Anime & Manga > Detective Conan
Segui la storia  |      
Autore: aoko_90    01/07/2013    6 recensioni
Un sonno ristoratore è l'inizio di un caso..
La mente dormiente ritorna indietro nel tempo per rivivere esperienze passate..
Ma chi è il sognatore? Questo spetterà al lettore scoprirlo..
"Senza scampo alcuno, ognuno di noi ha dei punti oscuri, delle paure a volte logiche altre meno, rivelate o celate che albergano il cuore e trovano vita nella notte per morire il giorno.
Ma se così non fosse?
Se al dì le sequenze sfumate assumessero i contorni definiti e duri della realtà?"

Giochi d'ombre nascosti dietro a finte luci.
Riuscirà il detective ad illuminare la via e cancellare ogni alone?
Genere: Introspettivo, Mistero, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti | Coppie: Ran Mori/Shinichi Kudo
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Prologo

 

 

Entro a casa riparandomi dal caldo afoso di Tokyo e poso lo sguardo sull’orologio ovale regalatomi da mia madre per Natale, segna le 17: 30.
Sbuffo, è decisamente presto e mi toccherà attendere il suo ritorno per almeno due ore.
Penso a come ingannare il tempo, ma la mia attenzione è rapita dal mio nuovo divano, è angolare, in pelle e sembra decisamente confortevole. Mi abbandono su di esso, rallegrandomi della mia deduzione più che giusta, è morbido ma non eccessivamente, i suoi braccioli sono degli ottimi cuscini e la sua posizione vicino la finestra mi permette di indagare il mondo esterno.
Vedo un bambino chinato nel giardino di fronte armeggiare con fare soddisfatto, sollevo leggermente il capo per migliorare la mia visuale e la mia mente fulminea comprende la scena a cui avevo assistito la mattina.
 
 
“ Satoshi! L’ha fatto di nuovo! Di questo passo quel cane distruggerà l’intero giardino!”
Una voce stridula e non poco adirata giunge alle mie orecchie strappandomi dal mio sonno ristoratore.
Con fare contrariato cerco con la mano la sveglia temendo che il sonno abbia avuto vittoria facile su di me causandomi non poche rogne sul lavoro, la afferro portandola alla mia vista, le lancette segnano appena le 6: 30.
Mi alzo, per nulla ilare, alla ricerca del volto della gentil signora. Riesco a scorgere una donna sulla quartina, tarchiata, dai capelli chiari e corti che sbraita contro il marito inerme e lancia occhiate truci verso la fonte di tanti danni, un adorabile cucciolo di pastore tedesco. Le scodinzola la coda ignaro del pericolo al quale va incontro, la mia vicina di casa non sembra amare gli animali tanto quanto me. Avrei voglia di scendere in aiuto di Black, è quello il suo nome, e forse potrei dar manforte a quel pover uomo costretto a sopportare certi isterismi.
Il mio intento è smorzato da un rumore proveniente alle mie spalle che mi distrae da tali sentimenti di giustizia. La figura che fino a qualche minuto prima dormiva al mio fianco, immersa nel più bello dei sogni mi guarda con un sorriso smagliante donandomi il più bel buongiorno che io avessi mai potuto desiderare.
 
 
L’immagine che tanto mi appaga viene sfumata dalla stessa voce stridula che per ben due volte in questa giornata mi riconduce a realtà.
“ Non era Black a creare quello scempio! Eri tu! Ma cosa ti salta in mente Hiroshi – chan?”
Con curiosità ed un filo di soddisfazione osservo urlare la donna verso la piccola peste che si divertiva a devastare il giardino incolpando l’ignaro cucciolo delle proprie malefatte.
I bambini, a volte sono indecifrabili..
Che gusto ci troverà nel disastrare il giardino della madre? Forse il mio giudizio è superficiale, magari la sua è una mera richiesta di attenzioni..
Osservo la piccola sagoma che lacrimante chiede scusa alla madre e mi convinco della mia idea, i suoi capricci, i suoi piagnistei ed innumerevoli malefatte altro non sono che un urlo d’aiuto, una palese esigenza di coccole che la madre non gli dona abbastanza.
Aiuto? Bizzarro c’è gente che farebbe di tutto per avere un appiglio ed altri..
Altri? O qualcuno in particolare?
Sorrido delle mie elucubrazioni pomeridiane, l’orologio segna appena le 18:00, il tempo sembra beffeggiarsi di me, quelle che a me sono sembrate ore sono appena trenta minuti scarsi.
Riporto l’attenzione verso la finestra cercando qualcosa che stuzzichi la mia curiosità impegnando il mio tempo, nulla..
La strada è deserta ed io torno a pensare al volto di quel bambino che a mano a mano muta, i suoi lineamenti si deformano prendendo diverse sembianze a me molto familiari, l’arredamento della mia casa perde i suoi contorni vividi e scintillanti ed io cadendo tra le dolci braccia di Morfeo torno a quel giorno, quel maledetto e bellissimo giorno.
 
 

*****

 
L’esile figura camminava con certezza nell’ oscurità, avanzava senza titubanza alcuna, portando alla luce un lato di sé ancora sconosciuto, l’audacia.
Le parole della telefonata di qualche ora prima riecheggiavano nella sua testa, l’eco si era impossessato del suo raziocinio abbattendo ogni limite e barriera.
L’ interlocutore non si fece attendere a lungo, i suoi passi lenti e decisi e la fioca luce rossastra della sigaretta accesa avevano stregato la prima sagoma giunta sul posto.
L’ombra che scivolava con fare suadente appariva come parte integrante del buio che la sovrastava, un alone di mistero e fascino di difficile eguali.
Le due sagome rigorosamente vestite di nero si ritrovarono una di fronte all’altra, per la prima volta senza veli o maschere a coprirle.
Il filo segreto che per tanto, troppo tempo le aveva tenute legate, risaltava nel nero pece della notte come un faro luminoso, portatore di verità agogniate e desiderate.
“Sì o no?” pronunciò la donna spegnendo la sigaretta sotto il tacco.
La prima figura giunta nel luogo dell’incontro rimase interdetta per qualche minuto, la bellezza e la sicurezza della persona che fronteggiava avevano mozzato il suo fiato oltre ogni immaginazione.
“ Non dovrei sapere altro prima di prendere una decisione?” domandò con finta sfrontatezza.
Questa sorrise beffarda, intuendo la difficoltà della contro parte.
“No, nulla!” rispose secca impedendo ogni replica.
Deglutendo a fatica e con un breve cenno del capo acconsentì alla richiesta, voltando le spalle in cerca di una via di fuga domandò: “Quando lo faremo?”
La donna dai lunghi capelli dorati incurvò le labbra in segno di vittoria, “ Ora.”
I due profili si avviarono all’interno del casolare malandato, poco distante dal centro della città, abbandonandosi al loro destino.
Dopo qualche minuto un urlo di dolore sferzò l’aria, tagliando il silenzio della notte lacerò un’anima innocente.
I lunghi capelli le ricadevano sul viso dai finti lineamenti angelici mentre si allontanava dall’abitacolo con un’espressione soddisfatta dipinta sul volto, il suo obiettivo era stato raggiunto.


*****

 
Immagini velate da un alone di opacità si susseguono frenetiche alterando i battiti cardiaci.
La corsa, lo scambio, una fitta lancinante al capo, l’inizio di tutto..
Si svegliò di soprassalto madido di sudore, come ogni giorno quella settimana, aveva rivissuto nei meandri delle sua mente il peggiore degli incubi.
Senza scampo alcuno, ognuno di noi ha dei punti oscuri, delle paure a volte logiche altre meno, rivelate o celate che albergano il cuore e trovano vita nella notte per morire il giorno.
Ma se così non fosse?
Se al dì le sequenze sfumate assumessero i contorni definiti e duri della realtà?
Per Conan, ogni nuova alba, era portatrice di una moviola indesiderata che tramutava le ansie del sonno nel quotidiano da affrontare.
“ Conan – kun? Alzati o farai tardi a scuola..”
Le parole di Ran giunsero dritte all’orecchio dell’interessato, la sua voce era un’arma a doppio taglio, se da un lato la giovane era motivo delle sue gioie, dall’altro scatenava le sue pene.
Se solo avesse potuto risponderle con la propria di voce, parlarle con i suoi di modi, ma anche questa volta fu costretto ad attenersi ad un copione mandato in scena ormai troppe volte.


*****


Una colazione più veloce del solito ed una Ran particolarmente felice erano stati il suo buongiorno.
L’allegria della giovane karateka aveva alleviato il risveglio non particolarmente gioioso del piccolo.
Nel tragitto verso la scuola si perse ad osservarla, il suo volto era luminoso e solare, irradiava felicità.
Ma quale fosse il motivo di simil gioia era a lui sconosciuto..
Un buon allenamento di karate? Infondo la sera prima era rientrata a casa tardi…
Qualche buon voto preso a scuola? Impossibile! Ran era sempre diligente, era abituata alla sua media perché stupirsene tanto?
Forse le era giunta qualche buona notizia da Osaka? No.. Hattori l’avrebbe avvisato!
Colei che per anni le era sembrato un libro aperto repentinamente si tramutò in un caso intricato e di difficile risoluzione.
“Ran? Come mai tanta allegria? Merito del tuo maritino?”
La voce pungente e squillante della giovane Suzuki giunse alle loro spalle, ma Conan ignorando volontariamente le frecciatine dell’amica attendeva impaziente la risposta della diretta interpellata.
“No..” rispose con fare divertito la karateka lasciando interdetti i presenti.
“NO???” domandarono all’unisono.
“É un segreto..” affermò la giovane ignorandoli ed avviandosi verso scuola.


*****


É un segreto.. É un segreto.. É un segreto.. É un segreto.. É un segreto..
Mentre gli altri bambini erano intenti a risolvere un problema di matematica, la voce armoniosa dell’amica riecheggiava nelle sue orecchie.
La sua mente riproduceva il volto della ragazza passando in rassegna i suoi occhi chiari e vispi, la bocca incurvata in uno splendido sorriso, la voce libera da malinconia e tristezza.
Come un film visto e rivisto, il primo piano della giovane karateka aveva tramutato quella che fino a poche ore prima era stata semplice curiosità, in esigenza, lui voleva sapere..
Lui DOVEVA conoscerne il motivo.
“La ragazza dell’agenzia..immagino..” una voce saccente bloccò il fluire dei suoi pensieri.
La piccola scienziata lo squadrava con sguardo indecifrabile mentre i suoi modi ostentavano una finta indifferenza. Non l’avrebbe mai ammesso, ma gli occhi azzurro mare dell’amico mutavano pensando a Ran e la cosa la infastidiva non poco.
“ Non è come pensi tu!” fu la risposta fredda e distaccata dell’altro.
“ Se lo dici tu..”
Il suono della campana annunciò la fine dell’orario scolastico e l’inizio della sua indagine.


*****


Seduto su una panchina del parco, reggendosi il mento con le mani,  rifletteva i movimenti dell’amica del giorno prima.
Qualcosa di importante le aveva restituito il sorriso da lui strappatole. Ma cosa?
Era andata a scuola normalmente..
tornata a casa aveva studiato con Sonoko..motivo per cui non c’era poi molto da rallegrarsi..
infine si era dedicata ai suoi allenamenti..
Eppure qualcosa non tornava.. ne era sicuro..
C’era un particolare che ignorava e non doveva..
Sbuffo e spostò lo sguardo sui passanti alla ricerca di un indizio che risvegliasse la sua memoria momentaneamente assopita..
Un bambino giocava nella sabbia..
Altri due a pallone..
Una ragazza si allenava nel parco..
Un signore anziano portava a spasso il cane..
Una coppia camminava mano nella mano sussurrandosi qualcosa nell’orecchio..
Una donna conversava animatamente al telefono..
Un giovane universitario studiava all’ombra di un ciliegio..
Fu un lampo, un dettaglio intravisto ma non soppesato..
Come aveva fatto a non pensarci prima?
Rincuorato si avviò verso l’agenzia investigativa alla ricerca di una conferma ormai quasi certa, o almeno così credeva.


*****


Attraversò di fretta l’atrio pericolante, osservandosi intorno con sospetto, se qualcuno l’avesse vista non avrebbe avuto molta scelta sul da farsi.
L’interno era in netto contrasto con l’immagine apparente, quello che ai più si presentava come un edificio in rovina nascondeva un abitacolo ben arredato e tenuto, il luogo perfetto per attuare il suo piano.
Posò un sacco nero sul tavolo del soggiorno, camuffare il tutto come spazzatura era stata un’idea geniale.
In punta di piedi si avviò verso la camera da letto, piegò leggermente la maniglia nel tentativo di produrre meno rumore possibile. Attraverso lo spiraglio creato dalla porta semiaperta intravide sul letto la figura addormentata, decise di non svegliarla, non era ancora il momento.
Richiuse con delicatezza l’uscio, al volgere le spalle notò uno specchio e si perse nell’osservare la sua immagine riflessa. La sua bellezza delicata e pura era in netto contrasto con la sua anima lesa e tormentata.
Doveva ammetterlo, era assolutamente perfetta..


*****


Era tutto così strano e sconosciuto, quella donna..
L’abitazione fantasma, così l’aveva ribattezzata..
Dormire in un letto che non le apparteneva, vivere una vita non sua..
Ma aveva deciso e non poteva tirarsi indietro.
Guardò con circospezione la busta nera posata sul tavolo con accanto un bigliettino.
Questo significa che è venuta mentre dormivo….
“Ho portato tutto l’occorrente, non deluderci.“
La figura fu percorsa da un brivido lungo la schiena, come avrebbe fatto a sopportare il peso della sua coscienza?
 
Bene bene..
Vi ricordate ancora di me?
Tranquille la storia non sarà molto lunga..
quindi non dovrete sopportarmi poi troppo..
Allora..
Chi è il/la sognatore/trice?
E tutte queste/i  tipe/i strani..
Non si capisce granchè così..
Lo so.. ma è solo il prologo..
è l'introduzione alla storia.. rivissuta durante un sogno..
Cosa avrà intuito Conan?
Sarà giusta la sua deduzione? chi mi conosce.. può già immaginare la risposta..
Sperando che vi piaccia..
Aspetto vostri pareri, lamentele, pomodori ecc..xD
Alla prossima,
Bacione
  
Leggi le 6 recensioni
Segui la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Detective Conan / Vai alla pagina dell'autore: aoko_90