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Autore: Lallywhite_Lady Norris    02/07/2013    5 recensioni
Finalmente dopo un viaggio lungo due mesi, Ranma è riuscito a cambiare molte cose di se e soprattutto a capire una cosa molto importante. Purtroppo però si troverà a combattere ancora una volta..e ancora una volta dovrà difendere con le unghie e con i denti tutto ciò che ha di più caro al mondo: Akane! Vincerà anche questa battaglia o questa volta sarà la fine di Ranma Saotome??
Genere: Avventura, Azione, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Akane Tendo, Ranma Saotome, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Tutto il gruppo stava accerchiando Mousse che ancora giaceva per terra svenuto a causa del ramo che ancora era infilzato nel fianco.
Vicino a lui, Shampoo stava versando tutte le lacrime che possedeva e tentava di rianimarlo, ma inutilmente.
«Ti prego, Mousse! Non puoi lasciarmi, torna in te!»
Vedendo quella scena, Ranma si era mortificato ancora di più. Doveva fare qualcosa per il suo amico e alla svelta.
«Ucchan, Ryoga! Correte subito dal dottor Tofu e portatelo qui! Sono sicuro che potrà fare qualcosa per Mousse! La ferita è profonda, ma non mi sembra letale e forse lui potrà guarirlo!»
«D’accordo Ranchan! Io e Ryoga andiamo subito!»
Detto questo, avevano cominciato a correre più veloce che potevano.
Ranma nel frattempo si era avvicinato a Shampoo che stava cercando di sfilzare il ramo, ma il codinato l’aveva prontamente fermata:
«No, Shampoo, fermati! Lascialo conficcato, almeno evitiamo che perda ulteriore sangue! Appena arriverà Ono ci penserà lui!»
Nel momento in cui il ragazzo aveva finito la sua frase, ecco che Argo aveva richiamato l’attenzione con un urlo lancinante e stridulo.
«Devo eliminarlo, o sarà la fine per tutti quanti!»
Ma non aveva finito la frase, che subito il suo sguardo si era posato su Shampoo.
La ragazza stava emanando una stranissima aurea blu, tendente al nero, e con gli occhi gonfi di odio e di rabbia, stava osservando con estremo astio, il mostro che era nel fiume. Ranma capendo l’intenzione della cinesina, stava per intimarla di fermarsi, ma inutilmente.
«Shampoo, fermati! Non puoi batterti con lui!»
«Lanma, non ti intromettere! Ha fatto del male a Mousse e non posso tollerarlo. Resta al fianco del mio amato, mentre affetto questo lucertolone come un cocomero.»
«Shampoo smettila di dire idiozie! Torna qui!»
Ma le parole del ragazzo erano volate al vento. L’amazzone aveva impugnato l’arma di Mousse e si era diretta decisa verso il bestione.
Il giovane giapponese si era voltato allora verso Obaba, cercando di capire cosa avesse intenzione di fare Shampoo e la millenaria si era limitata a rispondere:
«Sa quello che fa! Lasciala fare. In questo momento il suo cuore le da tutta la forza necessaria.»
 
Uno di fronte all’altro, Shampoo e Argo si stavano guardando con estremo astio e la cinesina era ben decisa a vendicare il suo Mousse.
«Maledetto! Pagherai con la vita il ferimento che hai causato a Mousse!»
La risposta di Argo non si era fatta attendere e alzando la bocca verso il cielo aveva esternato un urlo sovraumano, tanto da far capire alla ragazza che accettava lo scontro.
Senza attendere ulteriore tempo, Shampoo aveva chiuso gli occhi in cerca di concentrazione e una volta riaperti, aveva cominciato a correre sempre più velocemente verso il mostro. Una volta arrivata al punto che si era prefissata di raggiungere, aveva spiccato un salto con tutta la forza che aveva e con estrema agilità era riuscita a salire su una delle teste di Argo.
«Ora io e te facciamo i conti, caro lucertolone.»
Decisa più che mai aveva cominciato ad attaccare l’orrenda creatura con la spada di Mousse, ma Argo riusciva a tenerle testa, anche se con qualche difficoltà, in fondo la mancanza di quella che il cinese gli aveva fatto saltare, gli aveva causato qualche inconveniente.
Questo però non gli evitava di essere comunque forte e agile e in un momento di distrazione, aveva issato la sua coda, centrando in pieno la povera cinesina che era finita scaraventata in acqua.
«SHAMPOOOOOOOOOO!»
Ranma aveva assistito alla scena e si era enormemente preoccupato per l’amica che era stata sbalzata nel fiume. Stava per intervenire, quando un debole tossicchio si era fatto sentire alle sue orecchie: Mousse!
«R – R – Ranm – a.»
«Ehi, Mousse! Va tutto bene, non preoccuparti! Ho mandato Ryoga e Ucchan a chiamare Tofu così ti potrà curare! Non fare nessun tipo di sforzo! Guarirai presto!»
Il ragazzo in risposta aveva fatto un sorriso, ma poi i suoi occhi si erano posati su una scena glaciale. Shampoo stava combattendo con Argo. La cinesina infatti si era subito rimessa in piedi e aveva ricominciato a combattere con il mostro.
Come aveva visto tutto ciò, subito stava cercando di alzarsi, ma Ranma prontamente l’aveva obbligato a stare immobile.
«Dove vorresti andare? Stai fermo, non devi muoverti, altrimenti peggiorerai la ferita!»
«Ran – nma, Shampoo st – sta combat – te – tendo. De – devo aiutarla!»
«Dove diavolo pensi di andare conciato così? Ho tentato di fermarla, ma non ci sono riuscito! Era decisamente fuori di se dalla rabbia per quello che ti ha fatto quel mostro! Ma tu ora stai qui immobile! Ci penso io ad aiutarla!»
Il codinato stava per raggiungere la sua amica, ma appena lei lo aveva visto avvicinarsi, aveva intimato al giovane giapponese di stare alla larga.
«Lanma non allontanarti da Mousse! Me la sbrigo io qui! Sono perfettamente in grado di sconfiggerlo. Intesi?»
Ranma stava guardando con molta preoccupazione, ma anche con grande ammirazione la sua amica. Era davvero cambiata e questo era accaduto solamente per Mousse e per quello che provava nei suoi confronti.
Guardandola mentre combatteva, si era deciso a stare in disparte, ma sarebbe intervenuto se qualcosa fosse andato storto. Obaba aveva ragione. Shampoo sapeva esattamente cosa faceva.
 
Al palazzo di Haikiri nel frattempo, il giovane stava meditando su ciò che Akane gli aveva detto e sorrideva fra sé e sé.
“Quella ragazza ha tenacia da vendere. Mi piace, davvero. È coraggiosa e non si lascia intimidire facilmente! Se solo non fosse così cocciuta e si concedesse a me di sua spontanea volontà! La renderei molto felice, farei qualsiasi cosa per lei! Credo che poco alla volta io mi stia innamorando di lei! Ma c’è quel dannato ragazzo in mezzo! Akane sembrava molto convinta che lui sia in grado di salvarla. Beh, Argo saprà tenergli decisamente testa! Nessuno è in grado di sconfiggerlo!”
Ma come aveva finito questi pensieri, un dolore fortissimo al cuore lo aveva investito, facendolo inginocchiare e urlare a pieni polmoni.
 
Ranma non credeva ai suoi occhi. La testa di Argo, quella centrale, era volata ai suoi piedi. Shampoo ce l’aveva fatta.
Nel cielo si sentiva un grido spaventoso. Era stridulo e assordante. Argo si stava accasciando a terra, ormai sconfitto dalla cinesina, che con molta furbizia era riuscita ad ingannare il mostro, facendogli credere che mirasse alla coda e lui girando su se stesso, non si era accorto della ragazza che nel frattempo aveva scavalcato a grandi falcate il suo corpo, dirigendosi proprio verso la parte che doveva eliminare. Quando gli occhi del mostro avevano capito le intenzioni della ragazza, era ormai troppo tardi.
 
All’improvviso la cascata si era spaccata in due, facendo capire ai giovani che il passaggio per la dimensione di Haikiri si era finalmente aperto.
 
Di ritorno al luogo magico vi erano Ukyo e Ryoga, accompagnati dal dottor Tofu, che appena visto Mousse che giaceva a terra, subito si era fiondato su di lui. Come aveva visto l’arrivo del medico, Shampoo si era subito diretta verso il suo amato, cominciando a supplicare Tofu.
«Dottore la prego! Lo salvi!»
Ranma si era immediatamente avvicinato, cercando di aiutare il più possibile il dottor Tofu, facendosi spiegare cosa dovesse fare.
«Ranma mettiti dietro Mousse e cerca di tenerlo seduto. Devo estrarre il ramo, ma ho bisogno di qualcuno che lo tenga immobile.»
«D’accordo!»
«Shampoo non preoccuparti! Ora vediamo cosa possiamo fare per il nostro caro Mousse!»
La ragazza si era limitata ad annuire silenziosamente. L’ansia la stava divorando.
Con un gesto semplice e deciso, il dottor Tofu aveva estratto il ramo dal fianco di Mousse, che sentendo un dolore atroce, aveva urlato dal dolore cercando di dimenarsi, ma inutilmente visto che il codinato lo stava stringendo forte contro di se.
Il fianco del cinese aveva cominciato a sgorgare sangue a più non posso e subito il medico si era dato da fare per tamponare al meglio la ferita, ma c’era bisogno di una trasfusione.
«Ragazzi qualcuno sa che gruppo sanguigno sia Mousse?»
Subito Obaba si era fatta sentire.
«AB Rh negativo.»
Shampoo e gli altri erano sorpresi che la millenaria sapesse una cosa tanto particolare.
«Se vi state chiedendo come mai lo so, è molto semplice. Quando eravate piccoli, Mousse era caduto e l’abbiamo portato all’ospedale perché aveva un taglio molto brutto sulla gamba sinistra. Così abbiamo scoperto il suo gruppo e da allora me lo ricordo.»
Tutti ringraziavano mentalmente Obaba. Era sempre così efficiente.
A quel punto il dottor Tofu aveva espresso il suo punto di vista:
«E’ un gruppo molto raro. Avrei bisogno di una persona con lo stesso sangue o di un’altra che sia 0 Rh positivo. È l’unico gruppo che può donare a chiunque!»
«Allora io vado bene dottore. Inoltre sono donatrice presso l’ospedale, sia di sangue che si midollo osseo.»
Tutto il gruppo era rimasto stupito. Nessuno si era aspettato una cosa del genere da parte di Shampoo.
La cinesina poi si era voltata verso il gruppo e guardando Ranma negli occhi:
«Lanma resterò io qui con Mousse. Tu ora devi andare a riprenderti Akane! Il tempo stringe e abbiamo solo cinque giorni visto che ormai è sera. Vai. E porta gli altri con te. Appena Mousse si riprenderà vi seguiremo!»
Guardandola con gli occhi colmi di ammirazione e di comprensione, il codinato si era limitato a sorridere sinceramente alla giovane amazzone. Poi si era voltato verso il resto della compagnia.
«Andiamo allora. Non c’è più tempo da perdere!»
Detto questo, si erano diretti verso il portale e con decisione lo avevano sorpassato.
 
 
Il dottor Tofu, nel frattempo, aveva istallato un piccolo ospedale da campo e aveva portato Mousse all’interno della tenda, stando molto attento a non far aprire ulteriormente la ferita.
Una volta sistemato per bene il ragazzo, si era occupato di preparare tutto il necessario per l’eventuale trasfusione che doveva effettuare sul cinese.
 
Nella sua stanza Akane continuava a ripensare a quanto accaduto con Haikiri e soprattutto la sua mente andava verso suo marito. Aveva fiducia in Ranma e sapeva che prima o poi l’avrebbe riportata a casa. Tuttavia, si domandava come un ragazzo così bello come il suo rapitore, potesse essere tanto spregevole e disgustoso. Era sicura che in passato non era così. L’aveva capito da quel poco di gentilezza che le aveva riservato.
“Forse è meno malvagio di quello che sembra, ma non riesco proprio a fidarmi di lui”.
Poi si era diretta verso il letto e ci si era sdraiata sopra, sperando con tutto il cuore si sognare ancora una volta il suo amore.
 
Il luogo dove Ranma e company erano finiti era decisamente sbalorditivo.
Davanti ai loro occhi vi era una distesa di lavanda e in fondo iniziava un bosco piuttosto fitto, interamente di betulle.
Era uno spettacolo che mozzava il fiato. Sarebbe stato bello vivere in un posto così, ma per loro era solo un luogo che teneva rinchiusa una persona a loro cara.
Ranma aveva cominciato ad incamminarsi verso l’interno del bosco e una volta sorpassato, tutto il gruppo si era bloccato. Finalmente erano arrivati ai tanto attesi livelli.
La cosa davvero insolita era che questi livelli portavano il nome dei sette peccati capitali.
Il primo che si era presentato al loro cospetto era: ACCIDIA
 
Ora Ranma poteva fare quello che sapeva fare meglio: combattere.
 

 
 
   
 
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