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Autore: Alchbel    05/07/2013    1 recensioni
«Sei sicuro che così vada bene?».
«Thad, faccio i nodi alla cravatta da quando avevo dieci anni, credo di poter vantare un po’ di esperienza a riguardo».
Harwood lo guardò tremolante, mentre Jeff gli sistemava il colletto della camicia e lo guardava serioso.
«Come ti sembro?», continuò a chiedere, nervoso.
«Sei bellissimo», sussurrò lui.

Fluff gratuito ♥
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Jeff Sterling, Nick Duval, Sebastian Smythe, Thad Harwood | Coppie: Nick/Jeff, Sebastian/Thad
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Titolo: Di perfetta imperfezione e cibo cinese.

Rating: Verde.

Conteggio parole: 1785 (secondo word).

Prompt: "sei sicuro che così vada bene?", consiglio, festa e (facoltativo) vestito.

Pairings: Thadastian / Niff

Genere: Romantico, Sentimentale.

Avvertimenti: One Shot.

Ringraziamento speciale: Vals che mi sopporta quando ho bisogno di prompt – è la mia fornitrice ufficiale – e che per questa qui ha anche betato e sostenuto i miei scleri/insicurezze.

 

 

Di perfetta imperfezione e cibo cinese.

 

Ad Arianna,

perché non contemplo che non sia di buonumore.

 

«Sei sicuro che così vada bene?».

«Thad, faccio i nodi alla cravatta da quando avevo dieci anni, credo di poter vantare un po’ di esperienza a riguardo».

Harwood lo guardò tremolante, mentre Jeff gli sistemava il colletto della camicia e lo guardava serioso.

«Come ti sembro?», continuò a chiedere, nervoso.

«Sei bellissimo», sussurrò lui, prima di sospirare leggero ed accennare un sorriso quasi sognante «Mi sembra ieri che io e Nicky ti chiedevamo che diavolo ti fosse passato per la testa nel chiedere a Smythe di uscire ed ora…», si asciugò una finta lacrimuccia, ma non poteva nascondere gli occhi realmente lucidi di fronte al suo migliore amico.

«No, no, no! Non erano questi gli accordi, Sterling. Io ti lasciavo fare il mio testimone se tu non facevi nessun discorso sui tempi andati con occhi lucidi e sospiri melodrammatici».

«Davvero?», chiese Jeff sorpreso «Io ero certo che l’accordo riguardasse solo il fatto che poi tu saresti stato il mio testimone, tra cinque mesi», sostenne, senza poter evitare di guardare l’anellino argentato che portava come promessa.

«Come se voi due aveste bisogno di fare simili accordi», intervenne Nick, fino a quel momento appoggiato contro il muro della stanza con un sorrisetto felice e calmo in viso.

I due ragazzi si guardarono senza poter fare a meno di ridere. Sembravano gli stessi ragazzini della Dalton, alle prese con l’uniforme scolastica. L’unica differenza era che ora stavano indossando abiti leggermente più importanti.

«E se farò casini? Se inciampo e cado o dimentico le promesse?», tornò a complessarsi lo sposo.

«Mi sembra di sentire mia sorella il giorno delle sue nozze!», esclamò Nick «Ma lei aveva un vestito enorme su cui inciampare. Andrai alla grande Thad!».

Jeff annuì, mentre con le mani dava gli ultimi ritocchi alla giacca, prima di aiutare Thad ad indossarla.

«È solo che… voglio che sia tutto perfetto, oggi. Insomma… deve esserlo. Per Sebastian».

«E lo sarà, Thad. Lo sarà».

Harwood annuì, comunque nervoso, e si guardò ancora allo specchio, controllando il proprio corpo centimetro per centimetro.

«Sapete, lo invidio», disse poi, guardandoli attraverso la superficie riflettente.

«Chi, Sebastian?».

«Sì. Sarà nella sua stanza, perfettamente calmo e già pronto da almeno un quarto d’ora, mentre io non sono stato capace neanche di fare un nodo alla cravatta!».

«Beh… vi completate a vicenda, no?», cercò di rimediare Jeff – senza sapere, poi, che cosa ci fosse da rimediare. Erano seriamente uno la parte mancante dell’altro, su questo c’era poco da dire.

«Potresti andare a controllare se è davvero già pronto?», chiese lo sposo, guardando Nick.

«Oh… va bene. Hai paura che scappi?», scherzò quello, avviandosi alla porta. Uno strano gemito lo fece voltare di nuovo.

«Tu-tu credi che possa scappare  e pi-piantarmi davanti a tutti?», balbettò Thad, spaventato.

Nick trattenne il fiato: lo conosceva da una vita, una reazione del genere avrebbe dovuto aspettarsela.

«Cos- No, no, no! Assolutamente no! Era una battuta…». Jeff lo fulminò furioso «… una battuta di pessimo gusto, scusa. Sebastian non lo farebbe mai! Vado a vedere se è tutto a posto» e si defilò prima di poter fare altri danni – o prima che Jeff gli saltasse al collo.

Attraversò tutto il corridoio e busso alla porta con educazione, ma non sentì alcun rumore provenire dall’interno. Bussò una seconda volta, stavolta più deciso, ma lo scenario non mutò, facendolo preoccupare.

«Sebastian? Sei dentro? Sono Nick…». Ancora nulla.

Per qualche istante fu in dubbio su cosa fare, ma il pensiero che Jeff e Thad lo avrebbero come minimo ucciso se non avesse indagato sul silenzio di Smythe, lo convinse ad invadere la privacy dello sposo entrando nella stanza.

Si guardò intorno: sembrava tutto al suo posto, fin troppo in ordine se prendeva come metro di giudizio la stanza di Thad che al momento rifletteva il suo stato di agitazione. Prestò orecchio a se venisse qualche suono dal bagno, ma c’era solo silenzio, finché non lo notò: Sebastian era seduto in un angolino, difficile da vedere dall’entrata, ma ora fin troppo evidente.

Era in canottiera e pantalone, sotto i quali poteva vedere i piedi scalzi; i capelli erano in disordine e il viso nascosto nelle mani.

«Sebastian? Che…che cosa sta succedendo?». Grandioso: erano riusciti a mettere ansia anche a lui. Con questi precedenti si chiedeva davvero cosa sarebbe successo al suo di matrimonio…

Intanto, lo sposo aveva alzato appena la testa e stava fissando il ragazzo come se non riuscisse a vederlo davvero. Rimase in quella posizione qualche istante di troppo per sembrare normale e Nick davvero non sapeva che cosa fare per farlo… riprendere?

«È una pazzia!», sbottò improvvisamente Smythe, scattando in piedi con un dinamismo di cui Duval non l’avrebbe ritenuto capace pochi istanti prima «Ma ci rendiamo conto di cosa sto facendo? Insomma, io! Mi manca l’aria…».

«Sebastian, è normale essere ansiosi, sai… insomma, dovresti vedere Thad nell’altr

«Questo non è come quando scegli se prendere il cinese o il thailandese per cena! Questa sarà la mia cena per il resto della vita! E se scoprissi che a lungo andare non mi piacciono più gli involtini primavera? Se all’improvviso sviluppassi un’intolleranza al pesce? Che cosa succederebbe? Che farei? Insomma, è un disastro, non posso fare una cosa del genere!».

Nick lo guardava sconvolto. Questo era anche peggio di Thad che non riusciva a fare il nodo alla cravatta: qua le cose erano in alto mare. Per qualche istante non poté fare a meno di pensare che se Sebastian stava reagendo in questo modo, quando sarebbe stato il suo turno Jeff sarebbe probabilmente morto d’ansia e lui lo avrebbe seguito a ruota.

Ti sembra il momento? Priorità, Duval. Prima il matrimonio Smythe-Harwood, poi il tuo, si rimproverò, avvicinandosi a Sebastian.

«Stammi a sentire, questo non è affatto come scegliere la cena. Insomma, stiamo parlando di Thad… e del fatto che, al di là di ogni cosa, sei innamorato di lui. Non c’è possibilità di cambiare opinione a riguardo, giusto? Insomma, ti sembra possibile non essere più innamorato di lui?».

Smythe non ebbe bisogno di più di qualche secondo per scuotere la testa. La versione della storia in cui lui non era con Thad non esisteva, non sarebbe mai stata possibile, in nessuno caso al mondo.

Sospirò tremante, gli sembrava quasi di voler piangere – ma, diamine, non davanti a Duval! Si ricompose velocemente e si guardò allo specchio.

«Sono un disastro e sono tremendamente in ritardo», constatò con voce ancora provata.

«Mi sembra giusto… Jeff fa da balia a Thad, mentre io me la vedo con lo sposo di mio figlio», ironizzò Nick, prendendo la camicia dalla sedia: fortunatamente non era troppo bistrattata, poteva aggiustarla una volta che Smythe l’avrebbe messa addosso. Gliela passò e andò alla ricerca di un paio di calzini e delle scarpe mentre quello si vestiva.

«Sai, ho imparato a vestirmi da solo da quando avevo sei anni…», gli fece notare Sebastian, fingendo gran parte del fastidio che aveva lasciato percepire in quella frase; l’altro, semplicemente, lo ignorò: avrebbe voluto ricordargli che lo aveva trovato nel bel mezzo di una crisi di panico, ma si astenne – l’ultima volta aveva solo peggiorato la situazione.

Quando finalmente fu vestito, Nick prese il controllo del papillon, e lo sistemò sotto lo sguardo attento dello sposo.

«Ora va molto meglio», approvò, guardandolo allo specchio «Torno a vedere come vanno le cose dall’altro lato…», disse poi, avviandosi alla porta, ma Sebastian lo prese per il polso, fermandolo.

Si guardarono per qualche istante, senza dire nulla, poi il più basso sorrise annuendo e poggiandogli una mano sulla spalla. L’altro annuì a sua volta: ora non poteva nascondere gli occhi lucidi – e forse, neanche gli importava più di tanto.

 

*

 

«Ci sono troppi fiori. E non mi sembrano neanche bilanciati nella distribuzione!».

Nick stava rivalutando la sua posizione riguardo l’omicidio, quando l’ennesimo commento sulla preparazione della stanza lasciò le labbra del quasi-sposo-e-se-non-stava-attento-presto-cadavere Thad.

Jeff cercava di sistemare ogni cosa, dicendo che invece i fiori erano perfetti, che le panche erano sistemate alla stessa distanza l’una dall’altra e che non era certo di quanti istanti ci sarebbero voluti perché Sebastian le attraversasse arrivando da lui, ma sarebbe stato comunque il tempo giusto,      qualunque fosse.

«Deve essere tutto perfetto. Deve», continuava a ripetere lo sposo. Poi successe.

La musica di violini cominciò ad invadere leggera l’aria e lui seppe che il momento era arrivato. Si voltò verso la gente che aveva preso posto e in fondo lo vide apparire; sorrise, le lacrime che minacciavano di scorrere sul viso ed attese. Finalmente calmo. Aveva capito.

Smythe, da parte sua, lanciò un breve cenno alla famiglia, seduta ai primi posti e cominciò la fatidica traversata. Più camminava e più le parole di Duval gli tornavano alla mente: non esisteva possibilità che non contemplasse quel momento per loro due, di questo ne era certo. Aveva capito.

Quando fu accanto al suo Thad, il cuore si era finalmente calmato, così come il suo respiro. Gli sorrise, prima di guardare la ministra, davanti a loro.

«Siamo qui riuniti, oggi, per celebrare le nozze di Sebastian Yves Smythe e Thad Robert Harwood. Gli sposi vogliono scambiarsi le promesse?», pronunciò la donna.

I due ragazzi si voltarono l’uno verso l’altro. Le promesse che avevano preparato erano state improvvisamente dimenticate, sostituite da parole spontanee.

«Ero nervoso fino a pochi istanti fa, fino a che non ti ho visto. Hai questo potere, tu… anche se posso sembrare sempre sicuro di me, sei tu a calmarmi il più delle volte, come adesso. Ho capito una cosa: non esiste versione di questa storia che non passi da qui, Thad. Comunque sarebbe stato il nostro incontro, in qualsiasi modo si sarebbe evoluta la nostra storia, prima o poi, ci saremmo trovati qui, io e te. Ero nervoso, ma ora non lo sono più. È così che deve andare», e Sebastian mise delicatamente l’anello al dito di Thad.

«Volevo… volevo che tutto questo fosse perfetto. Ho praticamente stressato tutti perché volevo che ogni cosa fosse esattamente al proprio posto, che tutto contribuisse a rendere questo giorno il migliore. Per te. Ed ora mi rendo conto che non c’era bisogno. Che volevo che tutto fosse a posto, certo, ma che in realtà, il resto del mondo scompare ogni volta che mi sei vicino. Che non c’è bisogno che tutto sia perfetto, quando sei con me: basti tu… basti solo tu, Sebastian…» e stavolta fu lui a sistemare l’anellino.

Jeff si asciugò una lacrima, poggiando la testa sulla spalla di Nick che gli baciò con dolcezza i capelli. Ecco, Thad aveva ragione: importava poco di cosa li circondava – erano loro ad essere perfetti l’uno per l’altro, tanto bastava.

«Per i poteri che mi sono stati conferiti, vi dichiaro marito e marito».

Il bacio che i due si scambiarono fu il coronamento di un sogno.

 

 

 

 

 

 

 

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Here we are again~ Salve ^^ Questa cosa è nata in pochissimi istanti perché Ari aveva bisogno di tirarsi un po’ su di morale e non avendo in testa nulla se non “Storia Medievale”, ho scomodato Vals per un prompt – ancora grazie, tesoro. So… ecco i Thadastian che hanno il loro lieto fine – sì, succede anche nelle mie storie di tanto in tanto. E tra le mille paranoie per i secondi nomi e dettagli vari, colgo l’occasione per fare gli auguri a Robs, dato che oggi è il suo compleanno

Mi dileguo, ora, che è meglio ^^ a presto e grazie per l’attenzione!

 

Alch

 

   
 
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