già addormentato. Alla fine, il sonno aveva avuto la meglio sulla stanchezza e il dolore, ma la notte era stata popolata ugualmente dagli incubi peggiori.

Non può ancora credere che Sebastian sia una persona del genere, proprio lui che si vanta di non sbagliare mai. Si fida di lui quando, probabilmente, è ancora l'unico in tutta la Gran Bretagna a farlo. Ma Sebastian non gli hai mai dato motivo di smettere di aver fiducia in lui.

I suoi amici non hanno ben chiaro come funziona la loro relazione, ma lui continua a dir loro che, se si amano, non c'è nulla di così complicato da comprendere. Semplicemente, stanno bene assieme.

Nessuno ricorda di averli visti separati almeno una volta perché è più facile imbattersi in loro mentre scendono dalla Guferia dandosi la mano, fanno un sonnellino abbracciati sotto ad un albero vicino al Lago Nero ed escono con gli abiti spiegazzati e capelli in disordine dal bagno dei Prefetti, piuttosto che vedere Hunter Clarington far guadagnare dei punti ai Serpeverde.

Si accorge di sorridere ripensando all'estate prima, quando hanno assistito entusiasti alla Coppa del Mondo di Quidditch e quando quei 'ti amo' sono risuonati per la prima volta nella tenda condivisa assieme, ma il pensiero svanisce in fretta. È ancora tremendamente arrabbiato, deluso e non può farci nulla.

Non è qualcosa che il tempo riuscirà a sanare, Blaine già lo sa e si sente morire dentro; il cuore lacerato in miliardi di pezzi, soprattutto dopo che Jeff e Nick gli hanno detto che Sebastian lo ha cercato perché voleva parlargli.

Se solo ripensa alle labbra rosse che sfiorano...

No.

Non ci riesce.

Il Patronus sparisce quando la decisione, amara e sofferta, viene presa.

Deve lasciarlo.
 


 

Hunter ridacchia, strofinandosi ancora la tempia dove il Bolide l'ha colpito durante l'allenamento, quando il suo migliore amico gli regala un sacchetto pieno di Caccabombe, ma si accorge che c'è qualcosa che non va perché Sebastian non gli propone di andare a lanciarle davanti alla porta d'entrata della Sala Comune dei Corvonero come al solito.

“Ti senti male?”, gli domanda guardandolo. È immobile, sdraiato sul letto in posizione fetale, stringendo a sé Peter, la Puffola Pigmea rosa shocking che ha ordinato via gufo da Tiri Vispi Weasley la sera precedente, dopo essere tornato da Hogsmeade, per poterla regalare a Blaine in segno di perdono.

“Sto bene”, mugugna distratto, fissando il vuoto davanti a sé e continuando ad accarezzare il pelo folto della creaturina che emette un suono deliziato. E pensare che Sebastian non ha mai voluto nemmeno sfiorare il suo animale domestico, un grosso gatto bianco di nome Mr. Puss.

“Ok”, risponde Hunter, ma perfino lui stesso è poco convinto. “Comunque, perché Peter è ancora qui?”

“Perché non sono riuscito a darglielo, che dici? Appena mi vede, scappa veloce come se fosse sul suo manico di scopa.”

Hunter si siede sul letto accanto all'amico e distingue perfettamente il rossore che circonda i suoi occhi. Non lo vede piangere da quando si era lasciato sfuggire il Boccino nella finale di sei anni prima. Però era stata una bella partita quella, anche se poi avevano vinto i Tassorosso.

“Beh, potresti mandarglielo con un gufo.”

La soluzione è così facile e Sebastian l'ha avuta sotto agli occhi per tutto il tempo. Ci voleva uno come Hunter Clarington, con la testa sconquassata dai Bolidi, per farglielo capire.

Non ha ancora avuto il coraggio di consegnarlo a Blaine, anche perché non ha avuto occasione di vederlo se non di sfuggita. Sembra proprio che il suo ragazzo lo stia evitando in tutti i modi. Perché non è possibile rimanere un'ora in infermeria solo per un piccolo taglio al mignolo proprio durante l'ora di Erbologia, proprio quando le due case hanno lezione insieme, proprio quando il professore Paciock li ha messi in coppia.

Si alza dal letto, prende un rotolo di pergamena che giace abbandonato nel baule e inizia a scrivere una breve lettera che poi accompagnerà la scatola con Peter all'interno. Non ci mette molto, dato che le parole vengono fuori dalla piuma di getto, come se avesse sempre saputo cosa dirgli. Aggiunge qualche correzione qua e là, rimarcando più e più volte le scuse, che sono sincere e lo sono per davvero.

Quando vede i gufi alzarsi in volo con il foglio attaccato alla zampina e i fili del pacco stretti nel becco, si sente più leggero. Non felice, perché lo è solo quando Blaine gli sorride guardandolo con quegli occhi grandi e ambrati, un colore che nemmeno ha il caramello più buono di Mielandia, ma più sereno. Se al mattino aveva quasi contemplato l'idea di bere un goccio di Felix Felicis per far tornare a girare le cose dalla sua parte, ora si sente fiducioso delle proprie capacità e dei sentimenti che provano l'uno per l'altro.

Quello che non si aspetta è che, il mattino seguente, lo stesso gufo gli porterà una lettera dalla busta scarlatta che gli urlerà, in Sala Grande davanti a studenti e professori, che è finita.
 

 

Non passa giorno in cui Blaine non venga visto ciondolare senza meta per i corridoi, come non ci sono sere in cui Sebastian non torni tardi in Sala Grande e si metta ad insultare chiunque osi incrociare il suo sguardo.

Se Jeff e Nick tentano in ogni modo di aiutare Blaine a tornare alla normalità, organizzandogli perfino un appuntamento al buio con un ragazzo di Grifondoro, Hunter Clarington continua a coccolare il suo gattone bianco senza accorgersi di nulla. Forse è questo ciò che Sebastian apprezza di più in lui: poche domande, massimo menefreghismo.

Ma, tuttavia, sente di essere all'interno di una spirale che lo sta distruggendo. I voti altissimi con la lode dei professori a cui è abituato inizia a vederli solo con l'aiuto di un Omniocolo, salta gli allenamenti di Quidditch, compromettendo una volta per tutte le possibilità di vincere la Coppa, ed è la terza volta che viene richiamato dalla Preside McGranitt per negligenza ai suoi doveri di Caposcuola.

Il fondo lo tocca quel sabato sera in cui rimane sott'acqua nell'enorme vasca del bagno dei Prefetti fino a quando non sente girare la testa e l'aria mancargli nei polmoni. Oh no, il peggio avviene quando, ormai desolato, si addentra in un discorso profondo sui sentimenti, sull'amore, sul perdono con niente di meno che Mirtilla Malcontenta, la quale continua imperterrita a fissarlo e spera tacitamente che la schiuma inizi a diradarsi.

 

 

Accantonato l'esperimento dell'appuntamento al buio, andato poi malissimo perché Blaine si è finto ammalato anche quel pomeriggio, i due Tassorosso non sanno più cosa fare per poter vedere l'amico tornare a sorridere.

Decidono, allora, di unire le forze per farlo rimettere con l'ex.

Mai e poi mai avrebbero pensato che un giorno sarebbe successo e, forse, questo avvenimento dovrebbe essere aggiunto perfino nei volumi di storia, ma la conclusione è che, contrariamente a quanto sempre sostenuto, Blaine sta bene solo con Sebastian. Punto.

 

Ed è così che tentano in ogni modo di farli incrociare nei corridoi, uscendo di corsa dalla serra alla fine delle lezioni per poterli lasciare soli, e approfittano anche della nuova gita ad Hosgmeade per poter farli incontrare casualmente, ma niente ha l'effetto sperato.

È quando Jeff sfoglia il libro di Pozioni per cercare un filtro d'amore da somministrare a Blaine per poterlo far innamorare di un altro ragazzo, che a Nick viene la geniale idea di chiedere l'aiuto di una persona molto vicina a Sebastian che non sia, come si vocifera, Mirtilla Malcontenta.

Hunter Clarington è la persona ideale.

Lo fermano dopo un allenamento di Quidditch, stando ben attenti a non farsi scoprire da Sebastian, e devono spiegargli il piano una decina di volte prima che il ragazzo afferri il concetto basilare, ossia che i due ragazzi devono tornare assieme perché, forse non se n'era accorto, ma si sono mollati ormai da più di due mesi e Blaine è così triste da aver iniziato a ingollare Burrobirra di nascosto e da sussurrare parole dolci a Peter, che si è tenuto nonostante tutto.

Perdono le speranze ad ogni giorno che passa e il piano ingegnoso si sfalda direttamente sotto ai loro occhi, dato che Hunter, a quanto pare, non riesce a convincere Sebastian ad andare nella Stanza delle Necessità nemmeno dicendogli che c'è Harry Potter in persona che vuole offrirgli un posto al Ministero della Magia.

Ma, quando una sera lo vedono correre verso di loro trafelato con un sorriso vacuo sul volto, capiscono che ce l'ha fatta e tirano prontamente fuori dalle tasche le figurine di Cioccorana che gli avevano promesso.

 

 

Blaine siede composto sulla sedia, aspettando di incontrare Cooper che, come ha detto, ha urgenza di vederlo. Spera che non sia successo niente a casa, ma dentro di sé sa che suo fratello vuole solo vantarsi del nuovo lavoro. Come se essere definito 'l'erede di Gilderoy Allock' fosse una cosa positiva.

 

“Ciao, Coop”, lo saluta quando vede la porta della Stanza delle Necessità aprirsi, ma esita quando davanti a sé compare Sebastian, il quale lo guarda altrettanto confuso.

“Io... Una lettera mi ha informato che avrei incontrato il Ministro”, inizia, distogliendo prontamente lo sguardo dal suo. “Non sapevo che-”

Blaine non può fare altro che sbuffare infastidito. “Io, invece, avrei dovuto incontrare mio fratello. Lascia perdere, so che dietro tutto questo c'è lo zampino di Nick e Jeff.”

“Anche Hunter, credo. È da un po' di tempo che lo vedo confabulare con loro e nascondere cose in dormitorio, come pergamene con mappe e-”

“Ci credono così stupidi”, dice Blaine alzandosi dalla sedia per raggiungere l'entrata, senza capire che in realtà sono sciocchi per davvero. “Non importa, ora me ne vado.”

Non fa in tempo ad aprire la porta che entrano i tre ragazzi con un'ombra di terrore dipinta sul volto e il respiro mozzato.

“C'è Gazza che pattuglia i corridoi”, spiegano all'unisono tutto d'un fiato. “Non volevamo entrare, ma-”

“Tanto non stava succedendo niente di che”, Sebastian scrolla le spalle e si lascia cadere sulla sedia lasciata vuota da Blaine pochi istanti prima. “Aspettiamo una decina di minuti e poi andiamo.”

“E intanto cosa facciamo?”, domanda Hunter. “Vi va una partita a Spara Schiocco?”

Blaine sta per ribattere che non è il caso, quando Sebastian lo afferra per il polso e, con un lieve tremore nella voce, lo supplica di mettersi in un angolo ad ascoltarlo, solamente a sentirlo, senza interruzioni e andarsene.

Non sa cosa lo spinge a dire di sì, ma una parte di colpa è da attribuire a quel fascino che Sebastian sembra mettere senza problemi in tutto ciò che fa. Tempo addietro gli aveva detto qualcosa riguardo una nonna Veela, ma Blaine non ne è troppo sicuro.

Mentre Nick, Jeff e Hunter si scambiano le figurine trovate nelle Cioccorane, i due ragazzi si mettono nel punto più lontano della stanza. Blaine vorrebbe quasi creare uno Scudo per proteggerli da orecchie indesiderate, ma Sebastian sembra fremere dal desiderio di parlargli.

Si siedono sul pavimento, a gambe incrociate, uno di fronte all'altro. Esattamente come nella tenda al campeggio, ma le mani non sono allacciate salde tra loro come quella volta.

“Ho letto la tua lettera, quella che mi hai spedito con Peter”, dice Blaine a voce sicura, non lasciando tempo a Sebastian di trovare le parole giuste con cui iniziare. “Ma non è stata sufficiente.”

Il ragazzo accenna un sorriso che maschera lo stato d'ansia in cui si trova -Blaine nota che si tortura le pellicine sulle dita e ormai lo conosce fin troppo bene per capire che sta fingendo. “Però sei riuscito a ribattere in maniera piuttosto colorita, eh?”

Arrossisce, pensando che Sebastian abbia ragione. Ma era così furioso e non poteva accettarle, nonostante fossero scritte col cuore in mano e il Serpeverde non sia mai stato il tipo di persona in grado di esternare ciò che prova dentro di sé.

“Tu...”, continua Blaine. “Tu hai tradito la mia fiducia. Contavo su di te, Sebastian, e non ho ricevuto altro che una delusione troppo grande per essere accantonata così.”

“Ma-”, tenta di ribattere.

È un tradimento, non c'è altra spiegazione. Vorrei poterti credere, lo vorrei davvero, ma... Non ci riesco. Proprio non ce la faccio.”

Sebastian abbassa la testa e si passa una mano tra i capelli, quasi sconfitto. “Ti prego”, lo supplica ancora una volta. “Lasciami spiegare e poi, se così hai deciso, me ne farò una ragione.”

Blaine, che ora stringe le gambe contro il petto e appoggia la testa sulle ginocchia, chiude per un momento gli occhi e annuisce. È pronto ad ascoltare parole che ha già letto e che rimbombano nella sua mente da mesi, ma una parte di se stesso spera che stavolta siano più convincenti.

“Non lo sapevo, Blaine. Se non mi credi, posso giurartelo con il Voto Infrangibile proprio come ti avevo scritto, ma tu mi hai detto -anzi urlato con tutto il fiato che avevi- di non farlo.”

“Non lo farai, Sebastian. Posso anche odiarti, ma non abbastanza da voler mettere in pericolo la tua vita.” Il ragazzo trasalisce ma non osa rispondere, perciò Blaine si sente in dovere di continuare. “Ora... Ora dammi la spiegazione che merito.”

“Non l'ho fatto di proposito, se è ciò che pensi. Cazzo, Blaine, non hai idea di quanto mi senta in colpa e sia in pensiero per te. Ho cercato di entrare nel tuo dormitorio la sera stessa, ma devono aver cambiato la parola d'ordine e la mente di quei due...”,dice indicando Nick e Jeff, che lo guardano accigliati. “...è troppo vuota per ricavarci qualcosa di buono.”

“Sono stato tanto male, Sebastian-”

“Lo so, Blaine, lo so!”, esclama avvicinandosi a lui e Blaine si lascia per un istante cullare dal modo in cui gli accarezza i riccioli. “Non avevo intenzione di farti soffrire... Non... Non so cosa fare, se nemmeno oggi accetti le mie scuse. Dammi un'altra possibilità.”

Il nodo alla gola è troppo forte per potergli permettere di rispondere. Si lascia andare in un singulto e fissa quelle iridi smeraldine di cui, anche se non osa ammetterlo, sente la mancanza ogni giorno. Senza nemmeno accorgersene, una lacrima scappa dalle lunghe ciglia in cui si era impigliata e scivola rapida sulla gota. Sebastian la raccoglie subito con la punta dell'indice e la bacia con tenerezza. Blaine prende un profondo respiro. “È così difficile, Seb-”

“Lo so”, ripete. “Ma farò di tutto affinché non accada mai più, te lo prometto.”

Blaine gli permette di abbracciarlo e sente Sebastian sospirare contro il suo orecchio. “Ti perdono... Ti amo ancora, non ho smesso di farlo”, gli confessa.

“Anch'io”, risponde il ragazzo, tracciando sulla sua schiena forme nuove e arzigogolate coi polpastrelli. “Mi mancava stringerti a me, lo sai? Non ti lascio andare-”

“Awww!”

I tre ragazzi li guardano estasiati e battono le mani con contentezza. “Visto che non era poi così difficile? Siete solo due brutti zucconi che litigano, stanno male e non fanno la pace perché troppo orgogliosi. Guardatevi come siete carini, due piccioncini che tubano!”

Blaine ridacchia e bacia Sebastian, che ricambia immediatamente con avidità.

È solo quando si separano per riprendere il respiro che Blaine capisce quanto gli è mancato realmente. Il suo profumo, la sua pelle, lui.

“Non ti offrirò più una Gelatina Tuttigusti+1 per il resto della mia vita, te lo assicuro”, ride Sebastian contro le sue labbra.

“Almeno non scambiarla per menta quando in realtà è al gusto di cavoletti di Bruxelles. Lo sai che mi fanno schifo e mi danno la nausea”, risponde Blaine baciandolo ancora. “Sono rientrato da Hogsmeade con lo stomaco a pezzi.”

“Scusami ancora, Blain-”

“No.”

Nick, Jeff e Hunter non li guardano più in completa e totale adorazione, ma hanno gli occhi sgranati per l'incredulità.

“No, fermi tutti e fateci capire bene. Sei andato avanti così per mesi, struggendoti nel tuo dolore e non separandoti da quella Puffola Pigmea, facendoci credere che Sebastian avesse baciato un altro quando in realtà ti ha solo offerto una caramella che, sfortunatamente, non era del tuo gusto preferito? Abbiamo fatto di tutto per te, proprio tutto, e tu piagnucolavi per una caramella poco buona?”

Blaine annuisce alzando le spalle.

“E tu”, riprende Hunter rivolgendosi a Sebastian. “Sei arrivato al punto da parlare con Mirtilla Malcontenta e, ancora peggio, da saltare gli allenamenti di Quidditch e farci perdere una partita solo per... questo?”

“Ma Hunter”, ribatte Sebastian tenendo una mano sul fianco di Blaine. “Me ne aveva chiesta una alla menta ma, siccome era già un po' buio, l'ho scambiata per un'altra... A Blaine non piacciono quelle ai cavoletti.” Concluse, come se quella frase potesse mettere a tacere ogni cosa.

“Ragazzi, cosa fareste voi se, ad esempio, vi aspettaste di mangiarne una al cocco e invece, una volta in bocca, scoprite che sa di trippa? È una cosa seri-”

Voi avete dei problemi.

Entrambi sbattono le palpebre più volte e sui loro volti non si può leggere altro che confusione. “Guardate che è una sensazione terribile e-”

Nick lancia le braccia al cielo, trattenendosi dall'urlare. “Ma come è possibile che voi siate così... così... così! Per tutte le mutande di Merlino!”

“Ma veramente-”

“Quello che il mio ragazzo cerca di dire-”

Silencio! Silencio! Andiamocene, Jeff. Vieni anche tu, Clarington, abbiamo la figurina doppia di Roderick Plumpton in camera”, annuncia platealmente con una risata e chiude forte la porta dietro di sé, facendola addirittura vibrare. “Lasciamoli soli, tanto adesso avranno un sacco di cui parlare!”

Come giustamente affermato da Nick, Blaine e Sebastian non possono dirsi nulla... ma possono tranquillamente recuperare il tempo perduto in altri mille modi diversi.




 


Premesse random: non rileggo i libri da mesi, non ho mai letto HP!Seblaine -nonostante so che esistano, quindi mi scuso in anticipo se la storia può ricordare altre-, e ho scritto questa cosa, che sicuramente sarà fuori tema e non è nemmeno betata, durante la fila per il concerto dei Muse. Basta dire questo per capire in che stato sono. Medè, tienine conto! LOL

Buona domenica a voi, flawless gelatine alla fragola!

-violetsugarplum


  
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