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Autore: Iria    30/06/2013    3 recensioni
"Ha rubato al compagno tutto ciò che ha potuto: baci nel buio, amplessi frenetici, il sapore della sua pelle e l'odore del suo corpo."
[Boris x Yurij]
Scritta in un momento di ispirazione, spero possa piacere!
Grazie anticipatamente per le letture ed eventuali pareri! ^ò^
Genere: Introspettivo, Malinconico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Boris, Yuri
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Rotten Loneliness

*Cold light above us 
Hope fills the heart 
And fades away 
Skin white as winter 
As the sky returns to grey*

Boris lo stringe a sé, respirando sulla sua spalla nuda.
D'istinto, posa le labbra sulla pelle bianca -imperfetta, macchiata da chiare efelidi- e ne assorbe il calore, il sapore appena aspro -c'è il sudore, l'aroma del bagnoschiuma- e l'odore.
Resta fermo, immobile in quell'istante costruito su di un silenzio stanco, con la sola preghiera di poter sparire e, trasformandosi in pulviscolo nella luce fredda del nuovo giorno, di riuscire ad assecondare il desiderio di posarsi senza vergogna, senza pudore alcuno su ogni lembo del corpo che trattiene contro di sé.
Riempire la sua camera, la sua casa, i suoi polmoni.
Entrare in lui, restargli dentro e morire col suo ultimo respiro.
Yurij tace, sorridendo appena ad occhi socchiusi.
Allunga un braccio, forse insicuro.
Vorrebbe passare le dita fra i capelli del compagno, ma un freno che sa di stupidità ed ottusità gli trattiene la mano, mordendola coi suoi aguzzi denti scolpiti dall'insicurezza.
Allora, la chiude in un pugno, lasciandola ricadere lungo un fianco -troppo distante da quella di Boris.
Ed improvvisamente c'è freddo.
Un gelo infido che gli si insinua sotto la pelle e lo costringe a sollevarsi -allontana il ragazzo da sé con forza, afferrandolo per le spalle, scrollandosi di dosso il suo respiro, il suo peso, il suo cuore.
"Allontanati".
È una preghiera che gli muore sulla punta della lingua.
Guarda dritto negli occhi verdi dell'altro, poi solleva i suoi contro il soffitto -bianco, infinitamente bianco- e li chiude, come accecato.
Il freddo lo abbraccia.
Sente quelle dita di ghiaccio stringersi attorno al suo cuore ed accarezzarlo lascivo.
Ah, le vede, intrise di sangue nel suo torace squarciato che scavano, scavano, scavano...
Non osa fissarlo negli occhi: potrebbe rubargli la vita, succhiarla via in un morso sulle sue cosce, sulle sue mani, sulle sue braccia...
Allora si alza, nudo.
I muscoli della schiena, tesi sulle scapole, si irrigidiscono.
Yurij si volta e lo guarda.
Boris, che è rimasto ad osservarlo senza proferire una sola parola, quasi scomparendo nel grigiore del cielo che si staglia contro la finestra aperta alle sue spalle, trattiene a stento una risata.
È amara, ha il sapore della ruggine e gli irrigidisce le labbra.
«Fino alla fine... non riuscirò a donarti nulla».
Il tono di Yurij ha un che di disperato.
Nel parlare, ha atteso, bloccandosi come per scegliere le parole più adatte ed inutili: non riesce a spiegare il peso morto che giace sulla sua anima, soffocandola.
L'altro giovane, però, non risponde.
Ha rubato al compagno tutto ciò che ha potuto: baci nel buio, amplessi frenetici, il sapore della sua pelle e l'odore del suo corpo.
Ha tracciato con le dita il disegno del suo profilo, memorizzandone ogni peculiarità: le labbra screpolate, gli occhi sempre arrossati, le vene sulle mani gonfie, il collo del piede pronunciato...
Ma non gli basta.
E non può far nulla per impadronirsi di lui, nutrirsi di lui.
Yurij, a quel punto, interpreta il silenzio del ragazzo come una sorta di rassegnata (in)compresione.
China lo sguardo e si volta, per dirigersi in bagno.
Allora e solo allora Boris esplode in quella risata trattenuta e folle che gli ha inacidito la bocca e marcito i denti.
Si passa una mano tra i capelli -forse ne strappa via alcuni- ed infine, esausto, ricade ad occhi chiusi sul letto.
Non avverte nulla oltre al proprio calore, oltre al proprio cuore.
È come se Yurij non ci fosse mai stato.
Ha solo lasciato una scia che sa di sesso -e forse di cupo isolamento.
«Volevo solo riempire quel buco nel tuo petto: mi sarebbe bastato questo e null'altro».
Ma è un bisbiglio che viene ascoltato solo dai primi fiocchi di neve dell'inverno, mentre il gelo, quello vero, tappa le orecchie di Yurij:

"Sono qui per te, chiudi gli occhi e lasciati divorare: ti mostrerò il vuoto e la bellezza della solitudine che marcisce, amore mio."

*Owari*

Non scriverò mai una Boris x Yurij degna di questo nome. *cries*
Ma devo ammettere che mi piace abbastanza: ho voluto soffermarmi su dei particolari e su un momento indefinito che però li rendessero più veri e vivi e che mostrassero concretamente la distanza tra i due. °ò°
Poi è nata dal nulla, in momento di pura ispirazione, quindi mi sono messa giù a scrivere. XD
Spero sia piaciuta almeno un po'!
Un bacio!
Iria.

P.S: la strofa all'inizio è dalla canzone "Anthem Of The Angels" dei Breaking Benjamin! ^^

   
 
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