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Autore: heuchelei    05/07/2013    4 recensioni
nonsense | angst | soprannaturale | AU
«Maledetta? E perché mai… voglio dire, pensi che ci siano vampiri o roba simile?»
dedicato ad aurara, lol. happy b-day, camioncina(?).
Genere: Angst, Mistero, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Bryce Whitingale/Suzuno Fuusuke, Carry/Maki, Claude Beacons/Nagumo Haruya , Isabelle/Reina, Xavier/Hiroto
Note: AU, Nonsense, What if? | Avvertimenti: Incompiuta
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05/07/97

 

 


«Ed oggi vi offriamo un servizio illimitato. Chiamate gratis e più di duecento messaggi a soli sett…»
«Fuusuke, spegni la radio.»
«Non ho intenzione di alzarmi. Spegnila tu.»
«Kiyama, facci questo enorme piacere.»
«Fottiti.» borbottò Hiroto mentre si alzava con leggiadria dalla scomoda poltroncina della sala d’attesa e mollava un violento calcio contro il lato dello strumento scassato. La radio ronzò per qualche istante prima di spegnersi con un cupo singhiozzo che lo fece rabbrividire.
«Ecco, ottima idea.» Nagumo si alzò dalla sedia con aria piatta «Ora torna nel cinquantasei e trovane un’altra di simile.»
«Quella radio ha visto tempi migliori. Sono seriamente stupito che funzionasse ancora. E poi, francamente, nessuno saprà che siamo stati noi, no?» Hiroto sbadigliò, meritandosi un’occhiataccia da parte di Reina. La ragazza sospirò con aria melanconica mentre il suo sguardo volava all’orologio fermo appeso alla parete.
«Il treno dovrebbe arrivare tra mezz’ora.» rilevò Maki accanto a lei con aria annoiata «Ritardo, ritardo… questi fottuti treni sono sempre in ritardo.»
«Evidentemente siamo noi in anticipo.» Suzuno borbottò con aria quasi teatrale. Gli sembravano passati anni dall’ultima volta che aveva visto il controllore spuntare dalla porta alla sua sinistra «Magari c’è stato un guasto. O magari qualche idiota di macchinista lo ha fatto sfracellare contro il muro di un call center. Di nuovo
«Ma che sciocchezza.» ribatté Hiroto mentre il suo sguardo volava in altro, verso i finestroni in vetro che facevano da tetto alla stazione. Era buio fuori. E le cicale cantavano in coro.
Per qualche istante il silenzio fu spezzato solo dal canticchiare sommesso di Maki, che aveva appena inforcato il walkman e si era distesa sulla panchina.
«Quando ero piccola mia madre mi diceva sempre che questa stazione era maledetta.» bisbigliò Reina con aria misteriosa mentre si accovacciava accanto a Suzuno. L’albino sorrise in maniera complice.
«Maledetta? E perché mai… voglio dire, pensi che ci siano vampiri o roba simile?»
«Ma certo che no.» lo rimbeccò Reina con fare da so-tutto-io. La cantilena di Maki si era fatta più forte «Fantasmi. Sembra che un treno si schiantò a folle velocità una decina di anni fa. Niente sopravvissuti. Un’ecatombe.»
«Oh, lo ricordo anche io.» Nagumo si passò una mano tra i capelli rossi. La luce della luna piena dava ai suoi occhi un alone di mistero che stonava stranamente con la pelle pallida «Da allora girano strane storie su questo posto.»
Suzuno sbuffò con nonchalance mentre Maki continuava a canticchiare You are my sunshine. La luce del neon si affievolì sopra di loro.
«Non mi dirai che credi ai fantasmi, Reina?»
«Ma figuriamoci. Io? Sei tu quello che è sbiancato. Hiroto, tu cosa ne pensi?»
Nessuna risposta. Il cantuccio in cui Hiroto si era accomodato era stranamente vuoto. Di lui nessuna traccia.
«Sembra che ci abbia lasciati.»
«Vedrete, tornerà tra poco.» obiettò Nagumo, per niente impressionato «Ora che ci penso. Che fine ha fatto Maki?»
Gli occhi di Reina brillarono di curiosità mentre cercavano la figura familiare dell’amica. La luce tremò nuovamente, questa volta in maniera più esplicita e percettibile.
«Dannazione.» sbottò Nagumo «Se quel cazzo di treno non arriva non riuscirò a raggiungere il posto del colloquio di lavoro.»
La luce si accese e spense ad intermittenza per poi saltare una volta per tutte. Reina trattenne il respiro mentre la mano di Suzuno si spostava sulla sua. Una piccola luce di emergenza rischiarava ora la stanza. I loro respiri accelerati si mescolavano nel vuoto della saletta.
«Sembra proprio che questo posto sia davvero maledetto.» osservò Reina scrutando l’orologio fermo dinnanzi a lei, quasi nella speranza di poterlo far ripartire col pensiero. Sorrise lievemente «Nagumo?»
Silenzio.
«Sembra che se ne sia andato anche lui.» Suzuno si imbronciò mentre Reina si alzava dalla sedia con fare rigido. Si spazzolò i vestiti e gli lanciò uno sguardo accattivante.
«Credo che andrò anche io.»
«Da sola?» Suzuno deglutì. Solitamente detestava essere irrazionale, ma in quel momento non poteva proprio farne a meno «In un posto maledetto ed infestato?»
«Oh, suvvia, Suzuno. Ho detto che credo ai fantasmi. Non che ne ho paura.» ridacchiò e la sua risata si affievolì man mano che camminava verso i binari.
Suzuno era solo. Non si era mai sentito così solo in vita sua. Alzò lo sguardo verso la luna piena.
05/07/97. Quella era la loro giornata. La giornata maledetta.
Suzuno aveva passato tanto di quel tempo in quella stazione che non ricordava neppure come era avvenuto l’incidente. Camminò con grazia fino al vecchio calendario invecchiato dal tempo, che da anni ormai segnava sempre la stessa data. Gli altri non ricordavano, non potevano.
Suzuno aveva quasi dimenticato. Quasi.
Perché temeva che se avesse dimenticato, anche lui sarebbe scomparso. Aveva paura di ciò che sarebbe successo dopo. Ricordava il sussulto del treno mentre deragliava dai binari in quel giorno afoso e maledetto.
Ricordava il corpo di Nagumo, carbonizzato. Ricordava la mano di Hiroto che si stringeva convulsamente alla maniglia prima di cadere. Ricordava Maki col suo volto insanguinato. Ricordava Reina e le sue lacrime di terrore.
E quando era morto anche lui, aveva saputo che avevano firmato la loro condanna.
Sorrise, Suzuno. Sorrise mentre il suo corpo perdeva forma e densità, quasi come un filo di fumo semitrasparente. Sorrise mentre diveniva evanescente, svanendo come uno spettro nella notte.


A n g o l o :
occhei, piccola shot un po’ creepy/creapy/comesidice. no, occhei, lol.
spero si sia capito che in realtà erano loro i fantasmi, morti nell’incidente :’’
che cosa creepy. l’ho scritta per festeggiare il compleanno di aurara. happy birthday, dear.
// parte la musichetta di detective conan e shuichi akai la trascina via(?)
e boh, spero vi piaccia, ya.

  
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