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Autore: _Trixie_    02/07/2013    9 recensioni
[SPOILER nona stagione, PoV Arizona]
Non credevo nei cambiamenti repentini. Le situazioni, le cose, le persone, tutto cambia gradualmente, un passo dopo l’altro, un secondo dopo l’altro.
Invecchiavo giorno dopo giorno, una cellula per volta, una ruga nuova ogni mattina.
Una gamba in meno ogni mattina. Ora credo nei cambiamenti repentini.
Quelli non li vedi arrivare, quelli ti investono, schiacciandoti al suolo, lasciandoti in fin di vita. E poi ti abbandonano lì, agonizzante, né viva né morta, con l’unico desiderio che la morte arrivi in fretta, perché una vita tanto dolorosa non riusciresti a sopportarla.
Genere: Angst, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: FemSlash | Personaggi: Arizona Robbins, Callie Torres
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler! | Contesto: Nona stagione
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A K., perché cambiare, in questo caso, 
si è rivelata la scelta giusta.

 

Change

 
 
 
Adoravo sapere che lei sarebbe sempre stata là ad aspettarmi.
Adoravo quel senso di sicurezza che mi dava sapere che lei sarebbe sempre stata là.
Duffy Stella - Calendar Girl
 

Watching me like you never watch no one […]
Kate Nash - Merry Happy
 

 
 
 
Non credevo nei cambiamenti repentini. Le situazioni, le cose, le persone, tutto cambia gradualmente, un passo dopo l’altro, un secondo dopo l’altro.
Invecchiavo giorno dopo giorno, una cellula per volta, una ruga nuova ogni mattina.
Una gamba in meno ognimattina. Ora credo nei cambiamenti repentini.
Quelli non li vedi arrivare, quelli ti investono, schiacciandoti al suolo, lasciandoti in fin di vita. E poi ti abbandonano lì, agonizzante, né viva né morta, con l’unico desiderio che la morte arrivi in fretta, perché una vita tanto dolorosa non riusciresti a sopportarla.
Il mio cambiamento repentino non era stato l’incidente aereo, no, perché quello l’ho visto arrivare.
Era nella voce terrorizzata del pilota, nello sguardo senza speranza di Meredith, nel rifiuto di Cristina, nel cercarsi di Lexie e Mark, nel gesto protettivo di Derek nei confronti di sua moglie.
Un gesto inutile, ma che anche io avrei compiuto, se Callie fosse stata lì.
Ma Callie non era lì.
Il mio cambiamento repertino è arrivato a Seattle, è arrivato con una gamba in meno.
E Callie era lì.
Callie era la persona che mi prese per mano, quando ero sospesa tra la vita e la morte, obbligandomi a vivere. Lo fece per Sofia, certo, ma lo fece anche per sé stessa. Lo fece soprattutto per sé stessa.
Per non crescere una figlia da sola, per non rimanere vedova, per non dover affrontare il mondo da sola.
Il suo è stato un gesto egoista.
O forse solo ingenuo.
Forse credeva che tutto sarebbe andato bene, che sarebbe stato tutto come prima, come se nulla fosse cambiato.
Una protesi, qualche mese di riabilitazione e un po’ di pazienza ed ecco la vecchia Arizona: un buon marinaio nelle tempeste, un buon chirurgo in sala operatoria, una buona moglie e madre.
Bugie, ecco cosa erano, bugie belle e buone.
E allora era meglio tacere, se dovevo sputare menzogne, era meglio accusare Callie, era meglio urlare. Perché lei era lì, maledizione, era lì con il cuore infranto e le gambe intatte. Era davanti a me, bella come ogni giorno della sua vita, mentre io mi ero trasformata in un relitto.
Non avevo il coraggio né la volontà di lasciarla, ma lei avrebbe dovuto lasciare me, portarsi via Sofia, iniziare da capo, di nuovo. E allora sarei stata libera di odiarla e maledirla, di lasciarmi morire.
Ma Callie era lì.
Callie era lì e mi raccontava bugie e dipingeva un futuro che non poteva desiderare davvero, un futuro in cui saremmo rimaste insieme, nonostante tutto, un futuro che lei fingeva non sarebbe stato completo senza di me. Una moglie senza una gamba.
Per un po’ ci ho creduto perché la finzione, la finzione che tutto vada bene, è l’unico modo per affrontare un cambiamento senza provocare danni.
Con la finzione torna la routine e pensi che, dopotutto, protesi, pazienza e riabilitazione hanno funzionato e ti sembra che ti sia stata restituita la tua vecchia vita.
Nascondi il disagio, nascondi i problemi, perché fingere è diventato tanto semplice che quasi non ricordi come sia vivere senza finzione.
Nascondi a tua moglie anche la cotta che ti sei presa per Lauren, perché la linea tra realtà e finzione è talmente sottile da non esistere nemmeno più.
Allora prendi un respiro profondo e provi a distinguere il reale dall’immaginario.
Mia moglie, mia figlia, l’amore che ho per loro, la mia protesi, il mio lavoro, questo, tutto questo è reale.
Lauren, il flirt con Lauren, la mia gamba, la bellezza che vede in me, questo, tutto questo è finzione.
Perciò reale era la tempesta, ma finzione era Lauren nello stanzino, era Lauren nuda, era Lauren che mi guardava come se fossi la donna più bella del mondo, senza tenerezza, senza devozione o compassione, ma solo con desiderio e brama e voglia di avermi.
E Callie non era lì, lì non c’era posto per la realtà.
Lei era in un altro mondo, un mondo in cui credevo di voler tornare, ma di cui non riuscivo a trovare la strada. Calliope era là, sarebbe sempre stata là, ma io ero lontana, io fingevo, io ero persa.
Finché tornò la luce e capii e compresi e smisi di fingere.
Calliope era reale e Lauren era reale.
L’amore per mia moglie era reale e il sesso con un’altra donna era reale.
La vergogna era reale e lo era anche il tradimento.
E la mia protesi era reale.
E adesso Calliope è qui, crede di avermi persa e forse mi ha persa davvero, perché lei in quel maledetto bosco non c’era.
Calliope c’è, eppure continua a non esserci.
Perché la vita cambia in continuazione, anche se fingi, e la morte, definitiva e immutabile, è l’unica realtà cui voglio appartenere.
 
 
 


NdA
Il modo migliore per affrontare la crisi delle Calzona in attesa della prossima stagione probabilmente non è questo, ma sono rimasta traumatizzata dall’ultimo episodio di stagione!
 
Detto questo, avrei un paio di precisazioni sulle citazioni. La prima, quella di Stella Duffy, era presente nella storia fin da prima che iniziassi a scriverla, mentre la seconda, quella della canzone Marry Happy, è stata inserita dopo, quando mi sono resa conto che calzava a pennello con quello che “dice” Arizona a Lauren. La prima, ovviamente, è ciò che Arizona riferisce a Calliope.
 
Altra cosa, molto importante, è che “cambiamento” è il prompt dato per il primo capitolo Autumn. Per le regole della Challenge la storia deve essere fluff e questa di fluff purtroppo non ha nulla, perciò, nonostante l’avessi scritta per la raccolta, non può essere inserita.
 
Grazie per aver letto, a presto, Trixie :D 

   
 
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