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Autore: foschi    06/07/2013    3 recensioni
Il sangue usciva copioso dalle ferite. Sentiva colargli caldo lungo la tempia ferita gravemente. Lo sentiva scendergli dal labbro spaccato. Gli facevano male le costole, come se qualcuno lo avesse percosso con forza. Le lacrime cristalline, miste al grumoso sangue, avevano un sapore amaro.
Implorava il suo inseguitore di fermarsi, di lasciarlo andare. Perché? Perché gli stava facendo tutto quello? Perché non lo lasciava andare…?
- Ti prego… - rantolò cercando di tamponarsi la ferita da arma da fuoco che aveva appena un po’ più sotto la costola.
- Addio, Rei –
La pistola nera emise un sibilo assordante. Un’espressione terrea si dipinse sul volto diventato improvvisamente pallido. Il sangue continuava a scorrere copioso come un fiume lungo il suo abito bianco, il suo bellissimo abito bianco. I suoi lucenti capelli neri, lasciati sciolti per l’occasione si tinsero di rosso.
Che ironia, quello che doveva essere il giorno più bello della sua vita si era trasformato nel giorno della sua morte.
La vista gli si appannò. L’ultima cosa che riuscì a vedere, fu solo il grigio dell’Ade. Poi, più nulla…
Genere: Drammatico, Sentimentale, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai, Crack Pairing | Personaggi: Boris, Kei Hiwatari, Rei Kon
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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Como Euridice…

 

 

Holaaa! :D

Wow, sembra che l’ispirazione non mi abbandoni ultimamente!! O.o Ho battuto il mio record! Non sono mai riuscita a scrivere una storia dietro l’altra!! xD *purtroppo nd Kai**Ma che vuoi? Pussa via tu! Nd Autrice che prende a calci Kai*

Ok ok, lasciamo da parte i siparietti… Aehmm *si schiarisce la gola* questa storia vuole presentarsi come il seguito de “No soy tu jugete, no estoy en tu lista”.

E’ una storia a sé anche se presenta  punti di contatto con la precedente. Anche i personaggi sono gli stessi ma gli avvenimenti saranno più drammatici…

Ringrazio di cuore Confettina1995 per recensire con pazienza le mie altre storie!! ^__^

  Detto questo vi lascio alla lettura!! :D

 

 

 

Il sangue usciva copioso dalle ferite. Sentiva colargli caldo lungo la tempia ferita gravemente. Lo sentiva scendergli dal labbro spaccato. Gli facevano male le costole, come se qualcuno lo avesse percosso con forza. Le lacrime cristalline, miste al grumoso sangue, avevano un sapore amaro.

Implorava il suo inseguitore di fermarsi, di lasciarlo andare. Perché? Perché gli stava facendo tutto quello? Perché non lo lasciava andare…?

- Ti prego… - rantolò cercando di tamponarsi la ferita da arma da fuoco che aveva appena un po’ più sotto la costola.

- Addio, Rei –

La pistola nera emise un sibilo assordante. Un’espressione terrea si dipinse sul volto diventato improvvisamente pallido. Il sangue continuava a scorrere copioso come un fiume lungo il suo abito bianco, il suo bellissimo abito bianco. I suoi lucenti capelli neri, lasciati sciolti per l’occasione si tinsero di rosso.

Che ironia, quello che doveva essere il giorno più bello della sua vita si era trasformato nel giorno della sua morte.

La vista gli si appannò. L’ultima cosa che riuscì a vedere, fu solo il grigio dell’Ade. Poi, più nulla…

 

 

Si svegliò nel cuore della notte, urlando. Era madido di sudore. Il cuore batteva a mille ed il respiro era affannato. Un incubo, un lunghissimo incubo che però era così reale…

Una luce gialla si accese, dissipando le tenebre della stanza. Dovevano essere le tre o le quattro o qualcosa giù di lì.

- Rei? Tutto bene? –

Rei guardò il suo interlocutore stralunato, come se non ricordasse chi fosse.

- Boris…? –

- Sono qui, Rei –

In lacrime, Rei si gettò fra le sue braccia. Boris lo consolò premendo le labbra sulla sua chioma spettinata. Aveva paura di riaddormentarsi. Aveva paura di rifare quel sogno, quell’incubo…

 

 

 

Faceva caldo. Tremendamente caldo. Il sole picchiava forte. Certo era normale. Erano in Sicilia, e per di più era ora di pranzo.

Rei attendeva il suo compagno, andato a prendere qualcosa da mangiare, seduto a  riparo di una grande palma. Pensava e ripensava a quel sogno il quale non gli faceva certo godere la visita di quella meravigliosa città che era Siracusa.

Si erano stabiliti lì per ricominciare la loro vita daccapo. Volevano tagliare i ponti con il loro passato che li aveva portato momenti di felicità ma anche dolore. Volevano stare insieme e condividere la loro vita in un paese straniero, lontano da tutto e tutti. Dove nessuno avrebbe potuto trovarli…

Le labbra si incurvarono in un triste sorriso. Mpf, lontano da tutto e tutti… peccato che proprio quella persona da cui avrebbe voluto scappare si era fatta viva, cercando di riappropriarsi di lui dopo averlo prima lasciato… Un attimo. Perché aveva la sensazione che quella persona c’entrasse nel suo sogno? Lui  non ricordava il viso del suo aggressore ma qualcosa gli diceva che lui c’entrava qualcosa in quella storia…

Sbuffò, scuotendo energicamente la testa. Doveva smettere di pensare a quelle cose! Non voleva rovinarsi la gita in quel modo…!

Sbuffò nuovamente. Ma dove era finito Boris? Perché ci metteva così tanto a prendere qualcosa da mangiare? Va bene che la città era piena di turisti, ma ci stava mettendo decisamente troppo!

Si alzò per sgranchirsi le gambe. Uff, meglio andare a cercarlo…

 

La sua attenzione fu catturata dalla voce di un uomo che raccontava ad un gruppetto di bambini una storia. Una storia che Rei interpretò come un antico mito greco.

Ascoltò rapito la voce del vecchio. Sembrava uno degli antichi cantori della Grecia tanto era melodiosa la sua voce. Evocava immagini che sembravano prendere vita e scorrere davanti agli occhi di Rei…

 

 

La giovane ninfa cercava di sfuggire al suo inseguitore, un tale Aristeo. Correva lungo la sponda di un fiume. I suoi piedi, quei suoi leggiadri piedi, pestavano l’erba alta bagnata di rugiada.

La giovane correva per sfuggire a quel pastore che si diceva innamorato di lei. Correva verso la morte.

La morte che è sempre in agguato in qualche angolo. La morte che afferra la sua vita trasformandosi nelle più svariate forme. Alla povera fanciulla era toccata la forma di un serpente.

L’infida creatura infernale, minacciata da quella corsa, immerse i suoi affilati ed eburnei denti nella candida caviglia della ragazza.

Un grido di dolore sfuggì dalle labbra della fanciulla che cadeva al suolo, livida in volto, afferrata dalla morte sempre pronta a ghermire la sua vittima.

Il pastore Aristeo, terrorizzato dall’idea di aver procurato la morte della ragazza, scappò via mentre un altro giovane giungeva correndo in soccorso della ragazza.

- Euridice! – la chiamava – Euridice parlami, ti prego! –

La giovane a fatica aprì appena le palpebre. Con le nere iridi spente guardò il volto dell’amato compagno.

- O-Orfeo… - mormorò tremando. Tentò di carezzargli il volto ma la delicata mano ricadde bruscamente lungo il suo corpo via via più freddo.

- Canta per me, Orfeo… -

In un ultimo, doloroso sospiro, la giovane ninfa chiuse gli occhi. L’ultima cosa che vide fu il grigio Ade, poi più niente…

 

- Eccomi qui – la voce allegra di Boris distolse la sua attenzione.

Irritato, Rei fece segno a Boris di tacere, ricadendo poi in uno stato catalettico…

 

Il giovane Orfeo, cantore celebre in Grecia, disperato per la perdita dell’amata, scese giù nel triste Ade.

Sebbene avessero in molti cercato di dissuaderlo da quell’idea, Orfeo aveva preso la sua decisione: voleva riprendersi la sua amata. Non importa con quale mezzo, lui voleva solo la sua amata, strappata crudelmente alla vita.

E proprio quando aveva raggiunto il suo obbiettivo, aveva infranto la condizione impostagli da Ade, il dio del mondo dei Morti.

Non doveva girarsi durante il tragitto, pena Euridice sarebbe tornata tra le tristi anime. Questa era stata la condizione. Ma lui, dubitando che l’amata fosse con lui, si era voltato e così l’aveva persa una seconda volta. L’aveva persa per sempre.

Si dice che distrutto dal dolore Orfeo avesse iniziato a peregrinare di terra in terra finché, incontrate un gruppo di Baccanti che gli avevano intimato di smettere di cantare canzoni tristi e di esaltare la bellezza della vita, non era stato fatto a pezzi e poi sparpagliato in un fiume.

Si dice che anche se mozzata dal corpo, la testa di Orfeo continuasse ad invocare il nome di Euridice, della sua amata Euridice mentre la lira che l’aveva sempre accompagnato, la lira che aveva mosso alberi e pietre al suo passaggio, era divenuta una costellazione.

 

 

Il vecchio finì di raccontare la sua storia. Risvegliatosi dal suo stato di trance, Rei pensò al suo sogno. Perché aveva il brutto presentimento che si sarebbe realizzato…? Perché si sentiva proprio come Euridice…?

Il gruppetto di bambini si dissolse. Rei rimase solo con Boris davanti al vecchio

- Bella storia… - sorrise Rei

- Grazie… vuoi sapere un dettaglio che ho omesso? – sussurrò il vecchio

Rei sbatté le palpebre, curioso – La giovane fanciulla morì nel giorno del suo matrimonio –

A bocca aperta e terrorizzato, Rei corse via inseguito da un perplesso Boris che lo chiamava.

 

 

Gli aveva detto addio. Quella gli era sembrata la soluzione più ovvia in quel momento. No, non avrebbe mai rinunciato a quello che desiderava. Volente o nolente, Rei sarebbe stato nuovamente suo. Non era più una questione di sentimento. Ora era una questione di orgoglio. Come si era permesso quel Cinese di ferire così il suo orgoglio?

Al diavolo gli antichi rapporti di amicizia o l’antica relazione che li aveva uniti per tanto tempo, quelli ormai erano tempi andati. No, doveva riprendersi Rei e se questi avesse fatto qualcosa per impedirlo, se avesse chiamato soccorso, non ci avrebbe pensato due volte a dargli una lezione che sarebbe durata per sempre…

 

 

 

Boris lo trovò seduto su una panchina, in una piazza deserta. Il volto era nascosto tra le mani ma Boris capì benissimo che stava piangendo.

- Rei, amore mio, cosa è successo? – gli baciò dolcemente una tempia mentre si sedeva accanto a lui

- Ho… ho paura, Boris –

- Di cosa? –

- Che qualcuno ci separi – rabbrividì al solo pensiero

- Amore mio – si inginocchiò difronte a lui. Lo costrinse ad alzare lo sguardo lucido per incontrare il suo serio – Amore mio, niente potrà separarci perché io ti amo e perché voglio vivere la mia vita accanto a te per sempre –

Rei lo guardò interrogativo. Boris sospirò. Era un momento così solenne!

- Rei, mi vuoi sposare? –

Gli occhi ambrati si riempirono di nuove invisibili lacrime. Non erano lacrime di paura, questa volta. No,  erano lacrime di gioia!

- Oh Boris… sì sì lo voglio! – gli gettò le braccia al collo. Si lasciò trasportare da un bacio passionale. Per un momento si lasciò andare al pensiero che niente e nessuno li avrebbe potuti separare.

 

 

 

Ma la morte era sempre in agguato dietro l’angolo. La morte era sempre pronta a ghermire le sue vittime e questa volta toccava a lui.

Non era stato un semplice sogno. No, era stata una prefigurazione del suo destino.

Kai lo guardava con i suoi occhi ametista, impassibile, mentre puntava la pistola nera contro di lui.

Lui che giaceva in quell’angolo con il suo bellissimo abito da cerimonia bianco tinto di sangue, tinto del suo sangue.

- P-perché, Kai? – chiese tra le lacrime.

Aveva in mente ancora la scena svoltasi qualche istante prima in chiesa.

 

Era sul punto di dire quel fatidico “sì” che l’avrebbe legato per sempre al suo Boris quando le porte della chiesa si erano spalancate. Una figura si stagliava contro la luce accecante.

“Fermate il matrimonio!” aveva gridato avanzando

Il sangue si era gelato nelle vene. Il suo volto si era fatto terreo. Cosa ci faceva Kai lì? Non se ne era andato? Non era scivolato fuori dalla sua vita…?

“Rei, non permetterò che ti abbia qualcun altro. Tu sei solo mio!” aveva detto guardandolo truce negli occhi

Rei aveva sostenuto il suo sguardo per qualche secondo ma poi era scappato, era scappato via in lacrime. Era inutile cercare di combattere, cercare di resistere, non era una partita a Beyblade quella. Sapeva che Kai avrebbe potuto ucciderlo – e sicuramente l’avrebbe fatto – quindi era inutile opporre resistenza. Gli dispiaceva per Boris. Avrebbe voluto costruire una vita con lui ma non gli era possibile, non più almeno.

Correndo, fra un’invocazione e l’altra di Boris che si era lanciato al suo inseguimento, era giunto in quell’angolo del vicolo cieco, braccato da Kai.

 

- Perché hai ferito il mio orgoglio –

Rei sorrise amaramente. Per orgoglio…

 


La pistola nera emise un sibilo assordante. Un’espressione terrea si dipinse sul volto diventato improvvisamente pallido. Il sangue continuava a scorrere copioso come un fiume lungo il suo abito bianco, il suo bellissimo abito bianco. I suoi lucenti capelli neri, lasciati sciolti per l’occasione si tinsero di rosso.

Che ironia, quello che doveva essere il giorno più bello della sua vita si era trasformato nel giorno della sua morte.

La vista gli si appannò. L’ultima cosa che riuscì a vedere, fu solo il grigio dell’Ade. Poi, più nulla…

 

 

 

 

E come Euridice, anche lui era morto nel giorno del suo matrimonio.

Come Euridice, anche lui non poteva più costruire una vita con il suo amato.

Come Euridice, la morte aveva brandito la sua anima, scortandola fra le altre centinaia di tristi anime.

E come per Euridice, anche Boris teneva fra le braccia il corpo insanguinato dell’amato, invocando disperato il suo nome.

Come Euridice, Rei era sceso nel triste Ade, ucciso dalla pazzia di un uomo ferito nell’orgoglio. Dalla pazzia di un uomo che come Aristeo era fuggito via davanti a quell’orribile scena.

E come Orfeo, adesso Boris avrebbe sofferto.

Come Orfeo, Boris avrebbe invocato il nome dell’amato, facendolo rivivere nell’eternità di quel paese, culla del loro dolore.

Ma a differenza di Orfeo, lui non avrebbe potuto scendere  nell’Ade per riprendersi il suo amato. Il ricordo di Rei rimaneva con lui.

 

 

 

 

 

Angolo Autrice

 

Saaalve!! :D

O.o Ma che diamine ho scritto?? Adesso Rei, Boris e Kai mi linceranno! *Infatti! è___é nd tutti e tre *

Vabbeh, spero che a voi sia piaciuta poco poco questa storia!! XD

Allora, per questa storia - e solo per questa! – ho abbandonato la vena erotica. Dalle prossime storie tutto riprenderà come se niente fosse successo xD

Dunque… Siccome ultimamente Kai mi sta antipatico (non chiedetemi perché ma so che mi sta antipatico xD) l’ho voluto descrivere come una specie di “mostro” senza cuore che pensa solo ai fatti suoi ed al suo orgoglio ed è pronto ad uccidere per questo.

Ho utilizzato il mito di Euridice ed Orfeo *il mio preferito!! *O* nd nefertari* per dare un’atmosfera di tristezza. Spero di essere riuscita a mettere in risalto le analogie fra la mia storia ed il mito!! ^^”
Mmmm credo non ci sia altro! Mi fate sapere che ve ne è parso?^^”

Baci!! :D

   
 
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