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Autore: Victor_usa    30/06/2013    0 recensioni
Rinoa programma una vacanza per sé e per Squall, ma dato che si tratta di Squall, deve arruolare Zell, Irvine, Quistis e Selphie per convincerlo ad andare. Un punto di vista sulla loro relazione attraverso gli occhi degli altri.
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Rinoa Heartilly, Squall Leonheart
Note: Traduzione | Avvertimenti: nessuno
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Disclaimer: Final Fantasy VIII e i suoi personaggi sono proprietà Square-Enix, e vengono qui utilizzati senza scopo di lucro: nessuna violazione del copyright è pertanto da ritenersi intesa.

WITH A LITTLE HELP FROM OUR FRIENDS
scritta da Victor, tradotta da Alessia Heartilly

UNO
Squall era seduto al tavolo del loro cucinino, mentre Rinoa era appoggiata al bancone. Lei aveva un enorme sorriso per il piano che gli aveva appena presentato. Lui bevve un sorso di caffè e lasciò che l'idea si depositasse per un attimo. "Sembra una grande idea, ma-"

"Niente ma."

"Ma-"

Lei lo fissò con occhi severi, ma giocosi.

Lui sospirò e sorrise, nonostante tutto. "Non posso semplicemente-"

"Non posso? O non lo farò?"

"Non posso."

"Non lo farò." Lei si sporse avanti, prese il suo caffè, ne bevve un sorso e gli restituì la tazza.

Lui fece una risatina e si allungò a passare le dita sul dorso della sua mano mentre lei si ritraeva per tornare contro il bancone. "Ho-"

"Responsabilità."

"Sì. Verso-"

"Il Garden."

Lui non poté evitare di sorridere. "Come devo fare a perorare la mia causa se non mi lasci finire?"

"È proprio questo il punto." Lei fece cenno di no con il dito. "Non devi perorare la tua causa."

"Ti aspetti che ceda e basta proprio subito, allora?"

"In questa occasione? Sì." Si sedette davanti a lui e si avvicinò la sua tazza di caffè.

Lui le prese l'altra mano e la baciò, ma non la lasciò andare. "Non sono sicuro di essere capace di fare una cosa così."

"Arrenderti?"

"Non sarebbe arrendersi. Sarebbe farti vincere a tavolino." Le lasciò la mano, si alzò e andò alla credenza sopra il lavello. "Ci devono essere delle condizioni perché sia una resa." Prese un'altra tazza, la riempì e si chinò a baciarle la guancia. Le allungò la tazza e si riprese la sua, tornando a sedersi.

"Ok. Che ne dici di questo? Io ti dico ogni motivo che mi avresti dato per non andare, e se mi sbaglio, tu hai la possibilità di dire la tua senza interruzioni."

"Anche se il finale sarà lo stesso, giusto?"

"Sì."

Lui ridacchiò, si passò una mano tra i capelli e bevve un altro sorso di caffè. "Va bene. Fa' pure."

"Pensi che se sarai troppo lontano dal Garden, non potrai essere contattato e tornare entro un tempo sufficiente a fare qualcosa a riguardo di ciò che richiederà la tua attenzione." Sollevò un sopracciglio con fare interrogativo.

"Vai avanti."

"Pensi che se io e te saremo soli e non nelle immediate vicinanze di una qualche forma di civiltà, sarebbe un'occasione d'oro per qualcuno che voglia attaccare uno di noi due."

"Continua."

"Pensi che se non succederà nessuna di quelle cose, sarai costretto ad ammettere che il mondo continuerà a girare anche se non sarai lì a supervisionarlo ogni singolo giorno."

Lui ebbe l'umorismo di fingersi ferito per un secondo o due prima di sorridere e annuire.

"Ultima cosa, pensi che gestire tutte le domande, i sussurri, i pettegolezzi e le dita puntate che affronterai al ritorno sia solo un gran rottura di scatole ed è molto più semplice evitare tutto e basta." Rinoa si appoggiò allo schienale, bevve un po' di caffè, e cercò di sembrare il più ridicolmente compiaciuta possibile.

DUE
Rinoa entrò nella biblioteca del Garden e trovò immediatamente Zell dove si aspettava che fosse - chino sul bancone a parlare con Justine, che alzò gli occhi quando Rinoa si avvicinò a loro, facendo voltare Zell.

"Buon pomeriggio, signorina Heartilly."

Rinoa sorrise. "Justine, per favore, chiamami Rinoa. Ogni volta che mi chiami signorina Heartilly, mi giro per vedere se c'è qualcun altro. Ciao, Zell."

"Che succede(1) Rinoa?" Lanciò un'occhiata di traverso a Justine. "L'hai capita?"

"Zitto."

Rinoa guardò Justine, con un'espressione che diceva 'scusami se ti ho interrotto'. "Ti scoccia se gli parlo qualche minuto?"

"Va tutto bene. Devo finire un paio di cose prima della fine del mio turno, comunque."

"E cosa succede quando finisce il tuo turno?"

"Sì, te la restituisco."

Zell seguì Rinoa nella zona studio in fondo alla biblioteca, con un'ultima occhiata al di sopra della spalla a Justine. "Grazie." Le mandò un bacio.

"Se non avessi giocato a paddle ball qui dentro, tanto per cominciare, non te l'avrei sequestrata, sai."

*~*~*~*~*

"Allora, mi serve un favore."

Zell prese una sedia, la voltò e si sedette con le braccia incrociate sullo schienale. "Spara."

"Mi serve che tu e gli altri vi assicuriate che Squall sappia che tutto è in buone mani per una settimana circa, mentre andiamo in vacanza."

Zell la fissò sbattendo le palpebre un paio di volte prima di scuotere la testa come se stesse uscendo da una trance. "Scusa... cosa?"

"Non ho detto che sarebbe stato un favore semplice."

"Quello non è un favore, è stregoneria."

Rinoa lo fissò di traverso, ma con un sorriso.

"Cosa? Troppo presto?"

Lei si sedette davanti a Zell. "Dai. Non sarà così male."

"Gli hai davvero fatto accettare una vacanza?"

"Sì."

"Beh, credo che tu ti sia già occupata della parte difficile, allora."

"Molto divertente."

"Senti: voi significate tutto per me. Non dirò mai di no a una possibilità di aiutarvi, ma..."

"Voglio solo che lui si diverta davvero e forse che si rilassi persino un po'."

Zell annuì. "Ok."

"Incontrerò Irvine più tardi, oggi, e Quistis e Selphie forse domani, quindi non è che lo farai da solo."

"Quindi sei venuta da me per primo?"

Rinoa sorrise e annuì timidamente.

"Cavoli. Alla grande. Posso darti un piccolo consiglio?"

"Assolutamente."

"Lascia che parli io con Quistis."

Rinoa lo guardò interrogativamente.

"Non per dire, ma tu sei riuscita a fare con un ballo quello che lei non è riuscita a fare in tutto il tempo che è stata al Garden."

"Cosa?"

"Si struggeva per Squall sin da quando sapeva cosa voleva dire quella parola, e poi sei comparsa tu."

"Ma lui..."

"Non l'ha mai detto?"

Rinoa scosse la testa.

"Perché avrebbe dovuto? Per quanto lo riguarda non c'è niente da dire. Non è mai successo niente e non sarebbe mai successo niente."

"Davvero? Mai?"

Zell rise piano. "Non sono nemmeno sicuro che lui sappia che è una ragazza... quindi sì, davvero. E no, mai. Per lei però era tipo una cosa grossa."

"Ma non era niente di personale!"

Zell si portò un dito alle labbra. "Ssh... siamo in una biblioteca, sai."

"Io non sapevo niente di queste cose allora."

"Sto solo dicendo che se vado io sarà una cosa disinvolta e semplice. Se vai tu, sarà piena di sottintesi e complicata. Il risultato finale sarà lo stesso."

"Apprezzo l'offerta ma penso che lo farò io. Cercherò di chiudere ferite che non sapevo ci fossero, capito?"

"Buona fortuna allora. Non mi aspetterei di essere ricevuta con calore, ma tieni in mente alcune cose: Quistis non è una cattiva persona. Era solo in prima fila in una brutta situazione. Non è qualcosa che svanisce in fretta. A prescindere dai fatti veri e propri."

Rinoa annuì e guardò l'orologio appeso al muro. "Devo andare. Incontro Irvine tra poco. Grazie del tuo aiuto."

Lui si indicò con il pollice. "Io ci sto."

TRE
Squall era in biblioteca, a guardare distrattamente i dorsi dei libri di cui aveva memorizzato i titoli secoli prima, mentre Zell andava avanti e indietro giocando a paddle ball. "Mi sembra troppo presto."

"...Novantotto... novantanove... cento... troppo presto? Perché?"

Squall scrollò le spalle.

"...Centodieci... centoundici... ti aspetti che accada il peggio, giusto?"

Un rumore di scherno e soprattutto di accordo fu la risposta.

"È quello che pensavo. Ora che le cose si sono calmate-"

Non ci fu davvero un suono ad accompagnarlo, ma Squall corrugò la fronte guardando Zell con convinzione sufficiente a farlo sentire oltre che vedere.

"Contesto, capo... contesto. La vita si è tipo calmata per noi negli ultimi due mesi. Tu lo sai più di chiunque altro. Centoventisette... centoventotto... le missioni che abbiamo sono soprattutto routine, e tutte le cose grosse che ci sono arrivate sono ancora in fase di progetto."

"Qual è il punto?"

"E il tuo qual è? Centotrentatré... centotrentaquattro..."

"E se succedesse qualcosa di grosso adesso?" Prese un libro a caso e cominciò a sfogliarlo distrattamente.

"Tipo... ADESSO, adesso?"

"Sì."

"Mentre siamo qui a cazzeggiare in biblioteca?"

Squall alzò gli occhi al cielo e scosse la testa. Momenti come questo lo aiutavano a capire perché Zell e Rinoa fossero così buoni amici.

"Senti, la cosa più grossa che può succedere proprio in questo momento è che sto per battere il mio record a paddle ball. Centoquarantotto... centoquarantanove..."

"Qual è il tuo record comunque?"

"Settecentottantadue."

"Cosa? Sei solo a-"

"...Centocinquantaquattro..."

"Centocinquantaquattro."

"Quindi?"

"Quindi non sei nemmeno vicino a 'sto per battere'."

"Ho un buon presentimento."

Squall rimise a posto il libro e si sedette su una sedia di lato. "Ok. Se succedesse qualcosa di grosso e legato al lavoro?"

"Tipo cosa?"

Un sopracciglio estremamente alzato insieme a braccia incrociate fu la risposta di Squall.

"Mamma mia. Scusa, signor Scontroso. Centottanta... centottantuno... centottantadue... mettiamola così: siamo una squadra di mercenari altamente addestrati con accesso a qualsiasi tipo di strumentazione per la raccolta dati, analisi tattica e addestramento strategico."

"E?"

"Di cui TU sei il Comandante."

Squall fece cenno a Zell di continuare.

"...Centonovantadue... centonovantatré... al momento sai di un movimento di truppe o attività di gruppi che indicano un attacco a noi nelle prossime settimane?"

Silenzio.

"Esattamente. Smettila di cercare di convincerti a non farlo. Qui abbiamo tutto sotto controllo. Rinoa ti sta facendo un favore. Lasciaglielo fare."

"Sì. La prima cosa che ho fatto arrivando oggi è stato sistemare tutto con Shu. Solo che sembra così strano pensare di non essere..." Si guardò intorno, cercando le parole giuste.

"...Duecentosei... duecentosette... al lavoro?"

"Sì."

"O in missione?"

"Sì."

"Forse a casa?"

"Sì."

"Nel tuo ufficio."

"Sì."

"Essere lontano da tutta questa roba comoda, anche se siete solo tu e Rinoa, ti fa sentire in trappola, giusto? Senza controllo?

"Tipo, sì."

"Non siamo nel tuo ufficio adesso."

"Ma sono comunque al lavoro."

"A proposito, perché siamo qui?"

Squall si guardò di nuovo intorno, leggermente preso alla sprovvista dalla domanda. "In senso esistenziale?"

"Cavolo amico... no. Perché non siamo nel tuo ufficio?"

"Eh... è troppo piccolo. Troppo..."

"Soffocante?"

"Sì."

"Mi confondi di brutto a volte, lo sai capo?"

QUATTRO
Rinoa entrò alla mensa e agitò la mano in cenno di saluto alla barista. Vide Irvine seduto a un tavolo, comodamente stravaccato con un braccio sullo schienale della sedia, il cappello abbassato sul viso e i piedi sulla sedia opposta. "Se il tuo obiettivo è che mi sieda in braccio a te, temo che ti deluderò."

Il sorriso perenne di lui si fece un po' più largo a questa battuta. "Non puoi biasimare un ragazzo perché ci prova." Posò i piedi a terra e si tirò su il cappello mentre Rinoa si sedeva.

"Sono un po' sorpresa che tu abbia proposto di vederci qui."

"I miei posti soliti non sono esattamente il tipo di posto che tu sceglieresti di frequentare."

Lei inarcò un sopracciglio.

"E questo posto piace a tutti, quindi sembrava l'idea migliore. Vedo che dividere lo spazio con Squall funziona per te."

"Che vuoi dire?"

"Quella cosa del sopracciglio. È il suo mezzo di comunicazione principale. Sembra che tu lo faccia piuttosto bene."

Rinoa alzò gli occhi al cielo ma non poté evitare di sorridere.

"Vuoi andare?"

Lei scosse la testa. "Qui va bene."

Lui fece un cenno veloce a qualcuno dietro di lei. "Perché potremmo andare da me."

"Oh, diamine no."

Irvine grugnì una risata. "Immagino di aver avuto ragione a non suggerire quello, allora."

Rinoa arrossì. "Scusa. Non intendevo..."

"So cosa intendevi. Non preoccuparti. Penso che i miei delicati sentimenti si riprenderanno in tempo."

La barista arrivò al tavolo, posò i due bicchieri pieni e si allontanò. Rinoa guardò prima il suo bicchiere e poi Irvine. "Io non ho ordinato ancora niente."

"No. L'ho ordinato io per te."

Lei sollevò il bicchiere ed esaminò il liquido che conteneva. Era abbastanza scuro da non farsi penetrare dalla luce, e c'era un quarto di spessa schiuma in cima. "Sembra la birra che beve Squall quando veniamo qui."

"Perché lo è."

"Non l'ho mai bevuta prima."

"C'è una prima volta per tutto." Lui sollevò il suo bicchiere. "Cin cin."

Bevvero insieme. Rinoa lottò contro la tentazione di sputare la birra, e deglutì forte. "Come diavolo... è disgustosa."

"No invece. Solo che non è quello a cui sei abituata."

Lei prese un altro sorso. "Sì, è più buona quando sai cosa aspettarti."

"Posso distrarmi davvero a parlare di birra, quindi diciamo che andiamo avanti? Qual è il mio ruolo in questa piccola avventura che avete pianificato tu e il Fighetto?"

"Non è troppo contento quando lo chiami così."

Il sorriso di Irvine diminuì un poco. "Ne sono consapevole."

"La tua parte è solo assicurarti che lui sappia che va bene se parte. Digli che terrai d'occhio tutto mentre siamo via."

"Tesoro, non posso fare più di tanto."

"Lo so. Ma se tu e gli altri poteste usare i prossimi giorni per farglielo capire-"

"Che questo posto non verrà raso al suolo mentre siete via? Non stai esattamente chiedendo una cosa semplice, eh."

"Voglio che possa apprezzare cosa sta succedendo, capisci? E gli serve un po' di spazio libero in testa per farlo."

Irvine scosse la testa e prese un altro sorso di birra, guardando Rinoa con espressione soddisfatta. "Penso che quello che stai facendo sia dolcissimo e più che necessario, quindi non ho nulla contro il prestare le mie capacità alla causa..."

"Ma?"

"Ma non faccio miracoli. Sconfiggere un Morlboro sarebbe più facile che non far pensare al lavoro Squall."

"Quindi capisci perché mi serve aiuto."

"Touché, tesoro."

"Ti scoccia dirlo a Selphie al posto mio?"

"Per niente. Ma considerato quanto le piace spettegolare, probabilmente sapeva tutto prima che tu anche solo ci pensassi."

"La vedrò a pranzo domani, quindi se le dici di che si tratta mi occuperò io del resto."

Rinoa stava per bere un altro sorso di birra quando le venne in mente una cosa. "Se sai che chiamarlo Fighetto gli dà fastidio, perché continui a farlo?"

"Lo fa scendere un po' dal piedistallo. Evita che si monti troppo la testa, capito? E poi gli rompe le palle così solo perché sa che io sono più figo."

CINQUE
Squall entrò alla mensa e trovò immediatamente Irvine a uno dei tavolini lungo il muro. Il cowboy soffiò un po' di fumo azzurro in aria, spense la sigaretta e fece cenno a Squall di raggiungerlo. Mentre passava accanto al bar, Squall fece cenno al barista, indicò una delle bevande, fece un due con la mano e indicò il tavolo.

"Come stai, Fighetto?"

Squall inarcò un sopracciglio e si sedette.

Irvine grugnì una risata.

"Cosa?"

"Niente."

I due rimasero in silenzio per qualche minuto, finché il barista portò loro da bere.

"Quindi eccoci: non preoccuparti delle cose qui a casa mentre tu e la tua signora andate in giro in avventure galanti."

Squall fece un grugnito e scosse la testa, ma aveva un mezzo sorriso.

"Dimmi che non te l'aspettavi e ti dirò che sei un bugiardo."

"No, l'avevo capito."

"Ti piace solo che mi riferisca a Rinoa come alla 'tua signora', eh?"

"Colpevole."

"Guardati... così espressivo. Abbastanza sorprendente quello che succede quando non hai da preoccuparti del destino del mondo, eh?"

"Non sapevo che sarei arrivato a quel punto."

"Certo che no. È per questo che sono qui."

"Perché arrivare a quel punto è quello che fai?"

"Eh. Ogni volta che posso. Ma non è questo che voglio dire. Rinoa ce la sta mettendo davvero tutta per questo viaggio - per molte buone ragioni - e tu devi esserci."

Sul viso di Squall si fece strada un sacco di confusione. "Lo so. Ecco perché ho detto che andrò."

"Devi fare più che andare e basta. Devi partecipare. Dovrai volerci essere."

"Ho appena detto che è per questo che ci andrò."

Irvine scosse la testa, esasperato. "Per tutto il tempo che sarete via, sarai sempre in guardia a cercare qualcosa che vi attacchi. Una volta che sarai arrivato, ti concentrerai a trovare posti dove la gente può nascondersi, dove tu puoi nasconderti. Cosa puoi usare se succede qualcosa, e quale sarà la tua strategia di fuga."

Squall studiò intensamente il legno del tavolo.

"E una volta che avrai saputo tutto, tornerai a cosa sta succedendo al Garden. Chi controlla questo, chi monitora quello, questo sarà stato fatto, sarà stato fatto bene... sarai così lontano da dove ti troverai che non riuscirai a trovarti il culo nemmeno con due mani e una mappa."

Squall grugnì.

"Dimmi che mi sbaglio."

"Non posso."

"Esattamente. Ed ecco perché non ci sarai."

"E... allora? Dovrei semplicemente dimenticarmi che tutte quelle cose esistono? Che non sono vere possibilità?"

Irvine annuì. "Sì."

Squall guardò Irvine, incredulo. "È una follia."

"È la vita, Fighetto."

"È la tua vita, non la mia."

"Senti, dico solo che devi permetterti di concentrarti su quello che ha programmato Rinoa. Pensa a quello. Reagisci a quello. Non essere distratto da quello." Finì la birra. "Tutte le cose mondane e quotidiane dietro cui ti sei affannato saranno di nuovo qui al ritorno. E noi ce la saremo cavata nel frattempo. Quistis, Zell e Selphie lo fanno da quando hai cominciato a farlo tu, e sanno come fare il loro lavoro. E non essere un SeeD non mi impedisce di fare parte della squadra."

Squall vuotò il bicchiere e indicò quello vuoto di Irvine, che annuì. Ne ordinò altri due con un cenno. "Non sono sicuro di riuscire a lasciar andare tutto completamente."

"Mettiti alla prova. Apri la porta a te stesso e non sarà così difficile oltrepassarla. E prima che ti venga anche solo in mente di farlo, non fingere."

"Significa?"

"Significa, non mentirle nel tentativo distorto di farla sentire meglio per averti trascinato via. Soprattutto perché lei lo capirà, e ce l'avrà con te per questo, e anche perché è una brutta cosa da fare a una persona. Soprattutto a qualcuno a cui tieni."

Squall annuì e tornò a guardare il tavolo, finché il cameriere portò due birre nuove e se ne andò con i bicchieri vuoti. Sospirò pesantemente, ma riuscì a fare un sorriso vero a Irvine prima di prendere il suo bicchiere. "Non mi trascina via."

"Felice di saperlo."

"Voglio davvero andare."

"Bene."

"Non vedo persino l'ora."

"Anche meglio."

"Solo che non so come stare lontano dal Garden. Semplicemente... non lo so."

Irvine si sporse avanti e mise una mano sulla spalla di Squall. "Immagino di no, eh?"

"Non ci ho mai davvero pensato molto."

SEI
Rinoa si fermò davanti alla porta dell'ufficio di Quistis; fece un respiro profondo e bussò.

"Avanti."

Aprì la porta, ma non entrò.

Quistis non aveva ancora alzato gli occhi da ciò che stava facendo.

"Buongiorno."

Alla voce di Rinoa, Quistis si raddrizzò a sedere con espressione perplessa.

"Probabilmente sono l'ultima persona che ti aspettavi di vedere, eh?"

Quistis si alzò e fece cenno a Rinoa di entrare. "Forse non l'ultima, ma sei nelle prime cinque."

"Mi dispiace interromperti, vorrei solo... qualche minuto del tuo tempo."

"Certamente. Siediti pure."

Rinoa si sedette e Quistis tornò alla sua poltrona, mentre un silenzio pesante calava nella stanza. Giocarono un po' a 'guarda l'altra e poi distogli lo sguardo' prima che Rinoa decidesse di andare dritta al punto. "Squall e io andremo in vacanza tra due settimane. Voglio che lui provi davvero a rilassarsi mentre siamo via, quindi ho bisogno che tu, Zell, Selphie e Irvine gli dimostriate che può farlo."

Quistis guardò Rinoa per un attimo e poi ridacchiò leggermente. Ora toccava a Rinoa essere confusa.

"Non era proprio quello che mi aspettavo di sentirti dire."

"Oh. Beh, allora... è una buona cosa, giusto?"

"Credo di sì."

"Allora mi aiuterai?"

"Farò quello che posso."

"Ok." Rinoa si alzò per andarsene, pensando di dover uscire mentre poteva, ma incapace di farlo. "Non sapevo di-"

"La maggior parte delle persone non lo sa. Riesco davvero a pensare solo a due persone che dovrebbero."

"Volevo solo-"

"Farmi sentire meglio?"

Rinoa annuì, con un'espressione di scusa.

"Dimentica di aver mai sentito che è successo. Funzionerà a meraviglia."

Rinoa annuì di nuovo, senza sapere che altro dire. Si voltò per andarsene e arrivò alla porta prima che Quistis parlasse di nuovo. Si fermò e si voltò.

"Guarda... Mi dispiace. Probabilmente pensi che io ti odi, vero?"

"L'ho pensato."

"Non è così."

Rinoa si permise di rifletterci per un attimo. "Non ne hai mai parlato con nessuno, vero?"

"Hai considerato le mie opzioni?"

"Allora cosa è successo davvero?"

Quistis fu colta alla sprovvista dalla sincerità della domanda. "So come sembrerà quel che sto per dire e non lo penso in quel senso, ma perché dovrei parlarne con te?"

Rinoa tornò a sedersi e fissò Quistis con un sorriso birichino. "Hai considerato le tue opzioni?"

Quistis non poté evitare di sorridere per il coraggio di Rinoa. "Bene. Cosa vuoi sapere?"

"Non più di quanto tu sia disposta a dirmi. Sembra solo che tu abbia bisogno almeno di parlarne in parte."

"Tutto lì?"

"Tutto qui. Sarò sincera con te, sono molto consapevole di non aver nulla di cui preoccuparmi. So che sembra orribile e arrogante, ma è solo la verità."

"Beh, hai un po' più perspicacia riguardo al futuro rispetto a noi altri."

"Non è quello. È solo che per quanto riguarda Squall, io... lo so e basta." Si fermò per un attimo, valutando la reazione di Quistis. "Non intendo giudicarti per una storia che non mi riguarda."

"Non penso di essere davvero pronta ad aprirmi così tanto con te."

"Come ho detto, quello che vuoi dire. Nulla di più, nulla di meno."

"Odio questa parola. Odio il fatto che esista, odio che le persone la usino con tanta leggerezza, e odio doverla usare: avevo una cotta per Squall."

Rinoa, sapendo che c'era altro, annuì semplicemente come cenno a Quistis di continuare.

"Mi ha consumata per un po'. Non riuscivo a vedere oltre questa cosa. Ho perso il mio lavoro di insegnante per questo - anche se non è il motivo ufficiale, io lo so bene."

"E Squall..."

"Del tutto imperturbabile. Persino prima di te. A lui. Assolutamente. Non. Interessava. Aveva tempo per me e le mie idee romantiche quanto ne aveva per dar la caccia a Pupu."

Passò qualche altro minuto di silenzio, non imbarazzante, prima che Rinoa si alzasse. "Penso che tu stia abbastanza bene, tutto considerato."

"Ho cercato di voltare pagina ultimamente."

Quistis si alzò e strinse la mano di Rinoa. "Grazie."

"Di niente."

SETTE
Squall si stava vuotando una tazza di caffè quando Quistis entrò nel suo ufficio.

"Non è da te tenere la porta aperta. Ti senti bene?"

"La stanza sembra più grande quando è aperta. Ne vuoi?" Indicò la caraffa mezza piena di caffè.

"Ho mai rifiutato del caffè?"

Le indicò una sedia. Quistis si sedette mentre lui ne vuotava una tazza.

"Rinoa è venuta a trovarmi, oggi."

"Non sono sorpreso." Allungò la tazza a Quistis e rimase in piedi.

"No?"

Lui fece un mezzo sorriso e bevve. "È in missione. Non sei stata troppo..."

"Dura con lei?"

"Sì."

"No."

"Bene."

"In realtà mi è piaciuto poter parlare con lei."

Lui inarcò un sopracciglio. "No, invece."

"Ok, no. Ma apprezzo che sia venuta. C'è voluto coraggio."

"Di quello non gliene è mai mancato."

"E aveva un buon motivo."

"Questa è la parte in cui mi dici che andrà tutto bene mentre saremo via?"

"Già."

"Va bene, allora."

Quistis alzò gli occhi al cielo, fingendosi frustrata. "Tutto andrà bene mentre sarete via."

"Ben fatto."

"Ti diverti troppo."

Lui non poté evitare di sorridere. "Probabilmente."

"Non devi davvero essere convinto, vero?"

"Che cosa te lo fa dire?"

"Sorridi di più. Sei fermo invece di camminare avanti e indietro, e la porta del tuo ufficio è aperta."

"Forse sono solo annoiato."

"Forse sei solo una testa di-"

"Sto sperimentando."

"Con il sorriso?"

"Certo."

"E lo stare fermo?"

"Perché no?"

"E lasciare la porta-"

Venne interrotta dalla risata di Squall. "È così difficile credere che io possa essere di buon umore?"

Quistis sorrise, nonostante tutto. "Spero che tu ti diverta."

"Lo farò."

OTTO
Rinoa era seduta a fissare meravigliata di fronte a sé. Selphie stava eviscerando impassibile un panino che consisteva di un doppio cheeseburger al bacon, una coscia di tacchino, una mezza fila di costine, e un misto di condimenti che non voleva nemmeno provare a identificare.

Era la stessa cosa che ordinava ogni volta che si incontravano a cena, e Rinoa non si sarebbe mai abituata a vederla divorare quel panino.

"Vuoi sapere cosa mi meraviglia quando ti guardo mangiare quella roba?"

Selphie sorrise, con la bocca piena, e annuì.

"Non fai mai casino."

"Ah!" Bevve un sorso di bibita e rispose meglio che poteva prima di inghiottire. "Lo so, vero?"

Rinoa prese un morso normale del suo panino di dimensioni normali.

"È come una specie di potere che non ho mai saputo di avere. RESPINGIMACCHIA!"

Rinoa vide alcune persone che li guardavano, ma non le importava. Passare del tempo con Selphie significava essere al centro dell'attenzione, a volte.

"Quindi so che tu e il Belloccio andrete a farvi una piccola fuga romantica."

"È il piano." Rinoa arrossì leggermente, cosa che servì solo a sottolineare il suo sorriso.

"Non è che scappate per sposarvi o cose così, vero?"

Rinoa arrossì di più. "Non è quello il piano."

Selphie si imbronciò e morse di nuovo il panino.

"Spiacente di deluderti."

"Quindi non sei incinta, giusto?"

"Mamma mia, Selphie... No. Non sono incinta. Non scapperemo insieme. Non intendiamo fingere di morire e scappare da qualche parte. È solo una vacanza."

"Sembra piuttosto noioso, se vuoi sapere la mia. Sicura di non voler sconvolgere un pochino le cose?"

"L'idea è star lontani da tutte le cose che sono già sconvolte."

"È quello che mi ha detto Irvine, ma non ero sicura che non stesse tralasciando tutte le parti divertenti."

"Non sono sicura che sappia come tralasciare le parti divertenti."

Selphie sorrise. "Ottimo argomento."

"Mi serve che tu faccia una piccola cosa in più, però."

"Oh?" Spalancò un poco gli occhi.

"Tu sai tutto quello che succede al Garden, quindi tocca a te evitare che i pettegolezzi vadano fuori controllo."

Selphie fece un'espressione interrogativa.

"Se Squall sta via una settimana e non in missione, la gente parlerà."

"Tipo io che faccio tutte quelle domande."

"Giusto. Solo che invece di chiedere e basta, tutti gli altri si inventeranno le cose."

"E vuoi che io dica loro come stanno realmente."

"Esattamente."

NOVE
Squall fissava fuori dalla finestra del suo ufficio. La sua mente vagava per conto suo. Non succedeva mai. Pensava sempre di proposito a qualcosa, qualcosa di importante. Ma ora stava semplicemente lasciando che il flusso della sua coscienza andasse dove voleva. Era una sensazione singolarmente strana, ma non spiacevole. Il telefono squillò, e il suono riuscì a spaventarlo. Scosse la testa per tornare alla realtà e sollevò la cornetta al terzo squillo. "Sì?"

La voce di Selphie gli invase l'orecchio con tutta la discrezione di una macchina che investe la folla di una parata. "Devi venire a vedere!"

"Cosa è successo?"

"Penso di aver inventato qualcosa di nuovo! Ed esplosivo!"

"Tu cosa?!"

"Ho tutto sotto controllo, ma vieni a vedere! Sono nel mio laboratorio!"

Squall riagganciò ed era a due passi dalla porta quando il suo cervello fece due più due. Si fermò bruscamente, fece un sorriso malizioso, e tornò alla scrivania. Alzò la cornetta e digitò il numero del laboratorio di Selphie.

"Pronto?"

"Tocca a te parlarmi della vacanza, vero?"

Selphie boccheggiò, e poi fece un broncio che Squall fu certo di poter percepire più che udire. Riagganciò prima che lei potesse rispondere e andò all'ascensore.

*~*~*~*~*

Squall si fece strada tra numerosi tavoli carichi per fermarsi davanti alla scrivania di Selphie. Lei lo fissò con occhi che potevano sciogliere il ghiaccio, solo che lui stava sorridendo. "Sei un tale guastafeste."

Lui scrollò le spalle. "Mi diverto."

"Sei comunque una testa di cazzo."

"Hai davvero trovato qualcosa di nuovo o quella parte te la sei inventata?"

Toccò a Selphie scrollare le spalle. "Sì. Ma lo faccio sempre. Speravo di divertirmi un po'."

"Mi dispiace rovinarti la festa."

"HEY! Sei stato al gioco. Stai sorridendo. E mi hai tirato subito uno scherzo!"

Squall annuì, fingendosi imbarazzato.

"Non sei un clone, vero?"

"Non che io sappia."

"Robot?"

"No."

"Zombie?"

"Ah-ah."

"Creatura aliena fatta di melma con addosso la pelle di Squall?"

"Possibilmente. E mi ripeti qual è lo scopo finale di una creatura aliena fatta di melma?"

"Useresti la SeeD per dominare il mondo, ovviamente."

"Oh, giusto."

"Solo che ora ti ho scoperto."

"E ci sarei pure riuscito se non ti fossi impicciata."

Selphie si alzò e applaudì, sorridendo per tutto il tempo. "Mi piace quando non sei tutto signor Musone. Sei molto più divertente."

"Lo terrò a mente."

"Te ne prego. E divertiti in campeggio, ok?"

"Tutto qui? Niente predica? Niente sagge parole sul lasciarsi andare o consigli su come godersi il momento?"

"Nah. Penso che tu te la stia cavando benissimo."

DIECI
Squall e Rinoa camminavano lungo la costa mentre Angelo correva davanti a loro, in un gioco molto unilaterale di tira e molla con la marea.

Avere un appartamento che dava sulla spiaggia di Balamb rendeva loro facile godersi sere come quella, e spesso lo facevano.

"Allora, cosa ti ha fatto decidere di andare in campeggio, alla fine?"

Rinoa ci pensò un attimo prima di rispondere. "Voglio solo fare qualcosa che sia solo... noi. Capisci?"

"Qualcosa per cui non siamo a solo una telefonata dal resto del mondo?"

"In parte, ma tu vai già ovunque per lavoro, quindi andare da qualche parte da turista sembra abbastanza stupido. Viviamo vicino a una spiaggia, quindi non c'è bisogno di andare in un'altra spiaggia."

"Ha senso."

"Siamo stati in campeggio alcune volte, quando ero molto piccola e gli impegni dei miei genitori lo permettevano. Non ricordo i dettagli, ma sembrava sempre che fossero più rilassati quando non erano circondati dalle esigenze delle loro vite."

"Anche questo ha senso."

"Voglio che tu sappia cosa significa la tranquillità. Voglio che tu riesca ad esistere nella tua testa senza pensare a piani dell'ultimo minuto o strategie e tattiche."

Squall fece un gran sorriso. "Pensi che io lavori troppo."

"Penso che tu non sia consapevole dell'alternativa. E devi sapere che ti è permesso avere una vita. Sei un Comandante SeeD, un eroe, un capo, e un esempio. E sei tutte queste cose per tutti i tipi di persone." Rinoa gli prese una mano tra le sue. "Sei anche un essere umano. Ti serve la possibilità di essere più di un uomo con un lavoro importante."

Squall smise di camminare per fermarsi davanti a Rinoa. Si allungò ad accarezzarle dolcemente la guancia e lei gli baciò il palmo della mano. "Ti amo."

Rinoa sorrise semplicemente. "Ti amo anch'io."

"Apprezzo anche che tu abbia ottenuto l'aiuto di tutti."

"L'unione fa la forza."

"Ha funzionato."

La attirò a sé e rimasero lì, a godersi semplicemente la vicinanza dell'altro. Dopo qualche momento, Angelo corse da loro e si separarono.

"Selphie ha detto che, siccome non ci fingeremo morti e non ci nasconderemo, la nostra vacanza sembrava noiosa."

"Il 'rilassante' di una persona è il 'noioso' di un'altra, credo."

Rinoa scrollò le spalle. "Chissenefrega."

*

Note al testo
(1) Succede: la battuta successiva di Zell (quella in cui dice "visto che ho fatto?") non ha senso messa così. In inglese dice "what's up" e ho immaginato che si riferisse o alla pallina con cui gioca (ma ne dubito), o al modo di dire "pain in the ass" o una cosa simile, per cui in pratica si chiede cosa sia preso alla sua ragazza per sequestrargli la racchetta e la pallina? Non saprei come rendere il doppio senso per renderlo evidente. Ho pensato a "che succede" o "che ti prende", ma mi sembrano deboli.

*****
Nota dell'autore: pubblicata per la challenge Where I Belong.
Grazie a mia moglie, Summoner Luna. Squall e Rinoa (da soli e come coppia) hanno molto più significato e molta più profondità per me grazie al mio amore per lei. Lei continua a dirmi che non solo dovrei scrivere di più (cosa che devo fare), ma scrivere più fanfiction su FFVIII (cosa che devo fare). Dovrei anche ringraziare Ashbear ed Emerald-Latias per avermi dato l'opportunità di fare entrambe le cose.

Nota della traduttrice: come sempre, grazie a Little Rinoa per il betareading e ogni commento sarà tradotto e inoltrato all'autrice. Eventuali risposte alle recensioni saranno tradotte e inserite dove possibile come risposta nei vari siti.
Inoltre, piccolo momento di "promozione" personale: ho aperto anche una pagina Facebook mia, dove segnalo gli aggiornamenti delle traduzioni - tutte, anche di altri fandom - e delle mie storie (i cui aggiornamenti sono più rari, ma vabbè...): la pagina è questa :)
E... pochi giorni fa è stato aperto un archivio dedicato esclusivamente a Final Fantasy, Kingdom Hearts e Dissidia! Non è ancora del tutto completato e mancano i personaggi delle ultime categorie, ma intanto potete cominciare a iscrivervi e postare! Lo trovare qui: FF Archive.
Alla prossima! - Alessia Heartilly

   
 
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