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Autore: Encha    04/07/2013    5 recensioni
“Vorrei renderti noto che io sono il cavaliere più gentile e zelante di tutto il regno, ma un certo valletto qui presente non si sveglia neanche se lanciato contro un muro da una catapulta!” Gli urlò contro il nobile; quando ci si metteva quel ragazzo sapeva essere davvero irritante! Gli avrebbe fatto patire volentieri tutta l’ira dei Pendragon… Se non lo avesse amato così tanto.
Genere: Comico, Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Merlino, Principe Artù | Coppie: Merlino/Artù
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Premesse: Tadaà! Sono tornato, questa volta con una Fic molto meno Fluffosa e in chiave comica.
Vorrei dedicarla a tutte le persone che hanno recensito l'altra mia Fic, incoraggiandomi a scrivere ancora, grazie mille!
Che altro dire... Buona lettura!


Di un Babbeo gentile e zelante
 



“Merlin?” Si sentì chiamare nel bel mezzo del sonno.
 
“Merlin?” Domandò ancora quella voce, pronunciando il suo nome con una cadenza fin troppo familiare.
 
Era Arthur, il giovane lo capì subito, non aveva bisogno di chissà quale magia per farlo. “Probabilmente sto ancora sognando, o forse no, ma chi se ne frega. Questo letto è troppo comodo.” Delirò nel sonno tornando a nascondersi sotto le morbide lenzuola. “Mi dispiace per Albion, ma io qui ci rimango per sempre.” Concluse, prima di immergersi nuovamente nel sogno che era stato brutalmente interrotto.
 
Il principe, che quella mattina si era ripromesso di provare a essere gentile con lo stregone e con il suo rinomato sonno pesante, cominciò a scuoterlo piano, passando una mano sulla spalla esile dell’altro ancora nascosta sotto la coperta, ricevendo però in cambio solo un misero brontolio contrariato.
 
Facendo appello a tutta la sua calma, il nobile tentò ancora, muovendo la mano in modo via via sempre più insistente e chiamandolo piano. “Merlin?”
 
“E dai, basta…” brontolò ancora il bell’addormentato, appallottolandosi come un bruco in una crisalide.
 
“Cosa starà sognando quell’idiota?” si chiese osservandolo. Poi, scotendo la testa come per cacciare via quel pensiero, scostò in malo modo le coperte dal corpo del suo servo.  “Al diavolo la gentilezza, Merlin!”sbottò il principe. Dopo tutto, anche la sua infinita pazienza aveva un limite -Se pur molto basso-.
 
Il valletto reale, evidentemente ancora in preda al sonno, si coprì il viso con le mani, infastidito dalla luce del sole che ormai si stagliava fiero nel cielo primaverile. “No Arthur, per questa sera abbiamo fatto già abbastanza…” farfugliò, prima di essere interrotto da una violenta cuscinata dall’erede al trono che lo fece finalmente svegliare.
 
“Ti sembra questo il modo di svegliare una persona? Se cercate nelle vaste librerie del palazzo troverete di sicuro il significato della parola “gentilezza”, non è una cosa difficile, anche un Asino come te potrebbe carpirne il significato.” Filosofò lo scudiero mentre si stiracchiava comodamente, del tutto inconsapevole che l’asino in questione stesse ribollendo di rabbia.
 
“Vorrei renderti noto che io sono il cavaliere più gentile e zelante di tutto il regno,ma un certo valletto qui presente non si sveglia neanche se lanciato contro un muro da una catapulta!” Gli urlò contro il nobile; quando ci si metteva quel ragazzo sapeva essere davvero irritante! Gli avrebbe fatto patire volentieri tutta l’ira dei Pendragon… Se non lo avesse amato così tanto.
 
“Va bene, va bene, hai ragione tu, come sempre” tentò di calmarlo l’altro sbadigliando e passandogli una mano tra i capelli dorati, ormai aveva compreso che per placare il Regale Babbeo bastava alimentare il suo smisurato ego. Poi si sporse un po’ dal letto per posargli un leggero bacio sulle labbra e si mise a sedere. Compiuti gli ultimi stiracchiamenti mattutini, il giovane si alzò e andò a ripescare i propri abiti che la notte prima nella fretta erano stati sparpagliati per tutto l’ampio salone. “E comunque, buon giorno”
 
“ ‘Giorno” rispose in tono piatto l’altro, che come previsto aveva già seppellito l’ascia di guerra e ora si accingeva a sistemare le coperte del letto in maniera alquanto impacciata.
 
Quando Merlin si accorse della difficoltosa battaglia che Arthur  aveva intrapreso contro le lenzuola maligne non poté che sorridere. Eh si, si era scelto un vero babbeo, ma almeno era un babbeo gentile e zelante. “Apprezzo il tuo impegno, ma la lotta contro il disordine è elencata fra i miei doveri” disse, ondeggiando una camicia che era stata buttata per terra senza alcun ritegno.
 
“Non fraintendermi, non lo sto facendo per te… è che mi sto allenando…” esitò un attimo il principe, cercando una scusa plausibile, poi continuò “Mi sto allenando a spianare le pieghe che si formano nei mantelli. Durante un assedio un uomo può dirsi morto se il suo mantello non è perfettamente liscio e ondeggiante!” affermò in tono serio e autorevole, come se bastasse a trasformare una simile sciocchezza in una incontestabile verità.
 
“Oh certo, se lo dite voi, Vostra Altezza” finse di concordare lo stregone.
 
Prima che potesse aggiungere altro, un deciso bussare interruppe – momentaneamente – la loro discussione.
 
“La vostra colazione è arrivata, Sire” parlò una voce da dietro l’imponente porta di legno.
 
Quella mattina l’erede al trono aveva chiesto ad una delle guardie che vigilavano fuori dalle sue stanze di andare a prendere il suo pasto mattutino, dato che il suo servizievolissimo servo era impegnato in sogni non troppo casti.
 
“Avanti” concesse il nobile, quando però si ricordò che la serratura era chiusa con un gesto della mano ordinò a Merlin di andare ad aprire.
 
Infatti, poche settimane prima, una mattina Morgana aveva fatto irruzione nella loro stanza (come al solito senza annunciare la sua impetuosa comparsa) e li aveva beccati abbracciati e ancora mezzi addormentati nel lussuoso letto del principe. Quest’ultimo aveva cercato di rifilarle la scusa che Merlin la sera prima alla locanda aveva alzato un po’ troppo il gomito e lui gli aveva – con grande magnanimità – concesso di rimanere a dormire nelle sue stanze, onde evitare di trovarlo spiaccicato al termine di una scalinata oppure massacrato di botte da gente non troppo propensa all’ironia a causa della sua lingua lunga.
 
In effetti quella scusa aveva causato, oltre al cambio di colore del volto del valletto reale dal rosa carne al rosso pomodoro, la reazione opposta rispetto a quella sperata nella mente di Morgana che da quel giorno non perdeva occasione per  punzecchiarli o per spiarli di sottecchi.
 
Recepito l’ordine, Merlin andò ad aprire e prese il vassoio dalle mani della guardia poi, dopo essersi congedato da essa con un rapido ringraziamento, rientrò nella camera.
 
Consumarono in fretta la colazione, quella mattina l’erede al trono era stato convocato dal padre per l’ennesima riunione, perciò il sonno pesante dello stregone aveva costretto i due giovani ad accelerare i tempi.
 
Dopo essere stato aiutato dal suo valletto a prepararsi, cosa che aveva già provato a fare da solo quella mattina, ma ci era riuscito solo dalla vita in giù, il giovane Pendragon schizzò via dalla stanza salutandolo con un veloce cenno del capo, senza aspettare neanche una risposta al suo saluto.
 
Lo stregone, dal canto suo, era rimasto fermo immobile con le mani incrociante a fissare la serratura della porta, come se avesse la certezza che da un momento all’altro qualcuno sarebbe entrato in tutta fretta e, nell’aspettare, ticchettava piano con le dita sul suo stesso braccio.
 
Intanto l’erede al trono si affrettava a raggiungere il genitore e tutta la simpatica compagnia bella, non avrebbe sopportato nuovamente la predica su quanto fosse importante la puntualità o cose simili!
 
Eppure, mentre era a metà strada, un pensiero si fece largo nella sua mente: Aveva dimenticato qualcosa.
 
“Spada?” Cominciò a stilare un elenco mentale, portandosi una mano sulla fodera intorno alla vita. “C’è. Anello?” Diede una rapida occhiata alla mano sinistra “C’è. Biancheria?” fece per controllare, ma poi si bloccò subito “La biancheria? Certo che c’è! Che pensiero stupido!” Pensò, non capacitandosi dell’assurdità che la sua mente aveva concepito. “Deve essere colpa della troppa vicinanza con quell’idiota. Comunque, cosa posso ave… Aaaaah.”
 
Pochi minuti dopo, la porta di fronte a Merlin si spalancò, rivelando un affannatissimo Arthur che gli si fiondò letteralmente addosso.
 
“Buona giornata”  Disse il principe baciandolo dolcemente.
 
“Buona giornata anche a te” Rispose lo scudiero sorridendo, rimanendo però ancora fermo ed imbambolato.
 
Una volta lo stregone confidò al suo Asino Reale che ci rimaneva un po’ male quando lui si dimenticava di salutarlo come si deve. Quest’ultimo aveva finto indifferenza, ma da quel giorno, ogni volta che si dovevano separare, l’erede al trono non risparmiava tempo per coccolarselo almeno un po’ prima di correre dietro ai suoi regali doveri.
 
Fece per andarsene, ma poi si voltò un'ultima volta e non con troppa sorpresa vide il suo servitore fissarlo con un sorriso ebete dipinto in volto. “Non hai del lavoro da fare?” chiese in tono divertito, allargando le braccia come a voler indicare tutto il disordine che affliggeva quel posto.
 
“Oh si, si, scusa” rispose voltandosi verso il caos che invadeva le stanze del nobile, notando però un pezzo di stoffa rossa intrappolato sotto il piede di una sedia.
 
Si chinò per raccoglierla, ma quando capì di cosa si trattava scoppiò a ridere e chiamò l’altro, che intanto stava per andarsene.
 
“Arthur?”
 
“Si?”
 
“Hai dimenticato le mutande!”



Angolino dello scrittore: Come sempre sono graditi consigli e segnalazioni di eventuali errori, questa volta ho cercato di tenere a freno barra spaziatrice ç_ç"
Come ho già detto, questa volta la Fic è assai meno Fluffosa, non perchè i due siano meno innamorati o cose del genere, semplicemente ho pensato che il loro rapporto sia un alternarsi di momenti di pura dolcezza ed altri in cui le cose apparentemente sembrano essere come prima, anche se in realtà sono cambiate radicalmente, come si può notare nei tentativi di gentilezza dell'Asino e della maggiore confidenza (o sfrontatezza?) dello stregone. Spero di essermi spiegato, in ogni caso, fatemi sapere come la pensate ^^"
Oh un'altra cosa, nei dialoghi di Merlin ho usato il "Tu" quando si rivolgeva ad Arthur, anche se sono abbastanza incerto su questo, sarà l'abitudine?
Si accettano volentieri consigli, ippogrifi e recensioni, alla prossima!

  
   
 
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