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Autore: Acinorev    05/07/2013    20 recensioni
«Hai pianto?» mi chiede, distraendomi e mettendomi in imbarazzo: evidentemente è palese quello che ho fatto fino ad un minuto fa.
Per qualche secondo mi limito a fissarlo, facendomi consolare dalla sua espressione preoccupata, ma poi scuoto la testa e mento. «No.»
Mentre abbasso lo sguardo, per impedirgli di scorgere altre verità così semplicemente, il silenzio piomba su di noi: io, nella mia testa, lo sto riempendo di tutte le cose che vorrei dire, di tutti i “mi manchi” che vorrei confessare. Chissà lui con cosa lo sta rimpiazzando, dentro di sé.
Posso provare a chiederglielo, però.
Racimolo un po’ di coraggio e torno a guardarlo. «Zayn…»
«Ho bisogno di te», mi interrompe lui tutto d’un fiato, prima che io possa dire qualcos’altro.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Nuovo personaggio, Zayn Malik
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno
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The truth, but not completely
 

“Mel, ti prego!” ripete mia sorella Fanny, saltellando sul posto mentre mi tira per la mano.
Alzo gli occhi al cielo, sospirando: “No, ti ho già detto che dobbiamo andare a casa” rispondo, facendo un passo avanti.
“Dai, per favore! - continua, rimanendo ferma dov’è – Guarda quanto si divertono… Voglio giocare anche io un po’!” continua, indicando con la manina pallida il parco al nostro fianco. Io sbuffo, seguendo la direzione delle sue piccole dita aperte, e osservo le persone che si stanno godendo il sole tiepido della domenica mattina, nonostante l’arietta fresca che si ostina a non andarsene. Alcuni bambini stanno giocando intorno allo scivolo e alle altalene riparate dall’ombra di alcune betulle, mentre i genitori rimangono seduti sulle panchine lì vicino a chiacchierare del più e del meno. Altri ragazzi, invece, evidentemente più grandi, stanno giocando a basket in un campetto poco più in là, con un canestro mezzo rotto che minaccia di cadere a pezzi da un momento all’altro.
Quando i miei occhi si posano su una figura sin troppo familiare, le preghiere di mia sorella passano immediatamente in secondo piano: assottiglio lo sguardo, per assicurarmi che sia davvero lui, e riesco ad averne una conferma. Con dei pantaloncini neri e una maglietta a maniche corte bianca infilata da sopra ad una a maniche lunghe dello stesso colore, i capelli ricci trattenuti in un cappellino di lana di un verde sporco, Harry Styles è proprio in quel gruppo di ragazzi nel piccolo campo da basket.
“Ok, ma solo dieci minuti” dico velocemente a Fanny, che prende ad esultare non molto silenziosamente, mentre entriamo nel parco. La accompagno vicino agli altri bambini, chiedendole di non allontanarsi e di stare attenta a non sporcarsi, poi le lancio un’ultima occhiata prima di dirigermi verso Harry, qualche metro più in là.
Lo osservo prendere possesso della grossa palla arancione e farla rimbalzare da una parte all’altra, cercando di evitare gli avversari che vogliono intercettare la sua azione: tossicchio, quando fa canestro suscitando i complimenti non troppo entusiasti dei suoi compagni. Mentre batte il cinque ad uno di loro, posso intravedere meglio il suo viso, madido di sudore ma ancora testimone dei pugni di Zayn, sebbene il rossore sia stato rimpiazzato da alcuni lividi violacei. Sto per chiamarlo e attirare la sua attenzione, ma qualcuno non me ne dà il tempo: un ragazzo con i capelli neri come la pece, schiacciati sulla fronte, muove le labbra sottili per dichiarare la fine dell’incontro, o qualsiasi cosa sia. Harry, quindi, rilassa i muscoli e si avvicina a testa bassa al bordo del campo dove sono io: quando arriva a circa due metri da me, alza lo sguardo e mi vede.
Gli occhi verdi sono più brillanti del solito e per un attimo si velano di una certa sorpresa, nel trovare me sul loro percorso: mi stringo nelle spalle e lo guardo avvicinarsi, mentre sul suo viso si dipinge un altro dei suoi sorrisi. È appena accennato, ma è come se non potesse fare a meno di mostrarsi: d’altro canto, però, sembra aver perso quella presunzione dell’ultima volta in cui l’ho visto.
“Ciao, Harry” lo saluto, cercando di nascondere la soggezione che la sua presenza provoca in me. Lui si sistema il cappellino e sventola una mano vicino al suo viso bagnato di sudore: “Buongiorno, piccola Melanie” ricambia, inclinando leggermente il capo da un lato.
Inspiro profondamente, guardando di sfuggita mia sorella che si diverte a spingere un bambino sull’altalena, solo per ignorare lo sguardo insistente di Harry su di me.
“Ti piace il basket?” mi chiede, interrompendo il silenzio e costringendomi a riportare l’attenzione su di lui.
“N-no – balbetto, scuotendo la testa. – Ho visto che eri qui e… Volevo parlarti” ammetto, sospirando. Non posso fare a meno di studiare con attenzione il suo viso, rovinato dai segni del litigio con Zayn, ma lui continua ad ostentare tutto con grande orgoglio, come se non fosse successo nulla.
“E di cosa vorresti parlarmi?” domanda, evidentemente incuriosito.
Mi mordo il labbro inferiore, passandomi una mano tra i capelli sciolti e ancora un po’ umidi per la doccia di poco fa, la stessa che ha avuto il compito di svegliarmi del tutto dopo che Fanny ha insistito tanto per una passeggiata: “Ho… parlato con Zayn” dico soltanto, cercando di decifrare la sua espressione. Eppure è più difficile del previsto, perché nemmeno un muscolo si muove sul suo viso.
“Mi ha raccontato la verità” dico, quasi calcando quell’ultima parola.
“Ah, la verità – sospira lui, scuotendo lentamente la testa. – Finalmente ce l’ha fatta” dice poi, lasciandomi interdetta: non so se prendere le sue parole come una presa in giro o come una costatazione orgogliosa.
“Che intendi dire?” chiedo, infilando le mani nelle tasche del giubottino in pelle.
Lui si mordicchia  il labbro inferiore, insistendo affinché alcune ciocche di capelli gli rimangano incastrate sotto il cappellino di lana: ci mette un po’ a rispondere, lasciandomi il tempo di farmi mille domande e di darmi altrettante risposte assurde.
“Perché pensi che io abbia inventato tutte quelle palle sul suo conto?” domanda, assumendo un’espressione quasi incredula, come se io dovessi sapere esattamente di cosa stia parlando. La testa inclinata da un lato e una mano a torturarsi per un attimo le labbra.
Corrugo la fronte e cerco di dargli una risposta: “Be’… Per proteggerti…” mormoro, tenendo conto del ritratto che Zayn mi ha fatto di lui, ieri.
Vengo bloccata da una sua piccola risata, in cui abbassa il viso e scuote il capo, di nuovo.
“Perché Zayn se ne è andato e tu… ce l’hai con lui per questo” riprovo, sbalordita dalla sua reazione. Harry, però, non sembra affatto d’accordo con le mie ipotesi, infatti torna a guardarmi in maniera divertita, con gli occhi a nascondere qualcos’altro, dietro quello spesso strato verde di sarcasmo.
“Te l’ha detto lui?” chiede poi, alla ricerca di maggiori informazioni.
Io annuisco e lui inspira profondamente: “Pensavo che mi conoscesse - afferma, passandosi una mano sul viso sudato. – Non è quello il motivo. O almeno, non il principale” continua, concentrandosi su un sassolino ai suoi piedi.
Sbatto le palpebre più volte, curiosa e confusa al tempo stesso, ma non c’è bisogno che io chieda spiegazioni, perché Harry sembra più che propenso a parlare senza alcun incitamento.
“Zayn avrebbe dovuto tenere la bocca chiusa – comincia, storcendo le labbra arrossate in un’espressione di fastidio, mentre gli occhi si puntano di nuovo su di me. – Non avrebbe dovuto prendersi la colpa. È stato un coglione.”
Fa una pausa, mentre io rimango stupita dalle sue parole, ma non ho il tempo di esprimere i miei dubbi, perché lui riprende: “Pensavo che sarebbe sbottato, prima o poi. Che sarebbe tornato e avrebbe detto a tutti come sono andate realmente le cose. Invece niente, ha lasciato perdere.”
Da quello che mi sta dicendo, sembra quasi che lui non abbia mai voluto che Zayn lo coprisse, però qualcosa non torna: perché non dirlo apertamente?
“È più testardo di un mulo, Cristo Santo. Lo è sempre stato” esclama, sospirando.
“Non capisco – ammetto, corrucciando le sopracciglia. – Se tu non volevi che si prendesse la colpa al posto tuo, perché non gliel’hai impedito al posto di… Di peggiorare solo le cose?”
Harry alza un sopracciglio e per qualche secondo rimane a guardarmi, tanto intensamente da costringermi a distogliere lo sguardo anche solo per un istante, mentre sento il sangue risalire verso le mie guance; respira profondamente, ma non risponde, e io a questo punto ho un disperato bisogno di sapere come stiano realmente le cose.
“Perché non hai semplicemente detto a tutti che sei stato tu, a picchiare il signor Dambel?” continuo, spinta da una curiosità fuori dal comune. La verità è che questa storia è arrivata a pesare troppo sulle mie spalle e non vedo l’ora di conoscerla per intero, in modo da poterla assimilare una volta per tutte.
“Perché sono un codardo, semplice” dice Harry, abbassando il tono di voce e lo sguardo.
Improvvisamente, le parole di Zayn riguardo la reale debolezza del suo vecchio amico sono molto più chiare ai miei occhi.
“Non so che cazzo mi sia passato per la testa, quando Zayn mi ha detto che aveva intenzione di prendersi la colpa. Io… - si ferma, corrugando la fronte come se stesse pensando alle parole migliori da usare. – Per un attimo ho lasciato che lui facesse quello di cui sembravo aver bisogno, ma me ne sono pentito subito dopo. Avrei voluto avere le palle per dire che era tutto sbagliato, invece non sono intervenuto” conclude, stringendo i pugni.
“Quindi hai rincarato la dose, sperando che Zayn perdesse la pazienza?” chiedo, finalmente in grado di comprendere Harry Styles, almeno per quanto posso.
Evidentemente, una volta costruita la menzogna su quella notte, Harry non ha avuto il coraggio di smentire tutto e di prendersi le sue responsabilità: forse anche perché in fondo sapeva che il gesto di Zayn l’aveva in qualche modo salvato dalle conseguenze per la sua irruzione in casa Dambel.
“Dopo un po’ ha prevalso la rabbia, però – esclama, cogliendomi alla sprovvista. – Se n’è andato lasciandomi qui a rimuginare su quanto fossi stato egoista e senza palle. E poi, che diavolo, perché non è capace di fare qualcosa per se stesso?” Il suo tono di voce è quasi frustrato, come se anche lui avesse fatto i conti con la personalità di Zayn e con il suo modo d’essere, con il suo altruismo esasperato e portato al limite dell’inverosimile.
“Già…” mi limito a mormorare, stringendomi nelle spalle e tenendo d’occhio mia sorella, incapace di dire qualcosa di più articolato. Molti pensieri mi affollano la testa, perché questa storia è talmente assurda da lasciarmi a bocca aperta: Harry è così diverso da Zayn da essere quasi il suo opposto, eppure, allo stesso tempo, sembra avere instaurato un rapporto con lui più profondo di quanto si pensi sia possibile. Glielo si legge negli occhi, tormentati nel parlare di quello che è successo, e nel viso, che porta ancora i segni di quei pugni che lui non ha ricambiato, perché evidentemente volevano essere la punizione che ha sempre pensato di meritare. Lo si capisce dal modo in cui mi sta parlando, come se io e lui ci conoscessimo da sempre: forse sta cercando di riscattarsi, in qualche modo, di riparare a ciò che ha fatto.
“Almeno, però, a te ha raccontato tutto” riprende, obbligandomi a riportare lo sguardo su di lui, mentre un alito di vento fresco ci investe in pieno, facendomi rabbrividire. Sembra quasi fiero di quella piccola constatazione, come se si fosse reso conto che i suoi sforzi, per quanto discutibili, siano serviti a qualcosa.
Lascio che i miei occhi vengano catturati dai suoi, che sembrano essere sempre pronti a cogliere il più piccolo segreto di chi hanno di fronte: “Avete… Sì, insomma, avete chiarito?”
Non capisco se l’espressione che ha assunto sia il riflesso di un reale interesse per ciò che riguarda il suo vecchio amico, o se sia solo una domanda di circostanza: nel dubbio, annuisco semplicemente.
“Credo che voi due dobbiate… parlare, ecco” ammetto, nonostante non siano affari miei. Entrambi hanno cercato di darsi una mano, in un certo senso, ma entrambi hanno finito per ferirsi, qualsiasi fosse la loro motivazione: trovo illogico che continuino a girare intorno alla questione, senza affrontarla realmente.
“E hai ragione – continuo, con la voce che tradisce la consapevolezza di non essere così spavalda come voglio sembrare. – Zayn non avrebbe dovuto prendersi la colpa di tutto”.
Per un attimo ho l’impressione che Harry si sia ritratto impercettibilmente, come se quella conferma l’avesse destabilizzato, eppure il suo viso rimane impassibile: non risponde nemmeno, forse per il troppo orgoglio, e si limita a scrutarmi con insistenza. Per quanto io stia cercando di capire il suo punto di vista, non posso provare piena compassione per la persona che ha scaricato tanta sofferenza su Zayn, nonostante anche lui abbia commesso i suoi errori.
Passa qualche secondo prima che il silenzio imbarazzante tra di noi venga interrotto: lo stesso ragazzo di prima, quello che ha dichiarato la fine della partita, è venuto a chiedere di iniziarne un’altra.
Harry annuisce, promettendo di raggiungerlo subito, poi si concentra di nuovo su di me: “È stato un piacere, piccola Melanie – dice, avvicinandosi a me. – Ci vediamo presto” mi saluta, lasciandomi un bacio umido sulla guancia e facendomi arrossire per quel gesto inaspettato.
Mi irrigidisco e aspetto che si allontani, eppure non succede. Le sue labbra, infatti, sono vicine al mio orecchio, proprio come quel giorno nel mezzo del corridoio della scuola: “Parla con tua sorella Emma – sussurra. – Ma sappi che l’idea di quei soldi non è stata mia” conclude, prima di riportare una certa distanza tra di noi e abbozzare una corsa verso i suoi amici nel campetto.
Spalanco gli occhi, con il cuore impazzito che cerca di distrarre il mo cervello da quelle parole: come fa Harry a conoscere mia sorella Emma? E a che soldi si riferisce? Quelli che sono spariti pochi giorni fa?
“Fanny! Vieni, andiamo a casa! Subito!”
 
Appena entrata in casa, lascio Fanny con mia madre senza dire una parola e mi tolgo il giubotto mentre salgo le scale: lo butto sul letto quando passo di fronte alla porta aperta della mia camera e procedo velocemente verso quella di mia sorella Emma.
A forza di pensare e ripensare, rischio di implodere.
Apro la porta senza nemmeno bussare ed Emma se ne lamenta subito: è sdraiata sul letto, con il cellulare tra le mani.
“Che ti prende?” mi chiede infastidita, mentre si mette a sedere: i capelli scuri sono raccolti in una crocchia disordinata e le iridi della stessa tonalità mi trasformerebbero in cenere, se solo potessero.
“Come fai a conoscere Harry Styles?” domando senza troppi giri di parole, solo per buttare fuori i dubbi che mi avvolgono.
Lei spalanca gli occhi, stupita dalla mia domanda, e per un attimo boccheggia, dando una specie di conferma all’idea che mi gira per la testa.
“È lui, il ragazzo con cui stai uscendo?” continuo infatti, mentre il cuore cerca di stabilizzare il suo ritmo, accelerato per la fretta con cui sono tornata a casa. Quando Emma esita di nuovo a rispondere, irrigidendosi, io faccio un passo avanti, sconvolta: ho sempre saputo che usciva con qualcuno, ma non avrei mai e poi mai immaginato che fosse lui.
“Emma, rispondi!” quasi urlo, sconvolta dalla possibilità che quello a cui sto pensando possa essere la verità. In realtà ne sono abbastanza certa, perché improvvisamente tutto sembra avere un senso, ma continuo ad aggrapparmi ad una speranza vana ed effimera.
“Sì, ok? Sto con Harry!” sbotta lei, alzandosi dal letto e gesticolando.
Quasi mi ritraggo, alle sue parole, come se, mettendo una maggiore distanza tra me e lei, potessi allontanarmi anche da quella verità scomoda che mi ronza in testa. I miei occhi continuano ad osservare i suoi, mentre per interminabili secondi rimaniamo a fissarci in silenzio.
“Dimmi che non hai preso tu quei soldi” dico a denti stretti, sperando con tutto il cuore che mi stia sbagliando. D’altronde, però, le parole di Harry non possono significare altro, anche se non capisco quale sia stato il motivo di un gesto del genere.
“Tu cosa ne sai?” ribatte lei. La vedo vacillare di fronte a me, ma la rabbia che provo mi impedisce di andarle incontro.
“Si dà il caso che il tuo amato Harry me l’abbia detto, stamattina” esclamo, incrociando le braccia al petto.
Emma corruga la fronte, aprendo la bocca come se volesse dire qualcosa, ma rimane in silenzio, abbassando lo sguardo. Vorrei dire talmente tante cose da avere l’imbarazzo della scelta, quindi lascio che nessuno parli in questi pochi metri quadrati, sperando che sia lei a darmi delle spiegazioni, nonostante io non sia pronta ad accettarle.
“Io… Volevo solo aiutarlo” mormora poi, cogliendomi alla sprovvista. Si stringe nelle spalle, continuando a fissare il pavimento che ci divide, e io spalanco gli occhi, mentre mille emozioni diverse si impadroniscono di me.
“Aiutarlo?” mi limito a ripetere, avvicinandomi a lei di un passo.
Mia sorella alza lo sguardo su di me, come se quella domanda l’avesse messa in difficoltà: la sua aria spaventata non le si addice per niente, dato che di solito non si fa problemi a trattarmi come uno dei suoi peggiori nemici. Evidentemente la sua coscienza si sta facendo sentire, o almeno spero.
“Aveva bisogno di soldi – ammette, inspirando profondamente. – Lui e suo padre non se la cavano bene” conclude.
Mi ritrovo a pensare che molto probabilmente le difficoltà finanziare di due anni fa non siano ancora scomparse dalla sua famiglia, e che, di nuovo, Harry abbia avuto bisogno di qualcosa che sapeva essere sbagliato: non credo, però, che il suo carattere si sia rafforzato, perché, proprio come con Zayn, lui non si è opposto al furto della sua ragazza in casa propria, nonostante l’abbia poi confessato a me.
Eppure, qualsiasi sia la situazione, qualsiasi siano le motivazioni di uno e dell’altra, è tutto terribilmente sbagliato.
“Mi stai dicendo che… che, per aiutare lui, hai rubato in casa tua?! - urlo, completamente abbandonata al risentimento. – Sei forse impazzita?!”
Mi passo una mano tra di capelli, cercando di riordinare i pensieri, ma alla fine mi arrendo, lasciando che escano dalla mia bocca come un fiume in piena: “Scommetto che hai calcolato tutto nei minimi dettagli, vero?! Hai colto l’occasione, quando Zayn è venuto qui, e ti sei incaricata di spiattellarlo in giro in modo che mamma e papà dessero la colpa a lui! Tanto per te non vale niente tua sorella, né il suo ragazzo, non è così? Devi esserti divertita a scaricare su di me le tue stupide frustrazioni!”
“Certo, come sempre ti senti al centro del mondo! Be’, notizia flash, non è così!”
“Sei tu che mi metti al centro del mondo! Sei tu ad essere fissata con questa storia e sei sempre tu ad essere convinta che tutti preferiscano me, nonostante ci abbia messo tutta me stessa, nel dimostrarti che non è così! – ribatto, furibonda. – Tu però hai continuato a pensare quello che volevi, e non credere che questo ti giustifichi, perché, cavolo Emma, hai rubato dei soldi alla tua stessa famiglia! Hai praticamente fatto incolpare un’altra persona al posto tuo! E ci sono andata di mezzo anche io!”
“Ragazze, che sta succedendo qua dentro?!” chiede allarmata mia madre, entrando nella stanza con mio padre al seguito. Evidentemente le nostre urla hanno attirato la loro attenzione.
Io respiro velocemente, scossa da quella situazione e dalla rabbia che provo nei confronti della mia stessa sorella: “Ve lo spiega lei” mi limito a dire, provando a tranquillizzarmi.
 
Seduta sul pullman, continuo a muovere nervosamente la gamba, segno dell’irrequietezza che non mi ha ancora lasciata in pace.
Il tragitto da casa mia a quella di Zayn non è mai stato così lungo o così snervante, e io non vedo l’ora di rivederlo. Nonostante avessimo deciso di vederci dopo cena, non posso più aspettare, e spero che per lui non sia un problema vedermi arrivare a casa sua con qualche ora di anticipo. Non l’ho avvertito di questa mia decisione, e mi sento un po’ infantile nel volergli fare una sorpresa del genere, ma ne ho bisogno.
Voglio stare con lui dopo tutto quello che è successo tra di noi, perché le parole che mi ha sussurrato al telefono la notte scorsa mi riempiono ancora le orecchie e il cuore.
Voglio raccontargli del mio discorso con Harry e spiegargli il vero motivo del suo comportamento.
Voglio dirgli che ho scoperto chi è stato a rubare quei soldi e voglio sfogare i rimasugli di rabbia che ancora mi tormentano, sicura che i suoi occhi sappiano come mettermi a mio agio e come tranquillizzarmi.
Voglio dirgli che i miei genitori mi hanno chiesto di incontrarlo per potersi scusare.
Voglio immergermi di nuovo tra le sue braccia e colmare la distanza che si è imposta senza alcun riguardo tra noi in questi ultimi giorni.
Il sollievo che sento, ora che tutta questa storia si è risolta e ogni verità è venuta a galla, deve ancora prendere piede in me, forse perché è contrastato da altri sentimenti e da altre sensazioni. Eppure, quando il pullman si ferma alla fermata a cui devo scendere, quasi non riesco a contenere l’entusiasmo: mi è impossibile non sorridere spontaneamente, nonostante l’autista mi stia guardando con un’espressione perplessa sul volto. Lo ignoro, scendendo i pochi gradini che mi dividono dal marciapiede e rabbrividendo a causa della differenza di temperatura.
Sospiro e aspetto che il pullman riparta con qualche rumore poco rassicurante, mentre il fumo nero che esce dalla sua marmitta mi arriva alle narici facendomi storcere il naso in segno di disgusto.
Tossicchio un po’ e mi sventolo una mano davanti al volto, poi mi giro e inizio a camminare per percorrere i pochi metri che mi separano dalla mia destinazione e dal profumo di Zayn.
Quando avvisto la sua casa dall’altra parte della strada, però, mi immobilizzo.
Assottiglio lo sguardo, corrugando la fronte mentre il respiro mi si blocca in gola. Zayn è sulla porta di casa e, sommersa nelle sue braccia, c’è una ragazza. Quei capelli corvini lunghi fino alle spalle e quella corporatura esile sarebbero impossibili da non riconoscere.
Mentre li osservo stringersi in un abbraccio, mentre vedo Zayn baciarle dolcemente una guancia e mentre lei si allontana con un largo sorriso sul volto, le mie mani si stringono in un pugno e il respiro mi si ferma in gola.
“Andrea” è tutto ciò che sussurro, con gli occhi rapiti da quella scena.


 



 

ANGOLO AUTRICE
 
Heeeeeeeeeeei bella gente fasjkl Come state? Spero bene :)
In realtà volevo aggiornare domani, però non sono riuscita a resistere (strano, eh? lol)
Allora, questo capitolo è un po’ “particolare”, nel senso che lo Zelanie non è presente, neanche un po’!
Si parte con Harry, che io spero davvero di essere riuscita a presentare al meglio!
Vi avevo detto che sarebbe ricomparso fdsjakl Comunque la sua personalità è più
contorta di quanto sembri: dietro i pettegolezzi che ha messo in giro, c’è un senso di colpa
che non lo lascia in pace, che però, mescolato all’essere un codardo, gli ha impedito di
dire semplicemente la verità! Ovviamente poi, come spiega anche lui, ci va di mezzo anche
la rabbia per la partenza di Zayn – che Harry vede come una specie di abbandono – e per
il suo carattere così fastidiosamente altruista! (capito perché non ha risposto
ai pugni di Zayn, nello scorso capitolo? :)) Lo so che il suo è un gesto un po’… estremo, ma
Harry è nato così, nella mia testa: uno stronzetto orgoglioso e codardo che tiene ai suoi
amici, ma che non riesce a mettere loro in primo piano quando ne avrebbero bisogno, nonostante ci provi.
Insomma, è davvero l’opposto di Zayn lol Mi fa tanta tenerezza, però :3
In ogni caso, se avete qualche perplessità (?) riguardo il suo personaggio, scrivetemi pure fdjksa
(Faccio i complimenti a Lou69, perché è stata l’unica ad inquadrare Harry un po’ meglio, nonostante
si sapesse così poco di lui (: Hai un grande intuito, ragazza dsljfa)
Pooooooi: è lui a dare un piccolo indizio a Melanie, riguardo il furto dei soldi!
Molte di voi avevano pensato ad Emma, come colpevole, o a Fanny (preciso che lei si mette a
piangere, quando i genitori ne parlano, perché il padre stava urlando, non perché si
sentiva colpevole c:) : non tutte, però, hanno ipotizzato che il misterioso ragazzo di Emma
fosse il nostro Styles fjdksal Ora, ovviamente non potevo scrivere tutta la loro storia, se no
non avrei mai finito questo capitolo lol Però, posso dirvi che stanno realmente insieme, cioè,
non è una storiellina così, e che Harry è sincero quando dice che non è stata una sua idea:
Emma ha semplicemente agito secondo l’amour (?), sfruttando la brutta reputazione di Zayn!
Cosa pensate del suo gesto? All’inizio della storia vi avevo detto che lei avrebbe avuto
un certo ruolo in questa storia, be’, alla fine l’ho svelato lol
Melanie è abbastanza incazzata con lei, sia per quello che ha fatto in casa, sia per le ripercussioni
che ha avuto su lei e Zayn: poi di mezzo ci vanno anche i problemi tra sorelle e il quadro è completo (?)
Ok, mi sto dilungando troppo, quindi passiamo al finale: Melanie va prima da Zayn perché
ha proprio bisogno di “digerire” la sua giornata, ma è lui a fare una sorpresa a lei!
Rullino i tamburi, ANDREA’S BACK BITCHES (?) Ok, questo era fuori luogo, ma il concetto
è lo stesso hahaha Aspetto le vostre ipotesi fdjskfhaksljd
 
Vorrei ringraziarvi ancora una volta per tutto quello che fate e dite!
Mi sono accorta che i personaggi vi piacciono molto e non potete capire quanto mi renda
felice questa cosa, davvero :) Significa molto per me, quindi GRAZIE!!!
 
Vi lascio con una gif di Harry, dalla quale ho preso il suo abbigliamento in questo capitolo,
e con una foto della bellissima Melanie fjdsla
Un bacione splendori!
 
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Le altre mie storie: UnexpectedUnless you show me howPlaying with the moon

  


 

  
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