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Autore: _Marshmallow_    05/07/2013    6 recensioni
Divergent | One-Shot | Spoiler! Per chi non ha letto il primo libro | POV Al
Quando le parole feriscono più di una spada e fanno prendere decisioni inaspettate e definitive.
Quando Al decide che arrivato il momento di mettere fine alle sue sofferenze.
Buona lettura ~
Genere: Angst, Drammatico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altri
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Brave or Selfish?


                                                                                                                                                             «Stammi lontano. Non avvicinarti mai più a me»
                                                                                                                                                              «Se lo fai, giuro su Dio che ti uccido. Vigliacco.»


Le fredde parole di Tris mi opprimono, mentre una strana sensazione inizia a propagarsi dal mio petto. Come se lì, in corrispondenza del cuore, si fosse creato un enorme buco nero, contenente tutti i miei errori e gli sbagli di quelle ultime settimane.
Mi giro per l’ennesima volta tra le coperte. Il sonno non vuole saperne di arrivare.
Continuo a ripensare a tutto: il test, la cerimonia della scelta, la corsa folle per salire sul treno, l’iniziazione.
In particolare mi sopraffà il ricordo del combattimento contro Will. Non volevo fare del male a nessuno, benché meno a un mio amico, eppure è proprio questo che la fazione si aspetta da me.
Che sia capace di difendermi e difendere. E questo comprende spesso il fare del male alla gente.
Ormai, da giorni, una consapevolezza mi attanaglia: questa fazione non fa per me.
Non sono tagliato per essere un Intrepido.
La stanza mi soffoca, devo uscire, passeggiare, riflettere.
Mi alzo e poggio i piedi a terra, cercando di non fare rumore per non svegliare gli altri.
Accanto al mio letto c’è quello di Tris.
È lei che in qualche modo mi ha spinto a riflettere sulle mie scelte e non posso che volerle ancora bene.
Anche se lei, forse, non vorrebbe. Me l'ha dimostrato.
Mi avvicino lentamente al suo letto. Le coperte che si era, precedentemente tirata su, fino al naso, ora le arrivano ai piedi.
Non posso fare a meno di sorridere, soffermandomi sul suo volto addormentato.
Non appena mi accorgo di un particolare, però, il sorriso mi muore sulle labbra:l’espressione di Tris è corrucciata e noto una patina di sudore sulla sua fronte. Il suo corpo è scosso da fremiti incontrollati.
Sta avendo un incubo.
E il mondo mi crolla nuovamente addosso.
I miei occhi diventano umidi e lentamente, alcune lacrime cominciano a rigarmi le guance, finché un singhiozzo improvviso, riecheggia nella stanza.
“Sono io, sono io il mostro in quell’incubo!”
Mi copro la bocca soffocando gli altri singhiozzi, che non tardano ad arrivare e comincio a correre verso l’uscita, più veloce che posso.
Non mi preoccupo del colpo secco che produce la porta, quando la chiudo velocemente dietro di me.
L’unica cosa che voglio è uscire da lì.
Mi guardo intorno e subito dopo inizio a correre per la residenza degli Intrepidi.
Non ho una meta precisa.
Voglio solo che il dolore sparisca.
Mi sono trasformato in un mostro, un essere orribile.
Tris mi aveva sempre sorriso e appoggiato. Ed io come l’ho ripagata? Tentando di ucciderla.
Non ho modo di tornare indietro, ho giocato male le mie carte, mi sono fidato delle persone sbagliate e ora ho perso tutto.
“Quel che è fatto, è fatto!” penso con una punta di amarezza, mentre oltrepasso la porta che conduce ai bagni.
Persino l’idea di diventare Escluso mi sembra migliore, paragonandola all’inferno e al rimorso che mi toccherà subire per i prossimi mesi. Anzi, forse, per tutta la vita.
Svolto a destra e attraverso un breve corridoio. Ormai so benissimo, dove mi porteranno le mie gambe.
Immagino, con precisione, i gesti che compierò in un disperato tentativo di salvarmi da tutta questa sofferenza.
Attraverso il Pozzo -completamente deserto a quell'ora- arrivando sul ciglio dello strapiombo.
Le onde si abbattono impetuose sugli scogli e, ad un tratto, non sono poi così convinto che la morte sia ciò che voglio, realmente. Ripenso alle risate con Will, alle corse con Christina, al giorno in cui ho deciso che non avrei più avuto paura facendo quel tatuaggio raffigurante un ragno.
Ripenso a Tris, ai suoi sorrisi e ai suoi incoraggiamenti.
Ma poi, le sue dure parole mi colpiscono nuovamente, come uno schiaffo.
Lei non tornerà più quella di prima ed io devo farmene una ragione.
Sono ancora sul ciglio.
La scelta è semplice, -vita o morte?- ma le conseguenze dolorose.
Mi torna alla mente il giorno delle visite, dove ho deluso mia madre, nascondendole la verità sulla mia posizione nella classifica degli Iniziati.
Piano piano, i miei piedi, scivolano sempre più avanti.
E poi penso al motivo per cui mi trovo lì: il rapimento di Tris, che doveva servire a spaventarla, ma non ha fatto altro che allontanarla da me.
“Ancora poco e tutto questo sarà finito”
Mi sforzo di abbozzare un sorriso.
Il mio corpo si sbilancia completamente e io salto nel vuoto.


                                                                                                      *******

Nella fazione degli Intrepidi il suicidio è visto e ricordato come un atto di coraggio ordinario.
Io però, mentre vengo inghiottito dalle onde e sballottato sulle rocce, non posso fare a meno di sentirmi un egoista.





Angolo dell'autrice:
Ho riletto Divergent, prima di cominciare Insurgent e devo dire che mi sono soffermata parecchio sul suicidio di Al e sulle sue motivazioni.
L’ultima frase -che da il titolo al racconto- è una riflessione che fa anche Tris, nel libro, dopo la morte dell’amico:
Eric indica il suicidio come atto di coraggio, mentre Tris dice che, se Al fosse stato davvero coraggioso, avrebbe lasciato gli Intrepidi e amesso i suoi sbagli.
Il suo suicidio è stato quindi puramente egoistico.
Non ho altro da dire, quindi, alla prossima ~

_Marshmallow_

 
  
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