Loki non era cattivo.
Non gli dava alcuna gioia uccidere, distruggere o procurare dolore.
Loki era ferito.
Una ferita che non poteva essere disinfettata, curata o rimarginata.
La sua era sempre stata autodifesa.
Prima si difendeva dagli sguardi ostili che gli venivano lanciati dagli altri Asgardiani; poi aveva dovuto difendersi da Odino, quando aveva scoperto che lo aveva semplicemente usato.
Eppure non era mai stato una vittima.
Faceva esattamente quello che voleva.
Il problema di Loki era di essere fin troppo razionale.
Lui era l'unico che vedeva la verità attraverso tutti gli inganni.
O forse anche gli altri la vedevano, ma erano troppo codardi per accettarla.
Non aveva senso combattere per qualcosa che era già andato perduto.
Dov'era l'umanità in quel mondo dove c'erano stermini ogni giorno? Meritava di vivere chi faceva finta di niente?
Ironicamente spesso era più onesto lui che accettava la sua malvagità di molti altri che facevano finta di essere buoni.
Note:
Questa non so davvero da dove uscita.
Dovrebbe essere qualcosa di poetico o sentimentale al massimo, ma penso che il phatos sia andato a farsi friggere T.T
In pratica dovrebbe riassumere il fatto che a volte il Dio degli Inganni è l'unico che ha il coraggio di dire le scomode verità (tipo nella Lokasenna dove rivela tutte le debolezze di ogni dio e per questo viene punito, ma non chiedetemi paricolari perché non l'ho mai letta)
Spero vi sia piaciuta. Grazie mille a chi a recensito, messo nelle seguite, o addirittura nelle preferite <3
Domani parto per il mare e non so se riuscirò a scrivere o aggiornare.
A presto, spero!